FESTA DI TUTTI I SANTI (Omelia)

dal sito:

http://www.cmroma.it/cat_vin/Omelie.php?itemid=503

FESTA DI TUTTI I SANTI

Let. Ia Apoc. 7, 2 – 14
IIa 1a Gv 3, 1 – 3
Vang. Mt. 5, 1 – 12a

(sabato 01 novembre 2008)

Introduzione

La Solennità di tutti i Santi, che oggi celebriamo, ci fa pensare ai modelli più alti della Santità Cristiana.
E ciò è per noi un richiamo alla vocazione alla Santità, che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo: tutti infatti siamo chiamati a ricopiare in noi il volto e i sentimenti di Gesù Cristo.
Mentre perciò ci uniamo alla schiera immensa di Coloro che dinanzi al Trono di Dio benedicono il suo nome, consapevoli che il maggior ostacolo alla Santità è il peccato, domandiamo perdono al Signore dei nostri peccati.

OMELIA

La Solennità di tutti i Santi ci ricorda che dobbiamo sempre essere alla ricerca di Dio, l’unico che la Sacra Scrittura dice « Santo ».
La Parola proclamata ci porta prima di tutto a guardare il Cielo, dove sono giunti i fratelli che, precedendoci nel segno della Fede, hanno realizzato il progetto di amore di Dio e si sono incontrati definitivamente con Lui.
In secondo luogo ci invita a considerare la nostra altissima dignità di Figli di Dio e in fine a seguire la via evangelica delle Beatitudini Evangeliche per essere Discepoli di Gesù Cristo .
Prima però di soffermarci a riflettere su questi punti è necessario sfatare una falsa idea di Santità, che considera i Santi come esseri eccezionali, fuori dagli schemi del comune vivere umano con la conclusione: loro i Santi sono fortunati perché sono stati così; noi invece siamo dei poveracci, che non abbiamo la stessa fortuna.
No, dobbiamo invece considerare questa Solennità una Festa di Famiglia, che ci deve far sentire la realtà sublime dell’unica Santità, a cui tutti siamo chiamati.
Dice il Concilio nella Lumen Gentium: « I Discepoli di Cristo, chiamati da Dio non secondo le loro opere, ma secondo il disegno della sua grazia e giustificati in Gesù, Signore, nel Battesimo della Fede sono stati fatti veramente Figli di Dio e compartecipi della natura divina e perciò realmente Santi. Essi, quindi, devono con l’aiuto di Dio, mantenere nella loro vita e perfezionare la santità che hanno ricevuta ».

Ma cerchiamo di approfondire il messaggio delle Letture/
l’Apocalisse ci parla di una moltitudine immensa, che nessuno può contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
Una moltitudine immensa, e tuttavia non una folla anonima senza un volto preciso.
Nessuno è anonimo per Colui che chiama ciascuno per nome e ci ha redento con il suo sangue e ci santifica con il suo Spirito.
La moltitudine immensa , che la visione dell’Apocalisse descrive, proviene da ogni nazione, popolo e lingua. Tutti gridano: » La salvezza appartiene al nostro Dio ».
E la salvezza costituisce la loro felicità, la loro autentica realizzazione. Essi sono beati perché sono totalmente e perfettamente salvati dall’Agnello che è Gesù Cristo.
Nella Liturgia i Santi più noti della Storia della Chiesa vengono onorati durante l’anno singolarmente, ma oggi la Chiesa intende onorare in modo particolare tutti quelli che soltanto Dio conosce.
Ecco allora che viene spontanea la domanda: chi sono i Santi? Sono coloro che Dio ha chiamato e che hanno risposto con tutta la loro vita alla chiamata divina; sono coloro che Dio ha segnato con il suo sigillo, lo Spirito Santo, « che è garanzia della futura eredità; di quella piena liberazione che Dio ci darà perché possiamo lodare la sua grandezza ». (Ef. 1, 14)
I Santi sono coloro che sono passati attraverso ogni genere di prova e si sono purificati con il sangue dell’Agnello. I Santi sono dunque il frutto della redenzione operata da Cristo con il suo sangue. essi sono le spighe mature pronte per essere mietute; essi sono i grappoli maturi pronti per essere vendemmiati.
La festa di tutti Santi è dunque come la festa della mietitura e della vendemmia.
Mietitura e vendemmia che corrispondono all’ardente preghiera che Gesù ha rivolto al Padre prima di offrirsi in sacrificio per noi: « Padre voglio che dove sono io, siano anche quelli che Tu mi hai dato ».
I Santi sono quindi coloro che Gesù ha attirato a sé quando è stato innalzato sulla Croce; essi sono i Figli di Dio, che erano dispersi e che Gesù ha ricomposto in unità mediante il suo sacrificio.
La festa di oggi infatti esprime bene questa dimensione universale e comunitaria: universale perché raccoglie una moltitudine immensa di ogni nazione, razza popolo e lingua; comunitaria perché nessuno si salva separato dagli altri, ma come membro del Corpo Mistico di Cristo.
E’ il Cristo totale Capo e Corpo, che viene glorificato nella Festa di tutti i Santi.
L’ardente voto di Gesù è stato esaudito ed Egli può dire: « Io sono glorificato in essi ».
Questa gloria di Cristo che risplende nei suoi Santi è fondata sul fatto che essi hanno accolto le sue parole; quelle parole che il Padre ha dato al Figlio e questi a sua volta ha dato loro.
Sono le Beatitudini, la sintesi del messaggio evangelico; esse sono come una forza liberante ed elevante; non sono norme imposte dall’esterno, ma un dinamismo interiore e una esperienza di vita nuova ed eterna, secondo l’affermazione stessa di Gesù: « Le parole che vi ho detto danno la vita perché provengono dallo Spirito di Dio » (Gv. 6, 63 ).
Il Messaggio con cui Gesù inaugura il Regno di Dio è rivolto a tutti gli uomini senza distinzione di tempo e di luogo, di età o di condizione.
Tutti sono chiamati al Regno e quindi alla santità.
Ma solo chi accoglie la Parola di Cristo e decide di seguirlo diventa discepolo insieme con gli altri che come lui hanno accolto la stessa parola e si sono messi a seguirlo.
Ecco chi sono i Santi : sono coloro che hanno preso sul serio le Beatitudini e si sono impegnati a viverle, seguendo Cristo povero e umiliato, affamato e assetato di giustizia, misericordioso e pacificatore, condividendone la sorte, sicuri di essere eredi insieme con Lui.
Ecco quindi il punto di verifica che ci propone oggi la Chiesa: Siamo disposti a sottoporre la nostra vita al vaglio delle Beatitudini, per capire se siamo o no sulla via del Regno che è la via della Santità alla quale tutti siamo chiamati?
Forse ci manca il coraggio perché non crediamo abbastanza all’amore con cui siamo amati!
Eppure il Signore vuole che noi siamo davvero membra vive del suo Corpo ,tralci consapevoli di essere uniti a Lui che è la vera vite.
La santità diventa allora storia quotidiana delle nostre scelte, delle nostre decisioni ed è molto bello pensare che Dio Padre ama in noi il Cristo suo Figlio, che vive in noi; è molto bello pensare che Dio Padre guarda in noi il volto di Cristo e ci tiene nel suo cuore.
Per questo possiamo essere santi e abbiamo il nostro posto, come assicura Gesù, già pronto nel suo Regno.
La Santità è anche speranza e tensione al Regno di Dio e perciò diventa impegno generoso, capacità di distacco e di donazione umile e servizievole, che porta l’anima a quel rapporto profondo con Dio, che riempie il cuore di semplicità, di fiducia e di vera novità di vita.

Conclusione:

La conclusione di queste riflessioni ci è suggerita dalla lettera di Giovanni, che ci dice che già ora siamo realmente partecipi della vita divina, siamo Figli di Dio per il Battesimo.
La santità quindi non è solo una realtà futura, ma è già un bene presente in noi.
La tensione tipicamente cristiana è tra  » un siamo Figli » e un « saremo simili a Lui »; tra un « già » e un « non ancora ».
Ma S. Giovanni pone l’accento soprattutto sul « già », su quello che Gesù Cristo ha già compiuto per noi e su quello che siamo diventati per mezzo di Lui.
Preghiamo perciò perché il Signore, per intercessione dei Santi e di Maria Santissima, Regina dei santi, ci dia la coscienza della nostra vocazione alla Santità e la grazia di realizzarla con costanza attraverso una vita piena di opere sante. Amen!

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