Archive pour le 31 octobre, 2010

FESTA DI TUTTI I SANTI

FESTA DI TUTTI I SANTI  dans immagini sacre 14

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OGNISSANTI MERCOLEDÌ 1° novembre 2007 (ANNO C) – Omelia Mons. Silvani

dal sito:

http://www.diocesivolterra.it/Pagine/omelie.asp

S.E. Mons. ALBERTO SILVANI
VOLTERRA BASILICA CATT.   OGNISSANTI  MERCOLEDÌ 1° novembre 2007  (ANNO C)

Noi fin d’ora siamo figli di Dio   (1Gv 3,2)

Ap 7,2-4.9-14: Vidi una moltitudine immensa,  di ogni nazione.
Sal 23: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
1Gv 3,1-3: Vedremo Dio cosi come egli è.
Mt 5,1-12: Rallegratevi ed esultate, grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Carissimi fratelli e sorelle,
 La liturgia di oggi ci presenta come in un grande affresco la nostra realtà futura: una moltitudine immensa, di ogni razza lingua, popolo e nazione, tutti in piedi attorno al trono dell’Agnello per cantare le sue lodi. Un posto privilegiato è riservato ai martiri, a coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello. In questa moltitudine immensa noi possiamo vedere anche i nostri cari defunti che sono morti nel segno della fede. Ma quella che sarà la realtà futura è già iniziata e anticipata qui su questa terra. Ci ha detto l’apostolo: noi fin d’ora siamo figli di Dio, anche se non è ancora rivelato in pieno quello che saremo. Però fin d’ora siamo figli di Dio (1Gv 3,2). E per arrivare alla completezza di questa filiazione con Dio dobbiamo seguire la via delle beatitudini tracciata nel Vangelo. La festa di oggi dunque è la festa della santità della Chiesa, completamente realizzata nei nostri fratelli che già sono giunti a destinazione, già iniziata in noi che fin d’ora siamo figli di Dio  e possiamo rivolgerci a lui chiamandolo Padre. “Verso la patria comune noi pellegrini sulla terra affrettiamo nella speranza il nostro cammino, lieti per la sorte gloriosa di questi nostri fratelli che ci hai dato come amici e modelli di vita” (Liturgia Eucaristica).
 La Chiesa è stata scelta dal mondo e santificata dallo Spirito Santo di Dio (1Pt 1,1.2); quindi essa vive nella sfera divina ed è santa anch’essa, è il sacerdozio regale, il popolo santo (1Pt 2,9). Sottratta al mondo, chiamata e trasferita nell’ambito di Dio, la chiesa partecipa della santità di Dio ed è essa stessa santa (At 9,32; Rm 1,7; Ef 1,15; Ap 5,8; …). Infatti Cristo, il Figlio di Dio, il quale col Padre e lo Spirito è proclamato ‘il solo santo’, amò la Chiesa come sua sposa e diede se stesso per essa, al fine di santificarla, l’ha unita a sé come suo corpo e l’ha riempita col dono dello Spirito Santo per la gloria di Dio (Ef 5,25-27). Tutti nella Chiesa sono chiamati alla santità. Vige per lei l’antica prescrizione del Levitico: “Siate santi, perché io sono santo” (Lv 19,2).
 La Santità non consiste nell’andare a farsi lapidare dai Turchi o nel baciare un lebbroso sulla bocca (P. CLAUDEL, L’Annoce à Marie, prologo), ma nel fare la volontà di Dio senza indugi, sia che si resti al nostro posto, sia che si salga più in alto. La santità è la gioia. Dire di qualcuno che è santo significa semplicemente dire che, attraverso la sua vita, si è rivelato un meraviglioso conduttore di gioia, come di un metallo si dice che è buon conduttore quando lascia passare il calore senza dispersione, come di una madre si dice che è una buona madre quando si lascia divorare dalla fatica per i figli. In ogni tempo come in ogni razza, la grazia riesce a creare sempre nuovi santi, che possono essere provvisoriamente intaccati , ma che nonostante gli attacchi resistono, perché sono aiutati dalla grazia.
 Lo Spirito Santo scrive nel cuore e nella vita di ogni battezzato un progetto d’amore e di grazia, che solo può dare senso pieno all’esistenza, e aprire la via alla libertà dei figli di Dio. Lo Spirito Santo non solo aiuta a mettersi in sincerità davanti ai grandi interrogativi del proprio cuore (da dove vengo, dove vado, chi sono, qual è il fine della vita, come impegnare il mio tempo), ma ci abilita all’offerta del proprio personale e insostituibile contributo al progresso dell’umanità sulla via delle giustizia e della verità, ed apre la strada a risposte coraggiose nella vita consacrata. La scoperta che ciascun uomo e donna ha il suo posto nel cuore di Dio e nella storia dell’umanità costituisce il punto di partenza per una nuova cultura vocazionale.
 La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: esiste infatti perché creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato (GS 19). La paralisi della paura di fronte alle difficoltà è sempre dietro l’angolo. Questo forse è il maggiore ostacolo alla vocazione in tanti giovani che istintivamente sarebbero disposti a rispondere sì a una chiamata esigente ma entusiasmante: quella di essere Diaconi o Presbiteri nella Chiesa. Eppure il considerare la vita come vocazione favorisce la libertà interiore, stimola nel soggetto la voglia di futuro, lo porta a rifiutare una concezione dell’esistenza passiva, noiosa, banale. La vita assume così il valore di dono ricevuto che tende per natura sua a divenire bene donato. Scriveva il beato Pier Giorgio Frassati: “Vivere senza fede, senza grandi ideali da difendere, senza sostenere la verità lottando con coraggio, non è vivere, ma far finta di vivere. Noi non dobbiamo far finta di vivere, ma vivere”. Questo dunque l’augurio che ci scambiamo: la vocazione alla santità si concretizzi in una vita donata a Dio e ai fratelli.

FESTA DI TUTTI I SANTI (Omelia)

dal sito:

http://www.cmroma.it/cat_vin/Omelie.php?itemid=503

FESTA DI TUTTI I SANTI

Let. Ia Apoc. 7, 2 – 14
IIa 1a Gv 3, 1 – 3
Vang. Mt. 5, 1 – 12a

(sabato 01 novembre 2008)

Introduzione

La Solennità di tutti i Santi, che oggi celebriamo, ci fa pensare ai modelli più alti della Santità Cristiana.
E ciò è per noi un richiamo alla vocazione alla Santità, che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo: tutti infatti siamo chiamati a ricopiare in noi il volto e i sentimenti di Gesù Cristo.
Mentre perciò ci uniamo alla schiera immensa di Coloro che dinanzi al Trono di Dio benedicono il suo nome, consapevoli che il maggior ostacolo alla Santità è il peccato, domandiamo perdono al Signore dei nostri peccati.

OMELIA

La Solennità di tutti i Santi ci ricorda che dobbiamo sempre essere alla ricerca di Dio, l’unico che la Sacra Scrittura dice « Santo ».
La Parola proclamata ci porta prima di tutto a guardare il Cielo, dove sono giunti i fratelli che, precedendoci nel segno della Fede, hanno realizzato il progetto di amore di Dio e si sono incontrati definitivamente con Lui.
In secondo luogo ci invita a considerare la nostra altissima dignità di Figli di Dio e in fine a seguire la via evangelica delle Beatitudini Evangeliche per essere Discepoli di Gesù Cristo .
Prima però di soffermarci a riflettere su questi punti è necessario sfatare una falsa idea di Santità, che considera i Santi come esseri eccezionali, fuori dagli schemi del comune vivere umano con la conclusione: loro i Santi sono fortunati perché sono stati così; noi invece siamo dei poveracci, che non abbiamo la stessa fortuna.
No, dobbiamo invece considerare questa Solennità una Festa di Famiglia, che ci deve far sentire la realtà sublime dell’unica Santità, a cui tutti siamo chiamati.
Dice il Concilio nella Lumen Gentium: « I Discepoli di Cristo, chiamati da Dio non secondo le loro opere, ma secondo il disegno della sua grazia e giustificati in Gesù, Signore, nel Battesimo della Fede sono stati fatti veramente Figli di Dio e compartecipi della natura divina e perciò realmente Santi. Essi, quindi, devono con l’aiuto di Dio, mantenere nella loro vita e perfezionare la santità che hanno ricevuta ».

Ma cerchiamo di approfondire il messaggio delle Letture/
l’Apocalisse ci parla di una moltitudine immensa, che nessuno può contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
Una moltitudine immensa, e tuttavia non una folla anonima senza un volto preciso.
Nessuno è anonimo per Colui che chiama ciascuno per nome e ci ha redento con il suo sangue e ci santifica con il suo Spirito.
La moltitudine immensa , che la visione dell’Apocalisse descrive, proviene da ogni nazione, popolo e lingua. Tutti gridano: » La salvezza appartiene al nostro Dio ».
E la salvezza costituisce la loro felicità, la loro autentica realizzazione. Essi sono beati perché sono totalmente e perfettamente salvati dall’Agnello che è Gesù Cristo.
Nella Liturgia i Santi più noti della Storia della Chiesa vengono onorati durante l’anno singolarmente, ma oggi la Chiesa intende onorare in modo particolare tutti quelli che soltanto Dio conosce.
Ecco allora che viene spontanea la domanda: chi sono i Santi? Sono coloro che Dio ha chiamato e che hanno risposto con tutta la loro vita alla chiamata divina; sono coloro che Dio ha segnato con il suo sigillo, lo Spirito Santo, « che è garanzia della futura eredità; di quella piena liberazione che Dio ci darà perché possiamo lodare la sua grandezza ». (Ef. 1, 14)
I Santi sono coloro che sono passati attraverso ogni genere di prova e si sono purificati con il sangue dell’Agnello. I Santi sono dunque il frutto della redenzione operata da Cristo con il suo sangue. essi sono le spighe mature pronte per essere mietute; essi sono i grappoli maturi pronti per essere vendemmiati.
La festa di tutti Santi è dunque come la festa della mietitura e della vendemmia.
Mietitura e vendemmia che corrispondono all’ardente preghiera che Gesù ha rivolto al Padre prima di offrirsi in sacrificio per noi: « Padre voglio che dove sono io, siano anche quelli che Tu mi hai dato ».
I Santi sono quindi coloro che Gesù ha attirato a sé quando è stato innalzato sulla Croce; essi sono i Figli di Dio, che erano dispersi e che Gesù ha ricomposto in unità mediante il suo sacrificio.
La festa di oggi infatti esprime bene questa dimensione universale e comunitaria: universale perché raccoglie una moltitudine immensa di ogni nazione, razza popolo e lingua; comunitaria perché nessuno si salva separato dagli altri, ma come membro del Corpo Mistico di Cristo.
E’ il Cristo totale Capo e Corpo, che viene glorificato nella Festa di tutti i Santi.
L’ardente voto di Gesù è stato esaudito ed Egli può dire: « Io sono glorificato in essi ».
Questa gloria di Cristo che risplende nei suoi Santi è fondata sul fatto che essi hanno accolto le sue parole; quelle parole che il Padre ha dato al Figlio e questi a sua volta ha dato loro.
Sono le Beatitudini, la sintesi del messaggio evangelico; esse sono come una forza liberante ed elevante; non sono norme imposte dall’esterno, ma un dinamismo interiore e una esperienza di vita nuova ed eterna, secondo l’affermazione stessa di Gesù: « Le parole che vi ho detto danno la vita perché provengono dallo Spirito di Dio » (Gv. 6, 63 ).
Il Messaggio con cui Gesù inaugura il Regno di Dio è rivolto a tutti gli uomini senza distinzione di tempo e di luogo, di età o di condizione.
Tutti sono chiamati al Regno e quindi alla santità.
Ma solo chi accoglie la Parola di Cristo e decide di seguirlo diventa discepolo insieme con gli altri che come lui hanno accolto la stessa parola e si sono messi a seguirlo.
Ecco chi sono i Santi : sono coloro che hanno preso sul serio le Beatitudini e si sono impegnati a viverle, seguendo Cristo povero e umiliato, affamato e assetato di giustizia, misericordioso e pacificatore, condividendone la sorte, sicuri di essere eredi insieme con Lui.
Ecco quindi il punto di verifica che ci propone oggi la Chiesa: Siamo disposti a sottoporre la nostra vita al vaglio delle Beatitudini, per capire se siamo o no sulla via del Regno che è la via della Santità alla quale tutti siamo chiamati?
Forse ci manca il coraggio perché non crediamo abbastanza all’amore con cui siamo amati!
Eppure il Signore vuole che noi siamo davvero membra vive del suo Corpo ,tralci consapevoli di essere uniti a Lui che è la vera vite.
La santità diventa allora storia quotidiana delle nostre scelte, delle nostre decisioni ed è molto bello pensare che Dio Padre ama in noi il Cristo suo Figlio, che vive in noi; è molto bello pensare che Dio Padre guarda in noi il volto di Cristo e ci tiene nel suo cuore.
Per questo possiamo essere santi e abbiamo il nostro posto, come assicura Gesù, già pronto nel suo Regno.
La Santità è anche speranza e tensione al Regno di Dio e perciò diventa impegno generoso, capacità di distacco e di donazione umile e servizievole, che porta l’anima a quel rapporto profondo con Dio, che riempie il cuore di semplicità, di fiducia e di vera novità di vita.

Conclusione:

La conclusione di queste riflessioni ci è suggerita dalla lettera di Giovanni, che ci dice che già ora siamo realmente partecipi della vita divina, siamo Figli di Dio per il Battesimo.
La santità quindi non è solo una realtà futura, ma è già un bene presente in noi.
La tensione tipicamente cristiana è tra  » un siamo Figli » e un « saremo simili a Lui »; tra un « già » e un « non ancora ».
Ma S. Giovanni pone l’accento soprattutto sul « già », su quello che Gesù Cristo ha già compiuto per noi e su quello che siamo diventati per mezzo di Lui.
Preghiamo perciò perché il Signore, per intercessione dei Santi e di Maria Santissima, Regina dei santi, ci dia la coscienza della nostra vocazione alla Santità e la grazia di realizzarla con costanza attraverso una vita piena di opere sante. Amen!

buona notte e buona domenica

buona notte e buona domenica dans immagini buon...notte, giorno -_mg_3215nf

Eolophus roseicapillus)
Australia – October 2008

http://www.naturephoto-cz.com/birds/parrots.html

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