dal sito:
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Omelia (31-10-2003)
padre Lino Pedron
Commento su Luca 14, 1-6
Gesù si reca nelle città e nei villaggi, nelle sinagoghe e nelle case private per annunciare il suo vangelo. Egli non rifiuta nemmeno l’invito dei suoi avversari, perché è venuto per offrire la salvezza a tutti. I farisei misurano la volontà e la parola di Dio in base alla loro interpretazione della legge e alla loro dottrina. Ritenevano la propria condotta, la propria interpretazione della legge, la fedeltà alle tradizioni come l’unico modo di vivere voluto da Dio. Ne erano talmente convinti che per principio non prendevano nemmeno in considerazione la possibilità che Dio potesse aprire nuove vie per la salvezza del suo popolo. Per questo bloccano ogni intesa con Gesù che annuncia il nuovo ordine della salvezza che egli è venuto a portare.
Gesù annuncia la sua parola anche a loro, che sono la categoria più inconvertibile dei peccatori, perché credono di essere giusti. La sua misericordia gli fa accettare l’invito a mangiare con loro per guarirli. Egli svela il loro male, visibilizzandolo una volta nella prostituta (cfr Lc 7,36ss) e qui nell’idropico. Essi sono affetti dal male più tremendo e più nascosto: con la loro autosufficienza si oppongono direttamente a Dio che è grazia e misericordia. Il tema di tutto il vangelo di Luca è la misericordia di Dio perché la Chiesa rimanga sempre nell’esperienza di Dio che salva e si senta sempre peccatrice perdonata. Solo così resta aperta a Dio e a tutti gli uomini, ricevendo e dando misericordia. Solo così evita il pericolo di trasformare il popolo di Dio, che è un popolo di peccatori perdonati, in una setta di « giusti », come più o meno succede in tutte le religioni.
L’idropico è un’immagine del fariseo, pieno di sé, gonfio della sua giustizia, incapace di passare per la porta stretta della salvezza (cfr Lc 13,24). Questa porta è la misericordia di Dio che egli rifiuta perché confida nei suoi meriti. Se al mondo ci fossero stati solo malati e peccatori forse non sarebbe stata necessaria la Croce: sarebbero bastati la guarigione e il perdono. Ma Gesù morirà in croce come giusto (cfr Lc 23,47; At 3,14), perché i giusti potessero scoprire un’altra giustizia: la misericordia di Dio che ama fino al dono totale di sé.
Ciò che Gesù era stato costretto a rimproverare al fariseo Simone, vale ugualmente per i farisei presenti alla guarigione dell’idropico: essi amano troppo poco (cfr Lc 7,47). La legge non ha lo scopo di limitare o impedire l’amore, perché l’amore di Dio non conosce limiti. Il regno di Dio predicato da Gesù è il dominio universale della misericordia di Dio.
Per Gesù il riposo del sabato significa la rivelazione della bontà di Dio verso le sue creature, una rivelazione di pace e di salvezza. Gesù dà gloria al Padre presentandolo al mondo come il Dio che dona e che perdona, il Dio dei poveri e degli oppressi.