Omelia per il 20 ottobre 2010

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/8332.html

Omelia (25-10-2006) 
Monaci Benedettini Silvestrini

A chi fu dato molto, sara’ domandato molto

E’ sorprendente che il Signore per destare l’attenzione nei suoi discepoli, paragoni la sua venuta a quella di un ladro di notte per sottolinearne quanto sarà inaspettata, di cui il giorno e l’ora nessuno conosce oltre al Padre. A proposito di questa necessaria vigilanza, l’evangelista Luca riporta una precisa domanda di Pietro: « Signore, questa parabola dei servi che aspettano il padrone che torni, è solo per noi o è per tutti? » Gesù ribadisce: « Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro ». Il discorso è rivolto innanzitutto a colui che nella comunità è responsabile di non lasciar mancare il pane della vita: l’amore. Sappia prima essere servo e non padrone. La sua responsabilità è quella di « dare » ciò che a lui è stato già dato. « Ma se quel sevo – Gesù propone un’altra ipotesi – dicesse tra sé: il padrone tarda a venire, e perciò si lascia andare ad una vita disordinata », il padrone tornando, lo castigherà. Per chi è a capo di una comunità, l’attesa della venuta del Figlio dell’uomo si concretizza in un atteggiamento di fedele compimento della propria missione di servizio ai fratelli. Naturalmente a vario titolo tutti abbiamo ricevuto il grande mandato di servire. « Se io, il Signore, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato l’esempio, perché lo facciate anche voi ». Il giudizio di Dio invece contro i servi infedeli sarà particolarmente duro. A loro il Signore ha affidato un compito di grande responsabilità, ed è stato disatteso. « A chiunque fu dato molto sarà domandato molto; e a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più ». Questi giudizi così perentori a prima vista sembrano non dare adito ad altre spiegazioni, invece il testo sacro è aperto a maggior indulgenza. C’è distinzione fra il servo « che conoscendo la volontà del suo padrone » non la esegue e quello che « non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse ». Ognuno è responsabile in proporzione alla conoscenza che ha della volontà di Dio. Il credente è il testimone di Gesù risorto, speranza del mondo, e a tale fedeltà deve rifarsi. 

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