Archive pour le 13 octobre, 2010

Santa Parasceve la Giovane Eremita (1050 mf) (link alla storia)

Santa Parasceve la Giovane Eremita (1050 mf) (link alla storia) dans immagini sacre

http://www.santiebeati.it/

LINK ALLA STORIA

http://www.santiebeati.it/dettaglio/74125

Publié dans:immagini sacre |on 13 octobre, 2010 |Pas de commentaires »

Convertire… in coraggio

dal sito:

http://www.divinapastora.it/Convertire%20….in%20coraggio.htm

Convertire… in coraggio

Le preghiere che aprono e chiudono la messa di oggi sono una stupenda cornice per la rara lettura del libro di Ester durante la liturgia. Nella Colletta così preghiamo: «Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi santi, e donaci il coraggio di attuarli…». Con ancora più grande decisione, subito dopo esserci nutriti del corpo e sangue di Cristo, benediciamo e imploriamo: «Questi santi misteri, che hai dato alla tua Chiesa come forza e vigore nel cammino della salvezza, ci siano di aiuto in ogni momento della nostra vita». Dopo aver pregato in questi termini, non possiamo che sperare ed essere certi di ottenere tutto quello che abbiamo chiesto, fidando sulla parola del Signore Gesù: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto» (Mt 7,7). Tutta questa sicurezza che ci viene dal vangelo non è assolutamente assimilabile a una sorta di comodità in cui sprofondano mollemente i ricchi e i potenti di questo mondo, e soprattutto i loro figli e i loro eredi. È lo stesso Signore a darci la «regola d’oro» non solo e non prima di tutto della vita morale, ma del nostro entrare in relazione con Dio attraverso la preghiera: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa è infatti la Legge e i Profeti» (7,12). Lungi dall’essere una scappatoia dalle proprie responsabilità, rappresenta la forza e il vigore per prendersi cura di tutti i propri obblighi nella coscienza che la vita è nelle nostre mani, ma non dipende da noi. Icona di questa capacità di rischiare tutta la propria vita per la vita degli altri è Ester: la regina povera che salva il suo popo lo non dimenticandosi di essere come tutti e scegliendo di stare con tutti. Sulla bocca di Ester, «presa da angoscia mortale per il pericolo che incombeva su di lei e il suo popolo» (Est 4,1), la preghiera assume i toni dell’estrema fiducia congiunta al rischio estremo. Nulla garantisce Ester di tornare viva dal trono impe riale del re «leone» (4,13). Al Signore non chiede garanzie, ma semplicemente il «coraggio» (4,12) purificato da ogni eccesso di temerarietà: «Metti sulla mia bocca una parola ben misurata» (4,13). Tutto il chiedere, il cercare e il bussare di Ester si basa su una duplice coscienza: riguardo a se stessa «sono sola» (4,3) e riguardo a Dio «tu sei giusto» (4,11). Con questa consapevolez za Ester può affrontare il pericolo senza fare mistero della sua paura, ma senza cedervi. Come spiega in un testo classico Ari stotele: «Il Coraggioso è un uomo che niente riesce ad abbattere, tanto quanto sia nelle possibilità di un uomo. Certo, potrà provare spavento ma terrà duro come si deve e come la ragio ne gli impone; in previsione del Bello. Perché l’obbiettivo finale della virtù è il Bello [...] così il Coraggioso è una cosa bella. È per il Bello che il Coraggioso resiste e compie tutti quegli atti che consacrano la sua virtù»[1]. In questo tempo di conversione e di fiducia possiamo chiedere a Dio, per noi e per i nostri fratelli, la grazia di avere il coraggio di cercare, di chiedere, di bussare senza cedere alla tentazione di pensare solo a noi stessi ma, di imparare a pensare agli altri come vorremmo essere pensati, soccorsi e aiutati. Se così fosse, anche il più terribile inverno si trasformerebbe in una magnifica primavera, perché il nome ebraico di Ester è Hadassa/«ramo di mirto» (Est 2.7). 

Fratel Michel Davide OSB

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I VESCOVI DEGLI STATI UNITI: LA GRAVIDANZA NON È UNA MALATTIA

 dal sito:

http://www.zenit.org/article-23916?l=italian

I VESCOVI DEGLI STATI UNITI: LA GRAVIDANZA NON È UNA MALATTIA

La contraccezione e la sterilizzazione non sono “prevenzione di malattie”

WASHINGTON, D.C., venerdì, 1° ottobre 2010 (ZENIT.org).- La Conferenza Episcopale Statunitense ha espresso di recente la propria protesta al Dipartimento per la Salute e i Servizi Umani degli Stati Uniti per aver incluso i servizi di contraccezione e sterilizzazione come misura di prevenzione di malattie. “La gravidanza non è una malattia”, ha affermato.

Il Dipartimento per i Servizi Sanitari USA ha pubblicato di recente una lista di servizi preventivi che offrono piani sanitari individuali e di gruppo che devono essere coperti come stabilito dalla Patient Protection and Affordable Care Act.

In una lettera datata 17 settembre, sia i Vescovi che l’avvocato Anthony Picarillo e l’associato Michael Moses hanno espresso “particolare preoccupazione” per la proposta.

“Evitare la gravidanza non è evitare una malattia”, inizia il testo. “La contraccezione e la sterilizzazione presentano i propri, unici e seri rischi per la salute del paziente”.

La lettera segnala che questi “servizi” sono anche “moralmente problematici per molte parti interessate, inclusi gli affiliati ai servizi sanitari”, così come per “le comunità religiose, i prestatori di servizi e le compagnie assicurative”.

“Secono il nostro punto di vista”, affermano i Vescovi, “anticoncezionali con ricetta e sterilizzazione chimica e chirurgica sono servizi particolarmente inappropriati nel concetto di ‘servizi preventivi’ per tutti i piani sanitari”.

Nel testo sostengono che questa definizione non può condividere il significato o la proposta di servizi preventivi come la misura della pressione arteriosa, dei livelli di colesterolo, della pressione, del diabete, dell’ipersensibilità o delle malattie a trasmissione sessuale.

Questi sono servizi ai quali bisogna prestare attenzione, hanno sottolineato, “perché possono prevenire serie malattie”, ma la stessa logica “non può applicarsi alla contraccezione o alla sterilizzazione”.

Non è una giustificazione medica

Nella loro lettera, i Vescovi riconoscono che “in varie epoche la donna può avere serie ragioni personali per voler evitare o rimandare una gravidanza”.

Ad ogni modo, aggiungono, “queste ragioni personali non si trasformano in una condizione temporanea o permanente di infertilità, un requisito previo per la salute”.

Il testo chiarisce che la contraccezione “è quasi sempre percepita come una ragione personale o uno stile di vita”, il che “presenta i propri rischi e gli effetti secondari”.

“L’uso della prescrizione contraccettiva attualmente aumenta il rischio per le donne di sviluppare alcune delle condizioni che i ‘servizi preventivi’ enumerano nel Regolamento di Provvedimento Finale”.

Non si può neanche chiamare anticoncezionale “preventivo” l’aborto, aggiungono i Vescovi, perché “l’aborto non è in sé una condizione della malattia, ma un procedimento a parte che si realizza solo per l’accordo tra una donna e un professionista sanitario”.

Per i presuli, “gli studi hanno dimostrato che la percentuale delle gravidanze non desiderate che terminano in aborti è più alta rispetto a quella delle gravidanze che avvengono mentre si fa uso di anticoncezionali”.

I Vescovi hanno infine espresso la propria preoccupazione per il fatto che questa legge possa “costituire un fatto senza precedenti che minaccia i diritti di coscienza degli impiegati che applicano le proprie credenze religiose” e altri che per la loro morale o le obiezioni religiose si rifiutano di effettuare queste procedure.

Con questo tipo di misure, avvertono, si possono promuovere “riforme che sarebbero vuote promesse”.
Per consultare il testo completo,
www.usccb.org/ogc/preventive.pdf

buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno 7689

Flowering Maple, Weeping Maple,Chinese Lantern

http://toptropicals.com/cgi-bin/garden_catalog/cat.cgi?number=5&v1=red&imagesonly=1

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Omelia 13 ottobre 2010

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/10793.html

Omelia (17-10-2007) 
Monaci Benedettini Silvestrini

Chi si esalta sarà umiliato…

Gesù, nel suo annuncio del Regno, non ha mai taciuto l’ipocrisia dei suoi ascoltatori. I farisei ed i dottori della legge sono tra i suoi riferimenti più frequenti. Dal brano del vangelo di oggi possiamo capire perché talvolta le parole di Gesù suonano dure. Leggiamo oggi che Gesù non vuole che la legge che Dio aveva affidato a Mosè fosse trascurata, anzi il contrario! Oggi sembra che Gesù si rivolga a coloro che conoscono molto bene questa Legge. Gesù si rivolge direttamente ai farisei chiedendo ad essi di scoprire il vero fondamento della legge di Mosè. I farisei sono pronti al rispetto delle norme esteriori e trascurano la giustizia e l’amore di Dio. In questo insegnamento capiamo l’invito di Gesù a comprendere in profondità la legge. La Legge di Dio è sempre per il bene dell’uomo che si trova nell’amore e nella giustizia. Trascurare questo significa comunque non osservare la Legge di Mosè. I farisei, o almeno quei farisei ai quali si rivolge Gesù, pensano di poter vivere una superficialità religiosa fatta di norme e precetti. I dottori della legge invece sembra che siano colpevoli di un altro atteggiamento. Gesù riconosce loro la conoscenza della Legge con tutte le norme ed i precetti da applicare, ma solo per altri. Gli stessi dottori si sentono dei privilegiati e quindi già giusti quasi per diritto e non bisognosi di aderire a nessuna norma. Si fanno norma a se stessi e pretendono per gli altri un rigore asfissiante. Due atteggiamenti, quello dei farisei e quello dei dottori della legge, che potremo vedere, forse in misura diversa, anche presso di noi. Dovremo chiederci se la nostra partecipazione all’Eucaristia domenicale non sia un semplice tacitare la nostra coscienza, ritenendoci dei buoni cristiani o sia – piuttosto – una Celebrazione da vivere come momento privilegiato di incontro con il Signore. O ancora se il nostro battesimo, dono gratuito di Cristo, non ci sembri essere una garanzia sufficiente per la nostra vita che, quindi non richiede ulteriori adesioni nella nostra vita. 

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