Archive pour septembre, 2010

Un autore siriaco anonimo del VI secolo : « Le sono perdonati i suoi molti peccati »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100916

Giovedì della XXIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Lc 7,36-50
Meditazione del giorno
Un autore siriaco anonimo del 6o secolo
Omelie anonime sulla peccatrice, 1, 4.5.19.26.28

« Le sono perdonati i suoi molti peccati »

        L’amore di Dio, uscito in cerca dei peccatori, ci viene proclamato da una donna peccatrice. Perché chiamando lei, Cristo chiamava all’amore la nostra razza tutta intera ; e nella sua persona, attirava al suo perdono tutti i peccatori. Parlava a lei, ma invitava alla sua grazia la creazione tutta intera…

        Chi non potrebbe essere raggiunto dalla misericordia di Cristo, se lui, per salvare una peccatrice, accettò l’invito di un fariseo ? A causa di quella donna affamata di perdono, vuole in prima persona avere fame della mensa di Simone il fariseo, mentre sotto le apparenze di una mensa di pane, aveva preparato, per la peccatrice, la mensa del pentimento…

        Affinché tu possa partecipare alla stessa mensa, divieni consapevole che il tuo peccato è grande ; però disperare del perdono perché il tuo peccato ti sembra troppo grande, è bestemmiare contro Dio e fa torto a te stesso. Perché se Dio ha promesso di perdonare i tuoi peccati per quanto numerosi fossero, gli dirai forse che non puoi crederlo dichiarandogli : « Il mio peccato è troppo grande perché tu lo perdoni. Non puoi guarirmi dalle mie malattie » ? Smettila e grida con il profeta : « Ho peccato contro di te, Signore » (2 Sam 12, 13). Subito ti risponderà : « Io ho perdonato il tuo peccato ; tu non morirai ». A lui sia la gloria, da noi tutti per i secoli. Amen.

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15 settembre: Beata Vergine Maria Addolorata

15 settembre: Beata Vergine Maria Addolorata dans immagini sacre

http://www.santiebeati.it/

Publié dans:immagini sacre |on 15 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

IL PAPA IN GRAN BRETAGNA, UNA VISITA DAI DUE VOLTI

 dal sito:

http://www.zenit.org/article-23685?l=italian

IL PAPA IN GRAN BRETAGNA, UNA VISITA DAI DUE VOLTI

Entusiasmo in Scozia e problemi a Londra

di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 14 settembre 2010 (ZENIT.org).- La visita in Gran Bretagna del Pontefice sarà un successo, ma è chiaro che avrà due volti, entusiasmo in Scozia e ostilità a Londra.
Questo è quanto sostiene l’avvocato Gianfranco Amato, membro e consulente legale dell’organizzazione britannica CORE (Comment on Reproductive Ethics) e rappresentante per l’Italia dell’organizzazione Advocates Intenational.
Intervistata da ZENIT Amato ha spiegato che i gruppi più radicali, da secoli ostili al Papa di Roma, stanno facendo di tutto per ostacolare e creare problemi alla visita del Pontefice Benedetto XVI.
I due atei dichiarati il prof. Richard Dawkins, docente di Oxford, e Christofer Hitchens, celebre giornalista, hanno addirittura chiesto l’arresto del Pontefice per crimini contro l’umanità, non appena quest’ultimo atterri in Gran Bretagna.
Dawkins e Hitchens hanno incaricato gli avvocati Geoffrey Robertson e Mark Stephens di richiedere al Crown Prosecution Service l’avvio di un procedimento penale a carico di Joseph Ratzinger.
Le associazioni ostili al cattolicesimo hanno costituito un coordinamento denominato “Protest the Pope”, per contrastare la visita del Pontefice ed hanno raccolto venticinquemila firme in calce ad una petizione inviata al governo britannico per chiedere non solo che venisse cancellata la visita papale, ma anche che lo stesso Pontefice venisse ufficialmente definito “unsuitable guest of the UK government” (ospite indesiderato).
Gli stessi gruppi hanno annunciato una “Big March” che si terrà il 18 settembre, al clou della visita londinese di Benedetto XVI. La notte prima della “Big March”, è prevista una veglia laica dalle sette di sera a mezzanotte circa, celebrata da Peter Tatchell il noto attivista gay per i diritti degli omosessuali.
“I toni sono esacerbati, e la villania e le offese non fanno davvero onore al popolo inglese. Sembra evidente che abbiano paura delle parole che il Papa pronuncerà”, ha sottolineato l’avvocato Amato.
E’ incomprensibile infatti che l’incontro del Papa col mondo accademico sia stato previsto alla St. Mary’s University College di Twickenham, che non è certo un college tra i più prestigiosi.
“Per Benedetto XVI, raffinato intellettuale, cattedratico, uomo di profonda cultura, – ha commentato Amato – non si sono aperte le porte dei templi della sapienza laica, come Cambridge ed Oxford, nonostante il fatto, che proprio nella prestigiosa università di Oxford il cardinale John Newman, che sarà beatificato durante la visita, ha trascorso attivamente gran parte della sua vita. E’ a lui, oltretutto, che si deve la nascita di quell’importante fenomeno politico religioso noto come il movimento di Oxford”.
Secondo gli estensori del programma, al St. Mary’s College il Santo Padre non terrà una lectio magistralis, ma dialogherà di educazione con circa tremila giovani, di cui va apprezzato l’encomiabile sforzo di doversi alzare all’alba per essere presenti all’avvenimento.
Incomprensibile anche la decisione di cambiare il luogo per la cerimonia di beatificazione del cardinal Newman, inizialmente previsto all’aeroporto di Conventry, e poi spostato inopinatamente al Cofton Park di Birmingham.
Non sembra essere stata davvero una grande idea quella di passare da un sito che riusciva a contenere 200.000 persone, ad uno in cui a mala pena stanno 65.000 individui stipati
“Nulla a che vedere con quello che il Pontefice troverà in Scozia – ha aggiunto il membro del CORE –. Sarà tutta un’altra musica”.
Lì verrà eseguita una Messa composta da James MacMillian, uno tra i più grandi musicisti contemporanei del mondo, e punta di diamante dell’attuale scenario musicale britannico.
La profonda fede cattolica di MacMillan, che ha avuto pure l’onore di farsi commissionare un concerto per violoncello da Rostropovich e di vederselo premiare dal grande maestro russo, riesce ad infondere alla sua musica un intenso e vibrante riverbero di assoluta spiritualità.
Per l’avvocato Amato “appare singolare che rispetto alla discutibile organizzazione della visita in Inghilterra, la parte del viaggio programmata in Scozia risulti caratterizzata da una gestione ineccepibile e professionale”.
“C’entrerà senz’altro l’eterna rivalità tra i due ‘old enemies’, ed il fatto che per gli scozzesi spesso il concetto d’identità nazionale coincide con il fatto di non essere inglesi”, ha affermato.
“Di certo – ha concluso l’avvocato – la vigorosa presenza di Pastori del calibro del cardinale Patrick Keith O’Brien e la fedele e solida fede dei cattolici scozzesi, saluterà con entusiasmo la visita del Pontefice Benedetto XVI”.

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 15 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

ROWAN WILLIAMS, UN PRIMATE ANGLICANO TUTTO DA SCOPRIRE (parlerà con Benedetto XVI)

dal sito:

http://www.zenit.org/article-23676?l=italian

ROWAN WILLIAMS, UN PRIMATE ANGLICANO TUTTO DA SCOPRIRE

Parlerà con Bendetto XVI di riconciliazione in Gran Bretagna

di Renzo Allegri

ROMA, martedì, 14 settembre 2010 (ZENIT.org).- Le polemiche sul viaggio di Papa Benedetto XVI in Gran Bretagna hanno preso il sopravvento, nei media, sui profondi significati che esso contiene e per i quali è stato organizzato. I contestatori e gli scontenti polarizzano l’attenzione dei giornali, distraendoli dai contenuti di questo evento che giustamente è definito “storico”.
Benedetto XVI è il secondo Papa che mette piede sul suolo del Regno Unito, dopo lo scisma anglicano del secolo XVI. Il primo fu Giovanni Paolo II nel 1982. Ma questa è la prima visita di Stato ufficiale di un pontefice in Gran Bretagna, perché quella di Papa Wojtyla aveva il carattere di visita pastorale.
Papa Ratzinger visiterà quattro città: Edimburgo, Glasgow, Londra e Birmingham, dove presiederà la cerimonia di beatificazione del cardinale Henry Newman, grande figura del cattolicesimo inglese dell’Ottocento. Avrà incontri con la Regina, con i vescovi cattolici, con le autorità civili, con i leader religiosi, e con l’arcivescovo di Canterbury, che è il Primate della Comunione Anglicana. E anche se non se ne parla molto, è questo l’incontro più importante, quello che avrà certamente un grande peso sul futuro, anche se non immediato.
La divisione tra cattolici e anglicani conta ormai cinque secoli. E’ una divisione provocata da vicende personali di re Enrico VIII. Da un punto di vista dottrinale, il “Credo” anglicano non si discosta molto da quello cattolico. Per cui, cattolici e anglicani sono molto vicini, parenti stretti se non addirittura fratelli, e ci si chiede come mai, in tempi come i nostri, dove ovunque ormai le persone civili si stringono la mano senza guardare il colore della pelle o le ideologie personali, ci siano ancora divisioni tra persone che, in fondo, professano la stessa fede religiosa.
Il tema dell’ecumenismo è un tema caldo e urgente nel mondo religioso del nostro tempo. Coinvolge aperture tra le religioni monoteistiche, ma riguarda soprattutto quelli che si professano seguaci di Cristo. E a renderlo “caldo” è stato anche Giovanni Paolo II quando iniziò a prendere sul serio le confidenze profetiche fatte dalla Madonna a Fatima nel 1917 ai tre pastorelli.
Papa Wojtyla volle conoscerle bene dopo l’attentato mortale da lui subito in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981. Qualcuno gli ricordò che si trattava di un attentato previsto dalla Madonna di Fatima. Giovanni Paolo II volle leggere la famosa “Terza parte” del segreto di Fatima che non era ancora stata resa pubblica, e si riconobbe in quel “vescovo vestito di bianco” che sale verso la montagna sormontata da una grande Croce e giunto alla cima viene ucciso.
Nel luglio 1917, durante la terza apparizione ai tre pastorelli di Fatima, la Madonna confidava loro un segreto con varie indicazioni sulla vita dell’Europa, che si sono poi realizzate alla lettera. Annunciava la terza guerra mondiale e si soffermava sulla Russia e sulle tragedie provocate dell’ideologia comunista. Dopo aver indicato la data della terza guerra mondiale, diceva: “Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Chiudeva, affermando: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.
Nel 1984, Giovanni Paolo II volle realizzare quella consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che la Madonna aveva chiesto a Lucia, ma che non era mai stata eseguita. Alcuni anni dopo, tra il 1988 e il 1992, si verificò la totale caduta dei regimi comunisti nei Paesi dell’Est e il ritorno, in quei Paesi, della libertà religiosa. Sembrava che le condizioni per il grande cambiamento ci fossero tutte: la consacrazione della Russia alla Madonna era avvenuta, il comunismo era caduto, la libertà religiosa era tornata nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. Molti, quindi, pensarono che poteva essere vicino il “trionfo” del Cuore Immacolato di Maria, e la pace nel mondo.
Ma lo stesso Papa Wojtyla si rese conto che ciò non poteva avvenire senza un ulteriore radicale cambiamento, e questo all’interno delle varie chiese cristiane. La “Chiesa dei credenti” è costituita da un popolo che crede in un “unico Dio e in Gesù suo figlio Unigenito”. Questo popolo forma il « Corpo Mistico di Cristo ». Quando, però, i credenti sono divisi, il « Corpo Mistico di Cristo » è lacerato, ferito, martoriato. Non può, quindi, trionfare il cuore di una madre quando i figli sono divisi all’interno della stessa famiglia. La strada, perciò, per arrivare alla “pace nel mondo” indicata dalla Madonna a Fatima nel 1917 è l’unità dei cri stiani. Soprattutto quella tra cattolici, ortodossi e anglicani, in quanto tra essi le differenze dottrinali sono in pratica poche.
Papa Wojtyla intraprese viaggi e iniziative di ogni genere per raggiungere questa unità. Il suo successore, Benedetto XVI, ha continuato e continua. Negli ultimi anni ci sono state straordinarie aperture sia con gli ortodossi orientali e della grande Russia, come con gli anglicani. L’attuale viaggio in Inghilterra di Papa Ratzinger ha, nella sua essenza, l’obiettivo dell’unità, della riconciliazione con la Chiesa Anglicana.
Questo sarà certamente il tema delle conversazioni di Benedetto XVI soprattutto con Sua Grazia Rowan Williams, attuale Arcivescovo di Canterbury e da sette anni Primate della Comunione Anglicana.
L’arcivescovo Williams non è un personaggio molto conosciuto al di fuori dell’Inghilterra. Gallese, 60 anni, è ritenuto uno degli uomini più colti del nostro tempo. Conosce e parla otto lingue. Laureato in filosofia e in teologia, ha trascorso gran parte della sua vita come docente nelle due più importanti università inglesi, quella di Cambridge e quella di Oxford. Dal 1981 è sposato con Jane Paul, anche lei teologa e docente universitaria, dalla quale ha avuto due figli.
La formazione religiosa dell’arcivescovo ha caratteristiche molto speciali. E’ il frutto di amore e conoscenza delle varie forme in cui, lungo il corso dei secoli, si è divisa la religione cristiana. Egli proviene da una famiglia di luterani-giansenisti, che hanno dato le basi alla sua fede religiosa. Ma, da giovane, volle essere ducato nella tradizione anglo-cattolica, e poi, da adulto, si appassionò allo studio della tradizione russo-ortodossa. L’ecumenismo è, quindi, un elemento connaturale del suo spirito.
Una caratteristica assai sorprendente di questo personaggio è costituita dal fatto che egli è, anche, uno dei grandi poeti del nostro tempo. E’ annoverato tra i classici moderni, come Thomas Stearns Eliot, per esempio.
Le sue opere fanno già parte della storia della Letteratura inglese. Sotto questo profilo, in Italia, Rowan Williams è sconosciuto. Da noi vi è una sola raccolta di sue poesie, pubblicata di recente dall’Editrice Ancora, con il titolo “La dodicesima notte”. Un libretto che documenta magnificamente il grande talento di questo autore. Le poesie sono precedute da un’ampia e dotta nota introduttiva di padre Antonio Spadaro, gesuita, esperto del settore Letteratura della “Civiltà Cattolica”, la prestigiosa rivista dei gesuiti, che compie quest’anno 140 anni ed è la più antica di tutte quelle attualmente esistenti nel panorama culturale italiano.
Nel suo saggio, che si intitola “Come leggere la poesia di Rowan Williams”, padre Spadaro evidenzia subito che non si tratta di “una poesia religiosa o teologica in senso stretto”. “Semmai la teologia raccoglie l’ esperienza del mondo dell’autore e la compenetra di significati e di risonanze profonde”.
Leggere i versi dell’arcivescovo di Canterbury è “impresa ardua e difficile”, spiega padre Spadaro. Ma proprio perché l’autore è un vero artista, che usa un linguaggio ricco di simboli e affronta le tematiche più drammatiche dell’umanità del nostro tempo, rivivendole nell’ottica del soprannaturale. Ne scaturisce un magma di straordinario fascino, che turba, impressione, coinvolge.
Un vero poeta, quindi. E questo artista si troverà a confronto con un altro grande intellettuale, Joseph Ratzinger, che già al tempo del Concilio Vaticano II, quando era poco più che trentacinquenne, veniva considerato uno degli uomini più colti d’Europa. Grande teologo, ma anche grande umanista. Appassionato di musica classica, profondo conoscitore e cultore degli immortali capolavori sinfonici dei compositori europei, e pianista egli stesso. Due teologi, che sono anche due artisti, discuteranno dei problemi che riguardano l’uomo e Dio. E lo faranno da teologi, ma certamente anche da artisti. Con uno stile, quindi, inedito, come suggerisce il motto scelto da Benedetto XVI per questa sua visita in Gran Bretagna: “Il cuore parla al cuore”.
Quale il risultato? Forse non lo sapremo dalle cronache degli eventi di questi giorni. Ma potrebbe essere sorprendente e assai superiore ad ogni aspettativa
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Publié dans:Arcivecovi e Vescovi, Papa Benedetto XVI |on 15 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

buona notte

buona notte dans immagini sacre lathyrus_linifolius_19a3

Lathyrus linifolius

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Publié dans:immagini sacre |on 15 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

Omelia per il 15 settembre 2010: Stava presso la croce di Gesù sua madre.

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/7996.html

Omelia (15-09-2006) 
Eremo San Biagio

Dalla Parola del giorno

Stava presso la croce di Gesù sua madre.

Come vivere questa Parola?
« Pellegrina della fede » com’è chiamata dalla Chiesa Maria, la madre di Gesù, arriva fino ai piedi della croce del suo Figlio. Pur soffrendo tutto lo strazio di una madre, si unisce all’immolazione della vittima: quel Figlio da lei generato. Sì, Maria ebbe nello spirito, il cuore trafitto. E nello Spirito compì il suo mistero di « Donna » (così la chiama Gesù!), dando alla luce « il Risorto » e quel popolo dei « nuovi nati » che siamo noi. Quel che oggi mi conforta è sapere che la vita nata dalla croce di Gesù e dalla « com-passione » di Maria, è una vita nuova ed eterna, sulla quale la morte non ha più potere… Maria ci aiuta così a comprendere la fecondità soprannaturale della Chiesa nostra Madre, e, al tempo stesso, si pone accanto a me, a te, quale aiuto e guida nelle prove e nelle sofferenze sia fisiche che morali. Con il suo sostegno possiamo viverle in unione alle sofferenze di Gesù e nella speranza della resurrezione.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi rendo spiritualmente presente alle sofferenze dei miei fratelli (prolungamento di quelle di Gesù) e accetto con pace e speranza le mie, sicura che Maria mi accompagna e mi aiuta. Con le parole della « sequenza » pregherò:

Uniscimi al tuo dolore, [o Maria], per il Figlio tuo divino che per me ha voluto patire.

La voce di una carmelitana del XX secolo
Nella lotta, nell’ora della prova, l’occhio dell’anima tua cerchi la Stella! Invoca Maria: Sentirai rinascerti la forza; nel nome di Maria trionferai! e avrai pace.
Madre Maria Candida dell’Eucaristia 

San Giovanni Crisostomo: « Stava presso la croce di Gesù sua madre »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=FR&module=commentary&localdate=20100915

Beata Marie Vergine Addolorata, Memoria : Jn 19,25-27
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d’Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sulla croce per il Venerdì Santo, 2 ; PG 49, 396

« Stava presso la croce di Gesù sua madre »

        Vedi questa vittoria mirabile ? Vedi i successi della Croce ? Ti sto per dire ora una cosa più stupenda. Considera il modo con il quale questa vittoria si è realizzata, e sarai più stupito ancora. Cristo ha dominato il demonio proprio mediante ciò che gli aveva permesso di vincere. Ha combattuto il demonio con le sue stesse armi. Ascolta come. Una vergine, il legno e la morte, ecco i simboli della disfatta. La vergine, era Eva, perché non si era ancora unita all’uomo ; il legno, era l’albero ; e la morte, la pena in cui era incorso Adamo. Ma ecco, in compenso, la vergine, il legno e la morte, quei simboli della disfatta, diventare i simboli della vittoria. Invece di Eva, Maria ; invece del legno della conoscenza del bene e del male, il legno della Croce ; invece della morte di Adamo, la morte di Cristo.

        Vedi che il demonio è stato vinto mediante ciò che gli aveva dato la vittoria ? Mediante l’albero, aveva vinto Adamo ; mediante la croce, Cristo ha trionfato sul demonio. L’albero mandava negli inferi, la croce ne ha fatto tornare coloro che vi erano scesi. Inoltre, l’albero servì a nascondere l’uomo vergognoso della sua nudità, mentre la croce ha alzato agli occhi di tutti un uomo nudo, ma vincitore.

        Questo è il prodigio che la Croce ha realizzato in nostro favore ; la Croce, è il trofeo innalzato davanti ai demoni, la spada estratta contro il peccato, la spada con la quale Cristo ha trafitto il serpente. La Croce è la volontà del Padre, la gloria del Figlio unico, la gioia dello Spirito Santo, lo splendore degli angeli, l’orgoglio di San Paolo, il baluardo degli eletti, la luce del mondo intero.

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 15 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

San Bernardo: La gloria della croce

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100914

Esaltazione della santa Croce, festa : Jn 3,13-17
Meditazione del giorno
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Meditazione sulla Passione VI, 13-15 ; PL 184, 747-752

La gloria della croce

        Lungi da me l’idea che ci sia, per me, altro vanto che nella croce del Signore mio Gesù Cristo (Gal 6, 14). La croce è la tua gloria, la croce è il tuo impero. Sulle tue spalle è il segno della sovranità (Is 9, 5). Chi porta la croce, porta la gloria. Perciò la croce, che fa paura agli infedeli, è per i fedeli più bella di tutti gli alberi del paradiso. Cristo ha forse temuto la croce ? E Pietro ?  E Andrea ? Al contrario l’hanno desiderata. Cristo si è lanciato verso di essa come prode che percorre la via (Sal 19, 6): «  Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi prima della mia passione » (Lc 22, 15). Ha mangiato la Pasqua, soffrendo la sua passione, quando passò da questo mondo al Padre. Sulla croce mangiò e bevve, si inebriò e si addormentò… Chi potrebbe ormai temere la croce ?

        Posso, Signore fare il giro del cielo e della terra, del mare e delle steppe, mai ti troverò se non sulla croce. Là, dormi, là, pasci il tuo gregge, là ti riposi al meriggio (Ct 1, 7). Su questa croce, colui che è unito al suo Signore canta con dolcezza : « Tu, Signore, sei mia difesa, tu sei mia gloria e sollevi il mio capo » (Sal 3, 4). Nessuno ti cerca, nessuno ti trova, se non sulla croce. O Croce di gloria, radicati in me, perché io sia trovato in te.

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 13 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

Exécutant anonyme Ecole Italie ; Florence Titre LA TRINITE, ENTOUREE DE CHERUBINS Période 1er quart 16e siècle Matériaux

Exécutant anonyme Ecole Italie ; Florence Titre LA TRINITE, ENTOUREE DE CHERUBINS Période 1er quart 16e siècle Matériaux dans immagini sacre 16%20ANONYME%20TRINITE%20DIEU%20EST%20PAPE
http://www.artbible.net/3JC/-Mat-27,32_Crucifixion/index9.html

Publié dans:immagini sacre |on 13 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

Omelia per la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/13594.html

Omelia (14-09-2008) 
per la festa della Santa Croce

padre Antonio Rungi

Celebriamo oggi la festa dell’Esaltazione della Croce, con data fissa il 14 settembre. Ricorrendo di domenica, la festa prevale liturgicamente e viene quindi ricordata non solo nelle orazioni, ma anche nei testi biblici, che sono chiaramente tutti riferiti al mistero della passione, crocifissione e morte in Croce di nostro Signore Gesù Cristo.
La prima lettura ci riporta al tempo dell’esodo, quando il popolo liberato dalla schiavitù dell’Egitto, sotto la guida di Mosé, fu condotto alla terra promessa. Il testo che ascoltiamo oggi è tratto dal libero dei Numeri, uno dei cinque del Pentateuco, cioè dei cinque primi libri della Bibbia che oltre ad avere un valore religioso, hanno anche un valore storico, in quanto ci riportano i dati essenziali del cammino del popolo di Israele verso la libertà.
Nel brano di questa festa troviamo riportate le lamentele del popolo che mal sopportò il viaggio e si ribellò contro Dio e contro Mosè. Per richiamare il popolo all’obbedienza della fede, Dio stesso manda serpenti brucianti che causano la morte di diversi Israeliti. La lezione servì, tanto che il popolo tramite Mosè chiese perdono al Signore e chiese la liberazione da questa calamità. E’ Dio stesso che consiglia la strategia e il metodo più efficace per superare questa emergenza ambientale e sanitaria. E’ il serpente di rame, collocato su un’asta, che ha effetto liberante per coloro che lo guarderanno. Chiaro riferimento al potere liberante di Dio nel mistero della croce, come viene interpretato questo testo, alla luce anche di quanto si verifica nel momento della morte in Croce di Gesù Cristo.
Proseguendo nella lettura dei testi assunti in questa liturgia della parola per far giustamente risaltare il mistero della Croce, risulta di grande efficacia, per entrare in modo responsabile in questo mistero, quello che scrive l’evangelista nel breve brano odierno nel quale ci presenta la figura di Nicodemo e la missione di Cristo in questo mondo. E’ Gesù stesso a spiegare i termini della questione e il motivo della sua venuta tra gli uomini.
Nel brano è fatto esplicito riferimento al testo della prima lettura ed è Gesù stesso a spiegare il senso di quell’evento liberatorio per il popolo di Israele, in rapporto alla sua morte e risurrezione. “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. L’esaltazione della Croce e del Crocifisso ha un significato salvifico, come Gesù precisa nel testo: “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.
Capire questo significa entrare nel mistero della salvezza del genere umano. Gesù è venuto per salvare e non per condannare, per perdonare e per giudicare negativamente l’umanità. Egli ama e in quanto questo amore è totale e puro, oblativo non può che non desiderare il bene della persona amata. E’ una lezione di vita di straordinariamente importante per tutti gli uomini e soprattutto per i discepoli di Gesù. Magari scegliessimo anche noi la via del sacrificio, piuttosto quella della condanna e del giudizio facile, per salvare i nostri fratelli dalla condizione di peccato e di fragilità in cui si trovano!
Giustamente, l’Apostolo Paolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla Lettera ai Filippesi ci riporta ai piedi della Croce e soprattutto ai piedi del Crocifisso, di questo Figlio di Dio Amore che si offre in riscatto per tutti noi, per liberarci dalla condizione di quella schiavitù che tiene legato l’uomo al peccato e alla malvagità. Il modello della nostra vita cristiana e da cristiani è proprio il Crocifisso e la sapienza di quella Croce, impressa in modo indelebile nella vita di quanti vogliono fare seriamente e scelgono la via che conduce alla vera felicità.
Ci vogliamo inginocchiare davanti all’Amore di Cristo che si manifesta nella sua pienezza proprio nella Croce, per chiedere misericordia per le nostre piccole o grandi infedeltà, per i nostri piccoli e gravi peccati, che non ci lasciano sereni di fronte al Croce, che non solo è Amore, ma è anche valutazione e giudizio della nostra vita e sulla nostra vita. Fissare più intensamente il nostro sguardo sul Crocifisso è comprendere di più la nostra pochezza e la nostra debolezza, non per abbandonare la strada di Dio, ma per recuperare fiducia in Lui e nella sua immensa misericordia.
Siamo riconoscenti a Gesù Cristo per il grande amore che ha manifestato nei nostri confronti, morendo per noi, vittima innocente, agnello senza macchia, sulla croce per salvarci dalla dannazione eterna.
Aggrappiamoci a questo segno identificativo di ogni vero discepolo di Gesù Cristo e facciamo sì che la Croce, più che portarla esteriormente, la viviamo interiormente, nel silenzio, nella sofferenza, nell’emarginazione, nel non essere considerati da un mondo e in un mondo ove ciò che conta non è tanto l’essere, ma l’avere e il possedere. Essere cristiani è identificarsi con la Croce e con il Crocifisso, per far sì che l’una e l’altro siano poi trasferibili nella vita quotidiana, nel portare con dignità la nostra croce e nell’essere vicino ai fratelli quando sono toccati da croci più pesanti ed insostenibili rispetto alle nostre.
Sia questa la nostra preghiera, in un giorno come quello che viviamo in cui gloriarsi della Croce di Cristo è davvero un motivo di santo orgoglio per tutti noi: “Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce di Gesù Cristo, nostro Signore: egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione; per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati” (cf. Gal 6,14). 

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