Archive pour le 7 septembre, 2010

8 settembre – Natività di Maria

8 settembre - Natività di Maria dans immagini sacre

http://www.santiebeati.it/

Publié dans:immagini sacre |on 7 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

NATIVITÀ DI MARIA (Dai “Discorsi” di Sant’Andrea di Creta, Vescovo)

dal sito:

http://liturgia.silvestrini.org/santo/258.html

NATIVITÀ DI MARIA – PADRI DELLA CHIESA

DAGLI SCRITTI…
Dai “Discorsi” di Sant’Andrea di Creta, Vescovo
Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove

«Il termine della legge é Cristo» (Rm 10, 4). Si degni egli di innalzarci verso lo spirito ancora più di quanto ci libera dalla lettera della legge. In lui si trova tutta la perfezione della legge perché lo stesso legislatore, dopo aver portato a termine ogni cosa, trasformò la lettera in spirito, ricapitolando tutto in se stesso. La legge fu vivificata dalla grazia e fu posta al suo servizio in una composizione armonica e feconda. Ognuna delle due conservò le sue caratteristiche senza alterazioni e confusioni. Tuttavia la legge, che prima costituiva un onere gravoso e una tirannia, diventò, per opera di Dio, peso leggero e fonte di libertà. In questo modo non siamo più «schiavi degli elementi del mondo» (Gal 4, 3), come dice l’Apostolo, né siamo più oppressi dal giogo della legge, né prigionieri della sua lettera morta. Il mistero del Dio che diventa uomo, la divinizzazione dell’uomo assunto dal Verbo, rappresentano la somma dei beni che Cristo ci ha donati, la rivelazione del piano divino e la sconfitta di ogni presuntuosa autosufficienza umana. La venuta di Dio fra gli uomini, come luce splendente e realtà divina chiara e visibile, é il dono grande e meraviglioso della salvezza che ci venne elargito. La celebrazione odierna onora la nartività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento é l’incarnazione del Verbo. Infatti la Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio. La beata Vergine Maria ci fa godere di un duplice beneficio: ci innalza alla conoscenza della verità, e ci libera dal dominio della lettera, esonerandoci dal suo servizio. In che modo e a quale condizione? L’ombra della notte si ritira all’appressarsi della luce del giorno, e la grazia ci reca la libertà in luogo della schiavitù della legge. La presente festa é come una pietra di confine fra il Nuovo e l’Antico Testamento.
Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità e come alla prima alleanza succeda la nuova. Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. Angeli e uomini si uniscano insieme per prender parte all’odierna liturgia. Insieme la festeggino coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli. Questo infatti é il giorno in cui il Creatore dell’universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.

Dai testi bizantini…
Oggi il Dio che siede sui troni spirituali si è preparato un trono santo sulla terra; Colui che nella sua sapienza ha stabilito i cieli, nel suo amore per gli uomini crea un cielo vivente… Ecco il giorno del Signore, rallegratevi popoli! Infatti la camera nuziale della luce, e il libro del Verbo di vita è uscita da un grembo. La porta dell’Oriente è nata e attende l’ingresso del gran Sacerdote, unica a introdurre nell’universo l’unico Cristo, per la salvezza delle nostre anime… La sterilità della nostra natura è abolita, perché una dona sterile è divenuta madre di colei che resterà vergine dopo la nascita del suo Creatore…

Dai testi bizantini…
La tua nascita, o Madre di Dio, annunciò gioia a tutta la terra: da te infatti è spuntato il sole di giustizia, Cristo Dio nostro. Avendo sciolto la maledizione, ci ha dato la benedizione; e, distrutta la morte, ci ha fatto dono della vita eterna.

Publié dans:Padri della Chiesa e Dottori |on 7 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

Omelia per l’8 settembre : Natività di Maria

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/13545.html

Omelia (08-09-2008) 
Eremo San Biagio

Dalla Parola del giorno
E tu Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te uscirà Colui che deve essere il dominatore di Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà.

Come vivere questa Parola?
Una profezia messianica in cui si fa esplicito riferimento a “Colei che dovrà partorire”. Ovviamente l’accento cade sul frutto del parto, su Colui le cui origini sono “dai giorni più remoti”, cioè da sempre. Ma non è casuale l’accenno alla “donna-madre”.
Tutta la Scrittura è attraversata da questa immagine: dal libro della Genesi (3,15), in cui si parla di una donna-madre che nel figlio risulterà vittoriosa sul principe del male, ai molti richiami nell’Antico e nel Nuovo Testamento, fino alla piena realizzazione del segno nel libro dell’Apocalisse (12,1-2.5) che la presenta circondata di gloria nell’atto di dare alla luce il figlio che regnerà in eterno.
La rilevanza di questo tema è strettamente connessa con l’immagine di Dio-Sposo, il cui amore non si rassegna a perdere la ‘sposa’ più volte infedele, cioè l’umanità, e vuole restituirla alla purezza del “primo amore”, come dice Osea, e alla piena fecondità (cioè capacità di porre gesti di vita).
Senza difficoltà, la Chiesa ha trasferito questa immagine su colei che rappresenta la realizzazione del sogno di Dio sull’umanità: Maria. In lei, totalmente ceduta all’amore di Dio, l’umanità ritrova la sua dimensione nuziale. In lei ha la certezza che nulla del bene che silenziosamente va germogliando qua e là anche oggi, nonostante i vari segni di morte, andrà perduto. La novità che la sua nascita ha immesso nella storia è ora affidato alle nostre mani, al nostro impegno di credenti perché la nostra società possa ritrovare la via della speranza.

Oggi, nel mio rientro al cuore, passerò del tempo in compagnia di Maria. Ne contemplerò l’atteggiamento di umile e gioiosa accoglienza del volere di Dio e le chiederò di sostenere il mio impegno di fedeltà all’amore di Dio.

Maria, madre di Gesù, dammi il tuo cuore, così bello, così puro, così immacolato, così pieno d’amore e umiltà: rendimi capace di ricevere Gesù nel Pane della Vita, amarlo come lo amasti tu e servirlo sotto le povere spoglie del più povero tra i poveri. Amen. (Madre Teresa di Calcutta)

La parola di un teologo ortodosso
Nella più profonda vita con Dio c’è un rapporto segreto fra il Figlio e la Madre, fra la Parola ed il silenzio, fra la fede fissata e conservata nelle formule conciliari ed il mistero, nascosto nella fonte stessa della fede. Dalla Parola andiamo al silenzio, da Cristo a Maria, dalla Chiesa all’anima e torniamo indietro perché lo Spirito della verità unisce queste realtà in sé come qualche cosa di inseparabile, ma anche di distinto.
Vladimir Zelinskij 

NATIVITÀ DI MARIA: OMELIA DI ANGELO SCOLA (2009)

dal sito:

http://angeloscola.it/2010/08/06/maria-solennita-della-nativita-della-beata-vergine-maria-lomelia-del-patriarca/

NATIVITÀ DI MARIA

OMELIA DI ANGELO SCOLA (2009)

MARIA – In occasione della Solennità della Natività della Beata Vergine Maria, celebrata il 6 settembre scorso, il Patriarca ha presieduto la concelebrazione eucaristica nel chiostro annesso al Santuario di Nostra Signora del Pilastrello: si è trattato dell’occasione culmine di festeggiamento per i cinquecento anni dalla fondazione del santuario di Lendinara (Rovigo). Tale funzione ha visto la partecipazione di S.E Lucio Soravito, vescovo di Adra-Rovigo, e di cinque abati, tra cui don Michelangelo M. Tiribilli, Abate Generale della congregazione benedettina di Monte Olivito.

Qui di seguito viene riproposto il testo dell’omelia pronunciata dal Patriarca:

Liturgia: Michea 5, 1-4a; dal Salmo 87; Rm 8, 28-30; Mt 1, 1-16. 18-23.

1. «Tutti là sono nati. … L’uno e l’altro è nato in essa. … Là costui è nato. … Il Signore ha posto in te le sorgenti della vita» (Salmo Responsoriale, 87). La Liturgia dell’odierna Solennità è tutta tramata dal tema della nascita. Commentando questo Salmo Sant’Agostino esclama: «L’Altissimo ha fondato questa città per nascervi, allo stesso modo che ha creato sua madre per nascere da lei. Quale promessa, quale speranza, fratelli miei! Ecco per noi l’Altissimo, che ha fondato la città, le dice: Madre!» (Sant’Agostino, Commento al Salmo 87).

La profezia di Michea, alludendo al tempo in cui sorgerà il Messia a Betlemme, riprende il tema della nascita. Afferma: «Quando colei che deve partorire partorirà…» (Mic 5,2, Prima Lettura).

Il Vangelo di Matteo che abbiamo sentito proclamare rivela il cuore della Festa di oggi: la nascita verginale di Gesù, a cui quella di Maria è ordinata. Ricostruendo puntigliosamente la genealogia di Gesù, da Abramo fino a Giuseppe, lo sposo di Maria, con quell’impressionante litania di nomi – noti e sconosciuti, giganti della fede ed empi, santi e peccatori… – Matteo ripete per decine di volte il potente «generò».

Il centro a cui conducono e da cui partono tutte le linee prospettiche della storia della salvezza, è la nascita nel corpo mortale del Figlio di Dio. In vista di questo mistero centrale fu decretata la nascita della Beata Vergine Maria.

Sotto la Sua speciale protezione Giovanni Tolomei volle mettere la sua persona, scegliendo il nome di Bernardo, un grande Padre del monachesimo innamorato della Vergine. Alla Natività di Maria ha intitolato la famiglia benedettina da lui fondata che per secoli ha custodito, servito e vivificato il Santuario di Nostra Signora del Pilastrello, di cui avete lungo tutto l’anno festeggiato il quinto centenario.

2. La nascita di Maria Vergine è, in un certo senso, lo spartiacque della storia della salvezza, come genialmente intuì, fin dal VII secolo, un Padre della Chiesa parlando della festa odierna: «L’ombra della notte si ritira all’appressarsi della luce del giorno… La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l’Antico Testamento» (Andrea di Creta, Discorso 1; PG 97, 806-810).

Oggi dobbiamo ritornare a riflettere con forza sul significato del nascere e del generare. È necessario, perché la catena delle generazioni (dai bisnonni ai pronipoti) trovi un nuovo slancio educativo. La promessa di bene che il bambino incontra nella nascita e nei rapporti iniziali con i suoi cari è chiamata ad attuarsi mediante il compito della trasmissione e dell’assunzione del senso pieno della vita. Così Maria fece con Gesù. Così dobbiamo fare noi. La nascita non è solo un inizio biologico ma, come diceva il Servo di Dio Giovanni Paolo II, la nascita dipende dall’origine (genealogia), la cui ultima radice è il Padre creatore. Il Vangelo di oggi ce lo ha ricordato. I nostri bimbi non diventano uomini se non sono aiutati a scoprire questa origine. Tocca agli adulti (genitori ed educatori) questo compito affascinante e arduo di testimoniare ai figli la verità della vita nel concreto modo di amare (fidanzamento, matrimonio e famiglia) e di lavorare (professione, costruzione di vita buona).

Per questo rischioso compito educativo ci riempie di speranza l’affermazione di San Paolo ai Romani (Seconda Lettura): «Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati ciamati secondo il suo disegno» (Rm 8, 28).

3. Davide ed Abramo, nello scarno resoconto di Matteo, sono i due pilastri portanti dell’interminabile fuga delle arcate delle generazioni del popolo dell’Alleanza che conducono a Gesù. In Lui la genealogia salvifica si conclude e si compie, ma Egli è in Se stesso e per noi l’ultimo e il «primogenito tra molti fratelli» (Rm 8, 29). In questo paradosso – che l’ultimo sia in realtà il primo – emerge con forza il mistero di Gesù Cristo. Egli è il disegno compiuto del Padre, l’ordo unico dell’uomo, della storia e del cosmo. In Lui, a Sua immagine, noi siamo stati «predestinati e creati, giustificati, chiamati alla gloria» (cfr. Rm 8, 29). Il disegno compiuto del Padre che, nello Spirito, svela la natura dell’uomo e della storia è Cristo Signore.

4. Con la nascita del Signore, a cui è stata ordinata la nascita della Vergine Sua Madre, entra nel mondo quella che Paolo non esita a definire come nuova creatura. Questa novità risplende in modo eminente nella Beata Vergine Maria, «speranza e aurora di salvezza per il mondo intero» (Postcommunio). Il monastero, immagine luminosa di tutta la comunità cristiana, è il configurarsi, nello spazio e nel tempo, della novità di vita portata da Cristo Signore. E la “cifra” di tale novità è l’amore di Dio, quel quaerere Deum di cui ha parlato il Santo Padre nell’indimenticabile visita al Collegio des Bernardins di un anno fa. Ma l’amore di Dio è inscindibile dall’amore dei fratelli: «Da’ quello che hai: te e tutto. Te e tutto disponi secondo la sua santissima volontà» (Bernardo Tolomei, Epistolario, Lettera N. 3. «… l’amore, trasformando l’amante nell’amato, fa di più cose una cosa sola» (op. cit., Lettera N. 7).

5. Parlando, durante la recente canonizzazione, del vostro Santo Fondatore, il Santo Padre ebbe a dire: «La sua fu un’esistenza eucaristica… Dall’esempio di questo Santo viene a noi l’invito a tradurre la nostra fede in una vita dedicata a Dio nella preghiera e spesa al servizio del prossimo sotto la spinta di una carità pronta anche al sacrificio supremo” (Benedetto XVI, Omelia del 26 aprile 2009). Uno dei primi miracoli di Nostra Signora del Pilastrello fu significativamente la trasformazione dell’acqua in sangue.

Con l’intercessione di Maria anche noi vogliamo almeno un poco imitare questa carità. Per il bene delle nostre persone e a favore di tutti i nostri fratelli uomini. Amen

Publié dans:feste di Maria |on 7 septembre, 2010 |Pas de commentaires »

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