Archive pour juin, 2010

Intervento della Santa Sede a New York sul crimine transnazionale

dal sito:

http://www.zenit.org/article-22986?l=italian

Intervento della Santa Sede a New York sul crimine transnazionale

ROMA, venerdì, 25 giugno 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l’intervento pronunciato il 21 giugno dall’Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, nell’ambito della 64ª sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, durante l’incontro di alto livello sul crimine organizzato transnazionale, ai sensi della risoluzione 64/179 del 18 dicembre 2009, volta a promuovere l’adesione universale alla Convenzione e ai Protocolli e a rafforzare la cooperazione internazionale.

* * *

Presidente,

la mia Delegazione desidera ringraziare lei e i relatori per il loro lavoro  a questo utile dibattito sul crimine organizzato transnazionale.

Una conseguenza del mondo interconnesso è la natura sempre  più interconnessa del crimine. Sebbene l’abilità di comunicare e di commerciare in tutte le parti del mondo abbia promosso  solidarietà e commercio globali, ha anche portato a un’intensificazione del crimine attraverso le frontiere nazionali. Questa dinamica nella natura globalizzata del crimine lancia nuove sfide ai meccanismi legali e giudiziari che tentano di punire i criminali e di proteggere i propri cittadini.

La Dichiarazione di Napoli e la Convenzione di Palermo costituiscono sforzi sostanziali della comunità internazionale per instaurare una cooperazione volta a prevenire l’attività criminale e perseguire i colpevoli.  Queste Convenzioni hanno riconosciuto la sempre più indiscutibile tesi secondo la quale, dal momento che il crimine diviene internazionale, anche la risposta ad esso deve essere internazionale.

Oggi, milioni di persone sono vittima del traffico di esseri umani. Più del 70 per cento di loro, quasi tutte donne e ragazze, è destinato allo sfruttamento sessuale. Questa realtà è tragica e ingiustificabile. Il traffico transnazionale di donne e di bambini per lo sfruttamento sessuale si basa purtroppo sull’equilibrio fra l’«offerta» di vittime nei Paesi dai quali provengono e la «domanda» nei Paesi dove saranno ricevute. Il processo di traffico nasce, dunque, da questa «domanda». Per evidenziare i diritti delle vittime è necessario risolvere il problema di tale «domanda» e, con esso, quello del gravissimo degrado della dignità umana che sempre accompagna la piaga della tratta di esseri umani. Infatti, piuttosto che affrontare concretamente il problema della domanda, vengono varate sempre più leggi che cercano di legittimare questo lavoro disumanizzante. Perfino gli eventi sportivi e sociali mondiali, concepiti per promuovere maggiori rispetto e armonia fra le persone in tutto il mondo, sono diventati invece opportunità di maggiore sfruttamento e tratta di donne e ragazze.

Nello stesso modo, il narcotraffico globale continua a sortire effetti devastanti su individui, famiglie e comunità in tutto il mondo. Nelle aree di produzione, la domanda di sostanze illegali alimenta bande organizzate, cartelli e terroristi. Queste organizzazioni criminali utilizzano i proventi delle attività illegali per diffondere paura e violenza e garantire così il successo della loro ricerca di avidità e potere. Le attività di quegli individui e di quelle organizzazioni devono essere affrontate con urgenza con tutti i mezzi legittimi possibili  per permettere alle comunità di vivere in pace e prosperità invece  che nella paura del crimine e delle ostilità.

Per risolvere questo problema, la comunità internazionale non deve concentrarsi soltanto sulle aree di produzione, ma deve anche affrontare la domanda sempre presente di stupefacenti. Questa domanda, forte soprattutto nel mondo industrializzato, dimostra che per affrontare la produzione di stupefacenti all’estero, bisogna compiere degli sforzi nel proprio Paese. L’uso di stupefacenti non solo affligge la comunità internazionale, ma ha anche effetti dannosi immediati sulla vita fisica, sociale e spirituale degli individui e delle loro famiglie. Quindi, è necessario prestare particolare attenzione a questi individui per trovare modalità per prevenire l’uso di stupefacenti e riabilitare i tossicodipendenti affinché possano contribuire più pienamente al bene comune.

Presidente,

se vogliamo impegnarci in un processo sostenuto per fermare e modificare questi due maggiori settori del crimine internazionale, le popolazioni e le culture dovranno elaborare modalità per trovare un terreno comune che possa sostenere i rapporti umani, ovunque, sulla base di un’umanità comune. Resta la necessità profonda di sostenere la dignità e il valore intrinseci di ogni essere umano, con un’attenzione speciale ai più vulnerabili della società. A questo scopo dovremmo concentrare i nostri sforzi  affrontando e perfino criminalizzando la richiesta devastante di prostituzione, che disumanizza  donne e ragazze e alimenta il traffico illegale nel mondo.

Nello stesso modo, un approccio al narcotraffico, che sia incentrato sulla persona, deve riconoscere la necessità di punire gli utenti finali  di questa attività illegale e anche di riabilitarli. La responsabilità criminale è solo un fattore della soluzione del problema perché la riabilitazione personale, sociale e spirituale è necessaria per i tossicodipendenti e  per  le comunità devastate dalla produzione  e dal traffico di stupefacenti. Inoltre, bisogna continuare a incoraggiare gli sforzi dei governi e della società civile per ripristinare la salute di individui e di comunità perché tutti hanno diritto  a uno sviluppo economico e sociale.

Questo dibattito contribuisce a fare luce sulla necessità di affrontare il crimine internazionale in modo da riconoscere la natura sempre più internazionale del crimine, ma permette anche a questa assemblea di riconoscere  che questa risposta richiede sforzi nazionali  per affrontare le cause individuali e sociali di questa attività. Sebbene sia imperativo punire i criminali per i loro reati che distruggono il bene comune, è anche necessario riconoscere i diritti e la dignità delle vittime e dei criminali per rimediare al danno cagionato dal crimine.  

Publié dans:ONU |on 26 juin, 2010 |Pas de commentaires »

buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno foto_calabria_010_pizzo

Regione Calabria – Cattolica di Stilo

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San Giovanni Crisostomo: « Guarì molti malati »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100626

Sabato della XII settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 8,5-17
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d’Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelie sul vangelo di Matteo, 27,1

« Guarì molti malati »

        « Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati ». Vedi come la fede della folla si accresce a poco a poco ? Nonostante l’ora avanzata, non hanno voluto lasciare il Signore, hanno pensato che la sera permetteva loro di portargli dei malati. Pensi a tutte le guarigioni che gli evangelisti tralasciano ; non le raccontano tutte una a una, ma in una sola frase, ci fanno vedere un oceano infinito di miracoli. E affinché la grandezza del prodigio non ci porti all’incredulità, affinché non siamo sconcertati al pensiero che tale folla colpita da mali così diversi sia guarita in un istante, il vangelo porta la testimonianza del profeta, tanto straordinaria e sorprendente quanto i fatti stessi : « Perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia : Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie » (Is 53,4). Non dice : « Egli ha distutto », ma : « Egli ha preso » e « si è addossato », dimostrando così, secondo me, che il profeta parla più del peccato che delle malattie del corpo, ciò che è conforme alla parola di Giovanni : « Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo » (Gv 1,29).

La « Madonnina  » di Monte Mario, foto precedente al crollo

La

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Publié dans:immagini sacre |on 25 juin, 2010 |Pas de commentaires »

Il Papa: la « Madonnina » vegli dall’alto su Roma

dal sito:

http://www.zenit.org/article-22970?l=italian

Il Papa: la « Madonnina » vegli dall’alto su Roma

Benedizione della statua della Madonna di Monte Mario

ROMA, giovedì, 24 giugno 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso che Papa Benedetto XVI ha pronunciato questo giovedì durante la sua visita al Centro Don Orione di Roma, a Monte Mario, per benedire la grande statua di Maria Salus Populi Romani, restaurata di recente.

* * *

Cari fratelli e sorelle,

vorrei in primo luogo salutare cordialmente tutti voi, qui convenuti per l’odierno significativo evento. Su questa collina è tornata a vegliare sulla nostra Città la maestosa statua della Madonna, abbattuta alcuni mesi or sono dalla furia del vento. Saluto innanzitutto il Cardinale Vicario Agostino Vallini e i Vescovi presenti. Un pensiero speciale rivolgo a don Flavio Peloso, rieletto alla guida dell’Opera don Orione, e lo ringrazio per le gentili parole che ha voluto indirizzarmi. Estendo questo saluto ai religiosi partecipanti al 13° Capitolo Generale, a quelli che lavorano in questa Istituzione al servizio dei giovani e dei sofferenti e all’intera famiglia spirituale orionina. Rivolgo il mio deferente pensiero al Signor Sindaco di Roma, l’on. Gianni Alemanno – oggi è il suo onomastico – : desidero manifestarLe anticipatamente il mio apprezzamento per il Concerto che il Campidoglio mi offrirà la sera del 29 giugno; è un gesto che testimonia l’affetto per il Papa dell’intera città di Roma. Saluto anche le altre autorità civili e militari. Non posso infine non ringraziare di cuore quanti in vario modo hanno contribuito a restituire alla statua della Madonna il suo originale splendore.

Ho accolto volentieri l’invito ad unirmi a voi nel rendere omaggio a Maria « Salus populi romani », raffigurata in questa meravigliosa statua tanto cara al popolo romano. Statua che è memoria di eventi drammatici e provvidenziali, scritti nella storia e nella coscienza della Città. Infatti, essa fu collocata sul colle di Monte Mario nel 1953, ad adempimento di un voto popolare pronunciato durante la seconda guerra mondiale, quando le ostilità e le armi facevano temere per le sorti di Roma. Dalle opere romane di Don Orione partì allora l’iniziativa di una raccolta di firme per un voto alla Madonna cui aderirono oltre un milione di cittadini. Il Venerabile Pio XII raccolse la devota iniziativa del popolo che si affidava a Maria e il voto fu pronunciato il 4 giugno del 1944, davanti all’immagine della Madonna del Divino Amore. Proprio in quel giorno, si ebbe la pacifica liberazione di Roma. Come non rinnovare anche oggi con voi, cari amici di Roma, quel gesto di devozione a Maria « Salus populi romani » benedicendo questa bella statua?

Gli Orionini la vollero grande e collocata in alto, sovrastante la città, per rendere omaggio alla santità eccelsa della Madre di Dio, la quale, umile in terra, «è stata esaltata al di sopra dei cori angelici nei regni celesti» come disse il Papa Gregorio VII, (Ad Adelaide di Ungheria), e per averne, insieme, un segno di familiare presenza nella vita quotidiana. Maria, Madre di Dio e nostra, sia sempre in cima ai vostri pensieri e ai vostri affetti, amabile conforto delle anime vostre, guida sicura delle vostre volontà e sostegno dei vostri passi, ispiratrice suadente dell’imitazione di Gesù Cristo. La « Madonnina » – come amano chiamarla i romani – nel gesto di guardare dall’alto i luoghi della vita familiare, civile e religiosa di Roma, protegga le famiglie, susciti propositi di bene, suggerisca a tutti desideri di cielo. « Guardare al cielo, pregare, e poi avanti con coraggio e lavorare. Ave Maria e avanti! » – esortava san Luigi Orione.

Nel loro voto alla Madonna i romani oltre a promettere preghiera e devozione, si impegnarono anche in opere di carità. Per parte loro, gli Orionini realizzarono in questo Centro di Monte Mario, ancor prima della statua, l’accoglienza di mutilatini e di orfani. Il programma di san Luigi Orione – « Solo la carità salverà il mondo » – ebbe qui una significativa concretizzazione e divenne un segno di speranza per Roma, unitamente alla Madonnina posta sul colle. Cari fratelli e sorelle, spirituali eredi del Santo della Carità, Luigi Orione! Il Capitolo Generale che si è appena concluso ha avuto come proprio tema questa espressione cara al vostro Fondatore, « Solo la carità salverà il mondo ». Benedico il proposito e le decisioni che sono stati adottati per rilanciare quel dinamismo spirituale e apostolico che sempre deve contraddistinguervi.

Don Orione visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l’amore per far entrare nel mondo la luce di Dio (cfr. Deus Caritas est, n. 39). Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che « la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d’amore verso Dio ». Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza, su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, « la carità è la migliore apologia della fede cattolica », « la carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza » (Verbali, 26.11.1930, p.95). Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell’amore provvidente di Dio. Per fare questo – ricorda don Orione – occorre essere « impastati della carità soavissima di Nostro Signore » (Scritti 70, 231) mediante una vita spirituale autentica e santa. Solo così è possibile passare dalle opere della carità alla carità delle opere, perché – aggiunge il vostro Fondatore – « anche le opere senza la carità di Dio, che le valorizzi davanti a lui, a nulla valgono » (Alle PSMC, 19.6.1920, p.141).

Cari fratelli e sorelle, grazie ancora per il vostro invito e per la vostra accoglienza. Vi accompagni ogni giorno la materna protezione di Maria, che insieme invochiamo per quanti operano in questo Centro e per l’intera popolazione romana e, mentre a ciascuno assicuro il mio orante ricordo, con affetto tutti vi benedico.

Don Di Noto: chi accoglie i bambini, accoglie il Signore

dal sito:

http://www.zenit.org/article-22984?l=italian

Don Di Noto: chi accoglie i bambini, accoglie il Signore

Intervento a Catania a conclusione della Settimana di aggiornamento teologico-pastorale

ROMA, venerdì, 25 giugno 2010 (ZENIT.org).- « La pedofilia e gli abusi sessuali sull’infanzia sono un grave reato, un peccato gravissimo. Non sono amore o un orientamento sessuale”, è quanto ha tenuto a sottolineare don Fortunato Di Noto, pioniere nella lotta alla pedofilia e fondatore dell’Associazione Meter onlus (www.associazionemeter.org), nella relazione tenuta il 24 giugno al clero della Diocesi di Catania a conclusione della Settimana di aggiornamento teologico-pastorale svoltasi presso il Seminario Vescovile.

Ed ha aggiunto che “nessuna categoria sociale è esclusa: genitori, parenti prossimi, educatori, politici, avvocati, magistrati, medici, maestri, preti e catechisti, esponenti di qualsiasi religione (protestanti, ebrei, musulmani, scintoisti, animisti e satanisti)”.

Questo a dimostrazione che “la pedofilia coinvolge l’uomo nella sua interezza e non è solo uno scivolone o un pruriginoso desiderio di vivere esperienze affettive per rompere la monotonia o un ‘tabù sessuale’”.

“E’ l’espressione di un volto disumano che distrugge i piccoli, i bambini”, ha aggiunto.

Ambito familiare e pedocriminalità

“L’abuso sessuale – ha poi continuato il fondatore di Meter – ha maggiore incidenza nell’ambito familiare, le statistiche ogni anno lo confermano, con una tendenza sempre più crescente in percentuale riguardo alla pedocriminalità (ossia le organizzazioni dedite al traffico, sfruttamento sessuale dei minori, oltre che nella produzione di materiale pedopornografico) e al turismo sessuale”.

Infatti, ha precisato, “nonostante l’Italia sia all’avanguardia per la lotta al turismo sessuale nei confronti di italiani che sfruttano bambini, in 12 anni è stato possibile contrastare e arrestare solo in un caso. Si potrebbe fare di più!”, ha esclamato.

“Non ultimo – ha proseguito – la pseudo istigazione alla normalizzazione del fenomeno con la cosiddetta ‘pedofilia culturale’, una sorta di movimenti nazionali e internazionali che rivendicano la liceità di avere relazioni, rapporti anche sessuali con i minori”.

A questo proposito il sacerdote ha accennato a vari partiti e movimenti pro pedofilia con le loro giornate di orgoglio ed ha ricordato che Meter non solo ha fatto arrestare dei soggetti nel 2004 per « apologia di pedofilia », ma ha presentato anche un Progetto di legge, assorbito dalla Convezione di Lanzarote e da mesi fermo alla Commissione Senato per la sua definitiva approvazione e promulgazione.

La risposta della Chiesa agli abusi su minori

“In tutto questo contesto – ha continuato – si inserisce il triste fenomeno di abusi pedofili che alcuni sacerdoti nelle diverse diocesi del mondo (300 i casi trattati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede). Sono diversi invece i casi, anche se gravi e da condannare, dei preti omosessuali che hanno abusato di minori (ca. 3.000) e anche in Italia (ca. 100 i casi di sacerdoti pedofili o che hanno abusato di minori in attesa di definizione o altri definiti)”.

“E’ importante questa precisazione – ha chiarito poi don Di Noto –: il pedofilo è un malato lucido (psicopatologia lucida) e preferisce bambini prepuberi, sotto i 12 anni. Diversamente non è pedofilia”.

“La Chiesa, pur trovandosi in imbarazzo e nonostante alcuni Vescovi non abbiano saputo gestire il fenomeno, ha reagito duramente – ha detto –. Si pensi ai vari pronunciamenti di Benedetto XVI: basta poi andare sul sito del Vaticano dove è presente la sezione ‘Abusi su minori. La risposta della Chiesa’, che contiene una serie di discorsi”.

Don Di Noto ha quindi ricordato la Lettera alla Chiesa di Irlanda, il discorso al Regina Coeli del 3 maggio scorso su Meter e la Giornata Nazionale dei Bambini vittime contro la pedofilia, più una serie di documenti di importanza sostanziale per le procedure da adottare nelle varie diocesi, da parte del Vescovo, come la « Guida alla comprensione delle procedure di base della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) riguardo alle accuse di abusi sessuali ».

Urgenza educativa e pastorale

“Perché sia chiaro – ha specificato il sacerdote – , la strategia della Chiesa è molto decisa: dura condanna da cui non si torna più indietro; vicinanza alle vittime e richiesta di giustizia ‘non sommaria’ a chi, prete (e non prete!), si macchia di questi terribili reati”.

E ancora: “Richiamo alla conversione e alla collaborazione con la giustizia come segno di responsabilità; Impegno a non abbassare mai la guardia inserendo nelle azioni pastorali diocesane un ‘sussulto’ educativo e programmatico per prevenire e informare sugli abusi, affinchè non accadano mai da parte di nessuno”.

“Meter – ha concluso – è disponibile ad aiutare in questo percorso educativo e preventivo nella Chiesa e nella società”.

Publié dans:pedofilia e abusi sessuali |on 25 juin, 2010 |Pas de commentaires »

buona notte

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Simeone il Nuovo Teologo: « Gesù lo toccò dicendo : ‘ Lo voglio, sii sanato ’ »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100625

Venerdì della XII settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 8,1-4
Meditazione del giorno
Simeone il Nuovo Teologo (circa 949-1022), monaco ortodosso
Inno 30 ; SC 174, 357

« Gesù lo toccò dicendo : ‘ Lo voglio, sii sanato ’ »

Prima che brillasse la luce divina,
io non conescevo me stesso.
Allora, al vedere me nelle tenebre e in carcere,
rinchiuso in un pantano,
coperto di imondizie, ferito, la carne gonfia…,
sono caduto ai piedi di colui che mi aveva illuminato.

E colui che mi aveva illuminato tocca con le sue mani
i miei legami e le mie ferite;
là dove la sua mano tocca e il suo dito si avvicina,
subito cadono i miei legami,
scompaiono le ferite, e ogni sporcizia.
L’impurità della mia carne scompaia…
sicché egli la rende simile alla sua mano divina.
Strana meraviglia: la mia carne, la mia anima e il mio corpo
partecipano della gloria divina.

Appena sono stato purificato e liberato dai miei legami,
ecco che stende verso di me la sua mano divina,
mi tira fuori del pantano interamente,
mi abbraccia, mi si getta al collo,
mi bacia (Lc 15,20).
Mi prende sulle spalle
io che ero completamente esausto,
e avevo perso le mie forze,
e mi porta fuori dall’inferno…
La luce stessa mi porta e mi sostiene;
mi trascina verso una grande luce…
Egli mi dona di contemplare con quale strano rimodellare
lui stesso mi ha plasmato nuovamente (Gen 2,7)
e mi ha strappato dalla corruzione.
Mi ha fatto il dono di una vita immortale
e mi ha rivestito di una tunica immateriale e luminosa
e mi ha dato dei sandali, un anello e una corona
incorruttibili e eterni (Lc 15,22).

St. John the Baptist – El Greco

St. John the Baptist - El Greco dans immagini sacre st-john-baptist-greco

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Publié dans:immagini sacre |on 24 juin, 2010 |Pas de commentaires »

24 GIUGNO – S. GIOVANNI BATTISTA – Le chiese d’oriente e d’occidente celebrano in questo giorno

stralcio, dal sito:

http://www.diocesilucca.it/documenti/festivita/giovanni_battista.pdf

24 GIUGNO – S. GIOVANNI BATTISTA

Le chiese d’oriente e d’occidente celebrano in questo giorno la natività di Giovanni Battista. Egli, secondo il vangelo, è frutto della promessa di Dio a Zaccaria e annuncia il tempo del Messia in cui la sterile diventa madre e la lingua dei muti si scioglie nella lode. Secondo la parola dell’angelo, Giovanni venne con la forza di Elia per preparare un popolo disposto al Signore. Egli è l’unico personaggio di cui il NT narra la nascita, insieme a Gesù ed è l’unico santo celebrato fin dall’antichità con più feste. La chiesa siriaca lo commemora sette volte e lo chiama “padrino e strumento delle nozze divine” della chiesa con il Cristo sposo. La chiesa copta lo chiama “il grande, il precursore, il sacerdote cugino  dell’Emmanuele che merita ogni onore”. La chiesa bizantina ne festeggia il concepimento (23 settembre), la nascita (24 giugno) la decapitazione e morte (29 agosto), la duplice invenzione del capo (24 febbraio e 25 maggio); lo festeggia ancora il 7 gennaio e
lo ricorda settimanalmente ogni martedi. La festa della nascita venne fissata nel IV secolo nei giorni del solstizio d’estate in relazione alla nascita di Gesù fissata per il solstizio d’inverno e i padri videro nell’accostamento di Giovanni al solstizio d’estate con cui le giornate cominciano ad accorciarsi l’espressione della vita di colui che è chiamato a diminuire perché l’Altro deve crescere. È il solo testimone di cui il Nuovo testamento narra la nascita. Giovanni è un uomo che solo Dio poteva dare all’umanità, all’origine della sua vicenda c’è una donna sterile e anziana e un padre anche lui anziano: sono i poveri del Signore e proprio su loro si posa la scelta di Dio e la sterile partorisce!
La vocazione di Giovanni è compresa nella profezia di Geremia: « prima che tu uscissi alla
luce io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta”: Dio lo ha curato e questa cura è la condizione e la possibilità perché Giovanni sia profeta e testimone. Prima ancora di nascere quando Maria porta ad Elisabetta Gesù ancora nascosto nel suo seno Giovanni gioisce: è la Parola che viene a formare la sua voce, Giovanni; lo Spirito Santo che è sceso su Maria viene ora comunicato a Giovanni e Giovanni diventa profeta « tu bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innalzi al Signore a preparargli le strade », dirà Zaccaria alla nascita. Da questo momento gli eventi della sua vita si intrecciano con quella del Cristo, e quando sarà ucciso, la sua missione apparirà in quella di Gesù. Non è un caso che il vangelo registri l’opinione di Erode riguardo a Gesù: « Egli è Giovanni
Battista risorto dai morti ». Dai vangeli appare questa dipendenza, questo esistere per. Egli è il precursore, è la voce della Parola fatta carne; voce che grida nel deserto è la lampada della Luce che arde e risplende per render testimonianza alla Luce, è il maestro di
Gesù e il suo discepolo, è il battistrada che prepara la strada a colui che è la via, è il dito che indica l’Agnello di Dio e manda a Cristo i suoi discepoli allontanandoli da sé, è l’amico dello sposo (Gv 3,29) che gli sta vicino e gioisce alla voce di lui. Giovanni è l’archetipo del discepolo perché rivela il senso di ogni vocazione che è di render testimonianza a Cristo, e ci mostra anche come. È anche modello per i monaci, a motivo della sua vita nel deserto e anche dei preti chiamati a non sostituire il Cristo ma a indicarlo presente. L’ufficiatura e l’innografia è molto sviluppata e ricca di temi teologici. Nella festa odierna sono rivolti a Giovanni molti titoli:
· voce della Parola,
· preannunciante la luce,
· predicatore di lieto annuncio,
· profeta più grande di tutti i profeti,
· paraninfo,
· amico dello Sposo,
· candelabro e riflesso del Sole di giustizia,
· figlio della sterile portatore di gioia,
· araldo di penitenza,
1
· stella che precede l’aurora
· candeliere del lume di gloria,
· primo apostolo,
· angelo terreno e uomo celeste,
· adoratore dell’Agnello che toglie il peccato del mondo,
· ornamento del deserto,
· testimone di verità…
· colomba del deserto che annuncia la divina primavera,
· Precursore della grazia
· soldato del grande Re.
· giovane germoglio di Zaccaria,
· il più bello tra i figli del deserto,
· colui che porta agli inferi l’annuncio della resurrezione dei morti…
quest’ultimo titolo sviluppa una tradizione già attestata in Origene e Ippolito: il Battista avrebbe preceduto Gesù anche agli inferi per evangelizzare quanti vi giacevano e render noto che sarebbe arrivato il Salvatore. Un’omelia che si ispira al vangelo di Nicodemo mette in scena addirittura un dialogo tra Giovanni e i profeti: interrogato sul Messia e la sua visita agli inferi, Giovanni risponde ricordando le profezie che essi stessi avevano fatto per mostrarne il compimento in Gesù.

Publié dans:San Giovanni Battista |on 24 juin, 2010 |Pas de commentaires »
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