Archive pour le 13 avril, 2010

Discesa agli inferi

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Publié dans:immagini sacre |on 13 avril, 2010 |Pas de commentaires »

NEL SILENZIO…(DON TONINO BELLO )

dal sito:

http://www.atma-o-jibon.org/italiano4/preg_bello15.htm

NEL SILENZIO…

( DON TONINO BELLO )   

Solo quando
avremo taciuto noi,
Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi
solo sulle sabbie del deserto.

Nel silenzio maturano
le grandi cose della vita:
la conversione,
l’amore, il sacrificio.

Quando il sole si eclissa
pure per noi,
e il Cielo non risponde
al nostro grido,
e la terra rimbomba cava
sotto i passi,
e la paura dell’abbandono
rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento,
rompi pure il silenzio:
per dirci parole d’amore!
E sentiremo
i brividi della Pasqua.

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Card. Schönborn: la Sindone ci parla del silenzio del Sabato Santo

dal sito:

http://www.zenit.org/article-22026?l=italian

Card. Schönborn: la Sindone ci parla del silenzio del Sabato Santo

Meditazione dell’arcivescovo di Vienna nel duomo di Torino

ROMA, lunedì, 12 aprile 2010 (ZENIT.org).- “Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine”: è iniziata con una citazione dall’omelia per “il grande e Santo Sabato, attribuita a Epifanio di Salamina, che si legge nell’Ufficio delle letture del Sabato Santo”, la meditazione che il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha tenuto lunedì sera nel duomo di Torino in occasione dell’Ostensione della Sindone 2010 sul tema “Passio Christi – Passio hominis. Il mistero del Sabato santo”.

“Quest’omelia – ha affermato Schönborn – parla di un contenuto di fede che confessiamo nella breve frase del Credo: …discese agli inferi (‘discendit ad inferos’)”. Per la redenzione dell’uomo era necessario “anche che Gesù Cristo ‘assaggiasse’ la morte, che sperimentasse davvero lo stato di morte, come vediamo in maniera così sconvolgente nella Sindone”.

“Non risulta facile oggi – ha commentato l’arcivescovo di Vienna – comprendere questo articolo di fede. La verità di fede vi è formulata in concetti provenienti da un immaginario che ci è estraneo. L’idea di un ‘regno della morte’, di un ‘mondo inferiore’ al di sotto del mondo in cui viviamo, di un ‘inferno’ che contiene le anime dei morti, sembra totalmente lontana dalla nostra moderna coscienza razionale”.

“Non sarebbe quindi meglio rinunciarci?”, ha chiesto ai numerosi presenti lo stesso cardinale. Ma “la Chiesa dai tempi più antichi ha tenuto ferma questa confessione. Non dovrebbe essere questo, per noi, uno stimolo a sforzarci di capire, proprio quando la questione appare difficile ed oscura? Proprio in considerazione degli eventi del ventesimo secolo, occuparsi del Sabato Santo, del giorno in cui Dio tace, sembra oggi più attuale che mai”.

“Regno della morte”, “mondo inferiore” ed “inferno”, ha spiegato Schönborn “non indicano il luogo di eterna condanna, bensì la dimora dei morti, chiamata in ebreo lo Sheol, in greco l’Ade (At 2,31). È il luogo dove le anime dei defunti si trovano imprigioniate dopo la morte”.

“Le testimonianze bibliche – ha proseguito Schönborn, citando Giovanni Paolo II – confermano la discesa di Cristo ai morti come vera esperienza di morte, come l’espressione di più profonda solidarietà con gli uomini. Durante quei tre giorni, dalla sua morte fino alla resurrezione, Gesù ha sperimentato ‘lo stato di morte’, cioè la separazione dell’anima dal corpo, nello stato e condizione di tutti gli uomini”.

D’altra parte “Gesù stesso lo aveva preannunciato, paragonando il proprio cammino con la storia del profeta Giona: ‘Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra (Mt 12, 40)’”.

“Teresia Benedita a Cruce, Edith Stein, la filosofa e carmelitana uccisa ad Auschwitz – ha ricordato l’arcivescovo di Vienna -, ha descritto questa scena a modo di visione, in un piccolo pezzo teatrale dal titolo ‘Dialogo notturno’. Lo scrisse nel giugno del 1941 per l’onomastico della sua priora, Madre Antonia a Spiritu Sancto, nel convento olandese di Echt”.

La meditazione del cardinale nel duomo di Torino, che è stata inframmezzata da intervalli musicali, ha quindi lasciato spazio alla citazione dei versi composti dalla Stein.

“Il silenzio del Sabato Santo, di cui la Sindone ci parla in maniera così imponente – ha ripreso Schönborn -, è l’atteggiamento di attesa di tutta la terra. Esso ricorda il silenzio che precede la creazione del mondo (Gen 1,2), quando tutto attende che Dio agisca con potenza”.

“Ed è così anche qui – ha affermato il cardinale -. Cristo è venuto nel mondo e la sua opera terrena, la vita fra gli uomini e la morte per il peccato, è compiuta. Egli si è inserito nella genealogia del genere umano peccatore, per redimere tutti, fino ad Adamo, il progenitore di tutti gli uomini. Ora, il Sabato Santo, nella morte, fattosi solidale anche con i morti, egli va come in trionfo nel mondo degli inferi, per chiamare fuori tutti coloro che la morte tiene ancora prigionieri”.

L’arcivescovo di Vienna ha, quindi ricordato la visione sostenuta dal teologo Hans Urs von Balthasar che “mette in evidenza un aspetto che nei Padri fu poco sviluppato. Il Sabato Santo, la morte di Cristo non reca in sé, in un primo momento, nessun trionfalismo. Uno sguardo alla Sindone ce lo conferma, lo sperimentiamo nella liturgia del Sabato Santo che è estremamente semplice, senza alcuna celebrazione eucaristica”.

Questa visione ricorda che “la morte di Cristo lascia in un primo momento i suoi discepoli e la Chiesa tutta nello sgomento, nell’afflizione e nel timore. Il credente è invitato al silenzio, al raccoglimento e all’adorazione. La salvezza che si realizza nella discesa agli inferi nel Sabato Santo è ancora nascosta, la morte ha ancora il suo potere, che poi le verrà tolto”.

Da un lato c’è “l’abbassamento di Gesù Cristo, la sua solidarietà con noi fino alla prova della più profonda amarezza della morte” ma dall’altro “la gloria; Gesù Cristo è morto veramente, ma in questa morte egli è già il Beato che chiama alla beata comunione tutti i giusti che sono morti con lui. Dio si reca nell’abbassamento per strappare gli uomini alla morte e condurli in alto”.

“Disceso agli inferi – ha proseguito l’arcivescovo di Vienna citando le ‘Meditazioni sulla Settimana Santa’ scritte dall’allora cardinale Ratzinger – significa che Cristo ha varcato la porta della solitudine, che è disceso nel fondo insuperabile, irraggiungibile del nostro essere abbandonati”.

Significa, ha concluso, che “anche nell’ultima notte nella quale nessuna parola penetra, nella quale noi tutti siamo come bambini che piangono, abbandonati, c’è una voce che ci chiama, c’è una mano che ci prende e che ci guida. La solitudine insuperabile dell’uomo è superata da quando Lui vi è entrato”.

Publié dans:Cardinali, Pasqua, Sindone (la) |on 13 avril, 2010 |Pas de commentaires »

La risposta ai casi di abusi sessuali (Analisi di padre Federico Lombardi S.I.)

dal sito:

http://www.zenit.org/article-22003?l=italian

La risposta ai casi di abusi sessuali

Analisi di padre Federico Lombardi S.I.

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 11 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l’analisi di padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, dal titolo « Dopo la Settimana Santa, tenere la rotta », diffusa dalla « Radio Vaticana ».

* * *

Il dibattito sugli abusi sessuali, e non solo del clero, procede tra notizie e commenti di vario tenore. Come navigare in queste acque agitate conservando una rotta sicura, rispondendo all’evangelico « Duc in altum – Prendi il largo » ?

Anzitutto continuando a cercare la verità e la pace per gli offesi. Una delle cose che colpisce di più è che vengono oggi alla luce tante ferite interiori che risalgono anche a molti anni addietro – a volte di diversi decenni -, ma evidentemente ancora aperte. Molte vittime non cercano compensi economici, ma aiuto interiore, un giudizio nella loro dolorosa vicenda personale. C’è qualcosa che va ancora capito veramente. Probabilmente dobbiamo fare un’esperienza più profonda di eventi che così negativamente hanno inciso nella vita delle persone, della Chiesa e della società. Ne sono un esempio, a livello collettivo, l’odio e le violenze dei conflitti fra i popoli, che vediamo così difficili da superare in una vera riconciliazione. Gli abusi feriscono a livello personale profondo. Per questo hanno fatto bene quegli episcopati che hanno ripreso con coraggio lo sviluppo delle vie e dei luoghi di libera espressione delle vittime e del loro ascolto, senza dare per scontato che il problema fosse già stato affrontato e superato con i centri d’ascolto già istituiti tempo fa, come pure quegli episcopati o singoli vescovi che con paterno tratto danno attenzione spirituale, liturgica e umana alle vittime. Pare accertato che il numero delle nuove denunce riguardanti gli abusi, come sta avvenendo negli Stati Uniti, diminuisce, ma il cammino del risanamento in profondità per molti comincia solo ora e per altri deve ancora cominciare. Nel contesto dell’attenzione alle vittime, il Papa ha scritto di essere disponibile a nuovi incontri con esse, coinvolgendosi nel cammino di tutta la comunità ecclesiale. Ma è un cammino che per raggiungere effetti profondi deve ancor di più svolgersi nel rispetto delle persone e alla ricerca della pace.

Accanto all’attenzione per le vittime bisogna, poi, continuare ad attuare con decisione e veracità le procedure corrette del giudizio canonico dei colpevoli e della collaborazione con le autorità civili per quanto riguarda le loro competenze giudiziarie e penali, tenendo conto delle specificità delle normative e delle situazioni nei diversi paesi. Solo così si può pensare di ricostituire effettivamente un clima di giustizia e la piena fiducia nell’istituzione ecclesiale. Si è dato il caso che diversi responsabili di comunità o di istituzioni, per inesperienza o impreparazione, non hanno pronti e presenti quei criteri che possono aiutarli ad intervenire con determinazione anche quando ciò può essere per loro molto difficile o doloroso. Ma, mentre la legge civile interviene con norme generali, quella canonica deve tener conto della particolare gravità morale della prevaricazione della fiducia riposta nelle persone con responsabilità nella comunità ecclesiale e della flagrante contraddizione con la condotta che dovrebbero testimoniare. In questo senso, la trasparenza e il rigore si impongono come esigenze urgenti di una testimonianza di governo saggio e giusto nella Chiesa.

In prospettiva, la formazione e la selezione dei candidati al sacerdozio, e più generalmente del personale delle istituzioni educative e pastorali, sono la premessa per un’efficace prevenzione di abusi possibili. Quella di giungere a una sana maturità della personalità, anche dal punto di vista della sessualità, è sempre stata una sfida difficile; ma oggi lo è ancor di più, anche se le migliori conoscenze psicologiche e mediche vengono in grande aiuto alla formazione spirituale e morale. Qualcuno ha osservato che la maggiore frequenza degli abusi si è verificata nel periodo più caldo della « rivoluzione sessuale » degli scorsi decenni. Nella formazione bisogna fare i conti anche con questo contesto e con quello più generale della secolarizzazione. In fondo si tratta di riscoprire e riaffermare senso e importanza del significato della sessualità, della castità e delle relazioni affettive nel mondo di oggi, in forme molto concrete e non solo verbali o astratte. Quale fonte di disordine e sofferenza può essere la sua violazione o sottovalutazione! Come osserva il Papa scrivendo agli irlandesi, una vita cristiana e sacerdotale può rispondere oggi alle esigenze della sua vocazione solo alimentandosi veramente alle sorgenti della fede e dell’amicizia con Cristo.

Chi ama la verità e l’obiettiva valutazione dei problemi saprà cercare e trovare le informazioni per una comprensione più complessiva del problema della pedofilia e degli abusi sui minori nel nostro tempo e nei vari Paesi, comprendendone l’estensione e la pervasività. Potrà così capire meglio in che misura la Chiesa cattolica condivide problemi non solo suoi, in che misura questi presentano per essa una gravità particolare e richiedano interventi specifici, e infine in che misura l’esperienza che la Chiesa va facendo in questo campo possa diventare utile anche per altre istituzioni o per l’intera società. Su questo aspetto ci sembra in verità che i media non abbiano ancora lavorato a sufficienza, soprattutto nei paesi in cui la presenza della Chiesa ha maggior rilevanza, e su cui quindi si appuntano più facilmente gli strali della critica. Ma documenti quali il rapporto nazionale USA sul maltrattamento dei bambini meriterebbero di essere maggiormente conosciuti per capire quali siano i campi di urgente intervento sociale e le proporzioni dei problemi. Nel solo 2008 negli USA sono stati identificati oltre 62.000 attori di abusi su minori, mentre il gruppo dei sacerdoti cattolici è così piccolo da non essere neppure preso in considerazione come tale.

L’impegno per la protezione dei minori e dei giovani è quindi un campo di lavoro immenso e inesauribile, che va ben aldilà del problema riguardante alcuni membri del clero. Coloro che vi dedicano con sensibilità, generosità e attenzione le loro forze meritano gratitudine, rispetto e incoraggiamento da parte di tutti e in particolare delle autorità ecclesiali e civili. Il loro contributo è essenziale per la serenità e la credibilità del lavoro educativo e di formazione della gioventù nella Chiesa e fuori di essa. Giustamente il Papa ha avuto per loro parole di alto apprezzamento nella lettera per l’Irlanda, ma pensando naturalmente a un orizzonte assai più largo.

Infine, il Papa Benedetto XVI, guida coerente sulla via del rigore e della veracità, merita tutto il rispetto e il sostegno di cui gli giungono ampie testimonianze da ogni parte della Chiesa. Egli è un Pastore all’altezza per affrontare con alta rettitudine e sicurezza questo tempo difficile, in cui non mancano critiche e insinuazioni infondate; senza pregiudizio va affermato che Egli è un Papa che ha parlato molto della Verità di Dio e del rispetto della verità, divenendone un testimone credibile. Lo accompagniamo e impariamo da lui la costanza necessaria per crescere nella verità, nella trasparenza, continuando a tenere ampio l’orizzonte sui gravi problemi del mondo, rispondendo con pazienza allo stillicidio di « rivelazioni » parziali o presunte che cercano di logorare la credibilità sua o di altre istituzioni e persone della Chiesa. Di questo paziente e fermo amore della verità abbiamo bisogno nella Chiesa, nella società in cui viviamo, nel comunicare e nello scrivere, se vogliamo servire e non confondere i nostri contemporanei.

St. John’s vision of God enthroned within a rainbow; the seven lamps; virgins, elders and apostles.

St. John's vision of God enthroned within a rainbow; the seven lamps; virgins, elders and apostles.  dans immagini buon...notte, giorno 12%20REVELATION

http://www.artbible.net/2NT/REVELATION%20-%20MISC%20IMAGES%20…%20APOCALYPSE%20-%20FIGURES%20DIVERSES/index2.html

Santa Teresa Benedetta della Croce: « Non sai di dove viene e dove va »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100413

Martedì della II settimana di Pasqua : Jn 3,7-15
Meditazione del giorno
Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d’Europa
Poesia Pentecoste 1942

« Non sai di dove viene e dove va »

Chi sei, dolce luce che mi colmi
e illumini le tenebre del mio cuore ?
Mi guidi come la mano di una madre,
e se mi lasciassi,
non potrei fare un solo passo di più.
Sei lo spazio
che avvolge il mio essere e lo mette al tuo riparo.
Se fosse abbandonato da te,
sprofondarebbe nell’abisso del non essere,
dal quale l’hai tirato per sollevarlo verso la luce.
Tu, più vicino a me
di me stessa,
più intimo dell’intimo della mia anima,
e tuttavia inafferrabile e ineffabile,
al di sopra di ogni nome,
Spirito Santo, Amore eterno

Non sei forse la dolce manna
che dal cuore del Figlio
trabocca nel mio cuore,
cibo degli angeli e dei beati ?
Lui che si è rialzato dalla morte alla vita
ha svegliato anche me dal sonno della morte per una vita nuova.
E giorno dopo giorno
continua a darmi una vita nuova,
la cui pienezza, un giorno, mi inonderà interamente,
vita nata dalla tua vita, si, te stesso,
Spirito Santo, Vita eterna !

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