Christ the Lord is risen, Alleluja

dal sito:
http://www.zenit.org/article-21987?l=italian
Cristo è risorto, Alleluja!
di padre Piero Gheddo
ROMA, domenica, 4 aprile 2010 (ZENIT.org).- Cari amici, buona Pasqua! La Risurrezione di Cristo è la garanzia della nostra immortalità. Gesù è risorto per darmi la certezza che anch’io risorgerò e avrò un posto nel suo Regno di pace, di amore, di gioia. Che grande cosa la fede, care sorelle e cari fratelli! “Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Venite, esultiamo, perché Cristo è risorto!”. Nella Pasqua ho la certezza che Gesù è risorto e che anch’io risorgerò con Lui. La mia vita quindi non è una vita piccola, povera, tormentata da malattie, sofferenze e fallimenti, ma una vita felice ed eterna.
La novità sconvolgente della Risurrezione è così fondamentale per la fede cristiana che da duemila anni la Chiesa non cessa di proclamarla ogni domenica ma specialmente nella prossima Festa di Pasqua. E’ un avvenimento reale, storico, testimoniato da molti e autorevoli testimoni. Il Gesù che noi amiamo e adoriamo non è semplicemente un grande profetata del passato, come molti altri che la storia umana ricorda. E’ Dio, la seconda persona della SS. Trinità, che s’è fatto uomo ed è morto in Croce per tutti gli uomini, per liberarci dal peccato e dalla morte eterna.
Nel 1964 ho incontrato a Calcutta padre Courtois, un gesuita francese che è stato uno dei pionieri del dialogo con l’induismo. Mi raccontava che aveva fatto anche lui l’esperienza di San Paolo ad Atene quando aveva parlato di Cristo agli ateniesi (Atti, 17, 19-34). Courtois era stato invitato a parlare di Gesù Cristo ad un importante convegno di monaci indù. Per più d’un ora l’avevano ascoltato incuriositi e attenti mentre raccontava i miracoli e le parabole di Gesù. Ma quando dice che Gesù Cristo è risorto dalla morte lo interrompono rispettosamente e gli dicono: “Anche noi abbiamo nei nostri poemi mitologici storie di dei e di dee che morivano ma poi risorgevano a nuova vita. Ma non crediamo che siano fatti realmente accaduti. Si raccontano come favole simboliche di un lontano passato”.
Cari amici, la nostra fede ci dice che Cristo è veramente risorto, ma anche oggi c’è chi cerca di negarne la storicità riducendo il racconto evangelico a un mito, ad una « visione » degli Apostoli, riprendendo e presentando vecchie e già smentite teorie come nuove e scientifiche. Courtois era fra monaci indù pagani, noi viviamo in un paese di battezzati, di cristiani, non pochi dei quali hanno perso la fede nella Risurrezione e nella Divinità di Cristo.
La cultura corrente del nostro tempo tende ad accettare il messaggio di Gesù: amore, carità, perdono, pace, aiuto ai più poveri, giustizia, solidarietà e via dicendo. Accetta il messaggio, ma rifiuta il messaggero e la prova capitale della sua Divinità, cioè la Risurrezione dalla morte. Gesù quindi è solo un saggio, un profeta che, come diceva Gandhi riferendosi alle Beatitudini, “ha espresso il pensiero più alto in tutta la storia dell’umanità”. Ma questo a noi cristiani non basta, perché se Gesù è solo un uomo, sia pure il più grande e saggio dell’umanità, non solo lui non è risorto, ma anche noi non risorgeremo. E la nostra vita ha per orizzonte sempre e solo questo mondo materiale, che passa ogni giorno e passerà del tutto alla fine dei tempi.
In questo giorno siamo tutti chiamati a ritrovare l’entusiasmo della fede. Prima di celebrare la S. Messa dico sempre: “Signore Gesù, riaccendi in me l’entusiasmo della mia Prima Messa, quando piangevo di gioia perché avevo raggiunto l’ideale della mia giovinezza”. Oggi chiediamo la fede e l’entusiasmo della fede. Tutti abbiamo la fede, che però può essere una fiammella di candela che si spegne ad ogni soffiar di vento e che lascia al buio o come il sole che splende a mezzogiorno, che illumina, riscalda, dà senso alla vita e gioia di vivere.
La Pasqua è la fonte della nostra gioia. Anche se abbiamo mille problemi e sofferenze, la fede ci dà la gioia, quella autentica che viene da Dio. Questo è il mio augurio: amici, siate felici della gioia che solo Dio può dare.
dal sito:
http://www.zenit.org/article-21990?l=italian
La Chiesa sta col Papa, assicura il Cardinal Sodano
“Noi ci stringiamo intorno a Lei”, afferma nella Domenica di Pasqua
ROMA, domenica, 4 aprile 2010 (ZENIT.org).- Il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, negli auguri per la Pasqua rivolti questa domenica a Benedetto XVI ha assicurato che la Chiesa è particolarmente vicina al Santo Padre in mezzo alla campagna di critiche sollevata dai mezzi di comunicazione.
All’inizio della Messa presieduta dal Papa a piazza San Pietro, il porporato, già Segretario di Stato vaticano, ha detto: “noi ci stringiamo intorno a Lei”.
“Le siamo profondamente grati per la fortezza d’animo ed il coraggio apostolico con cui annunzia il Vangelo di Cristo”, ha affermato.
“E’ con Lei il popolo di Dio che non si lascia impressionare dal ‘chiacchiericcio’ del momento, dalle prove che talora vengono a colpire la comunità dei credenti”, ha sottolineato.
“Con Lei sono i Cardinali, Suoi Collaboratori nella Curia Romana. Con Lei sono i Confratelli Vescovi sparsi per il mondo, che guidano le tremila circoscrizioni ecclesiastiche del pianeta. Sono particolarmente con Lei in questi giorni quei quattrocentomila sacerdoti che servono generosamente il popolo di Dio, nelle parrocchie, negli oratori, nelle scuole, negli ospedali e in numerosi altri ambienti, come pure nelle missioni, nelle parti più remote del mondo”.
Il Cardinale Sodano ha quindi richiamato quanto ricordato dal Papa, Giovedì scorso nella Santa Messa per la Benedizione degli Oli Santi, nel descrivere l’atteggiamento di Cristo durante la sua Passione: “insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia”.
“In questa Solennità pasquale – ha concluso il Cardinal Sodano – noi pregheremo per Lei, perché il Signore, Buon Pastore, continui a sostenerla nella Sua missione a servizio della Chiesa e del mondo”.
dal sito:
http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100404
Domenica di Pasqua : Risurrezione del Signore : Jn 20,1-9
Meditazione del giorno
Beato Guerrico d’Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorso 1 sulla resurrezione del Signore ; PL 185, 143-144 ; SC 202
« Perché cercate tra i morti colui che è vivo ? » (Lc 24,5)
Per me, fratelli, « il vivere è Cristo e il morire un guadagno » (Fil 1, 21). Parto dunque per la Galilea, per il monte che Gesù ci ha indicato (Mt 28, 10.16). Lo vedrò e lo adorerò affinché io non muoia più, perché chiunque vede il Figlio dell’Uomo e crede in lui ha la vita eterna ; « anche se muore, vivrà » (Gv 11, 25).
Oggi, fratelli, quale testimonianza sull’amore di Cristo, vi rende la gioia del vostro cuore ? Se vi è successo un solo giorno, di amare Gesù, sia vivo, sia morto, sia tornato alla vita, oggi in cui i messaggeri proclamano la sua risurrezione nella Chiesa, il vostro cuore esulta e esclama : « Mi hanno portato questa novella : Gesù, mio Dio, è vivo ! Sentite queste parole, il mio cuore che si era assopito dalla tristezza, che languiva nella tiepidezza e lo scoraggiamento, ha ritrovato la vita. » Oggi, la dolce musica di questo lieto annuncio rianima i peccatori che giacevano nella morte. Altrimenti, non si potrebbe far altro che disperare e seppellire nell’oblio coloro che Gesù, tornando dagli inferi, avrebbe lasciati nell’abisso.
A questo riconoscerai che il tuo spirito ha ritrovato pienamente la vita in Cristo – se dice : « Se Gesù è vivo, questo mi basta ! Se lui vive, io vivo, poiché la mia vita dipende di lui. Egli è la mia vita, è il mio tutto. Cosa dunque potrebbe mancarmi, se Gesù è vivo ? Ancora meglio : Che tutto il resto mi manchi, non mi importa, purché Gesù sia vivo ! »