Lasciatevi convertire da Dio

dal sito:

http://www.oratoriofara.net/don-gigi/lasciatevi-convertire-da-dio.html

Lasciatevi convertire da Dio      
 
Scritto da don Gigi    
sabato 28 febbraio 2009 

In uno dei prefazi di Quaresima si prega così: » Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia  alla celebrazione della Pasqua, perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa, attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo tuo figlio e nostro salvatore ». La Quaresima è quindi un tempo di rinnovamento spirituale, perché l’uomo si converta al Signore con tutto il cuore. Questa possibilità che ci viene offerta non deve essere vista come un momento oscuro, difficile e triste, fatto solo di rinunce e penitenze, anzi, deve essere guardata come possibilità di grazia e di vita nuova proposta all’uomo dalla sconfinata bontà di Dio. Già nella prima lettura (Gn 9,8-15) l’episodio dell’arca di Noè ci ricorda che l’uomo spesse volte sperimenta la sua fragilità, ma Dio, ancora più ostinato dell’uomo, continua ad andare alla sua ricerca per offrirgli la sua amicizia. La sua benedizione è come la firma finale apposta in calce al trattato di alleanza che conferma che ogni uomo è amato da Dio.  Gratuitamente: non c’è nulla dietro l’amore di Dio, nessun bisogno in lui che ne determini il sorgere. Non c’è nulla davanti a Dio, nessun interesse in lui che ne provochi l’iniziativa, nessun merito nell’uomo che ne solleciti la risposta. Dio non ci ama perché ha bisogno di noi; ma ha bisogno di noi perché ci ama.

Sullo sfondo delle acque del diluvio, dell’arca di Noè e dell’alleanza si deve leggere il brano di vangelo secondo Marco che parla delle tentazioni di Gesù nel deserto all’inizio della sua missione. Al Giordano Gesù è stato proclamato dal Padre come il Figlio suo  prediletto, l’amato; ma l’intimità divina, invece di separarlo, lo congiunge ai peccatori: è per questo che lo Spirito « lo sospinge » nel deserto, dove lo attende satana, il tenebroso « principe di questo mondo ». Il tema del deserto richiama sia il luogo della preghiera solitaria, del riposo, della lontananza delle folle, sia il tempo trascorso da Israele nel suo cammino verso la terra promessa. Il deserto è luogo del rinnovamento, dunque, luogo di rigenerazione spirituale. In questo tempo di Quaresima è bene riflettere su che cosa possa significare oggi scegliere dei momenti di solitudine, di silenzio, di saper « metterci in disparte » dalla frenesia del quotidiano come possibilità di incontro con Dio. L’annotazione dei quaranta giorni in cui Gesù rimane nel deserto rimanda ai quaranta giorni del diluvio, ai quarant’anni del cammino d’Israele nel deserto. Quaranta giorni resta Gesù nel deserto: continua la sua missione che lo vede condividere la totalità dell’esperienza umana. Ha voluto mettersi in fila fra i penitenti colui che era senza peccato. Vuole sperimentare il vagare di Israele, il nuovo Mosè. E lì, nel deserto, è tentato da Satana. Gesù dunque ripercorre e porta a compimento quella storia di cui i fatti biblici citati sono stati momenti significativi. Il tempo è compiuto: con Gesù termina il tempo dell’attesa e ha inizio la pienezza. Il cristiano quindi è chiamato a condividere la scelta fondamentale di Gesù. Con le promesse battesimali si impegna a respingere le stesse tentazioni del benessere, del successo, del dominio. L’orgoglio, l’invidia, la rabbia, la violenza abitano in noi, sono accovacciati in una angolo della nostra interiorità. È ingenuo pensare di non esserne sedotti, è cristiano scegliere di lasciarli fuori dalla porta. Il discepolo sa di non essere migliore dei non credenti, vuole solo essere più vigile per convertirsi. Per questo la Chiesa ce lo ricorda ogni anno con il tempo di Quaresima, ripetendoci le stesse parole di Gesù: « Convertitevi e credete al vangelo ».

Per illuminare questo cammino voglio qui riprendere quei saggi consigli che don Paolo ha espresso in una sua riflessione per aiutarci a fare insieme e con impegno un vero cammino di conversione: « Tre i suggerimenti dal passato per vivere con pienezza la nostra ascesi, il nostro allenamento. Il primo è percepire la fame: fame di Parola, di senso, di autenticità. Un cuore sazio non si percepisce con autenticità, ecco allora la proposta del digiuno. Digiuno simbolico, dalla TV, dalla fretta, ma anche digiuno autentico dall’eccesso di cibo che appesantisce il nostro ciclo energetico. Un digiuno per qualcosa, però. Spegnere il televisore per giocare con il proprio figlio, rinunciare a qualcosa per aiutare un povero, digiunare dal pettegolezzo per guardare agli altri con lo sguardo di Dio.
La seconda strada proposta è quella della preghiera. Una preghiera fatta soprattutto di ascolto, più che di richiesta. È questo il tempo di leggere la Parola, tutti i giorni, dieci minuti, con calma. Invocare lo Spirito prima, mettersi una posizione che aiuti la concentrazione, staccare il telefono e leggere la Parola, magari quella della domenica. Leggerla con calma, assaporandola, lasciandola scendere nel cuore, senza fretta. Riscoprire, magari, se la famiglia è cristiana, la benedizione del cibo tutti insieme, prima di mettersi a tavola. Un gesto semplice che ci richiama alla dimensione della gratuità e della bontà di Dio e di ciò che riceviamo da lui.
Infine la terza dimensione, quella dell’elemosina. Elemosina che non significa dare del superfluo, ma spalancare il cuore ai bisogni degli altri, una fede che diventa concretezza. Allargare il proprio cuore agli altri diventa un gesto che dentro di noi produce un cambiamento, diventando davvero figli della pace. »

Gesù nel deserto ha scelto di stare con il Padre e rinunciare alle proposte belle e allettanti di Satana. Sostenuti dal suo esempio e dal suo aiuto anche noi vogliamo iniziare questo tempo di quaresima confidando nell’aiuto del Signore, per un solerte cammino di conversione verso la gioia della Pasqua.  

don Luigi, il parroco  

Publié dans : biblica, liturgia, meditazioni |le 2 mars, 2010 |Pas de Commentaires »

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