Archive pour le 2 janvier, 2010

Luk-01,05_Birth of J the Baptist_Naissance de J Baptiste

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Omelia (03-01-2010) : CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie – famiglie)

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/16818.html

Omelia (03-01-2010) 
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie – famiglie)

« Ho posto le radici in mezzo ad un popolo glorioso, nella porzione del Signore, la mia eredità. Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell’Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engàddi, e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura, e come un platano mi sono elevata.
Come cinnamòmo e balsamo d’aromi, come mirra scelta ho sparso profumo, come gàlbano, ònice e storace, come nuvola d’incenso nella tenda. »
Questi brevi versetti pennellano un quadro di natura davanti al quale non si può non provare una ebbrezza spirituale indescrivibile. In poche righe il redattore sa offrirci un panorama variegato di piante non comuni, che non possono lasciarci indifferenti e non emozionarci.
Senti, percepisci, vivi come una realtà l’immagine della bellezza, della grandiosità, della delicatezza, ma anche della forza di quest’insieme di natura con il quale la « Sapienza » si paragona per far percepire la sua presenza conclusiva nel profumo leggero ma intenso di una nuvola d’incenso che aleggia nella tenda.
« Ho posto le radici in mezzo ad un popolo glorioso… » mentre in un altro passo si dice « Ho posto la tenda in mezzo al mio popolo… »…in mezzo, non di lato o chissà dove…ma in mezzo, nel cuore, al centro vitale di quel popolo tanto glorioso perché scelto da Dio, ma anche tremendamente stolto e duro di cervice perché « gestito » dalla fallacità umana.
Natale-Epifania, due manifestazioni, due antitesi uno dell’altro, che sapientemente la triade divina ha voluto collocare con sapienza nel mezzo della Storia, ma che ancora una volta l’Umanità, piena di sé, disconosce perché non conforme ai suoi modelli di riferimento sociali, relazionali, economici.
Il sapienzale Siracide-l’evangelista Giovanni, un tandem che ci richiama ad una vera revisione di vita, come persona, come coppia, come famiglia e come comunità. Ci invitano ad essere semplici e sapienti e non stolti e presuntuosi.
La collocazione dei testi richiamati non è posta lì a caso, tanto per riempire, ma sono stati collocati quasi a volerci dire che in alfa ed in omega, c’è sempre Lui, chiamato Sapienza, Amore, Carità… e tu, ed io, e noi, e tutti noi siamo chiamati a rendergli testimonianza con la nostra mente, il nostro corpo e il nostro cuore, ogni giorno, affidandosi a Lui che è il mistero di Dio, e la sua sapienza viene a noi come dono dello Spirito Santo.
Due amici si trovano e uno fa all’altro: « Due sono le cose che in questo mondo mi fanno arrabbiare: l’ignoranza e l’indifferenza. Tu che ne pensi? » E il suo amico di rimando: « E che ne so io…eppoi non me ne frega un bel niente! »
Ecco questo è il mondo di oggi. Oggi viviamo in un tempo nel quale il Verbo è spesso inascoltato e la Parola subisce una lenta e dolorosa agonia. Cresce intorno alla Sapienza di Dio ignoranza ed indifferenza. Dio e la Chiesa vengono sentiti e respinti come « luoghi » di non libertà. Verità e morale vengono considerate negative per la personalità e contrarie al progresso. E questa è una situazione constatabile ogni giorno che però deve impegnarci ed essere coerenti con la fede che professiamo partecipando attivamente con forme di carità, di preghiera e di relazione allo sviluppo della sapienza di Dio su questa terra.
Ed allora concludendo questa breve meditazione richiamiamo qui il passaggio paolino di questa domenica della lettera agli Efesini: « Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza per una più profonda conoscenza di Lui. Possa davvero egli illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di grazia racchiude la sua eredità tra i Santi ».
Il Signore è alla porta e bussa ogni giorno al nostro cuore…apriamo le nostre braccia a Cristo e andiamo nel mondo a portare il suo Amore, oggi, domani e sempre.

Domande:
1) Nella mia vita quotidiana cosa significa per me essere sapiente?
2) Ripensando alle battute dei due amici, quanto di ignoranza ed indifferenza mi rivesto ogni giorno per la mia incapacità di essere coerente con il mio credo?
3) In famiglia so assumere atteggiamenti di servizio e di pazienza soprattutto nei momenti più critici e difficili nei confronti del coniuge e/o dei figli?

Commento a cura di Maria Grazia e Claudio Righi 

Omelia (19-04-2009) per domenica 3 gennaio 2010 : Piantare la tenda

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/15124.html

Omelia (19-04-2009) 
don Ezio Stermieri
Piantare la tenda

La nostra fede così dubbiosa e perennemente incerta, la nostra ragione così debole eppure orgogliosa, la nostra testimonianza così intermittente e condizionata è afferrata oggi dalla Parola di Dio e portata alla luce della Scrittura nel disegno immenso di Dio Amore, là dove la sua sapienza esplode pervadendo di sé tutte le cose e in un piano di obbedienza e fedeltà a se stesso, Dio decide di porre la sua tenda, la sua abitazione in mezzo ad un popolo glorioso perché segnasse l’inizio di un nuovo sapere su Dio e sull’uomo destinato a raggiungere ogni uomo e tutto l’uomo. L’evangelista Giovanni nel prologo del suo Vangelo traccia per la comunità cristiana la mappa di questo itinerario di luce, Parola, vita, sapienza che attraversa il faticoso cammino dell’umanità nel darsi un senso e per mezzo della testimonianza del Battista individua in Gesù la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
È Lui la Rivelazione della sapienza di Dio, anzi, dice l’evangelista, ne è la esegesi: il continuo tentativo di comprendere la verità e la Grazia che da Dio raggiungono il mondo. La Sua venuta poi non esaurisce la ragione del movimento di Dio: Egli, il Verbo si è fatto carne per dare al nostro essere di carne un indirizzo nuovo, un nuovo orizzonte, una nuova sapienza: ritornare dietro di Lui, il suo Vangelo a incontrare non solo la legge di Dio ma Dio stesso scoperto nella sapienza del creato, nella fatica della storia verso la Pace, nel cuore dell’uomo chiamato ad amare.
Questo disegno, fin dall’inizio, ne abbiamo avuto eco nel bellissimo Inno che Paolo fa suo scrivendo agli Efesini, ha fatto esplodere di gioia, di giubilo la comunità cristiana e proclamare: “Benedetto Dio Padre! Ci ha benedetti in Cristo”.
In lui chi ha scelti, ci ha predestinati, gratificati, ci ha dato, continua l’Apostolo, uno spirito di sapienza per una profonda conoscenza di lui. Conoscienza che reimmette nella vita la speranza, indica finalmente la strada per raggiungere quel “tesoro” di Gloria che in Gesù ci ha raggiunto come verità sulla nostra vita e amore gratuito che colma le distanze uomo-Dio, fa rinascere l’amicizia, spinge a spendere la vita per Gesù Cristo.
Anche noi come singoli e comunità dobbiamo avere nel cuore e nella celebrazione la meraviglia per come non per caso ma per amore siamo stati pensati e chiamati alla vita, lo stupore che con la nostra piccola intelligenza possiamo capire, in Gesù, qualcosa della sapienza di Dio, il proposito di non vivere più come se quel disegno non avesse avuto un “Natale”, il respiro di un cristianesimo non settario e marginale ma cattolico, universale. 

buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno abflowers7251
http://www.flowers.vg/flowers/crocus-winter.htm

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Discorso attribuito a Sant’Ippolito di Roma : « Io non sono il Messia »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100102

2 gennaio prima dell’Epifania : Jn 1,19-28
Meditazione del giorno
Discorso attribuito a Sant’Ippolito di Roma ( ?-circa 235), sacerdote e martire
PG 10, 852-861

« Io non sono il Messia »

Giovanni, il precursore del Maestro… gridò a quanti venivano per farsi battezzare da lui : « Razza di vipere (Mt 3, 6), perché mi guardate con tanta insistenza ? Non sono io il Cristo. Sono un servo e non il Padrone. Sono un suddito e non il re. Sono una pecora, e non il pastore. Sono un uomo e non un Dio. Ho guarito la sterilità di mia madre, venendo al mondo, ma non le ho lasciato la sua virginità. Sono stato tirato dal basso, non sono venuto dall’alto. Ho sciolto la lingua di mio padre, non ho elargito la grazia divina. Mia madre mi ha riconosciuto, ma la stella non mi ha designato. Sono spregevole e piccolo, ma dopo di me viene uno che era prima di me.

Viene dopo, nel tempo ; prima era nella luce inaccessibile e ineffabile della divinità. « Viene uno che è più forte di me e io non sono degno neanche di portagli i sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco » (Mt 3, 11). Io sono sottomesso ; lui è libero. Io sono assoggettato al peccato ; lui ha distrutto il peccato. Io inculco la legge ; lui porta la luce della grazia. Io predico da schiavo ; lui detta la legge da maestro. Io come giaciglio, ho il suolo, lui il cielo. Io battezzo con un battesimo di conversione ; lui dona la grazia dell’adozione. « Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco ». Perché venerarmi ? Io non sono il Cristo. »

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