Tempo di Avvento, Anno A: 8 dicembre 2007 Messaggio di Insuperabile bellezza (sul pensiero di Papa Paolo VI)

dal sito:

http://www.donbosco-torino.it/ita/Domenica/01-annoA/annoA-08/01-AvventoA-07/Omelie/01-Immacolata-DG.html

TEMPO DI AVVENTO / ANNO A /

 08 DICEMBRE 2007: MARIA IMMACOLATA
 LITURGIA DELLA DOMENICA / Omelia

MESSAGGIO DI INSUPERABILE BELLEZZA

Paolo VI ha detto che l’Avvento è la « migliore stagione liturgica del culto di Maria »: sta bene quindi il ricordo di Lei nel periodo dell’attesa, della nostra preparazione alla venuta di Gesù.

1. La Madonna, infatti, con la sua Immacolata Concezione, segna, per così dire, il primo atto dell’amore misericordioso di Dio, che prepara la restaurazione dopo il peccato. Con l’annuncio che « la donna », con la « sua stirpe » sarebbe stata l’eterna nemica dell’infernal serpente, comincia l’Avvento, comincia l’attesa, la speranza, il cammino verso la vera restaurazione. Di tutto questo Maria Immacolata è il segno e la promessa (cfr. I lett.).

Già all’inizio della storia dell’uomo colpevole, è dunque manifesto il disegno dell’amore di Dio. Egli dopo il castigo non abbandonò l’uomo in potere della morte, ma fece subito balenare alla mente dell’uomo una vittoria sul male. E Maria è il simbolo più bello di questa vittoria nella Chiesa.

2. Con la nascita di questa creatura eccezionale, « piena di grazia », l’Avvento entra nella sua fase culminante, nella fase ultima. La Madonna sorge all’orizzonte dell’umanità come l’aurora annunciatrice della salvezza, come foriera del sole nato da Lei, Gesù, come pegno della fedeltà di Dio alle sue promesse, come incarnazione dell’amore e della bontà del Dio salvatore.
Con Maria, dunque, « si compiono i tempi e si instaura una nuova economia » (LG 55).

3. Maria pertanto è modello vivo di quanti attendono Gesù e la sua salvezza e si dispongono umilmente a riceverla. Dice infatti il Concilio: « Maria primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza » (LG, 55).
La Madonna è modello con la sua insuperabile purezza: Ella, infatti, è la « piena di grazia », cioè Colei che non ha mai interrotto il suo rapporto con Dio; Colei nella quale ritroviamo il modello originale della creatura uscita integra dalle mani del Creatore; la creatura unica, degna di offrirsi allo sguardo purissimo di Dio con i segni dell’amicizia, della fedeltà, della piena corrispondenza.
La Madonna è modello con la sua perfetta collaborazione al disegno di Dio: Ella infatti si offre alla prospettiva del Signore come serva disponibile e fedelissima: « Ecco la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto » (Lc. 1,38).

La Madonna è modello con la sua abissale umiltà: si riconosce « serva » del Signore e si offre come strumento umile, ma docilissimo a Dio, perché operi in Lei le « le grandi cose » della storia della salvezza.
(Maria dunque ci sta innanzi come modello di un cammino che ci conduce verso il Signore. Saremo capaci di seguirla?
Tale cammino è cammino di purezza, cioè di rifiuto del male e del peccato, sotto ogni forma; è cammino di rettitudine di intenti e di azione. E’ cammino di collaborazione con la grazia di Dio che ci previene e ci accompagna. E’ cammino di umiltà, cioè di riaffermata e sempre sofferta pochezza, consapevole dei propri limiti.)

4. Guardiamo all’Immacolata. Non tanto per cogliere la bellezza in cui La colloca il privilegio divino che oggi celebriamo, quanto piuttosto per ammirare in Lei la Donna perfettamente afferrata da Dio, perfettamente disponibile all’attuazione dei piani divini. E’ in questa linea la nostra ammirazione per questa dolce sorella, tanto grande, eppure tanto vicina a noi. Ciò che è grande in Maria è l’offerta di sé, fatta da Lei al Signore: offerta libera, generosa, cosciente, illimitata.

(Il racconto dell’Annunciazione contenuto nel Vangelo odierno è la pagina antecedente al Natale, è la premessa necessaria. Senza l’atteggiamento di perfetta donazione di Maria, Dio non avrebbe potuto scegliere la via che ha scelto, mediante la sua nascita dalla Vergine.
Siamo dunque invitati a riconoscere il posto della Madonna nel piano della salvezza.
Sul cammino del nostro incontro con Gesù, sul nostro avvento, cioè sulla linea della nostra attesa cocente della salvezza, sta Maria, passaggio obbligato e soavissimo. Riconoscerlo è un dovere, è un bisogno, è una grazia. Approfittarne è condizione di vita.
Davanti alla bellezza di questa creatura che tanto ci onora e che tanto ci dona, non possiamo non esclamare in coro: – Siano rese grazie a Dio! – precisamente come ci invita a fare San Paolo nella seconda lettura di oggi.):

5. La Madonna con la sua bellezza totale, di cui ci parla eloquentemente il privilegio dell’Immacolata Concezione, mostra a noi chiaramente la meta del disegno di Dio, a cui noi siamo incamminati.
Cioè, Maria è la creatura riuscita, la creatura arrivata. In Lei noi vediamo quello che dobbiamo essere e quello che saremo. La Madonna, mentre ci si offre come modello di quella giustizia originale, frutto del primitivo, incorrotto disegno di Dio, ci parla anche di quanto Dio opererà in noi con la sua redenzione.
(In questo senso la parola di Paolo, nella seconda lettura: « Dio in Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto, nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo… » (Ef. 1,4-5).

Questo il disegno divino, anche a nostro riguardo. L’Immacolata è l’anticipazione di esso, è la garanzia del suo compimento anche per noi…).
Di qui la nostra gioia per questa celebrazione, la speranza che ci canta in cuore, mentre fissiamo il nostro sguardo sul volto purissimo e splendente della nostra Mamma Immacolata…
Certo, quanto noi vediamo brillare nella candida figura della Madonna contrasta vivamente con l’angoscia che agita il nostro tempo, che ignora i valori della più autentica bellezza.

Chiediamoci: l’Immacolata dice ancora qualche cosa agli uomini del nostro tempo?
(Una simile inchiesta è stata fatta, e si è anche pubblicato un libro, in cui gli interlocutori rispondo alla domanda: « Chi sei tu, Maria? » – Torino 1973).

1. L’uomo è sempre stato affascinato dalla bellezza. Oggi questo fascino è potenziato dai diffusissimi mezzi della comunicazione sociale: stampa, radio, TV.
Un aspetto deteriore di questa adorazione della bellezza è il fenomeno del divismo. Schiere di giovani impazziscono freneticamente per il loro idolo cinematografico, musicale o sportivo.

2. Lo sforzo dell’arte moderna di escogitare sempre nuove forme espressive, non dice chiaramente questo insaziabile desiderio del cuore umano di bellezza?

3. Tuttavia questa « adorazione della bellezza » – è doveroso riconoscerlo – si degrada troppo spesso verso forme di idolatria ingiustificata e pericolosa e si trasforma in potente incentivo verso il peccato, specialmente impuro…

4. Pertanto la Madonna, Immacolata e « tutta bella », si offre a noi, oggi, come modello di insuperabile bellezza. Bellezza autentica: originale, non offuscata dalla minima macchia sia fisica che morale; bellezza antitetica al peccato, per cui Ella è costituita nemica perenne del demonio e del male.
« Ecco la tua Mamma! », ci ripete Gesù: « vedi come è bella, come è pura, come è santa. Imitala! ».
Il messaggio dunque dell’Immacolata per gli uomini d’oggi è questo: un messaggio di bellezza insuperabile, da contemplare, da ammirare, da amare; un messaggio di purezza, da opporre alla corruzione dilagante, da opporre agli incentivi del male organizzato e trionfante, da opporre al richiamo potente della carne e del « mondo ».
Non vorremo noi ascoltare questa voce materna, questo invito pressante? (1).
Se l’ideale ci sembra troppo sublime e troppo difficile da raggiungere, la Madonna stessa ci indica il sostegno, il rimedio…
Nella santa Messa una candida ostia viene innalzata sulle nostre teste. Un simbolo di purezza immacolata che si affianca oggi a quello di Maria Immacolata. Ma non solo simbolo. La purezza della Madonna trova la sua ragione nella purezza di quell’ostia. La purezza di Maria è un riverbero, un dono della purezza di Gesù…
Da quell’ostia, in cui Gesù si fa tutto presente con la sua grazia di salvezza, con la sua vita, scaturisce anche la nostra purezza e, cioè, la forza sovrumana di resistenza a satana e al peccato. L’Eucaristia è « il pane degli angeli », il « vino che germina i vergini ». Per mantenersi puri – e tanti giovani di ieri e di oggi lo sono – bisogna mangiare quel Pane e bere quel Vino, senza dei quali la lotta – che è di tutti – per resistere al male, è vana e destinata alla più umiliante sconfitta.
Se oggi la corruzione dilaga è perché troppe anime si sono allontanate da Gesù, dal Gesù dell’Eucaristia, offerto quale nutrimento dell’anima, quale fermento di vita, contro i miasmi delle sollecitazioni del male. Gesù ci chiama al suo banchetto, perché siamo forti, perché siamo sani, perché siamo come Lui ci vuole. Gesù vuol venire dentro di noi per irrobustire la nostra virtù, per rendere più candida la nostra purezza. Il nostro corpo a contatto con Gesù diviene più resistente agli assalti del demonio.
Oggi la Madonna ci accompagna all’altare per ripeterci: « Se vuoi imitarmi, devi andare a Gesù, devi nutrirti di Gesù, devi trasformarti in Gesù. E’ Lui, solo Lui, l’autore della mia purezza: vuol esserlo anche della tua… ».
Ascoltiamo l’invito della Mamma tutta Immacolata ed Ella ci otterrà da Gesù una viva nostalgia di candore e di purezza.).
NB/ Saltando tutto ciò che racchiuso tra parentesi, qui sopra, si potrebbero avere queste altre seguenti conclusioni, a seconda dell’uditorio.

1. Conclusione:

Certe persone non hanno bisogno di parlare… basta la loro presenza…
La Madonna con la sua bellezza continua ad affascinare le anime più generose.
« Vent’anni. Secondo anno di medicina. Una gran bella ragazza. Ricca e sportiva. Un giorno dice:
- Ho deciso… entrerò in clausura.
Meraviglia e stupore di tutti. Difficoltà e lacrime dei genitori. Niente da fare. Quando Dio chiama, si parte.
- Allora è proprio decisa a venire con noi? Non vorrei che si facesse illusioni. Lei deve sapere che entrare al Carmelo è cominciare a soffrire.
La Superiora le sgrana tutto il complesso di asprezze, di rinunzie che comporta il voto di povertà. La ragazza ascolta pensierosa. Sembra che prepari la risposta.
- Madre, ditemi: nella mia celletta, nel refettorio, negli altri luoghi di riunione, troverò l’immagine del Crocifisso?
- Sì, cara…
- Mi basterà, Madre. Mi lasci pure entrare. Guardando Gesù Crocifisso, io mi ricorderò della povertà da Lui sofferta a Betlemme, in Egitto, a Nazaret e specialmente sul Calvario.
Ma la Madre per essere più sicura dell’autenticità di quella vocazione si affrettò a descrivere le difficoltà che comporta il voto di obbedienza e la serietà con cui avrebbe dovuto vivere il voto di castità.
Quand’ebbe finito, la postulante domandò:
- Madre, quando sarò in convento oltre all’immagine del Crocifisso, potrò ancora avere una corona della Madonna?
- Sì, senz’altro.
- Ebbene, accettatemi, Madre. Di fronte alle difficoltà che incontrerò, mi aggrapperò alla corona della Madonna, penserò a Lei e mi sentirò forte e sicura tra le braccia della mia Mamma Immacolata.
Disarmata nei suoi argomenti, la Madre le aprì le porte del convento e quelle del suo cuore.

L’episodio è una dimostrazione della forza che ha sull’animo nostro la semplice evocazione della figura della Madonna, come avviene attraverso una sua immagine.
Siamo di fronte a una legge morale che Bergson ha studiato a lungo, quando parlava dei cosiddetti « creatori morali ».
« Ci sono persone – diceva il filosofo – che non hanno bisogno di parlare. La loro presenza è già un appello che in certi momenti ti spinge al bene o ti trattiene dal male ».

Perché nella vita cristiana la devozione alla Madonna ha sempre avuto un’importanza così grande? Non solo per ragioni teologiche, ma anche per ragioni pedagogiche, ossia per l’importanza formativa dei grandi: essi ci spingono all’eroismo e ci salvano da certe miserie. Nelle lotte per la purezza la sola evocazione di Colei che è: tutta pura, Immacolata, sarà come un colpo d’ala che solleva l’anima al di sopra di tutte le miserie umane.
Cari fratelli e sorelle, fissiamo sovente il nostro sguardo sul candore della Madonna, e porteremo sempre nel nostro cuore una struggente nostalgia della nostra Mamma Immacolata.

2. Conclusione:        

Notte lunare. – Un Angelo annuncia che all’alba sarebbe sceso per cogliere il fiore più bello per profumare il trono del Signore.
I fiori si raccolgono a concilio: c’era la rosa, la regina dei fiori; la camelia, superba e insipida; il garofano capriccioso; la viola mammola e un giglio candido, serio, che se ne stava in disparte.

Sorse l’aurora e apparve l’Angelo. Guardò la rosa e disse: « Tu sei troppo bella; ti piace di essere adulata e temo della tua semplicità ».
Sorpassò il garofano e la camelia; sorrise alla violetta: « Mi piace la tua modestia, ma servi troppo per adornare le dame e non posso prenderti: Dio vuole qualcosa più preziosa ».
Il profumo del giglio lo richiamò. « Qual è la tua missione? ».
- « Io sono poco ricercato per le feste mondane, ma mi si dona alla Vergine, ai bimbi nel giorno della Prima Comunione, adorno gli altari e tengo compagnia a Gesù nelle processioni ».
L’Angelo sorrise e, rompendo lo stelo, lo trapiantò in Cielo.

Cari fratelli e Sorelle, abituiamoci anche noi ad ornare l’Immacolata, gli altari di Gesù in Sacramento qui in terra, se vogliamo che l’Angelo dell’Immacolata ci trapianti poi un giorno in Cielo.

                                                                               D. SEVERINO GALLO sdb  (+ 23. 3. 2007)

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