Il Magnificat di Don Alberione – 15

dal sito:

http://www.sanpaolo.org/madre06/0604md/0604md27.htm

Il Magnificat di Don Alberione – 15  

Cos’è rimasto della eredità di spiritualità mariana lasciata dal Fondatore alla Famiglia Paolina e alla Chiesa?

Ci chiediamo ancora: che è rimasto della spiritualità mariana, vissuta e sempre inculcata dal Beato Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina?

La risposta è sempre la stessa: anzitutto, una grande eredità, sintetizzata nell’espressione « Il Magnificat di Don Alberione » e documentata nel volume che ne illustra una specie di ‘trilogia’ di tale « Magnificat »: gli ‘Appunti’ di straordinaria profondità e bellezza dell’opuscolo manoscritto del 1947 Via humanitatis, storia della Salvezza, che esprimono il vertice della mariologia dell’Alberione, la rivista Madre di Dio e il Santuario – Basilica Minore della Regina degli Apostoli.

Poi, ci sono rimasti i tanti scritti e discorsi sulla Madonna, dei quali siamo andati scrivendo su « Madre di Dio » dal Febbraio 2002 al Dicembre 2004 [nelle 32 ‘puntate’ della rubrica "La mariologia del Ven.le Don G. Alberione"]; ed ora, dal Gennaio 2005, scriviamo nella rubrica « Il Magnificat di Don Alberione ».

A. Cesselon, Intensa espressione del Beato Don G. Alberione.

La « Via humanitatis »

In questo quadro di riferimento, ripercorriamo daccapo il tragitto che ha segnato il vertice della mariologia dell’Alberione, profeta della « Regina degli Apostoli » in quanto questo titolo dato alla Madonna è da lui considerato specificamente funzionale al titolo di Maria « Madre dell’umanità »: « Summa humanitatis » e « forma humanitatis ».

È quanto abbiamo scritto nel 2° Cap. del volume « Il Magnificat di Don Alberione » [cfr. pp. 14-19]; e ne riproduciamo qui una sintesi, come partendo dal punto più alto per rileggere in seguito, come logica derivazione, il patrimonio di scritti e di discorsi sulla Madonna che hanno impegnato tutta la vita del nostro Beato Padre fondatore.

Non c’è dubbio che sia appropriato parlare di una vera e propria mariologia alberioniana, centrata nell’identificazione di Maria Regina degli Apostoli e Madre dell’Umanità.

Ci ricorda Rosario Esposito, nel suo ricco commento all’opuscolo alberioniano Via humanitatis, che Don Alberione, tra libri e opuscoli, ha dedicato al tema mariano più o meno duemila pagine e forse più, precisando che la grande maggioranza di questi scritti si colloca nell’ambito dell’edificazione e della divulgazione, e sono ispirati per lo più a Sant’Alfonso de’ Liguori, a San Francesco di Sales e a San Luigi M. Grignion de Montfort, pur non disdegnando l’Alberione di citare documenti pontifìci (specie quelli ‘rosariali’ di Leone XIII), fonti patristiche e teologiche, che soleva riportare in schede utilizzate nei suoi scritti come nella predicazione.

Ma è proprio nella Via humanitatis che il Beato G. Alberione costruisce la sua mariologia, centrata sul contestuale titolo da riconoscere alla Madonna come Regina degli Apostoli e Madre dell’umanità.

« Per Mariam, in Christo et in Ecclesia »

È questa la premessa che l’Alberione ha posto davanti ai 31 « quadri » che costituiscono le « pietre miliari » della sua Via humanitatis, specificando molto sinteticamente nel Proemio:

Tutto viene da Dio-Principio; per tornare a Dio-Fine: a sua gloria ed a felicità dell’uomo.
Maria guida alla via sicura, che è Cristo, nella Chiesa da lui fondata.
In Cristo Via Verità e Vita si ha l’adozione e l’eredità dei figli di Dio.
L’uomo e l’umanità per Cristo invisibile, nella Chiesa visibile hanno ogni bene temporale ed eterno.
Tutti i figli sono attesi nella casa del Padre celeste; ognuno per Maria può trovare la Via-Cristo. Tutti la indichino in spirito di carità e di apostolato.
E in quest’opuscolo – secondo l’analisi che ne fa Rosario Esposito – convergono gli elementi mariologici che Don Alberione ha indicato nella sua vasta produzione di libri, articoli e scritti vari sulla Vergine di Nazareth:

Maria Santissima Regina della storia
Maria Santissima e il Magistero universale del Cristo
Missione socio-politica della « Madre dell’umanità »
Maria e la promozione della donna.
Esponendo le « linee per una lettura teologica del testo » in esame, don Esposito aggiunge fra l’altro: « La mariologia di Don Alberione raramente si allinea alle affermazioni di carattere emotivo, benché non si possa escludere una motivazione di carattere antropologico, quale del resto è possibile reperire nei grandi cantori della Madonna. Per lui Maria è l’asse portante della storia della Salvezza.

Capolavoro della creazione, punto di orientamento dell’uomo e della comunità umana decaduta, la Madonna è tuttavia indicata come elemento di rilievo fin dal mistero nascosto nei secoli e che via via affianca tutte le manifestazioni della via salvifica (cfr. quadri I, III, IV, VII, VIII, XV).

È elemento fondamentale dell’ecclesiologia e della vita del Popolo di Dio (cfr. quadri XVI, XIX), il quale è anzi affidato alle sue cure (cfr. quadro XXII). Ugualmente rilevante è la sua presenza nel pellegrinaggio eterno della escatologia (cfr. quadro XXX) ».

Copertina del volume « La dimensione cosmica della preghiera
- La ‘Via humanitatis’ di Don Giacomo Alberione ».

Quadro di riferimento della mariologia alberioniana

Volendo sintetizzare al massimo il discorso, ci pare molto illuminante riportare, infine, quella che l’Esposito chiama « illustre parentela esistente tra il messaggio teologico del Beato Don Alberione e un saggio del Card. Jean Daniélou », pubblicato nel 1953 presso la Morcelliana: La Vergine e il tempo, nel vol. Il mistero dell’Avvento (pp. 110-132).

Il teologo gesuita interpreta il periodo di preparazione al Natale interamente in prospettiva missionaria: il Figlio di Dio s’incarna per redimere l’umanità, e da quel momento la tensione della Comunità cristiana non può più sottrarsi all’impegno di diffondere in tutto il mondo l’evento salvifico di Betlemme, perché tutti gli uomini divengano partecipi dei frutti che esso ha portato nella storia.

I tre punti fondamentali di questo discorso mariano – precisa Rosario Esposito – combaciano egregiamente con l’epopea artistica che [nell’iconografia indicata dall’Alberione per illustrare i 31 "quadri" della Via humanitatis nel Santuario dedicato a Maria Regina degli Apostoli] il Fondatore della Famiglia Paolina collega con la Via humanitatis: la Madonna adempie l’attesa dell’umanità precristiana. « In lei convergono e confluiscono tutte le preparazioni, tutte le aspirazioni e tutte le ispirazioni, tutte le grazie, tutte le prefigurazioni che avevano riempito l’Antico Testamento, così da poter dire che, alla vigilia della venuta del Cristo, Maria riassume e incarna la lunga attesa dei tanti secoli da cui era stata preceduta… » (p.111).

La Santa Vergine è la « Summa humanitatis », « il meraviglioso fiore sbocciato da Israele » (p.112) che ha redento le infedeltà d’Israele. Giustamente la liturgia le applica il Cantico dei Cantici che proclama l’alleanza tra Dio e il suo popolo, « giacché è lei che, dopo tante infedeltà, ha dato alla fedeltà di Dio la risposta della razza umana » (p.114).

Il piano di Dio è unico e universale; la Santa Vergine lo realizza nei confronti di tutti gli uomini. Lei è « la creatura con la quale la razza israelitica sfocia nell’umanità intera », sicché lei è « madre della grazia, mediatrice universale, madre del genere umano » (p.117). [Cfr. R.Esposito, La dimensione cosmica della preghiera - La "Via humanitatis" di don G. Alberione, Ed. San Paolo - Casa Generalizia 1999, pp. 143-144].

Ecco così delineato il quadro di riferimento della mariologia alberioniana, nel posto unico assegnato nella Via humanitatis alla Madonna identificata come « Regina degli Apostoli per mostrarsi, nell’esercizio della sua maternità universale, ‘Mater humanitatis’ e ‘Summa humanitatis’. Dunque, il titolo mariano di Regina è funzionale alla sua Maternità universale.

È vero che « l’accoppiamento di questi due titoli – come rileva Rosario Esposito nel citato commento all’opuscolo Via humanitatis – non è una novità: è solo una rilettura moderna di un fatto antico, che risale al Cenacolo e al Calvario.

Qual è, allora, il merito del Beato G. Alberione, se non gli si può riconoscere una piena originalità nell’avere intuito la ‘correlazione funzionale’ tra il titolo di Maria Regina degli Apostoli, comunemente usato, e quello della sua Maternità universale?

Secondo l’Esposito, « egli ha il merito di rendersi conto che la secolarizzazione, la non-credenza e la non-cristianità è giunta anche nel cuore della cristianità tradizionale: parla, infatti, di « piccolo sparuto gregge », in « chiese quasi vuote », mentre i cinema sono affollati di persone d’ogni età, compresi i giovanissimi. E addita nei due momenti mariologici l’àncora della salvezza ». Se questo l’Alberione aveva intuito già nell’immediato dopoguerra [la Via humanitatis è un suo ‘dono natalizio’ del 1947], figuriamoci con quanto maggiore verità è possibile affermarlo oggi, all’inizio di un Terzo Millennio che ha sovente, anche nei Paesi di più grande tradizione cristiana, i connotati del post-Cristianesimo…

Più esattamente, l’esigenza missionaria di ricondurre gli uomini a Cristo, per giungere all’unificazione del genere umano attorno a lui, coinvolge la Vergine nella « via dell’umanità » che parte dalla Santissima Trinità (da Dio-Principio, Creatore dell’uomo) e in essa ritorna (come a suo ultimo Fine).

Bruno Simonetto

Publié dans : SANTI - (studi sui scritti di un...) |le 25 novembre, 2009 |Pas de Commentaires »

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