Giovanni Cassiano: « Venite e imparate da me » (Mt 11,29)

dal sito:

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Lunedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario : Lc 9,46-50
Meditazione del giorno
Giovanni Cassiano (circa 360-435), fondatore di monasteri a Marsiglia
Conferenza, n°15, 6-7 ; SC 54, 216

« Venite e imparate da me » (Mt 11,29)

I grandi nella fede non si prevalevano affatto del loro potere di compiere meraviglie. Professavano che il loro merito non contava nulla, ma che la misericordia del Signore aveva fatto tutto. Se qualcuno ammirava i loro miracoli, essi rifiutavano la gloria umana con parole prese in prestito agli apostoli: «Fratelli, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest’uomo?» (At 3,12). Ritenevano infatti che nessuno dovesse essere lodato per i doni e le meraviglie di Dio…

Tuttavia a volte capita che uomini portati al male, riprovevoli riguardo alla fede, scaccino i demòni e compiano prodigi nel nome del Signore. Di questo gli apostoli si lamentavano un giorno: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». Per ora Gesù risponde: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi» (Lc 9,49-50). Ma quando, alla fine dei tempi, costoro diranno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?», egli attesta che risponderà: «Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità» (Mt 7,22-23).

A coloro che lui stesso ha gratificati con la gloria dei segni e dei miracoli, Il Signore raccomanda di non innalzarsi sopra gli altri per questo motivo. «Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). L’autore di tutti i segni e miracoli chiama i suoi discepoli ad accogliere la sua dottrina: «Venite, dice loro, … e imparate da me» – non a sciacciare i demòni con la potenza del cielo, né a guarire i lebbrosi, né a rendere la vista ai ciechi, e nemmeno a risuscitare i morti, bensì egli dice: «…imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11, 28-29).

Publié dans : Bibbia: commenti alla Scrittura |le 28 septembre, 2009 |Pas de Commentaires »

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