Archive pour le 24 septembre, 2009

buona notte

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Santa Teresa del Bambino Gesù: « Io, Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me.’ Questo diceva per indicare di quale morte doveva morire » (Gv 12 ,32-33)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php

Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario : Lc 9,18-22
Meditazione del giorno
Santa Teresa del Bambino Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa
Poesia 52 « L’Abbandono è il frutto delizioso dell’amore »

« Io, Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me.’ Questo diceva per indicare di quale morte doveva morire » (Gv 12 ,32-33)

Su questa terra esiste
uno splendido Albero.
Le sue radici, o mistero!
stanno nell’alto del cielo.

Al suo riparo mai nulla
ci potrebbe ferire;
senza temere il temporale
là ci si può riposare.

Quest’Albero ineffabile
porta il nome dell’Amore;
e abbandono è chiamato
il suo frutto delizioso.

Questo frutto, nella vita,
la felicità mi dona;
si rallegra l’anima mia
al suo profumo divino.

Questo frutto, a toccarlo,
a me sembra un tesoro;
nel portarlo alle labbra
mi è più dolce ancora.

Mi offre, in questo mondo,
un oceano di pace;
e nella pace profonda
per sempre io riposo.

L’abbandono solo o Gesù,
mi offre alle tue braccia.
Esso mi porta a vivere
della vita degli eletti.

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Maria Vergine

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Preghiere di San Colombano: Dio mio, donami,

dal sito:

http://www.celticworld.it/sh_wiki.php?act=sh_art&iart=620

Preghiere di San Colombano -
 
Dio mio, donami,

ti prego, nel nome del  tuo Figlio Gesù Cristo,
quella carità che mai viene meno,
perchè la lucerna si mantenga sempre accesa,
né mai si estingua;
arda per me, brilli per gli altri.

Dégnati, o Cristo, dolcissimo nostro Salvatore,
di accendere le nostre lucerne:
brillino continuamente nel Tuo tempio
e siano alimentate perennemente da Te
che sei la luce perenne,
perché siano rischiarate le nostre oscurità
e fuggano da noi le tenebre del mondo.

Dona, o Gesù mio, la luce alla mia lucerna…
Fà che io guardi, contempli,
desideri Te solo,
e, amandoTi, a Te solo sia rivolto,
e sempre la mia lucerna brilli e arda davanti a Te. 

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Card. Caffarra: Mt 13,44-52 – La parabola della perla preziosa

dal sito:

http://www.caffarra.it/om280702.php

XVII DOMENICA PER ANNUM (A)
Parrocchia di San Benedetto
28 luglio 2002

Mt 13,44-52 – La parabola della perla preziosa

1. « Trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra ». La parabola della perla preziosa narra la vicenda umana di ciascuno di noi: di voi giovani, in particolare. Così come la parabola immediatamente precedente del tesoro nascosto nel campo.

Dentro al campo della storia umana è stato nascosto un tesoro; è stata posta una perla preziosa. Quale? La persona stessa di Gesù il Cristo, Figlio di Dio fattosi uomo, posta in mezzo a noi perché – come ci ha detto S. Paolo – ognuno di noi divenisse conforme a Lui. Noi entriamo nel regno di Dio, noi scopriamo la verità intera su noi stessi ed il senso della nostra vita quando scopriamo il tesero che è Cristo, troviamo la perla che è Cristo.

Leggendo attentamente la parabola della perla preziosa , voi vedete che il « mercante va in cerca di perle preziose ». La scoperta è anche frutto di una ricerca che gli fa trovare « perle preziose » prima di trovarne « una … di grande valore ». Nella prima lettura avete sentito che il giovane Salomone poteva chiedere al Signore il possesso di tante perle: una lunga vita, la ricchezza, la morte dei suoi nemici. Ma egli ha chiesto « un cuore docile perché sappia rendere giustizia … e sappia distinguere il bene dal male ». E’ qui raffigurata in tutta la sua rischiosità la nostra vicenda umana. Essa è costruita sulla base della ricerca di quei beni – le perle preziose – che riteniamo possano soddisfare i nostri desideri. Che cosa è infatti la persona umana se non un desiderio insonne di felicità, di verità, di bontà, di giustizia, di amicizia? Occorre però che non sbagliamo in questa ricerca; che non cadiamo nell’errore di chi pensa che basti aver trovato tante perle preziose senza « la perla di grande valore ». Di chi pensa che in fondo quei beni limitati che sono alla portata delle nostre forze siano sufficienti, nel loro insieme, a dare un senso pieno alla nostra vita.

Non ha commesso questo errore il giovane Salomone; non ha commesso questo errore colui che « pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo »; quel mercante che « trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra ». Commette invece quell’errore il giovane a cui Gesù propone di vendere tutto per avere un tesoro ben più grande nel seguire Cristo [cfr. Mc 10,21].

Perché l’uomo della parabola « va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi », mentre, il giovane che incontra Cristo « se ne andò afflitto, perché aveva molti beni »? chi ha ragione? Carissimi, ci aiuta S. Paolo a rispondere: noi siamo stati creati in vista di Cristo. Ciascuno di noi è fatto in modo tale da avere in Lui e per Lui solo la vita: « mente e desiderio sono stati foggiati in funzione di Lui; per conoscere Cristo abbiamo ricevuto il pensiero, per correre verso di lui il desiderio, e la memoria per portarlo in noi … amare o pensare qualunque cosa che non sia lui significa sottrarci al necessario e deviare dalle tendenze poste originariamente nella nostra natura » [N. Cabasilas, La vita in Cristo, C.N. ed., Roma 1994, pag.309 e 312].

2. Al giovane Salomone furono però concessi in sovrappiù anche quei beni che non aveva chiesto. Un grande maestro della Chiesa antica ha scritto: « la perla di gran valore è il Cristo di Dio … una volta trovato lui, si afferrano facilmente tutte le altre realtà » [Commento al Vangelo di Matteo/1, CN ed., Roma 1998, pag. 95-96]. In Cristo noi ritroviamo centuplicati tutti i beni vari, anche se limitati, che fuori di Lui ci fanno deviare dalla via che ci porta alla perfetta beatitudine.

In Lui il possesso e l’uso del denaro non è prepotente auto-affermazione a spese dell’altro; il rapporto uomo-donna non è più reciproco uso uno dell’altro per la propria felicità individuale; il lavoro o lo studio non si limita più ad essere prezzo pagato al successo. In Lui ogni vero bene creato acquista una consistenza, un sapore insospettato.

Carissimi giovani, la vostra umanità così insidiata oggi trova in Cristo la sua salvaguardia. Partite da questa esperienza custodendo sempre nel cuore quella certezza che abbiamo espresso nel Salmo: « meravigliosa è la tua alleanza, per questo le sono fedele; la tua parola nel rivelarsi illumina ».

buona notte

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San Clemente di Roma: Lettera ai Corinzi ; La grande preghiera

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20090924

Meditazione del giorno
San Clemente di Roma, papa dal 90 al 100 circa
Lettera ai Corinzi ; La grande preghiera (dal cap. LIX)

Dio si fa vedere in Gesù, l’amatissimo suo Figlio

Che il Creatore dell’universo
conservi intatto il numero dei suoi eletti
che si conta in tutto il mondo
per mezzo dell’amatissimo suo figlio Gesù Cristo Signore nostro,

col quale ci chiamò dalle tenebre alla luce,
dall’ignoranza alla conoscenza del suo nome glorioso,
a sperare nel tuo nome,
principio di ogni creatura.

Tu apristi gli occhi del nostro cuore
perché conoscessimo te,
il solo Altissimo nell’altissimo dei cieli,
il Santo che riposi tra i santi,

che umilii la violenza dei superbi,
che sciogli i disegni dei popoli,
che esalti gli umili e abbassi i superbi.
Tu che arricchisci e impoverisci,
che uccidi e dai la vita,

il solo benefattore degli spiriti
e Dio di ogni carne,
che scruti gli abissi,
che osservi le opere umane,
che soccorri quelli che sono in pericolo
e salvi i disperati,
Creatore e Custode di ogni spirito…

Ti preghiamo, Signore,
sii il nostro soccorso e sostegno.
Salva i nostri che sono in tribolazione,
rialza i caduti,
mostrati ai bisognosi,
guarisci gli infermi,
riconduci quelli che dal tuo popolo si sono allontanati,
sazia gli affamati,
libera i nostri prigionieri,
solleva i deboli,
consola i vili.
Conoscano tutte le genti
che tu sei l’unico Dio
e che Gesù Cristo è tuo figlio
e noi tuo popolo e pecore del tuo pascolo.

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