15 Luglio – San Bonaventura Vescovo e dottore della Chiesa

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http://www.santiebeati.it/dettaglio/23550

San Bonaventura Vescovo e dottore della Chiesa

15 luglio
 
Bagnoregio, Viterbo, 1218 – Lione, Francia, 15 luglio 1274

Giovanni Fidanza nacque a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218. Bambino fu guarito da san Francesco, che avrebbe esclamato: « Oh bona ventura ». Gli rimase per nome ed egli fu davvero una «buona ventura» per la Chiesa. Studiò a Parigi e durante il suo soggiorno in Francia, entrò nell’Ordine dei Frati Minori. Insegnò teologia all’università di Parigi e formò intorno a sé una reputatissima scuola. Nel 1257 venne eletto generale dell’Ordine francescano, carica che mantenne per diciassette anni con impegno al punto da essere definito secondo fondatore dell’Ordine. Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico ed importante fu la «Legenda maior», biografia ufficiale di San Francesco, a cui si ispirò Giotto per il ciclo delle Storie di San Francesco. Fu nominato vescovo di Albano e cardinale. Partecipò al II Concilio di Lione che, grazie anche al suo contributo, segnò un riavvicinamento fra Chiesa latina e Chiesa greca. Proprio durante il Concilio, morì a Lione, il 15 luglio 1274. (Avvenire)

Patronato: Fattorini

Etimologia: Bonaventura = fortunato, significato intuitivo

Emblema: Bastone pastorale, cappello da cardinale

Martirologio Romano: Memoria della deposizione di san Bonaventura, vescovo di Albano e dottore della Chiesa, che rifulse per dottrina, santità di vita e insigni opere al servizio della Chiesa. Resse con saggezza nello spirito di san Francesco l’Ordine dei Minori, di cui fu mi
 

Bonaventura (nato nel 1218 a Bagnorea, l’attuale Bagnoregio) disse di aver dato le sue preferenze all’Ordine fondato da S. Francesco per aver riscontrato una mirabile somiglianza tra la crescita della Chiesa e quella della famiglia francescana: entrambe annoveravano agli inizi uomini semplici, pescatori e contadini, e più avanti uomini di scienza. Quando Bonaventura entrò nell’Ordine, i figli di S. Francesco, al pari di quelli di S. Domenico, si erano spinti fino a Parigi, a Oxford, a Cambridge, a Strasburgo e in altre università europee. L’evoluzione non era stata indolore. Parecchi della « vecchia » generazione guardavano con perplessità all’allentata disciplina religiosa e alla nuova apertura culturale dei giovani frati. Ma Bonaventura sapeva dire una parola tranquillizzante e stimolatrice per gli uni e per gli altri.
A frate Egidio che nella sua semplicità gli chiedeva come avrebbe potuto salvarsi lui, privo di ogni scienza teologica, fra Bonaventura rispose: « Se Dio dà all’uomo soltanto la grazia di poterlo amare, questo basta… Una vecchierella può amare Dio anche più di un maestro di teologia ». Dotato di buon senso, pratico e speculativo al tempo stesso, Bonaventura aveva saputo applicare al solido tronco francescano gli innesti delle giovani generazioni con le accresciute esigenze, anche culturali, smentendo quanti paventavano, come Jacopone da Todi, che la scienza portasse detrimento alla semplicità della regola francescana.
Bonaventura, discepolo di Alessandro di Hales a Parigi, come S. Tommaso era rimasto in questa città dapprima come maestro di teologia, poi come generale dei frati Minori, carica alla quale venne eletto a soli trentasei anni. Creato cardinale, dovette accettare anche la consacrazione episcopale, precedentemente rifiutata per umiltà, ed ebbe la sede suburbicaria di Albano Laziale. Da papa Gregorio X ebbe l’incarico di preparare il secondo concilio di Lione, al quale era stato invitato pure Tommaso d’Aquino, morto due mesi prima dell’apertura avvenuta il 7 maggio 1274. Il 15 luglio dello stesso anno moriva anche fra Bonaventura, assistito personalmente dal papa.
Alla base della dottrina teologica insegnata da fra Bonaventura con la parola e con gli scritti (tra i suoi libri più noti “Itinerario della mente in Dio”) è l’amore o carità. « Non basta – egli scrive – la lettura senza l’unzione; non basta la speculazione senza la devozione; non basta l’indagine senza la meraviglia; non basta la circospezione senza l’esultanza; l’industria senza la pietà; la scienza senza la carità; l’intelligenza senza l’umiltà; lo studio senza la grazia ».

Autore: Piero Bargellini
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Spunti bibliografici

Bonaventura (san), Vita di san Francesco. Legenda major, Paoline Edizioni, 2006 – 192 pagine
Corvino Francesco, Bonaventura da Bagnoregio francescano e pensatore, Città Nuova, 2006 – 552 pagine
Bonaventura (san), La difesa dei poveri contro i calunniatori, Città Nuova, 2005 – 456 pagine
Bonaventura (san), Opuscoli teologici [vol_3] / La perfezione evangelica, Città Nuova, 2005 – 364 pagine
Bonaventura (san), Questioni disputate della scienza di Cristo, Antonianum Pontificio Ateneo Edizioni, 2005 – 358 pagine
Bonaventura (san), Vita di San Francesco, Città Nuova, 2005 – 232 pagine
Teodorico Moretti-Costanzi, San Bonaventura, Armando Editore, 2003 – 181 pagine
Bonaventura (san), Sermoni de tempore, Città Nuova, 2003 – 653 pagine
Bonaventura (san), Itinerario della mente in Dio. Riconduzione delle arti alla teologia, Città Nuova, 2000 – 128 pagine
Bonaventura (san), Opera. Commento al Vangelo di san Luca [vol_9.1], Città Nuova, 1999 – 380 pagine
Sgarbossa Mario, Bonaventura. Il teologo della perfetta letizia, Città Nuova, 1997 – 168 pagine
Bonaventura (san), Opere [vol_5.2] / Opuscoli teologici. Breviloquio, Città Nuova, 1996 – 368 pagine
Bonaventura (san), L’itinerario nella mente di Dio, La Scuola, 1995 – 144 pagine
Bonaventura (san), Itinerario della mente in Dio. Riconduzione delle arti alla teologia, Città Nuova, 1995 – 128 pagine
Bonaventura (san), Opere [vol_6.2] / Sermoni teologici, Città Nuova, 1995 – 404 pagine 

Publié dans : Santi, santi: biografia |le 15 juillet, 2009 |Pas de Commentaires »

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