buona notte

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Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario : Mt 8,28-34
Meditazione del giorno
Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556), fondatore dei Gesuiti
Exercizi spirituali; regole per sentire e riconoscere meglio gli spiriti
« La pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati » (Col 3,15)
È proprio di Dio e dei suoi angeli dare con le loro ispirazioni vera letizia e gioia spirituale, togliendo tutta la tristezza e l’agitazione che il demonio procura; è invece proprio di costui combattere contro questa letizia e consolazione spirituale, presentando false ragioni, cavilli e continue menzogne. Solo Dio nostro Signore può dare all’anima una consolazione senza una causa precedente; infatti è proprio del Creatore entrare nell’anima, uscire, agire in essa, attirandola tutta all’amore della sua divina Maestà. Dicendo senza una causa, si intende senza che l’anima senta o conosca in precedenza alcun oggetto, da cui possa venire quella consolazione…
È proprio dell’angelo cattivo, che si trasforma in angelo di luce, entrare con il punto di vista dell’anima fedele e uscire con il suo: suggerisce, cioè, pensieri buoni e santi, conformi a quell’anima retta, poi a poco a poco cerca di uscirne attirando l’anima ai suoi inganni occulti e ai suoi perversi disegni.
Dobbiamo fare molta attenzione al corso dei nostri pensieri. Se nei pensieri tutto è buono il principio, il mezzo e la fine e se tutto è orientato verso il bene, questo è un segno dell’angelo buono. Può darsi invece che nel corso dei pensieri si presenti qualche cosa cattiva o futile o meno buona di quella che l’anima prima si era proposta di fare, oppure qualche cosa che indebolisce l’anima, la rende inquieta, la mette in agitazione e le toglie la pace, la tranquillità e la calma che aveva prima: questo allora è un chiaro segno che quei pensieri provengono dallo spirito cattivo, nemico del nostro bene e della nostra salvezza eterna… A coloro che procedono di bene in meglio, l’angelo buono si insinua nell’anima in modo dolce, delicato e soave, come una goccia d’acqua che entra in una spugna; al contrario, l’angelo cattivo si insinua in modo pungente, con strepito e agitazione,
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Martedì della XIII settimana del Tempo Ordinario : Mt 8,23-27
Meditazione del giorno
Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Meditazioni, cap. 37
« Salvaci, Signore ! »
O, mio Dio, il mio cuore è come un mare vasto sempre agitato dalle tempeste; fa che trovi in te la pace e il riposo. Tu hai ordinato ai venti e al mare di calmarsi e, all’udire la tua voce si sono placati; vieni a placare le agitazioni del mio cuore, affinché tutto in me sia calmo e tranquillo, affinché io possa possedere te, il mio unico bene, e contemplarti, dolce luce dei mei occhi, senza confusione né oscurità. O mio Dio, che la mia anima, liberata dai pensieri tumultuosi di questo mondo si nasconda «all’ombra delle tue ali» (Sal 16,8). Che essa trovi presso di te un luogo di riparo e di pace; tutta accesa dalla gioia, che possa cantare: «In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare» (Sal 4,9).
Che essa si riposi, ti prego, mio Dio, che si riposi dal ricordo di quanto è sotto il cielo, sveglia per te solo, come sta scritto: «Io dormo, ma il mio cuore veglia» (Ct 5,2). La mia anima non può essere in pace e al sicuro, mio Dio, se non sotto le ali della tua protezione (Sal 91,4). Che essa dimori dunque eternamente in te e che sia infiammata dal tuo fuoco. Che, elevandosi al di sopra di sé, ti contempli e canti le tue lodi nella gioia. In mezzo alla confusione che mi agita, che i tuoi doni siano la mia dolce consolazione, finché io venga a te che sei la pace vera.
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Santi Pietro e Paolo, apostoli, solennità : Mt 16,13-19
Meditazione del giorno
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Primo discorso per la festa di san Pietro e san Paolo, 1, 3, 5
« Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede ; e tu una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli » (Lc 22,32)
Cristo mediatore « non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca » (1 Pt 2, 22). Come oserei avvicinarmi a lui, io che sono peccatore, anzi grande peccatore, i cui peccati sono più numerosi della sabbia del mare ? Egli è estremamente puro, e io estremamente impuro… Per questo Dio mi ha dato questi apostoli, che sono uomini e peccatori, anzi grandi peccatori, che hanno imparato dalla loro personale esperienza quanto dovevano essere misericordiosi nei confronti degli altri. Colpevoli di grandi colpe, concederanno alle grandi colpe un perdono facile e con la misura con la quale è stato misurato per loro, misureranno per noi.
L’apostolo Pietro ha commesso un grande peccato, anzi forse non ce n’è di più grande. Ha ricevuto per questo un perdono, così pronto e facile, tanto da non aver perso nulla del privilegio del suo primato. E Paolo che aveva scatenato una persecuzione senza limite contro la Chiesa appena nata è condotto alla fede dalla chiamata del Figlio di Dio in persona ; e in cambio di tanti mali viene colmato di beni così grandi da divenire « lo strumento eletto per portare il nome del Signore dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele » (At 9, 15)…
Pietro e Paolo sono i nostri maestri : hanno pienamente imparato dal solo Maestro di tutti gli uomini i sentieri della vita, e ci ammaestrano ancora oggi.
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XIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B : Mc 5,21-43
Meditazione del giorno
San Pietro Crisologo (circa 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
Discorsi, 34 ; CCL 24, 193s
« La bambina non è morta, ma dorme »
Tutte le letture evangeliche ci offrono i grandi beni della vita presente e della futura. Ma la lettura di oggi compendia tutto ciò che concerne la speranza ed esclude ogni motivo di disperazione… Ora parliamo del capo della sinagoga che, mentre conduce Cristo da sua figlia, offre modo a una donna di giungere al Cristo… Conscio del futuro, il Cristo non ignorava che gli sarebbe venuta incontro quella donna: da lei il capo dei Giudei avrebbe imparato che Dio non ha bisogno di spostarsi da un luogo all’altro, né di essere condotto per una strada, o sollecitato per una presenza fisica; ma si deve credere che Dio è presente in ogni luogo, interamente, ovunque e sempre, e che può far tutto col solo volere, senza fatica: dare la forza, non toglierla; sottrarre alla morte con un comando, non con la mano; rendere la vita con un ordine, non con la medicina…
Cristo quando giunse alla casa e vide che la fanciulla era per essi come ormai perduta, per muovere alla fede gli animi increduli, dice che non è morta ma dorme: affinché credessero che era più facile risorgere dalla morte che dal sonno.
Per Dio la morte è veramente un sonno, perché lui fa risorgere alla vita più prontamente di uno che dormendo sia svegliato da un altro… Ascolta l’apostolo Paolo: «In un istante, in un batter d’occhio, i morti risorgeranno» (1 Cor 15,52)… Con quale brevità avrebbe potuto narrare l’immediatezza della risurrezione, quando la potenza divine previene anche questa? E in che modo si potrebbe parlare del tempo quando i beni eterni ci vengono donati senza limite di tempo?