Archive pour le 25 octobre, 2008

Sabato 1 novembre festa di tutti i santi

Sabato 1 novembre festa di tutti i santi dans immagini sacre

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Sant’Anselmo d’Aosta : « Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i profeti »

du site: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=10/26/2008#

Sant’Anselmo d’Aosta (1033-1109), monaco, vescovo, dottore della Chiesa
Lettere, 112, Opera omnia, III, 245

« Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i profeti »

Poiché regnare in cielo non è altro che essere una cosa sola con Dio e con tutti i santi, gli angeli e gli uomini, uniti in una sola volontà e mediante l’amore tanto da esercitare tutti insieme un solo potere: ama Dio più di te stesso e già comincerai ad avere su questa terra quanto vuoi avere perfettamente in cielo. Sii di un solo volere con Dio e con gli uomini, con quelli solo però che non sono in disaccordo con Dio, e comincerai così a regnare con Dio e con tutti i giusti. Nella misura in cui ora ti conformi alla volontà di Dio e degli uomini, Dio con tutti i santi si conformerà alla tua volontà. Se dunque vuoi essere un sovrano in cielo, ama Dio e gli uomini come devi e meriterai di essere ciò che desideri.

Ma non potrai avere questo amore perfetto, se non avrai svuotato il tuo cuore da ogni altro amore… Perciò quelli che hanno il cuore pieno d’amore di Dio e del prossimo, nient’altro vogliono se non ciò che vuole Dio, o qualunque altra cosa purché non sia contro Dio. Per questo si applicano assiduamente nella preghiera e in colloqui e meditazioni sulle realtà celesti, perché è dolce per essi desiderare Dio, parlarne e sentirne parlare, e pensare a lui che tanto amano; perciò godono con chi gode, piangono con chi piange (Rm 12, 1-5), hanno compassione dei miseri e soccorrono i poveri: così amano gli altri come se stessi… «Da questi due comandamenti dell’amore dipendono tutta la Legge e i profeti ».

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Padre Cantalamessa : Amerai il prossimo tuo come te stesso (XXX domenica del T.O.)

dal sito: 

http://www.cantalamessa.org/it/omelieView.php?id=406

PADRE CANTALAMESSA

XXX Domenica
A – 2008-10-26 Esodo 22, 20-26; 1 Tessalonicesi 1,5c-10; Matteo 22, 34-40

Amerai il prossimo tuo come te stesso

Amerai il prossimo tuo come te stesso. Aggiungendo le parole come te stesso!, Gesù ci ha messi davanti uno specchio al quale non possiamo mentire; ci ha dato un metro infallibile per scoprire se amiamo o no il prossimo. Noi sappiamo benissimo, in ogni circostanza, cosa significa amare noi stessi e cosa vorremmo che gli altri facessero per noi. Gesú non dice, si badi bene: Quello che laltro fa a te, tu fallo a lui. Questo sarebbe ancora la legge del taglione: Occhio per occhio, dente per dente. Dice: quello che tu vorresti che laltro facesse a te, tu fallo a lui (cf. Mt 7,12), che è ben diverso.

Gesù considerava lamore del prossimo come il suo comandamento, quello in cui si riassume tutta la Legge. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi (Gv 15, 12). Molti identificano lintero cristianesimo con il precetto dellamore del prossimo, e non hanno del tutto torto. Dobbiamo però cercare di andare un po oltre la superficie delle cose. Quando si parla di amore del prossimo il pensiero va subito alle opere di carità, alle cose che bisogna fare per il prossimo: dargli da mangiare, da bere, visitarlo; insomma aiutare il prossimo. Ma questo è un effetto dellamore, non è ancora lamore. Prima della beneficenza viene la benevolenza; prima che fare il bene, viene il volere bene.

La carità deve essere senza finzioni, cioè sincera (alla lettera, senza ipocrisia) (Rom 12, 9); si deve amare di vero cuore (1 Pt 1,22). Si può infatti fare la carità e lelemosina per molti motivi che non hanno nulla a che vedere con lamore: per farsi belli, per passare da benefattori, per guadagnarsi il paradiso, perfino per rimorso di coscienza. Molta carità che facciamo ai paesi del terzo mondo, non è dettata da amore, ma da rimorso. Ci rendiamo infatti conto della differenza scandalosa che esiste tra noi e loro e ci sentiamo in parte responsabili della loro miseria. Si può mancare di carità, anche nel fare la carità”!

È chiaro che sarebbe un errore fatale contrapporre tra di loro lamore del cuore e la carità dei fatti, o rifugiarsi nelle buone disposizioni interiori verso gli altri, per trovare in ciò una scusa alla propria mancanza di carità fattiva e concreta. Se tu incontri un povero affamato e intirizzito dal freddo, diceva san Giacomo, a che gli giova se gli dici: Poveretto, va, scaldati, mangia qualcosa!, ma non gli dai nulla di ciò di cui ha bisogno? Figlioli, aggiunge levangelista Giovanni, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1 Gv 3,18). Non si tratta dunque di svalutare le opere esteriori di carità, ma di far sì che esse abbiamo il loro fondamento in un genuino sentimento di amore e benevolenza.

Questa carità del cuore o interiore è la carità che tutti e sempre possiamo esercitare, è universale. Non è una carità che alcuni -i ricchi e i sani- possono solo dare e gli altri -i poveri e i malati- solo ricevere. Tutti possono farla e riceverla. Inoltre è concretissima. Si tratta di cominciare a guardare con occhio nuovo le situazioni e le persone con cui ci troviamo a vivere. Quale occhio? Ma è semplice: locchio con cui vorremmo che Dio guardasse noi! Occhio di scusa, di benevolenza, di comprensione, di perdono…

Quando questo avviene, tutti i rapporti cambiano. Cadono, come per miracolo, tutti i motivi di prevenzione e di ostilità che impedivano di amare una certa persona e questa comincia ad apparirci per quello che è nella realtà: una povera creatura umana che soffre per le sue debolezze e i suoi limiti, come te, come tutti. È come se la maschera che gli uomini e le cose hanno posto sul suo volto venisse a cadere e la persona ci apparisse per quello che è veramente.

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buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno golden-flowers-2

Golden Flowers

http://www.freephotos.se/browse_photos.asp?page=8&cat=3&order=date

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