La liberazione dei prigionieri
dal sito:
http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=07/02/2008#
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d’Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sul cimitero e sulla croce
La liberazione dei prigionieri
In quel giorno Cristo è entrato da conquistatore negli abissi degli inferi. In quel giorno « ha spezzato le porte di bronzo, ha rotto le spranghe di ferro », come dice Isaia (Is 45, 2). Notate queste espressioni. Non dice che « ha aperto » le porte di bronzo, né che le ha tolte, ma che le ha « spezzate », per fare capire che non c’è più nessun carcere, per dire che Gesù ha annientato questo soggiorno dei prigionieri. Queste porte, spezzate da Cristo, chi potrebbe ristabilirle ? Queste spranghe, che lui ha infranto, chi potrebbe rimetterle ?
Quando i principi della terra rilasciano dei prigionieri mandando lettere di grazia, mantengono le porte e le guardie, per mostrare a coloro che escono, che possono ancora entrarvi, loro o altri. Cristo non agisce così. Spezzando le porte di bronzo, manifesta che non c’è più né prigionia, né morte.
Perché delle porte « di bronzo » ? Perché la morte era spietata, inflessibile, dura come il diamante. Mai, per tutti i secoli prima di Gesù Cristo, nessuno dei suoi prigionieri aveva potuto sfuggirla, fino al giorno in cui il Sovrano del cielo scese nell’abisso per strapparle le sue vittime.

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