Archive pour avril, 2008

Papa Benedetto: MEMORIA DEI TESTIMONI DELLA FEDE DEL XX E XXI SECOLO 7, aprile 2008

dal sito:

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2008/documents/hf_ben-xvi_hom_20080407_san-bartolomeo_it.html

MEMORIA DEI TESTIMONI DELLA FEDE DEL XX E XXI SECOLO

LITURGIA DELLA PAROLA

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina
Lunedì, 7 aprile 2008

Cari fratelli e sorelle,

questo nostro incontro nellantica basilica di San Bartolomeo allIsola Tiberina possiamo considerarlo come un pellegrinaggio alla memoria dei martiri del XX secolo, innumerevoli uomini e donne, noti e ignoti che, nellarco del Novecento, hanno versato il loro sangue per il Signore. Un pellegrinaggio guidato dalla Parola di Dio che, come lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino (cfr Ps 119,105), rischiara con la sua luce la vita di ogni credente. Dal mio amato Predecessore Giovanni Paolo II questo tempio fu appositamente destinato ad essere luogo della memoria dei martiri del 900 e da lui affidato alla Comunità di SantEgidio, che questanno rende grazie al Signore per il quarantesimo anniversario dei suoi inizi. Saluto con affetto i Signori Cardinali e i Vescovi che hanno voluto partecipare a questa liturgia. Saluto il Prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di SantEgidio, e lo ringrazio per le parole che mi ha rivolto; saluto il Prof. Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità, lAssistente, Mons. Matteo Zuppi, nonché Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni-Narni-Amelia.

In questo luogo carico di memorie ci chiediamo: perché questi nostri fratelli martiri non hanno cercato di salvare a tutti i costi il bene insostituibile della vita? Perché hanno continuato a servire la Chiesa, nonostante gravi minacce e intimidazioni? In questa basilica, dove sono custodite le reliquie dellapostolo Bartolomeo e dove si venerano le spoglie di S. Adalberto, sentiamo risuonare leloquente testimonianza di quanti, non soltanto lungo il 900, ma dagli inizi della Chiesa vivendo lamore hanno offerto nel martirio la loro vita a Cristo. Nellicona posta sullaltare maggiore, che rappresenta alcuni di questi testimoni della fede, campeggiano le parole dellApocalisse: Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione (Ap 7,13). Al vegliardo che chiede chi siano e donde vengano coloro che sono vestiti di bianco, viene risposto che sono quanti hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dellAgnello (Ap 7,14). E una risposta a prima vista strana. Ma nel linguaggio cifrato del Veggente di Patmos ciò contiene un riferimento preciso alla candida fiamma dellamore, che ha spinto Cristo a versare il suo sangue per noi. In virtù di quel sangue, siamo stati purificati. Sorretti da quella fiamma anche i martiri hanno versato il loro sangue e si sono purificati nellamore: nellamore di Cristo che li ha resi capaci di sacrificarsi a loro volta per amore. Gesù ha detto: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). Ogni testimone della fede vive questo amore più grande e, sullesempio del divino Maestro, è pronto a sacrificare la vita per il Regno. In questo modo si diventa amici di Cristo; così ci si conforma a Lui, accettando il sacrificio fino allestremo, senza porre limiti al dono dellamore e al servizio della fede.Facendo sosta presso i sei altari, che ricordano i cristiani caduti sotto la violenza totalitaria del comunismo, del nazismo, quelli uccisi in America, in Asia e Oceania, in Spagna e Messico, in Africa, ripercorriamo idealmente molte dolorose vicende del secolo passato. Tanti sono caduti mentre compivano la missione evangelizzatrice della Chiesa: il loro sangue si

è mescolato con quello di cristiani autoctoni a cui era stata comunicata la fede. Altri, spesso in condizione di minoranza, sono stati uccisi in odio alla fede. Infine non pochi si sono immolati per non abbandonare i bisognosi, i poveri, i fedeli loro affidati, non temendo minacce e pericoli. Sono Vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, fedeli laici. Sono tanti! Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, nella celebrazione ecumenica giubilare per i nuovi martiri, tenutasi il 7 maggio del 2000 presso il Colosseo, ebbe a dire che questi nostri fratelli e sorelle nella fede costituiscono come un grande affresco dellumanità cristiana del ventesimo secolo, un affresco delle Beatitudini, vissuto sino allo spargimento di sangue. Ed era solito ripetere che la testimonianza di Cristo sino alleffusione del sangue parla con voce più forte delle divisioni del passato.

E vero: apparentemente sembra che la violenza, i totalitarismi, la persecuzione, la brutalità cieca si rivelino più forti, mettendo a tacere la voce dei testimoni della fede, che possono umanamente apparire come sconfitti della storia. Ma Gesù risorto illumina la loro testimonianza e comprendiamo così il senso del martirio. Afferma in proposito Tertulliano: Plures efficimur quoties metimur a vobis: sanguis martyrumsemen christianorum Noi ci moltiplichiamo ogni volta che siamo mietuti da voi: il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani (Apol., 50,13: CCL 1,171). Nella sconfitta, nellumiliazione di quanti soffrono a causa del Vangelo, agisce una forza che il mondo non conosce: Quando sono debole esclama lapostolo Paolo -, è allora che sono forte (2 Cor 12,10). E la forza dellamore, inerme e vittorioso anche nellapparente sconfitta. E la forza che sfida e vince la morte.Anche questo XXI secolo si

è aperto nel segno del martirio. Quando i cristiani sono veramente lievito, luce e sale della terra, diventano anche loro, come avvenne per Gesù, oggetto di persecuzioni; come Lui sono segno di contraddizione. La convivenza fraterna, lamore, la fede, le scelte in favore dei più piccoli e poveri, che segnano lesistenza della Comunità cristiana, suscitano talvolta unavversione violenta. Quanto utile è allora guardare alla luminosa testimonianza di chi ci ha preceduto nel segno di una fedeltà eroica sino al martirio! E in questa antica basilica, grazie alla cura della Comunità di SantEgidio, è custodita e venerata la memoria di tanti testimoni della fede, caduti in tempi recenti. Cari amici della Comunità di SantEgidio, guardando a questi eroi della fede, sforzatevi anche voi di imitarne il coraggio e la perseveranza nel servire il Vangelo, specialmente tra i poveri. Siate costruttori di pace e di riconciliazione fra quanti sono nemici o si combattono. Nutrite la vostra fede con lascolto e la meditazione della Parola di Dio, con la preghiera quotidiana, con lattiva partecipazione alla Santa Messa. Lautentica amicizia con Cristo sarà la fonte del vostro amore scambievole. Sostenuti dal suo Spirito, potrete contribuire a costruire un mondo più fraterno. La Vergine Santa, Regina dei Martiri, vi sostenga ed aiuti ad essere autentici testimoni di Cristo.Amen!

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 27 avril, 2008 |Pas de commentaires »

Papa: a 29 nuovi sacerdoti, portate al mondo la gioia di Cristo

dal sito:

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=12113&theme=3&size=A

Papa: a 29 nuovi sacerdoti, portate al mondo la gioia di Cristo
Un appello di Benedetto XVI per Somalia, Darfur e Burundi, il ricordo dell
appena compiuto viaggio negli Stati Uniti e gli auguri agli ortodossi che oggi celebrano la Pasqua

Città del Vaticano (AsiaNews) La gioia che è insita nellordinazione di ogni nuovo sacerdote ed il dolore per le notizie di violenze che continuano ad arrivare dalAfrica tormentata hanno segnao lodierna giornata di Benedetto XVI che stamattina nella basilica di San Pietro ha conferito lordinazione a 29 diaconi della diocesi di Roma. Del rito il Papa ha poi parlato prima della recita del Regina Caeli, quando ha anche lanciato un appello per la Somalia, il Darfur ed il Burundi. Benedetto XVI ha anche ricordato la missione compiuta negli Statai Uniti ed ha inviato gli auguri per la Pasqua che gli ortodossi celebrano oggi, rinnovando la speranza di una piena unità.

Dove Cristo è predicato con la forza dello Spirito Santo ed è accolto con animo aperto, la società, pur piena di tanti problemi, diventa « città della gioia » come suona il titolo di un celebre libro riferito allopera di Madre Teresa a Calcutta. Questo laugurio Benedetto XVI ha rivolto ai preti novelli ed anche il tema centrale della sua omelia, ricordata poi alle 40mila persone presenti in piazza San Pietro per la recita del Regina Caeli, prendendo spunto dal capitolo VIII degli Atti degli Apostoli che narra la missione del diacono Filippo in Samaria, là dove di parla di grande gioia in quella città” (At 8,8), convertitasi alla nuova fede.

Cari amici ha detto ai 29 diaconi – questa è anche la vostra missione: recare il Vangelo a tutti, perché tutti sperimentino la gioia di Cristo e ci sia gioia in ogni città. Che cosa ci può essere di più bello di questo? Che cosa di più grande, di più entusiasmante, che cooperare a diffondere nel mondo la Parola di vita, che comunicare lacqua viva dello Spirito Santo? Annunciare e testimoniare la gioia: è questo il nucleo centrale della vostra missione.

Il Papa si è poi soffermato sul gesto della imposizione delle mani, che si compie durante il rito. E ha sottolineato – un segno inseparabile dalla preghiera, della quale costituisce un prolungamento silenzioso. Senza dire parole, il vescovo consacrante e dopo di lui gli altri sacerdoti pongono le mani sul capo degli ordinandi, esprimendo così linvocazione a Dio perché effonda il suo Spirito su di loro e li trasformi rendendoli partecipi del Sacerdozio di Cristo. Si tratta di pochi secondi, un tempo brevissimo, ma carico di straordinaria densità spirituale. In quella preghiera silenziosa ha aggiunto – avviene lincontro tra due libertà: la libertà di Dio, operante mediante lo Spirito Santo, e la libertà delluomo.

Una ultima sottolieatura il Papa ha dedicato alla frase evangelica « Se mi amate ». Cari amici ha detto – queste parole Gesù le ha pronunciate durante lUltima Cena nel momento in cui contestualmente istituiva lEucaristia e il Sacerdozio. Pur rivolte agli Apostoli, esse, in un certo senso, sono indirizzate a tutti i loro successori e ai sacerdoti, che sono i più stretti collaboratori dei successori degli Apostoli. Noi le riascoltiamo questoggi come un invito a vivere sempre più coerentemente la nostra vocazione nella Chiesa: voi, cari Ordinandi, le ascoltate con particolare emozione, perché proprio oggi Cristo vi rende partecipi del suo Sacerdozio. Accoglietele con fede e con amore! Lasciate che si imprimano nel vostro cuore, lasciate che vi accompagnino lungo il cammino dellintera vostra esistenza. Non dimenticatele, non smarritele per la strada! Rileggetele, meditatele spesso e soprattutto pregateci su. Rimarrete così fedeli allamore di Cristo e vi accorgerete con gioia sempre nuova di come questa sua divina Parola « camminerà » con voi e « crescerà » in voi.

Carissimi ha concluso – ecco il mio augurio in questo giorno per voi tanto significativo: che la speranza radicata nella fede possa diventare sempre più vostra! E possiate voi esserne sempre testimoni e dispensatori saggi e generosi, dolci e forti, rispettosi e convinti.

Alla folla riunita in piazza San Pietro, poco dopo, il Papa ha ricordato che oggi molte Chiese Orientali celebrano, secondo il calendario giuliano, la grande solennità della Pasqua. Desidero esprimere a questi nostri fratelli e sorelle la mia fraterna vicinanza spirituale. Li saluto cordialmente, pregando il Dio uno e trino di confermarli nella fede, di riempirli della luce splendente che emana dalla risurrezione del Signore e di confortarli nelle non facili situazioni in cui spesso devono vivere e testimoniare il Vangelo. Invito tutti ad unirvi a me nell’invocare la Madre di Dio, affinché la strada da tempo intrapresa del dialogo e della collaborazione porti presto ad una più completa comunione tra tutti i discepoli di Cristo, perché siano un segno sempre più luminoso di speranza per tutta l’umanità”.

Lappello per i drammi africani ha concluso la lunga mattina del Papa. Le notizie che giungono da alcuni Paesi africani ha detto – continuano a essere motivo di profonda sofferenza e viva preoccupazione. Vi chiedo di non dimenticare queste tragiche vicende e i fratelli e le sorelle che vi sono coinvolti! Vi chiedo di pregare per loro e di farvi loro voce! In Somalia, specialmente a Mogadiscio, aspri scontri armati rendono sempre più drammatica la situazione umanitaria di quella cara popolazione, da troppi anni oppressa sotto il peso della brutalità e della miseria. Il Darfur, nonostante qualche momentaneo spiraglio, rimane una tragedia senza fine per centinaia di migliaia di persone indifese e abbandonate a sé stesse. Infine il Burundi. Dopo i bombardamenti dei giorni scorsi che hanno colpito e terrorizzato gli abitanti della capitale Bujumbura e raggiunto anche la sede della Nunziatura Apostolica, e di fronte al rischio di una nuova guerra civile, invito tutte le parti in causa a riprendere senza indugio la via del dialogo e della riconciliazione. Confido che le Autorità politiche locali, i responsabili della comunità internazionale e ogni persona di buona volontà non tralasceranno sforzi per far cessare la violenza e onorare gli impegni presi, in modo da porre solide fondamenta alla pace e allo sviluppo. Affidiamo le nostre intenzioni ha concluso – a Maria, Regina dell’Africa.

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 27 avril, 2008 |Pas de commentaires »

immagine per fare dei bei sogni…(sono in vena di scherzi questa sera) però è carino anche lui!!!

immagine per fare dei bei sogni...(sono in vena di scherzi questa sera) però è carino anche lui!!! dans immagini buon...notte, giorno marine-iguana

A marine iguana basking in the sun

http://animals.nationalgeographic.com/animals/reptiles/marine-iguana.html

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 27 avril, 2008 |Pas de commentaires »

« Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito di verità »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=04/27/2008#

Sant’Ilario di Poitiers (circa 315-367), vescovo, dottore della Chiesa
Trattato sulla Trinità, 2, 31-35

« Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito di verità »

Dio è Spirito» dice il Signore alla Samaritana…; poiché Dio è invisibile, incomprensibile e infinito, non va adorato su un monte o in un tempio (Gv 4,21-24). «Dio è spirito», e uno spirito non può essere circoscritto, né trattenuto; per la potenza della sua natura, è dovunque e non è assente da alcun luogo; con tutto se stesso sovrabbonda in ogni cosa. Per questo occorre adorare nello Spirito Santo Dio che è spirito… Non dice altra cosa l’apostolo Paolo quando scrive: «Il Signore è lo spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è la libertà» (2 Cor 3,17)… Cessino dunque le argomentazioni di coloro che rifiutano lo Spirito. Lo Spirito Santo è uno, diffuso dappertutto, è lui che ha illuminato tutti i patriarchi, i profeti e l’intero coro di tutti coloro che hanno partecipato alla redazione della Legge. Egli ha ispirato Giovanni il Battista fin dal grembo di sua madre; è stato effuso infine sugli apostoli e su tutti i credenti affinché conoscessero la verità rivelata loro per grazia.

Ascoltiamo dalle parole dello stesso Signore quale sia il suo compito nei nostri confronti. Dice: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. È bene per voi che io me ne vada; se me ne vado vi manderò il Consolatore… lo Spirito di verità che vi guiderà alla verità tutta intera» (Gv 16, 7-13)… In queste parole vengono formulati sia la volontà del donatore, come pure la natura e il modo stesso del dono. Siccome la nostra limitatezza non ci permette di intendere né il Padre, né il Figlio, il dono dello Spirito Santo stabilisce un certo contatto tra noi e Dio, e così illumina la nostra fede nella difficoltà relative all’incarnazione di Dio…

Il dono, che è Cristo, è dato interamente a tutti. Resta ovunque a nosta disposizione e ci è concesso nella misura in cui vorremo accoglierlo. Dimorerà in noi sino alla fine del mondo, è il conforto della nostra attesa, è il pegno della speranza nella futura realizzazione dei suoi doni, è la luce delle nostre menti, lo splendore delle nostre anime.

Michel Quoist: NON HO TEMPO

dal sito:

http://www.piccolifiglidellaluce.it/

 

NON HO TEMPO
(Michel Quoist)

 

 Sono uscito, o Signore. Fuori la gente usciva. 

Andavano, venivano, camminavano, correvano. 

Correvano i motorini. Correvano le macchine. Correvano i camion. Correva la strada. 

Correva la città. Correvano tutti. Correvano per non perdere tempo. 

Correvano dietro al tempo, per guadagnar tempo. 

Arrivederci, signore, scusi, non ho tempo. 

Ripasserò, non posso attendere, non ho tempo. 

Termino questa lettera, perché non ho tempo. 

Avrei voluto aiutarla, ma non ho tempo. 

Non posso accettare.. per mancanza di tempo. 

Vorrei pregare, ma non ho il tempo. 

Il bambino, gioca, non ha tempo subito… più tardi… 

Lo scolaro, deve fare i compiti, non ha tempo subito… più tardi… 

L’universitario, ha i suoi corsi e tanto lavoro, non ha tempo subito…più tardi… 

Il giovane, fa dello sport, non ha tempo subito… più tardi… 

Il padre di famiglia, ha i bambini, non ha tempo subito… più tardi… 

I nonni, hanno i nipotini, non hanno tempo subito… più tardi… 

Sono malati! Hanno le loro cure, non hanno tempo adesso… più tardi… 

Sono moribondi, non hanno… Troppo tardi!… non hanno più tempo! 

Così gli uomini corrono tutti dietro al tempo, o Signore. 

Passano sulla terra correndo, frettolosi, precipitosi. 

E non arrivano mai a tutto, perché manca loro tempo. 

Signore, sembra che Tu abbia fatto un errore di calcolo. 

Le ore sono troppo brevi! I giorni sono troppo brevi! 

Le vite sono troppo brevi! Ma Tu sai quello che fai. 

Tu non ti sbagli quando distribuisci il tempo agli uomini. 

Tu doni a ciascuno il tempo di fare quello che tu vuoi che egli faccia. 

Ma non bisogna perdere tempo, sprecare tempo, ammazzare il tempo. 

Perché il tempo è un regalo che tu ci fai, ma un regalo che non si conserva. 

 

Signore, io ho tempo. Tutto il tempo che tu mi dai. 

Gli anni della mia vita. Le giornate dei miei anni. Le ore delle mie giornate. 

Sono tutti miei. A me spetta riempirli, serenamente, con calma, ma riempirli tutti, fino all’orlo, 

Per offrirteli, in modo che della loro acqua insipida Tu faccia un vino generoso, 

come facesti un tempo a Cana per le nozze umane. 

Non Ti chiedo questa sera, o Signore, il tempo di fare questo e poi ancora quello che io voglio, 

ti chiedo la grazia di fare coscienziosamente, nel tempo che tu mi dai, quello che tu vuoi ch’io faccia. In questo sta la  felicità 

 

Publié dans:preghiere |on 27 avril, 2008 |Pas de commentaires »

buona notte (con una splendida medusa)

buona notte (con una splendida medusa) dans immagini buon...notte, giorno jellyfishbig_jpgpiccola-or

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 26 avril, 2008 |Pas de commentaires »

« Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=04/26/2008#

San Policarpo (69-155), vescovo e martire
Lettera ai Flilippesi, SC 10, p. 215-217, 221.

« Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi »

Perseveriamo senza posa, fratelli miei, nella nostra speranza e nel pegno della nostra giustizia, che è Gesù Cristo… Cerchiamo quindi d’imitare la sua pazienza e, se dovremo soffrire per il suo nome, rendiamogli gloria. Tale infatti è l’esempio che egli ci pose dinanzi nella sua persona, e noi l’abbiamo creduto.

Vi scongiuro tutti ad essere obbedienti alla parola della giustizia e a sopportare con tutta quella pazienza che avete ammirato con i vostri occhi non solo nei beati Ignazio, Zosimo e Rufo, ma anche in altri dei vostri, nello stesso Paolo e negli altri apostoli. Persuadetevi che tutti costoro non corsero invano, ma nella fede e nella giustizia, e che ora occupano il posto loro dovuto presso il Signore, con il quale hanno condiviso le sofferenze. Poiché essi non hanno amato questo mondo, ma Colui che è morto per noi e che per noi fu risuscitato da Dio…

Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, e lo stesso pontefice eterno Gesù Cristo, Figlio di Dio, vi facciano crescere nella fede, nella verità, nella perfetta mansuetudine e senza iracondia, nella pazienza, nella longanimità, nella rassegnazione e nella castità. Il Signore vi conceda d’essere partecipi dell’eredità dei suoi santi e, insieme con voi, lo conceda pure a noi e a tutti coloro che sono sotto il cielo e che crederanno nel Signore nostro Gesù Cristo e nel suo Padre, che lo risuscitò dai morti. Pregate per tutti i santi. Pregate anche per i re, per i magistrati e i principi, per quelli che vi perseguitano e vi odiano e per i nemici della croce, affinché il vostro frutto sia manifesto a tutti, affinché siate perfetti in lui.

Mons. Gianfranco Ravasi : La preghira della sera

dal sito: 

http://www.novena.it/ravasi/ravasi2.htm

Mons. Gianfanco Ravasi

La preghiera della sera

 

Il 2 febbraio il calendario ci ricorda la festa della Presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme, sulla scia di una bella pagina dell’evangelista Luca (2,22-38), pagina che verrà letta nella liturgia di quel giorno. Ora noi vorremmo fermarci sul canto che è pronunziato in quell’occasione da Simeone, «uomo giusto e timorato di Dio» (2,25.35) che reca sulle braccia il piccolo Gesù, così da essere chiamato dalla tradizione orientale Theodòkos, cioè «colui che accoglie Dio» nelle sue braccia.
Egli raffigura l’attesa messianica dell’Israele fedele che riconosce in Ges
ù, presentato al tempio per essere riscattato come tutti i primogeniti ebrei (considerati appartenenti a Dio, secondo Esodo 13), l’attuazione della sua speranza e attesa. Simeone pronunzia anche un severo oracolo sulla storia futura che sarà quasi lacerata dalla presenza di Cristo: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori»
(2,34).
Ma il suo canto
è dolce: è il Nunc dimittis, così
chiamato dalle prime parole della versione latina della Vulgata di san Girolamo.
Si dice che il musicista Orlando di Lasso (1530-1594) l’abbia messo in musica ben 12 volte (da 4 a 7 voci)!
«Ora lascia, Signore, che il tuo servo / vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli, / luce per illuminare le genti / e gloria del tuo popolo Israele»
(2,29-32).
Questo breve salmo cristiano fin dal V secolo,
è
divenuto la preghiera serale del cristiano, il cantico del Compieta, l’orazione liturgica serale.
Anzi, uno studioso, Douglas R. Jones, ha ipotizzato che fosse il canto funebre per un fedele giusto, messo in bocca a Simeone. In questo spirito un importante romanziere vittoriano inglese, Anthony Trollope (1815-1882), ha posto sulle labbra di un suo personaggio, il protagonista di The Warden (« Il custode), mister Harding, sacerdote e violoncellista ormai vecchio e invalido, proprio le parole del canto di Simeone.
Egli si trascina fino allo strumento chiuso nell’armadio e, abbandonandosi alla
«follia delle sue vecchie dita», tocca le corde traendone «un lagno bassissimo, di breve durata, a intervalli». Riesce, così, a capire e a dirsi che la sua lunga vita ha compiuto il suo cerchio e allora «con un dolce sorriso» invoca: «Signore, ora lascia che il tuo servo vada in pace!». In realtà l’inno di Simeone non è un addio crepuscolare e malinconico, bensì un saluto festoso all’alba messianica che sta per schiudersi e che è incarnata in un bambino, Gesù
di Nazaret.

Publié dans:CAR. GIANFRANCO RAVASI |on 26 avril, 2008 |Pas de commentaires »

San Marco Evangelista

San Marco Evangelista dans immagini sacre
http://santiebeati.it/immagini/?mode=album&album=20850&start=0

Publié dans:immagini sacre |on 25 avril, 2008 |Pas de commentaires »

L’OSSERVATORE ROMANO – EDIZIONE 26 APRILE 2008

http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

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