Archive pour avril, 2008

Un congresso sulla possibile presenza di San Paolo in Spagna

04/04/2008, dal sito:

http://www.zenit.org/article-13967?l=italian
 

 

Un congresso sulla possibile presenza di San Paolo in Spagna 

E la comunità cristiana più antica della Penisola Iberica a Tarragona 

 

TARRAGONA, venerdì, 4 aprile 2008 (ZENIT.org).- In occasione dell’anno giubilare dei santi Fruttoso, Augurio ed Eulogio e alla vigilia dell’Anno Paolino, l’Arcidiocesi di Tarragona (Spagna) organizza il congresso internazionale “Paolo, Fruttuoso e il cristianesimo delle origini a Tarragona”. 

Papa Benedetto XVI ha concesso all’Arcidiocesi di Tarragona la celebrazione dell’anno giubilare, dedicato alla memoria dei santi martiri Fruttuoso, Vescovo, e Augurio ed Eulogio, diaconi, in occasione dei 1750 anni del martirio che hanno subito nell’anfiteatro di Tarragona il 21 gennaio del 259 d.C. 

Il congresso internazionale, dedicato al cristianesimo in questa regione catalana tra il I e l’VIII secolo, occuperà un luogo preminente nel contesto dei congressi e degli studi sull’apostolo Paolo. L’incontro si svolgerà nella città di Tarragona il 19, 20 e 21 giugno 2008, informano gli organizzatori in una nota inviata a ZENIT. 

La ricca storia della Tarraco romana e delle origini del cristianesimo, testimoniati dalla Passio dei martiri Fruttuoso, Augurio ed Eulogio, sarà l’elemento su cui si concentrerà l’attenzione di molti ricercatori giunti da varie parti del mondo. 

L’anno giubilare di San Fruttuoso di Tarragona è iniziato il 21 gennaio 2008 e si chiuderà il 21 gennaio 2009. 

Nel contesto degli atti e delle celebrazioni dell’anno giubilare, monsignor Jaume Pujol i Balcells, Arcivescovo di Tarragona, ha incaricato dell’organizzazione del congresso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Fruttuoso” (INSAF), istituzione accademica universitaria dell’Arcidiocesi di Tarragona. Il congresso conta sulla collaborazione della Facoltà di Teologia della Catalogna (FTC), con sede a Barcellona, e dell’Università Rovira i Virgili (URV) di Tarragona. 

La storia della Chiesa di Tarragona è lunga e feconda. La prima testimonianza scritta della comunità cristiana di Tarraco sono gli atti del martirio del Vescovo San Fruttuoso e dei suoi due diaconi Augurio ed Eulogio nel 259 d.C., sotto la persecuzione decretata dagli imperatori Valeriano e Galieno. 

Gli atti del loro martirio sono considerati autentici e sono i più antichi della Penisola Iberica, rappresentando il primo documento scritto sul cristianesimo ispanico. 

La Passio di Fruttuoso esprime in modo manifesto l’esistenza di una Chiesa organizzata gerarchicamente – l’episcopato di Fruttuoso, il diaconato di Augurio ed Eulogio e il lettorato di Augustal – e solidamente radicata nella Tarraco romana. 

55 anni dopo il martirio del Vescovo Fruttuoso, nel 314, un Vescovo di Tarraco partecipava al Concilio di Arles, mediante i suoi due delegati Probazio e Castorio. La necropoli di Tarragona conserva un’iscrizione funebre dell’anno 325 e il grandioso mausoleo funerario di Centcelles, della seconda metà del IV secolo, contiene un mosaico nella cupola di chiara iconografia biblica. 

Nel 384, l’Arcivescovo Imerio consultò Papa Damaso su alcuni dubbi relativi a varie questioni di disciplina ecclesiastica. Morto questi, gli rispose il suo successore, Papa Siricio, l’11 febbraio 385. Si tratta della prima bolla papale che un Papa rivolge a un Vescovo della Chiesa latina. Appare, quindi, la struttura provinciale della Tarraconense e anche la primazia a livello peninsulare. 

I dati storici e i calcoli realizzati a partire dalle fondi epigrafiche esprimono chiaramente che la comunità cristiana di Tarraco nel IV secolo era una delle più numerose della Penisola Iberica. La posizione strategica di Tarragona – passaggio obbligato tra la Penisola e Roma – fa pensare che l’introduzione del cristianesimo a Tarraco sarebbe precedente al primo dato storico che conosciamo di questa comunità cristiana attraverso la Passio di Fruttuoso. 

La Chiesa di Tarragona afferma la venerabile tradizione della predicazione dell’apostolo Paolo in questa città, e la ritiene un fatto storico altamente probabile. Una piccola cappella del XIII secolo, oggi situata all’interno del Seminario Pontificio e costruita su una roccia, nell’acropoli della città, evoca il soggiorno di Paolo a Tarraco e le prime parole evangeliche che vi vennero pronunciate. 

In seguito, all’inizio dell’VIII secolo, l’Arcivescovo di Tarragona, San Prospero, dopo aver salvato le reliquie di San Fruttuoso in concomitanza con l’invasione islamica, si rifugiò in Italia, dove fu Vescovo di Reggio Emilia. Lì venne venerato dopo la morte come santo; l’ufficio liturgico a lui dedicato spiega che fu uno dei successori di San Paolo. Questo è il documento più antico (secoli VIII-IX), prodotto in Italia, in cui appaiono insieme San Paolo e Tarragona, e in secondo piano le reliquie di San Fruttuoso. 

Il congresso vuole aprire nuove vie nella ricerca storica e scientifica su questa affascinante questione: il viaggio apostolico di Paolo in Ispania – annunciato dallo stesso Paolo in Romani 15 –, gli inizi del cristianesimo a Tarraco e, con San Fruttuoso, il successivo sviluppo della comunità cristiana più antica della Penisola Iberica. 

Allo stesso modo, l’Anno di San Paolo annunciato da Papa Benedetto XVI in occasione del bimillenario della nascita dell’Apostolo delle Nazioni (28 giugno 2008-28 giugno 2009) contribuirà a nuove ricerche sulla vita di Paolo, la sua attività evangelizzatrice e i suoi scritti. 

Publié dans:San Paolo, ZENITH |on 5 avril, 2008 |Pas de commentaires »

buona notte

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« La gente, visto il segno che egli aveva compiuto cominciò a dire : ‘ Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo ’ »

dal sito: 

http://levangileauquotidien.org/

Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorsi sul vangelo di Giovanni, 24, 1.6.7 ; CCL 36, 244

« La gente, visto il segno che egli aveva compiuto cominciò a dire : ‘ Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo ’ »

Governare il mondo intero, è un miracolo più grande che saziare cinquemila persone con cinque pani. Tuttavia, di quel fatto nessuno si stupisce, di questo gli uomini si stupiscono, non perché sia più grande, ma perché è raro. Chi, infatti, anche adesso nutre il mondo intero, se non colui che con pochi grani crea le messi? Cristo operò, quindi, come Dio. Allo stesso modo, infatti, che con pochi grani moltiplica le messi, così nelle sue mani ha moltiplicato i cinque pani. La potenza era nelle mani di Cristo; e quei cinque pani erano come semi, non affidati alla terra, ma moltiplicati da colui che ha fatto la terra.

E’ stato dunque offerto ai sensi tanto di che elevare lo spirito, … affinché fossimo presi da ammirazione, attraverso le opere visibili, per l’invisibile Iddio (Rm 1,20); ed elevati alla fede, e mediante la fede purificati, sentissimo il desiderio di vedere spiritualmente, con gli occhi della fede, l’invisibile, che già conosciamo attraverso le cose visibili… E’ stato compiuto affinché quelli lo vedessero, ed è stato scritto affinché noi lo ascoltassimo. Ciò che essi poterono vedere con gli occhi, noi possiamo vederlo con la fede. Noi contempliamo spiritualmente ciò che non abbiamo potuto vedere con gli occhi. Noi ci troviamo in vantaggio rispetto a loro, perché per noi è stato detto: « Beati quelli che non vedono e credono » (Gv 20, 29).

“Scienza & Vita” di Pisa e Livorno difende i medici obiettori

03/04/2008, dal sito:
 

http://www.zenit.org/article-13953?l=italian

 

“Scienza & Vita” di Pisa e Livorno difende i medici obiettori 

Respinte le intimidazioni e le argomentazioni sulla pillola del ‘giorno dopo’ 

di Antonio Gaspari

 

 ROMA, giovedì, 3 aprile 2008 (ZENIT.org).- Ha suscitato scalpore la notizia secondo cui, in due ambulatori di guardia medica nella zona di Pisa, i medici, appellandosi al diritto di obiezione di coscienza, non hanno prescritto la pillola del ‘giorno dopo’ a due ragazze. 

Secondo quanto riportato dai media, le strutture sanitarie dell’azienda sanitaria locale pisana avrebbero avviato una indagine interna. 

Intervenendo sulla vicenda, l’associazione “Scienza & Vita” di Pisa e Livorno ha diffuso un comunicato in cui ha precisato diritti e doveri del personale medico. 

In merito alla pillola del giorno dopo, nella nota recapitata a ZENIT si legge che “la vasta letteratura scientifica in materia (Landgren, 1989; Wang, 1998; Ugocsai, 2002; Marions, 2002; Trussel, 2006) fornisce amplissima documentazione di possibili effetti post-fertilizzativi della pillola del giorno dopo, tra cui l’interferenza con l’impianto dell’embrione, effetti, peraltro, dichiarati anche nella scheda tecnica e nel foglietto illustrativo del farmaco”. 

Secondo gli esperti dell’associazione, “affermare che il farmaco non è un abortivo, ma è un contraccettivo significa eludere il problema che è proprio l’azione anti-nidatoria del farmaco che pone problemi etici a un numero notevolissimo di medici”. 

“Negare effetti post-fertilizzativi – continuano – significherebbe di fatto ammettere che il farmaco ha un’efficacia enormemente inferiore rispetto a quanto dichiarato e quindi a porre la questione in modo ancora più stringente del rapporto rischio/beneficio”. 

Circa l’effetto anticoncezionale e riduttivo degli aborti della pillola del giorno dopo, il comunicato afferma che “a livello di popolazione gli studi scientifici (Polis, 2007; Raymond, 2007) hanno dimostrato che la promozione della diffusione della pillola del ‘giorno dopo’ non si associa ad una riduzione né delle gravidanze indesiderate, né degli aborti”. 

In relazione alla questione dei diritti, Scienza & Vita di Pisa e Livorno ricorda che “in Italia il farmaco è dispensabile dietro prescrizione di ricetta medica. Questo implica un’anamnesi, una visita, il raggiungimento del consenso informato da parte della paziente e solo al termine di un tale percorso l’eventuale prescrizione, che non può essere intesa come mero atto burocratico se non svilendo la professione stessa”. 

A questo proposito, si ribadisce: “La Corte Costituzionale italiana ha affermato il diritto alla vita del concepito, non dell’impiantato, la Convenzione di Bioetica del Consiglio d’Europa non distingue l’embrione dal pre-embrione (art. 18), la legge 194 afferma la tutela della vita dal suo inizio (art. 1) e si riferisce al concepito (articoli 4 e 5) al pari della legge 40 (art. 1)”. 

Gli esperti di Scienza & Vita rilevano inoltre che “il Comitato Nazionale di Bioetica ha stabilito all’unanimità ‘per la concreta possibilità di un’azione post-fertilizzativa’ la possibilità per il medico ‘di rifiutare la prescrizione e la somministrazione di LNG [levonorgestrel, ndr] e ‘il diritto ad appellarsi alla clausola di coscienza’ (28-05-2004)”.  

In difesa della libertà di obiezione di coscienza, l’associazione toscana rammenta che la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO), in data 11 dicembre 2006, ha riconosciuto che la clausola di coscienza “sul piano sostanziale costituisce diritto assimilabile a quello proveniente dall’obiezione di coscienza e trova la sua consacrazione nella disposizione di cui all’art. 19 del Codice di deontologia medica del 1998” (articolo 22 del nuovo Codice deontologico del 2006) e che, per poter essere invocata, obbliga i medici ad ottemperare agli adempimenti previsti dalla legge 194/78. 

Nel nuovo Codice di deontologia medica si legge infatti che “il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o con il suo convincimento clinico, può rifiutare la propria opera, a meno che questo comportamento non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona assistita e deve fornire al cittadino ogni utile informazione e chiarimento”. 

Per questo motivo, continua il comunicato, “non vi è quindi alcun obbligo per i medici di dichiarare alle aziende sanitarie la propria indisponibilità a prescrivere la pillola del ‘giorno dopo’, una volta che questi abbiano dichiarato obiezione di coscienza sulla base della legge 194/78”. 

A questo proposito, secondo Scienza & Vita di Pisa e Livorno “l’Ordine dei medici, ma prima ancora le istituzioni, hanno il dovere di tutelare l’indipendenza dei medici su questioni che coinvolgono profili etici attraverso l’obiezione coscienza”. 

In merito alla vicenda specifica, il comunicato dell’Associazione toscana rileva inoltre che “i medici della continuità assistenziale, spesso fuori sede per visite urgenti domiciliari, hanno messo in atto un comportamento del tutto legittimo e rispettoso delle norme deontologiche, peraltro preoccupandosi di avvertire le eventuali pazienti dei presidi dove potersi rivolgere e del tempo utile per farlo”. 

Denunciando la “campagna di intimidazione” ai danni dei medici obiettori che si attengono fedelmente all’originale giuramento di Ippocrate, che impone al medico di difendere sempre la vita, l’associazione Scienza & Vita di Pisa e Livorno si dichiara quindi disponibile “ad offrire consulenza e patrocinio legale ai medici che dovessero essere chiamati a rispondere del loro comportamento nella vicenda”. 

 

Publié dans:bioetica, ZENITH |on 4 avril, 2008 |Pas de commentaires »

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« Dio gli dà lo Spirito senza misura »

dal sito:

http://levangileauquotidien.org/

Sant’Afraate (?-circa 345), monaco e vescovo a Nìnive, nell’Iraq attuale
Dimostrazioni, n° 6 ; SC 349, 394

« Dio gli dà lo Spirito senza misura »

Se, a partire da un fuoco, accendi altri focolari in numerosi luoghi, non ne viene diminuito il primo… Così è per Dio e per il suo Messia; sono una cosa sola, pur dimorando nella moltitudine degli uomini. Neanche il sole viene diminuito in nulla per il fatto che la sua potenza si diffonde sulla terra. E quanto più grande è la forza di Dio, che fa sussistere il sole.

Era pesante per Mosè condurre da solo l’accampamento di Israele. Gli disse il Signore: « Prenderò lo Spirito che è su di te per metterlo sui settanta uomini tra gli anziani d’Israele » (Num 11,17). Quando attinse dallo spirito di Mosè e i settanta uomini ne sono stati colmi, forse Mosè ne ha subito una diminuzione? Forse si percepiva che aveva meno spirito? Anche il beato Paolo dice: « Dio ha distribuito dello Spirito di Cristo-Messia e l’ha mandato sui profeti (1 Cor 12,11.28). Eppure il Messia non è stato danneggiato in nulla, perché suo Padre gli ha dato lo Spirito senza misura.

In questo senso… il Cristo-Messia abita negli uomini credenti. Non è diminuito in nulla se viene distribuito alla moltitudine. I profeti [del Nuovo Testamento] infatti hanno ricevuto lo Spirito di Cristo, ognuno per quanto ne poteva portare. E ancora oggi, il medesimo Spirito del Messia viene versato su ogni carne, perché figli e figlie, anziani e giovani, servi e serve profetizzino(Gl 3,1; At 2,17). Il Messia è in noi, e il Messia è in cielo alla destra del Padre. Non con misura ha ricevuto lo Spirito, ma il Padre l’ha amato e gli ha dato in mano ogni cosa, donandogli il potere su tutto il suo tesoro… Il nostro Signore dice ancora: « Tutto mi è stato dato dal Padre » (Mt 11,27)… L’apostolo Paolo dice in fine: « Quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti » (1 Cor 15,27-28).

25 marzo 2008 – Presentata oggi a Mosca la Spe Salvi in russo

dal sito: 

http://new.asianews.it/index.php?l=it&art=11841

 

  

25/03/2008 10:03

RUSSIA – VATICANO

Presentata oggi a Mosca la Spe Salvi in russo


Alla cerimonia, che si terrà presso il Centro culturale “Biblioteca dello Spirito”, interverranno l’arcivescovo cattolico mons. Paolo Pezzi e p. Vladimir Shmalij, segretario della Commissione teologica sinodale del Patriarcato ortodosso.

 

Mosca (AsiaNews) – La traduzione russa dell’enciclica Spe Salvi viene presentata oggi nella capitale russa. L’evento, secondo i suoi organizzatori, “rappresenta un’occasione di incontro e dialogo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa”. 

  

Alla presentazione, che si terrà presso il Centro culturale “Biblioteca dello Spirito”, interverranno l’arcivescovo cattolico mons. Paolo Pezzi e p. Vladimir Shmalij, segretario della Commissione teologica sinodale del Patriarcato e vicerettore dell’Accademia teologica di Sergiev Posad. 

  

La pubblicazione dell’enciclica è stata curata dalle Edizioni Francescane, in collaborazione con la Nunziatura Apostolica e l’agenzia di stampa cattolica Agnuz. La traduzione in russo della Spe Salvi non rappresenta un caso isolato: nel 2006, la Biblioteca dello Spirito aveva già pubblicato il volume “Introduzione al cristianesimo”, firmato dall’allora cardinal Ratzinger. L’introduzione era stata scritta dal metropolita Kirill. 

  

La Biblioteca dello Spirito è stata aperta a Mosca nel 1993 dalla Fondazione “Russia Cristiana” insieme al Centro ortodosso Ss. Cirillo e Metodio di Minsk e alla Caritas diocesana di Mosca. Vi lavorano insieme cattolici e ortodossi, promuovendo (attraverso incontri, mostre e pubblicazioni) occasioni di confronto e dialogo ecumenico. 

 

Publié dans:Papa Benedetto XVI, ZENITH |on 3 avril, 2008 |Pas de commentaires »

Carl Anderson: il Papa porta negli Stati Uniti la rivoluzione della virtù

01/04/2008, dal sito:
 

http://www.zenit.org/article-13940?l=italian 

 

Carl Anderson: il Papa porta negli Stati Uniti la rivoluzione della virtù 

 

Il Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo presenta il suo ultimo libro in Vaticano 

 

di Jesús Colina

 

 CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 1° aprile 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI porterà con la sua prossima visita negli Stati Uniti una “rivoluzione di virtù”, ha spiegato Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, presentando il suo nuovo libro in Vaticano. 

A Civilization of Love” (HarperOne, 203 pagine) mostra “ciò che ogni cattolico può fare per trasformare il mondo” alla luce del pensiero di Giovanni Paolo II e del suo successore alla sede petrina. 

“Stiamo parlando di una ‘rivoluzione di virtù’, ma delle virtù teologali, fede, speranza e carità”, ha spiegato in alcune dichiarazioni a ZENIT. 

“E questo è il messaggio che Benedetto XVI ha lasciato con le sue due Encicliche, ‘Deus caritas est‘, che è amore, e Spe salvi‘, che è carità”. 

La competenza di Anderson sul Vaticano include la sua nomina da parte di Papa Benedetto XVI a membro del Pontificio Consiglio della Famiglia (2007) e a consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (2006). 

In virtù delle sue precedenti nomine da parte di Giovanni Paolo II, è consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (2003) e membro del Pontificio Consiglio per i Laici (2002) e della Pontificia Accademia per la Vita (1998). 

Anderson è convinto che il messaggio che stanno aspettando gli Statunitensi, come questo anno di elezioni ha dimostrato “in modo tremendo”, sia questo: “la questione del cambiamento e la richiesta di speranza, e il cristianesimo è una religione di cambiamento e di speranza”. 

“Gli effetti dell’11 settembre si fanno ancora sentire molto negli USA e una delle cose che suggerisco nel libro è che tipo di popolo siamo, che tipo di popolo vogliamo diventare”, ha osservato. 

La risposta a queste domande, secondo Anderson, è proprio nella civiltà dell’amore. 

“In una civiltà di questo tipo, ogni persona è un figlio di Dio. Abbiamo tutti un valore intrinseco. La battaglia oggi è tra la cultura della morte (in cui la gente viene giudicata per il suo valore economico o sociale) e la cultura della vita”, spiega nel libro. 

Anderson mette da parte le differenze religiose per diffondere un messaggio di speranza a quanti diffidano del disordine costante della società moderna. 

“Abbracciando la cultura della vita e mettendoci dalla parte degli emarginati e di quelli che vengono considerati ‘inutili’ o un ‘fardello’ nella società moderna, i cristiani possono cambiare il timbro e la direzione della nostra cultura”, afferma nel libro. 

Anderson ha aggiunto che il suo libro cerca di superare lo “scontro di civiltà”, perché la civiltà dell’amore non è qualcosa che appartiene esclusivamente ai cristiani, e di presentare “una road map per aiutare i cristiani a comprendere il loro ruolo nel mondo”. 

Promuovere questa civiltà dell’amore, spiega il Cavaliere Supremo, implica il fatto di sostenere con decisione la vita e la famiglia. 

Alla presentazione del libro hanno partecipato il Cardinale James Stafford, Penitenziere Maggiore ed ex presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; monsignor Livio Melina, presidente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia a Roma; monsignor Jean Laffitte, vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita. 

Carl Anderson è la guida degli 1,7 milioni di membri dei Cavalieri di Colombo, la principale organizzazione cattolica laica del mondo, fondata nel 1882 dal Venerabile Servo di Dio padre Michael McGivney a New Haven (Connecticut, Stati Uniti).

Publié dans:Papa Benedetto XVI, ZENITH |on 3 avril, 2008 |Pas de commentaires »

Messa a tre anni dalla morte di Giovanni Paolo II

02/04/2008, dal sito:

http://www.zenit.org/article-13943?l=italian

 

Messa a tre anni dalla morte di Giovanni Paolo II 

 

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 2 aprile 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l’omelia pronunciata da Benedetto XVI nel presiedere questo mercoledì, sul sagrato della Basilica Vaticana, la celebrazione della Messa nel terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II.  

 

Cari fratelli e sorelle! 

La data del 2 aprile è rimasta impressa nella memoria della Chiesa come il giorno della partenza da questo mondo del servo di Dio Papa Giovanni Paolo II. Riviviamo con emozione le ore di quel sabato sera, quando la notizia della morte fu accolta da una grande folla in preghiera che gremiva Piazza San Pietro. Per diversi giorni la Basilica Vaticana e questa Piazza sono state davvero il cuore del mondo. Un fiume ininterrotto di pellegrini rese omaggio alla salma del venerato Pontefice e i suoi funerali segnarono un’ulteriore testimonianza della stima e dell’affetto, che egli aveva conquistato nell’animo di tantissimi credenti e di persone d’ogni parte della terra. Come tre anni fa, anche oggi non è passato molto tempo dalla Pasqua. Il cuore della Chiesa è ancora profondamente immerso nel mistero della Risurrezione del Signore. In verità, possiamo leggere tutta la vita del mio amato Predecessore, in particolare il suo ministero petrino, nel segno del Cristo Risorto. Egli nutriva una fede straordinaria in Lui, e con Lui intratteneva una conversazione intima, singolare e ininterrotta. Tra le tante qualità umane e soprannaturali, aveva infatti anche quella di un’eccezionale sensibilità spirituale e mistica. Bastava osservarlo quando pregava: si immergeva letteralmente in Dio e sembrava che tutto il resto in quei momenti gli fosse estraneo. Le celebrazioni liturgiche lo vedevano attento al mistero-in-atto, con una spiccata capacità di cogliere l’eloquenza della Parola di Dio nel divenire della storia, al livello profondo del disegno di Dio. La Santa Messa, come spesso ha ripetuto, era per lui il centro di ogni giornata e dell’intera esistenza. La realtà « viva e santa » dell’Eucaristia gli dava l’energia spirituale per guidare il Popolo di Dio nel cammino della storia. 

Giovanni Paolo II si è spento alla vigilia della seconda Domenica di Pasqua; al compiersi del « giorno che ha fatto il Signore ». La sua agonia si è svolta tutta entro questo « giorno », in questo spazio-tempo nuovo che è l’ »ottavo giorno », voluto dalla Santissima Trinità mediante l’opera del Verbo incarnato, morto e risorto. In questa dimensione spirituale il Papa Giovanni Paolo II più volte ha dato prova di trovarsi in qualche modo immerso già prima, durante la sua vita, e specialmente nell’adempimento della missione di Sommo Pontefice. Il suo pontificato, nel suo insieme e in tanti momenti specifici, ci appare infatti come un segno e una testimonianza della Risurrezione di Cristo. Il dinamismo pasquale, che ha reso l’esistenza di Giovanni Paolo II una risposta totale alla chiamata del Signore, non poteva esprimersi senza partecipazione alle sofferenze e alla morte del divino Maestro e Redentore. « Certa è questa parola – afferma l’apostolo Paolo – se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo » (2 Tm 2,11-12). Fin da bambino, Karol Wojtyła aveva sperimentato la verità di queste parole, incontrando sul suo cammino la croce, nella sua famiglia e nel suo popolo. Egli decise ben presto di portarla insieme con Gesù, seguendo le sue orme. Volle essere suo fedele servitore fino ad accogliere la chiamata al sacerdozio come dono ed impegno di tutta la vita. Con Lui visse e con Lui volle anche morire. E tutto ciò attraverso la singolare mediazione di Maria Santissima, Madre della Chiesa, Madre del Redentore intimamente e fattivamente associata al suo mistero salvifico di morte e risurrezione. 

Ci guidano in questa riflessione rievocativa le Letture bibliche appena proclamate: « Non abbiate paura, voi! » (Mt 28,5). Le parole dell’angelo della risurrezione, rivolte alle donne presso il sepolcro vuoto, che ora abbiamo ascoltato, sono diventate una specie di motto sulle labbra del Papa Giovanni Paolo II, fin dal solenne inizio del suo ministero petrino. Le ha ripetute più volte alla Chiesa e all’umanità in cammino verso il 2000, e poi attraverso quello storico traguardo e ancora oltre, all’alba del terzo millennio. Le ha pronunciate sempre con inflessibile fermezza, dapprima brandendo il bastone pastorale culminante nella Croce e poi, quando le energie fisiche andavano scemando, quasi aggrappandosi ad esso, fino a quell’ultimo Venerdì Santo, in cui partecipò alla Via Crucis dalla Cappella privata stringendo tra le braccia la Croce. Non possiamo dimenticare quella sua ultima e silenziosa testimonianza di amore a Gesù. Anche quella eloquente scena di umana sofferenza e di fede, in quell’ultimo Venerdì Santo, indicava ai credenti e al mondo il segreto di tutta la vita cristiana. Il suo « Non abbiate paura » non era fondato sulle forze umane, né sui successi ottenuti, ma solamente sulla Parola di Dio, sulla Croce e sulla Risurrezione di Cristo. Via via che egli veniva spogliato di tutto, da ultimo anche della stessa parola, questo affidamento a Cristo è apparso con crescente evidenza. Come accadde a Gesù, pure per Giovanni Paolo II alla fine le parole hanno lasciato il posto all’estremo sacrificio, al dono di sé. E la morte è stata il sigillo di un’esistenza tutta donata a Cristo, a Lui conformata anche fisicamente nei tratti della sofferenza e dell’abbandono fiducioso nella braccia del Padre celeste. « Lasciate che vada al Padre », queste – testimonia chi gli fu vicino – furono le sue ultime parole, a compimento di una vita totalmente protesa a conoscere e contemplare il volto del Signore. 

Venerati e cari fratelli, vi ringrazio tutti per esservi uniti a me in questa santa Messa di suffragio per l’amato Giovanni Paolo II. Un pensiero particolare rivolgo ai partecipanti al primo Congresso mondiale sulla Divina Misericordia, che inizia proprio oggi, e che intende approfondire il suo ricco magistero su questo tema. La misericordia di Dio – lo disse egli stesso – è una chiave di lettura privilegiata del suo pontificato. Egli voleva che il messaggio dell’amore misericordioso di Dio raggiungesse tutti gli uomini ed esortava i fedeli ad esserne testimoni (cfr Omelia a Cracovia-Łagiewniki, 18.8.2002). Per questo volle elevare all’onore degli altari suor Faustina Kowalska, umile Suora divenuta per un misterioso disegno divino messaggera profetica della Divina Misericordia. Il servo di Dio Giovanni Paolo II aveva conosciuto e vissuto personalmente le immani tragedie del XX secolo, e per molto tempo si domandò che cosa potesse arginare la marea del male. La risposta non poteva trovarsi che nell’amore di Dio. Solo la Divina Misericordia è infatti in grado di porre un limite al male; solo l’amore onnipotente di Dio può sconfiggere la prepotenza dei malvagi e il potere distruttivo dell’egoismo e dell’odio. Per questo, durante l’ultima visita in Polonia, tornando nella sua terra natale ebbe a dire: « Non c’è altra fonte di speranza per l’uomo che la misericordia di Dio » (ibid.). 

Rendiamo grazie al Signore per aver donato alla Chiesa questo suo fedele e coraggioso servitore. Lodiamo e benediciamo la Beata Vergine Maria per avere vegliato incessantemente sulla sua persona e sul suo ministero, a beneficio del Popolo cristiano e dell’intera umanità. E mentre offriamo per la sua anima eletta il Sacrificio redentore, lo preghiamo di continuare a intercedere dal Cielo per ciascuno di noi, per me in modo speciale, che la Provvidenza ha chiamato a raccogliere la sua inestimabile eredità spirituale. Possa la Chiesa, seguendone gli insegnamenti e gli esempi, proseguire fedelmente e senza compromessi la sua missione evangelizzatrice, diffondendo senza stancarsi l’amore misericordioso di Cristo, sorgente di vera pace per il mondo intero. 

Publié dans:Papa Benedetto XVI, ZENITH |on 3 avril, 2008 |Pas de commentaires »

buona notte

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Antirrhinum majus

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Publié dans:immagini sacre |on 2 avril, 2008 |Pas de commentaires »
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