Archive pour le 23 avril, 2008

Crucifix from Limoges

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Crucifix from Limoges Images of Religious and Theological Iconography Vanderbilt University, Divinity Library Nashville,

http://www.artbible.net/3JC/-Mat-27,32_Crucifixion/index.html

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Sant’Agostino: Amore, altro nome di Dio

dal sito: 

http://www.sant-agostino.it/varie/pasqua/pasqua.htm

Dal « Commento alla Prima Lettera di S. Giovanni » di sant’Agostino, vescovo (In Io. Ep. tr. 7, 10)

Amore, l’altro nome di Dio

Se vuoi vedere Dio, hai a disposizione l’idea giusta: Dio è amore

. Quale volto ha l’amore? quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? Nessuno lo può dire. Esso tuttavia ha i piedi, che conducono alla Chiesa; ha le mani, che donano ai poveri; ha gli occhi, coi quali si viene a conoscere colui che è nel bisogno; dice il salmo: Beato colui che pensa al povero ed all’indigente (Sal 40, 2). La carità ha orecchie e ne parla il Signore: Colui che ha orecchie da intendere, intenda (Lc 8, 8). Queste varie membra non si trovano separate in luoghi diversi, ma chi ha la carità vede con la mente il tutto e allo stesso tempo. Tu dunque abita nella carità ed essa abiterà in te; resta in essa ed essa resterà in te. È mai possibile, o fratelli, che uno ami ciò che non vede? Perché allora, quando si fa la lode della carità, vi sollevate in piedi, acclamate, date lodi? Che cosa vi ho mostrato? Vi ho forse mostrato alcuni colori? Vi ho messo innanzi oro e argento? Vi ho sottoposto delle gemme tolte da un tesoro? Che cosa di grande ho mostrato ai vostri occhi? Forse che il mio volto nel parlarvi si è mutato? Io sono qui in carne ed ossa, sono qui nella stessa forma in cui ho fatto il mio ingresso; anche voi siete qui nella stessa forma in cui siete venuti. Ma si fa la lode della carità e uscite in acclamazioni. Certamente i vostri occhi non vedono nulla. Ma come essa vi piace quando la lodate, così vi piaccia di conservarla nel cuore. Capite, o fratelli, ciò, che voglio dire: io vi esorto, per quanto il Signore lo concede, a procurarvi un grande tesoro. [...] A voi vien fatto lelogio dellacarità. Se essa vi piace, abbiatela, possedetela; non è necessario che facciate un furto a qualcuno, non è necessario che pensiate di comprarla. Essa è gratuita. Tenetela, abbracciatela: niente è più dolce di essa. Se di tal pregio essa è quando viene presentata a voce, quale sarà il suo pregio quando è posseduta?

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Dalla «Lettera a Diogneto»

MERCOLEDÌ 23 APRILE 2008 

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dalla «Lettera a Diogneto»
I cristiani nel mondo

I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita. Infatti non abitano città particolari, né usano di un qualche strano linguaggio, né conducono uno speciale genere di vita. La loro dottrina non è stata inventata per riflessione e indagine di uomini amanti delle novità, né essi si appoggiano, come taluni, sopra un sistema filosofico umano.
Abitano in città sia greche che barbare, come capita, e pur seguendo nel vestito, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile. Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria per loro, mentre ogni patria è per essi terra straniera. Come tutti gli altri si sposano e hanno figli, ma non espongono i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il talamo.
Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma, con il loro modo di vivere, sono superiori alle leggi.
Amano tutti e da tutti sono perseguitati. Sono sconosciuti eppure condannati. Sono mandati a morte, ma con questo ricevono la vita. Sono poveri, ma arricchiscono molti. Mancano di ogni cosa, ma trovano tutto in sovrabbondanza. Sono disprezzati, ma nel disprezzo trovano la loro gloria. Sono colpiti nella fama e intanto si rende testimonianza alla loro giustizia.
Sono ingiuriati e benedicono, sono trattati ignominiosamente e ricambiano con l’onore. Pur facendo il bene, sono puniti come malfattori; e quando sono puniti si rallegrano, quasi si desse loro la vita. I giudei fanno loro guerra, come a gente straniera, e i pagani li perseguitano. Ma quanti li odiano non sanno dire il motivo della loro inimicizia.
In una parola i cristiani sono nel mondo quello che è l’anima nel corpo. L’anima si trova in tutte le membra del corpo e anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo. L’anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo. Anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile, anche i cristiani si vedono abitare nel mondo, ma il loro vero culto a Dio rimane invisibile.
La carne, pur non avendo ricevuto ingiustizia alcuna, si accanisce con odio e muove guerra all’anima, perché questa le impedisce di godere dei piaceri sensuali; così anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto ingiuria alcuna, solo perché questi si oppongono al male.
Sebbene ne sia odiata, l’anima ama la carne e le sue membra, così anche i cristiani amano coloro che li odiano. L’anima è rinchiusa nel corpo, ma essa a sua volta sorregge il corpo. Anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma sono essi che sorreggono il mondo. L’anima immortale abita in una tenda mortale, così anche i cristiani sono come dei pellegrini in viaggio tra cose corruttibili, ma aspettano l’incorruttibilità celeste.
L’anima, maltrattata nei cibi e nelle bevande, diventa migliore. Così anche i cristiani, esposti ai supplizi, crescono di numero ogni giorno. Dio li ha messi in un posto così nobile, che non è loro lecito abbandonare.

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buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno androcymbium_palaestinum2

Androcymbium palaestinum

http://www.ubcbotanicalgarden.org/potd/

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« Io sono la vite, voi i tralci »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=04/23/2008#

Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d’Europa
La donna e il suo destino, raccolto di sei conferenze

« Io sono la vite, voi i tralci »

Per quanto riguarda la Chiesa, la concezione più accessibile al pensiero umano e quella di una comunità di credenti. Chiunque crede in Gesù Cristo e nel suo Vangelo e spera nell’adempimento delle sue promesse, chiunque gli è unito con un legame di amore e obbedisce ai suo comandamenti, deve essere unito a quanti condividono lo stesso spirito mediante una profonda comunione spirituale e un attaccamento di amore. Coloro che hanno seguito il Signore durante il suo soggiorno sulla terra, erano i primi nuovi germogli della comunità cristiana; l’hanno diffusa loro e hanno trasmesso in eredità, in seguito e fino a oggi, le ricchezze di fede da cui traevano la loro coesione.

Eppure anche una comunità umana naturale può essere già molto di più di una semplice associazione di individui distinti; essa può avere una concordia stretta, anzi una unità organica; tanto più questo sia vero per la comunità soprannaturale che è la Chiesa. L’unione dell’anima con Cristo è una cosa differente della comunione fra due persone terrene; quest’unione, iniziata con il battesimo e costantemente rinforzata con gli altri sacramenti, è un’integrazione e una spinta di linfa – come ci dice il simbolo della vite e dei tralci. Questo atto di unione con Cristo produce un riavvicinamento di membro a membro tra tutti i cristiani. Così la Chiesa prende la figura del corpo mistico di Cristo. Questo corpo è un corpo vivo e lo spirito che lo anima è lo Spirito di Cristo che, partendo dal capo, scorre verso tutte le membra (Ef 5,23). Lo spirito che emana da Cristo è lo Spirito Santo e la Chiesa è dunque il tempio dello Spirito Santo.

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