oggi: Sant’Alessandra e Compagni martiri a Nicomedia (Bitinia), 18 e 22 aprile 303

dal sito:
http://www.novena.it/preghiere/preghiere53.htm
Gli occhiali di Dio
Nella redazione del cielo si è liberato
un posto di giornalista,
come inviato speciale sulla terra.
Io sono pronto per il grande esame.
So benissimo che lo stile del Padre Eterno è molto
diverso
da quello degli uomini sulla terra.
Ogni fatto va narrato solo al positivo.
Arriva il momento tanto atteso.
Sono nell’ufficio di Dio.
E al suo cospetto supero a pieni voti la prova teorica.
Mi compiaccio e, in un momento di paura,
sfruttando la sua assenza
frugo furtivamente con lo sguardo le sue cose.
Scorgo, sulla scrivania, i suoi occhiali.
La tentazione è forte.
L’euforia del momento mi fa esitare,
in un attimo, ecco inforcati gli occhiali.
Rimango letteralmente estasiato.
Con gli occhiali vedo tutto chiaro e trasparente.
Di ogni cosa mi appare la realtà più profonda.
Nessun segreto si nasconde ai miei occhi.
Guardo all’ingiù e fermo lo sguardo
su un possidente terriero,
che sfrutta gli extracomunitari
per lavori massacranti
senza un’assicurazione, né compenso.
In questo momento, ne sta proprio assoldando uno.
Non sopporto oltre.
E senza esitazione alcuna raccolgo lo sgabello
sotto la scrivania
e glielo scaravento in testa.
Ma ecco che ritorna Dio.
Testimone invisibile e silenzioso di tutto mi chiede
spiegazione di tal gesto.
Ma è chiaro:”Quel disonesto va punito!”
Esclamo con voce forte e assetata di giustizia.
“Ah, no. Non ti rendi conto
che ti sei messo i miei occhiali,
ma non il mio cuore?”.
“Ha diritto di giudicare,
solo chi ha il potere di salvare”.
Mi sorride e come un buon padre mi raccomanda:
“E ora va, e scrivi con il cuore”…
Don Renzo Zocca
dal libro di Pietro Lombardo, « Verso il cielo », ed. VITA-NUOVA
dal sito:
http://www.cantalamessa.org/it/omelieView.php?id=253
Con Cristo non abbiamo nulla da temere
I Domenica di Quaresima
A – 2008-02-10 Genesi 2, 7-9;3.1-7; Romani 5, 12-19; Matteo 4,1-11
Il demonio, il satanismo e altri fenomeni connessi sono oggi di grande attualità, e inquietano non poco la nostra società. Il nostro mondo tecnologico e industrializzato pullula di maghi, stregoni di città, occultismo, spiritismo, dicitori di oroscopi, venditori di fatture, di amuleti, nonché di sette sataniche vere e proprie. Scacciato dalla porta, il diavolo è rientrato dalla finestra. Cioè, scacciato dalla fede, è rientrato con la superstizione.
L’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto che si legge nella prima Domenica di Quaresima ci aiuta a fare un po’ di chiarezza su questo tema. Anzitutto, esiste il demonio? Cioè, la parola demonio indica davvero una qualche realtà personale, dotata di intelligenza e volontà, o è semplicemente un simbolo, un modo di dire per indicare la somma del male morale del mondo, l’inconscio collettivo, l’alienazione collettiva e via dicendo? Molti, tra gli intellettuali, non credono nel demonio inteso nel primo senso. Però si deve notare che grandi scrittori e pensatori, come Goethe, Dostoevskij hanno preso assai sul serio l’esistenza di satana. Baudelaire, che non era certo uno stinco di santo, ha detto che “la più grande astuzia del demonio è far credere che egli non esiste”.
La prova principale dell’esistenza del demonio nei vangeli non è nei numerosi episodi di liberazione di ossessi, perché nell’interpretare questi fatti possono aver influito le credenze antiche sull’origine di certe malattie. Gesù che è tentato nel deserto dal demonio, questa è la prova. La prova sono anche i tanti santi che hanno lottato nella vita con il principe delle tenebre. Essi non sono dei “Don Chisciotte” che hanno lottato contro mulini a vento. Al contrario, erano uomini molto concreti e dalla psicologia sanissima.
Se tanti trovano assurdo credere nel demonio è perché si basano sui libri, passano la vita nelle biblioteche o a tavolino, mentre al demonio non interessano i libri, ma le persone, specialmente, appunto, i santi. Cosa può saperne su Satana chi non ha mai avuto a che fare con la realtà di satana, ma solo con la sua idea, cioè con le tradizioni culturali, religiose, etnologiche su satana? Costoro trattano di solito questo argomento con grande sicurezza e superiorità, liquidando tutto come “oscurantismo medievale”. Ma è una falsa sicurezza. Come chi si vantasse di non aver alcuna paura del leone, adducendo come prova il fatto che lo ha visto tante volte dipinto o in fotografia è non si è mai spaventato. D’altra parte, è del tutto normale e coerente che non creda nel diavolo, chi non crede in Dio. Sarebbe addirittura tragico se qualcuno che non crede in Dio credesse nel diavolo!
La cosa più importante che la fede cristiana ha da dirci non è però che il demonio esiste, ma che Cristo ha vinto il demonio. Cristo e il demonio non sono per i cristiani due principi uguali e contrari, come in certe religioni dualistiche. Gesù è l’unico Signore; Satana non è che una creatura “andata a male”. Se gli è concesso potere sugli uomini, è perché gli uomini abbiano la possibilità di fare liberamente una scelta di campo e anche perché “non montino in superbia” (cf. 2 Cor 12,7), credendosi autosufficienti e senza bisogno di alcun redentore. “Il vecchio Satana è matto -dice un canto spiritual negro. Ha sparato un colpo per distruggere la mia anima, ma ha sbagliato mira e ha distrutto invece il mio peccato”.
Con Cristo non abbiamo nulla da temere. Niente e nessuno può farci del male, se noi stessi non lo vogliamo. Satana, diceva un antico padre della Chiesa, dopo la venuta di Cristo, è come un cane legato sull’aia: può latrare e avventarsi quanto vuole; ma, se non siamo noi ad andargli vicino, non può mordere. Gesù nel deserto si è liberato da Satana per liberarci da satana! È la gioiosa notizia con cui iniziamo il nostro cammino quaresimale verso la Pasqua.
dal sito:
http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=04/22/2008#
San [Padre] Pio di Pietrelcina (1887-1968), cappuccino
AdFP, 549
« Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace »
Lo Spirito di Dio è spirito di pace; persino nelle nostre mancanze più gravi, egli ci fa sentire un dolore tranquillo, umile e fiducioso, dovuto precisamente alla sua misericordia. Invece lo spirito del male eccita, esaspera, e ci fa provare, nelle nostre mancanze, una specie di ira contro di noi; mentre proprio nei nostri confronti dovremmo esercitare la carità più grande; quindi, quando sei tormentato da certi pensieri, sappi che questa agitazione non viene mai da Dio, ma dal demonio; Dio infatti essendo Spirito di pace, ti dà la serenità.
dal sito:
http://www.curatodars.com/preghiere.htm
VIVERE NELL’UMILTA’
Dalle omelie di San Giovanni Maria Vianney,
L’umiltà è il miglior modo per amare Dio. E’ il nostro orgoglio ad impedirci di diventare santi. L’orgoglio è il filo che Tiene unito il rosario di tutti i vizi; l’umiltà è il filo che tiene unito il rosario di tutte le virtù.
I santi conoscevano se stessi meglio di quanto conoscessero gli altri: ecco perché erano umili. Ahimè! E’ difficile capire come e per quale cosa una creatura insignificante quale siamo noi può inorgoglirsi. Un pugnetto di polvere grande come una noce: ecco cosa diventeremo dopo la morte. C’è di che essere ben fieri! Quelli che ci umiliano sono nostri amici, non quelli che ci lodano.
L’umiltà è come una bilancia: più ci si abbassa da una parte, più ci si innalza dall’altra.
Una persona orgogliosa crede che tutto ciò che fa sia fatto bene; vuole dominare su tutti quelli che hanno a che fare con lei; ha sempre ragione; crede sempre che le sue opinioni siano migliori di quelle degli altri… Non è così!… Se si domanda ad una persona umile ed istruita di esprimere il suo parere, questa lo dice con semplicità, dopodiché lascia parlare gli altri. Sia che abbiano ragione, sia che abbiano torto, non dice più nulla.
San Luigi Gonzaga, quand’era scolaro, non cercava mai di scusarsi se gli veniva rivolto qualche rimprovero; diceva ciò che pensava e non si preoccupava più di quello che pensavano gli altri. Se aveva torto, aveva torto; se aveva ragione, diceva a se stesso: “Altre volte, però, ho avuto proprio torto”.
Figli miei, i santi erano morti a se stessi a tal punto da non curarsi del fatto che gli altri fossero o meno della loro stessa opinione. Si è soliti dire: “Oh! Com’erano semplici i santi!”. Sì, erano semplici riguardo alle cose del mondo, ma, riguardo alle cose di Dio, se ne intendevano, eccome! Certo, non comprendevano nulla delle cose del mondo! Ma solo perché esse apparivano ai loro occhi di così scarsa importanza che non vi facevano attenzione.