03/04/2008, dal sito:
http://www.zenit.org/article-13953?l=italian
“Scienza & Vita” di Pisa e Livorno difende i medici obiettori
Respinte le intimidazioni e le argomentazioni sulla pillola del ‘giorno dopo’
di Antonio Gaspari
ROMA, giovedì, 3 aprile 2008 (ZENIT.org).- Ha suscitato scalpore la notizia secondo cui, in due ambulatori di guardia medica nella zona di Pisa, i medici, appellandosi al diritto di obiezione di coscienza, non hanno prescritto la pillola del ‘giorno dopo’ a due ragazze.
Secondo quanto riportato dai media, le strutture sanitarie dell’azienda sanitaria locale pisana avrebbero avviato una indagine interna.
Intervenendo sulla vicenda, l’associazione “Scienza & Vita” di Pisa e Livorno ha diffuso un comunicato in cui ha precisato diritti e doveri del personale medico.
In merito alla pillola del giorno dopo, nella nota recapitata a ZENIT si legge che “la vasta letteratura scientifica in materia (Landgren, 1989; Wang, 1998; Ugocsai, 2002; Marions, 2002; Trussel, 2006) fornisce amplissima documentazione di possibili effetti post-fertilizzativi della pillola del giorno dopo, tra cui l’interferenza con l’impianto dell’embrione, effetti, peraltro, dichiarati anche nella scheda tecnica e nel foglietto illustrativo del farmaco”.
Secondo gli esperti dell’associazione, “affermare che il farmaco non è un abortivo, ma è un contraccettivo significa eludere il problema che è proprio l’azione anti-nidatoria del farmaco che pone problemi etici a un numero notevolissimo di medici”.
“Negare effetti post-fertilizzativi – continuano – significherebbe di fatto ammettere che il farmaco ha un’efficacia enormemente inferiore rispetto a quanto dichiarato e quindi a porre la questione in modo ancora più stringente del rapporto rischio/beneficio”.
Circa l’effetto anticoncezionale e riduttivo degli aborti della pillola del giorno dopo, il comunicato afferma che “a livello di popolazione gli studi scientifici (Polis, 2007; Raymond, 2007) hanno dimostrato che la promozione della diffusione della pillola del ‘giorno dopo’ non si associa ad una riduzione né delle gravidanze indesiderate, né degli aborti”.
In relazione alla questione dei diritti, Scienza & Vita di Pisa e Livorno ricorda che “in Italia il farmaco è dispensabile dietro prescrizione di ricetta medica. Questo implica un’anamnesi, una visita, il raggiungimento del consenso informato da parte della paziente e solo al termine di un tale percorso l’eventuale prescrizione, che non può essere intesa come mero atto burocratico se non svilendo la professione stessa”.
A questo proposito, si ribadisce: “La Corte Costituzionale italiana ha affermato il diritto alla vita del concepito, non dell’impiantato, la Convenzione di Bioetica del Consiglio d’Europa non distingue l’embrione dal pre-embrione (art. 18), la legge 194 afferma la tutela della vita dal suo inizio (art. 1) e si riferisce al concepito (articoli 4 e 5) al pari della legge 40 (art. 1)”.
Gli esperti di Scienza & Vita rilevano inoltre che “il Comitato Nazionale di Bioetica ha stabilito all’unanimità ‘per la concreta possibilità di un’azione post-fertilizzativa’ la possibilità per il medico ‘di rifiutare la prescrizione e la somministrazione di LNG [levonorgestrel, ndr]‘ e ‘il diritto ad appellarsi alla clausola di coscienza’ (28-05-2004)”.
In difesa della libertà di obiezione di coscienza, l’associazione toscana rammenta che la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO), in data 11 dicembre 2006, ha riconosciuto che la clausola di coscienza “sul piano sostanziale costituisce diritto assimilabile a quello proveniente dall’obiezione di coscienza e trova la sua consacrazione nella disposizione di cui all’art. 19 del Codice di deontologia medica del 1998” (articolo 22 del nuovo Codice deontologico del 2006) e che, per poter essere invocata, obbliga i medici ad ottemperare agli adempimenti previsti dalla legge 194/78.
Nel nuovo Codice di deontologia medica si legge infatti che “il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o con il suo convincimento clinico, può rifiutare la propria opera, a meno che questo comportamento non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona assistita e deve fornire al cittadino ogni utile informazione e chiarimento”.
Per questo motivo, continua il comunicato, “non vi è quindi alcun obbligo per i medici di dichiarare alle aziende sanitarie la propria indisponibilità a prescrivere la pillola del ‘giorno dopo’, una volta che questi abbiano dichiarato obiezione di coscienza sulla base della legge 194/78”.
A questo proposito, secondo Scienza & Vita di Pisa e Livorno “l’Ordine dei medici, ma prima ancora le istituzioni, hanno il dovere di tutelare l’indipendenza dei medici su questioni che coinvolgono profili etici attraverso l’obiezione coscienza”.
In merito alla vicenda specifica, il comunicato dell’Associazione toscana rileva inoltre che “i medici della continuità assistenziale, spesso fuori sede per visite urgenti domiciliari, hanno messo in atto un comportamento del tutto legittimo e rispettoso delle norme deontologiche, peraltro preoccupandosi di avvertire le eventuali pazienti dei presidi dove potersi rivolgere e del tempo utile per farlo”.
Denunciando la “campagna di intimidazione” ai danni dei medici obiettori che si attengono fedelmente all’originale giuramento di Ippocrate, che impone al medico di difendere sempre la vita, l’associazione Scienza & Vita di Pisa e Livorno si dichiara quindi disponibile “ad offrire consulenza e patrocinio legale ai medici che dovessero essere chiamati a rispondere del loro comportamento nella vicenda”.