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San Gregorio Nisseno (circa 335-395), monaco e vescovo
Omelia sulla santa e salutare Pasqua ; PG 46, 581
Il primo giorno della vita nuova
Ecco una massima saggia: « Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura » (Sir 11,25). Oggi viene dimenticata la prima sentenza formulata contro di noi – anzi viene annullata! Questo giorno ha interamente cancellato ogni ricordo della nostra condanna. Una volta, si partoriva nel dolore; ora nasciamo senza sofferenza. Una volta eravamo carne, nascevamo dalla carne; oggi quel che nasce è spirito nato dallo Spirito. Ieri, nascevamo deboli figli degli uomini; oggi nasciamo figli di Dio. Ieri eravamo rigettati dal cielo sulla terra; oggi, colui che regna nei cieli fa di noi dei cittadini del cielo. Ieri la morte regnava a causa del peccato; oggi, grazie alla Vita, la giustizia riprende il potere.
Un tempo, uno solo ci ha aperto la porta della morte; oggi, uno solo ci riporta alla vita. Ieri, avevamo perso la vita a causa della morte; ma oggi la vita ha distrutto la morte. Ieri, la vergogna ci faceva nascondere sotto il fico; oggi la gloria ci attira verso l’albero della vita. Ieri la disobbedienza ci aveva cacciato dal Paradiso; oggi, la nostra fede ci permette di entrarvi. Inoltre, il frutto della vita ci viene offerto affinché ne godiamo a sazietà. Nuovamente la fonte del Paradiso che ci irriga con i quattro fiumi dei vangeli (cfr Gen 2,10), viene a rinfrescare l’intera faccia della Chiesa…
Cosa dobbiamo fare da questo momento, se non imitare nel loro saltare gioioso le montagne e le colline delle profezie: « I monti saltellarono come arieti, le colline come agnelli! » (Sal 113,4). « Venite, applaudiamo al Signore » (Sal 94,1). Ha spezzato la potenza del nemico e innalzato il grande trofeo della croce… Diciamo dunque: « Grande Dio è il Signore, grande Re su tutta la terra » (Sal 94,3 ; 46,3). Egli ha benedetto l’anno coronandolo con i suoi benefici (Sal 64,12), e ci raduna in un coro spirituale, in Gesù Cristo nostro Signore. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen!