« Non canterà il gallo, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte »
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Sant’Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Commento sul vangelo di Luca, 10, 89 ; SC 52, 186
« Non canterà il gallo, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte »
Pietro ha rinnegato una prima volta e non ha pianto, perché il Signore non l’aveva guardato. Ha rinnegato una seconda volta, e non ha pianto, perché il Signore ancora non l’aveva guardato. Ha rinnegato una terza volta, Gesù l’ha guardato, ed egli ha pianto amaramente (Lc 22,62). Guardaci, Signore, perché sappiamo piangere il nostro peccato. Questo ci mostra che anche la caduta dei santi può esserci utile. Il rinnegamento di Pietro non mi ha fatto torto; al contrario, al suo pentimento, ho guadagnato: ho imparato a diffidare di una cerchia infedele…
Pietro ha dunque pianto, e amaramente; ha pianto per giungere a lavare la sua colpa con le sue lacrime. Anche voi, se volete ottenere il perdono, cancellate la vostra colpa con le lacrime; allo stesso momento, all’istante, Cristo vi guarda. Se vi succede qualche caduta, egli, testimone presente alla vostra vita segreta, vi guarda per farvi ricordare e confessare il vostro errore. Fate allora come Pietro che disse altrove tre volte: « Signore, sai che ti voglio bene » (Gv 21,15). Ha rinnegato tre volte, anche tre volte confessa; ma ha rinnegato nella notte, e confessa in piena luce.
Tutto questo è stato scritto per farvi capire che nessuno deve gloriarsi. Se Pietro è caduto lui che aveva detto: « Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai » (Mt 26,3), chi potrebbe contare su se stesso?… Da dove ti richiamerò, Pietro, per insegnarmi i tuoi pensieri quando piangevi? Dal cielo dove già hai preso posto tra il coro degli angeli? o ancora dal sepolcro? La morte infatti, della quale il Signore è risuscitato, neanche a te ripugna. Insegnaci a cosa ti hanno servito le tue lacrime. Ma questo hai insegnato velocemente: essendo caduto infatti prima di piangere, a motivo delle tue lacrime sei stato scelto per condurre gli altri, tu che, prima, non avevi saputo condurre te stesso.
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