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Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Lettera all’intera sua comunità detta « Testamento spirituale »
« Dammi da bere »
Le parole di Gesù « Ho sete » (Gv 19,28), che sono scritte al muro di tutte le nostre capelle, non sono passate ma sono proprio viventi, qui e ora; sono dette per voi. Credete questo? Se lo credete, udirete e sentirete la sua presenza. Lasciatelo diventare tanto intimo in voi quanto è intimo in me; questa sarà la gioia più grande che potrete offrirmi. Proverò ad aiutarvi a capire, ma solo Gesù in prima persona può dirvi: « Ho sete! ». Ascoltate il vostro nome. E non una volta sola. Ogni giorno. Se ascolterete con il vostro cuore, sentirete, capirete.
Perché Gesù dice: « Ho sete »? Quale è il senso di questo? È molto difficile da esprimere con delle parole… Eppure, se doveste ritenere una sola cosa di questa lettera, che sia questa: Quando Gesù dice « Ho sete », questa parola è molto più profonda che se di avesse detto semplicemente « Vi amo ». Finché non saprete, e in modo molto intimo, che Gesù ha sete di voi, vi sarà impossibile sapere ciò che egli vuole essere per voi; né ciò che egli vuole che siate per lui. Il cuore e l’anima delle Missionarie della Carità consistono esclusivamente in questo: la sete del cuore di Gesù nascosto nei poveri. Ecco l’unica fonte di tutta la nostra vita. Questo vi dà, nello stesso momento lo scopo… e lo spirito della nostra Congregazione. Placare la sete di Gesù vivente fra di noi e la nostra unica ragione di vita e il nostro unico obiettivo. Possiamo anche noi dire questo, che cioè questa è la nostra unica ragione di vita?