Archive pour le 13 janvier, 2008

Il Battesimo di Gesù

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Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno: Il battesimo di Gesù

UFFICIO DELLE LETTURE DI QUESTA MATTINA

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
(Disc. 39 per il Battesimo del Signore, 14-16. 20; PG 36, 350-351. 354. 358-359)

Il battesimo di Gesù

Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell’acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell’acqua.
Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste. 
«Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (Mt 3, 14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l’amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che precorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
«Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell’uomo. Per l’uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen. 

L’imperativo alla preghiera incessante riunisce tutti i cristiani

dal sito:

http://www.zenit.org/article-13114?l=italian 

L’imperativo alla preghiera incessante riunisce tutti i cristiani

Nel centenario della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 

Di Mirko Testa 
CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 13 gennaio 2008 (ZENIT.org).- L’appello lanciato da san Paolo ai primi cristiani a fondare sulla preghiera la vita in comunità risuonerà in occasione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, a partire da lunedì prossimo. 

Quest’anno, in particolare, si celebrano i 100 anni dal primo Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, svoltosi per la prima volta dal 18 al 25 gennaio 1908 e considerato come gli inizi della “Settimana”.  Inoltre, ricorrono i 40 anni dalla prima uscita di un testo per la “Settimana” elaborato in collaborazione tra il Consiglio Ecumenico delle Chiese – l’organo che riunisce 348 Chiese in tutto il mondo in rappresentanza di più di 560 milioni di cristiani, e a cui la Chiesa Cattolica collabora senza essere membro – e il Segretariato per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (l’allora Dicastero vaticano per l’ecumenismo). 

Oggi è infatti divenuta una prassi comune fra chiese, parrocchie e comunità anglicane, protestanti, ortodosse e cattoliche quella di preparare e celebrare, per la stragrande maggioranza, la “Settimana di preghiera” sulla base degli stessi testi.  Il tema scritturale della “Settimana di Preghiera” 2008 è tratto dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi. Il testo “pregate incessantemente” (1 Ts 5, 17) – si legge nei sussidi preparati per l’occasione – “ribadisce il ruolo essenziale della preghiera nella comunità cristiana per far crescere i fedeli nella loro relazione con Cristo e fra loro”. 

“Il testo si snoda in una serie di ‘imperativi’, affermazioni con cui Paolo incoraggia la comunità a manifestare l’unità data da Dio in Cristo, perché possa essere in concreto ciò che è di principio: l’unico Corpo di Cristo, reso visibilmente uno in quel luogo”.  In questa lettera, in cui si riflettono le preoccupazioni per la nascente chiesa di Tessalonica perseguitata dall’esterno e divisa al suo interno, san Paolo “ci ricorda che la vita in una comunità cristiana è possibile solo attraverso una vita di preghiera”. 

“Ancora di più – aggiunge –, Paolo afferma che la preghiera è parte integrante della vita dei cristiani proprio quando vogliono manifestare l’unità che è stata data loro in Cristo – un’unità che non si limita a punti dottrinali e a dichiarazioni ufficiali, ma si esprime in ‘tutto ciò che contribuisce alla pace’ – con azioni concrete che testimoniano la loro unità in Cristo e tra loro e che la fanno accrescere”.  Il Vescovo Brian Farrell, Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, in una lettera alle diverse Commissioni ecumeniche degli episcopati cattolici e ai Sinodi della Chiese cattoliche orientali ribadisce che “nell’attuale situazione ecumenica, abbiamo riconosciuto ancora una volta l’importanza e il valore del pregare intensamente per l’unità”. 

Infatti, la preghiera in comune, un ambito in cui i fedeli laici possono apportare un importante contributo spirutale alla Chiesa, è stata posta nel Decreto conciliare Unitatis redintegratio quale nucleo centrale che costituisce il motore di propulsione dell’ecumenismo: “[La] conversione del cuore e [la] santità di vita, insieme alle preghiere private e pubbliche [...], si devono ritenere come l’anima di tutto il movimento ecumenico” (cfr. n.8).  Le lontane origini della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani risalgono alla metà del XIX secolo e derivano da specifiche iniziative di alcuni movimenti e circoli ecclesiali in ambito anglicano e protestante. 

Padre Paul Wattson, un sacerdote anglicano, co-fondatore della Society of Atonement, introdusse un Ottavario per l’unità dei cristiani che fu celebrato per la prima volta dal 18 al 25 gennaio del 1908.  Per il padre Wattson l’unità significava un « ritorno » alla Chiesa cattolica romana, da qui la scelta delle date simboliche del 18 gennaio, giorno in cui si allora celebrava la festa della Cattedra di Pietro, e del 25 gennaio, festa della Conversione di Paolo. 

Dopo che, nel 1909, la Society of Atonement venne ufficialmente incorporata nella Chiesa cattolica, Papa Pio X approvò l’Ottava per l’Unità ed incoraggiò l’idea di pregare affinché tutti i cristiani si riunissero con la Chiesa cattolica, secondo il disegno di Dio.  Nel 1936, un pioniere dell’ecumenismo, l’Abbé Paul Couturier di Lione (Francia), avanzò una diversa interpretazione dell’Ottava per l’Unità, constatando come l’idea del « ritorno » costituisse una difficoltà dal punto di vista teologico che impediva a molti cristiani di unirsi alla preghiera con i cattolici. 

L’Abbé Couturier diede pertanto inizio alla « Settimana di Preghiera Universale per l’Unità dei Cristiani », mantenendo le stesse date del 18-25 gennaio ma esortando a pregare per l’unità della Chiesa « secondo la volontà di Cristo ».  Da allora questa iniziativa si celebra a gennaio per i Paesi che si trovano nell’emisfero nord, mentre per i Paesi dell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste. 

Fu in seguito al Concilio Vaticano II (1962-1965), annunciato da Giovanni XXIII proprio a conclusione della Settimana di Preghiera nel 1959, che si ebbe l’ingresso ufficiale della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico, e l’avvio della collaborazione tra il Consiglio Ecumenico delle Chiese e l’allora Segretariato per l’Unità dei Cristiani.  Nel 1968, i testi della Settimana di Preghiera vennero preparati congiuntamente, ma la loro pubblicazione avveniva separatamente, a Ginevra e a Roma. Solo nel 2004 la Commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani pubblicarono insieme i sussidi per la Settimana di Preghiera. 

Dal 1973 ogni anno un gruppo ecumenico, da diverse parti del mondo, viene invitato a preparare la prima bozza del materiale della Settimana, che viene poi rivisto dal gruppo preparatorio internazionale nominato dalla Commissione “Fede e Costituzione” e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.  In questa occasione, la bozza iniziale dei testi è stato preparata da un gruppo ecumenico degli Stati Uniti, il Graymoor Ecumenical & Interreligious Institute (GEII), in ricordo della prima Settimana che si tenne a Graymoor (Garrison, New York).    

 [Per leggere i sussidi per la Settimana di Preghiera:  

settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 18-25 gennaio 2008, sul sito Vaticano tutta la presentazione e le le informazioni (non c’è ancora la presentazione in italiano):

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/sub-index/index_weeks-prayer_it.htm 

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buona festa del Battesimo di Gesù

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buona notte

 

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« Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/

San Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa
Catechesi, n° 11

« Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto »

Credi in Gesù Cristo Figlio del Dio vivente, l’Unigenito di cui leggiamo nel Vangelo: « Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna » (Gv 3,16)…

In quanto generato dal Padre, dunque, Cristo è Figlio di Dio per natura e non per adozione… Il Padre Dio vero genera infatti il Figlio Dio vero. Questi è a lui simile… Il Cristo è Figlio secondo natura, vero Dio, non figlio per adozione secondo la grazia. Così d’ora in poi sarete figli di Dio anche voi, o battezzandi, poiché sta scritto: « A quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio; a quelli che credono nel suo nome… » (Gv 1,12). Noi nasciamo dall’acqua e dallo Spirito (Gv 3,5), ma non così il Cristo è generato dal Padre. Al momento infatti del battesimo la voce del Padre lo proclamò tale. Per rivelare che era Figlio prima ancora del battesimo, Dio non disse: « Questi da questo momento diventa mio Figlio », ma fece risuonare la voce: « Questi è mio Figlio ».

Il Padre genera il Figlio non come la mente sussistente in noi uomini genera parole inconsistenti, che una volta pronunziate si disperdono per l’aria. Del Cristo invece sappiamo che è Parola generata sussistente e vivente nel Padre che la genera in modo ineffabile e sostanziale da sempre, non come la parola proferita dalle nostre labbra che appena pronunziata si disperde. Sta scritto infatti: « In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio » (Gv 1,1). Era il Verbo che da sempre siede alla destra del Padre (Sal 109,11), il Verbo che comprendendo la volontà del Padre, la eseguì nel creare tutte le cose; il Verbo che discende e ascese (Ef 4,10)…; il Verbo eloquente del Padre, che di sè disse: « Io dico quello che ho visto presso il Padre » (Gv 8,38); il Verbo che regna sovrano sull’universo che il Padre gli ha dato in potere assoluto ( Gv 3,35).

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