buon anno 2008, auguri di pace e di serenità a tutti

dal mio libro della Liturgia delle ore, per il ringraziamento a Dio al Vespro di domani 31 dicembre 2008:
TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
incessábili voce proclamant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Filius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
non horruísti Virginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
quos pretióso sánguine redemísti.
ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per síngulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
non confúndar in ætérnum.
Giovanni Taulero (circa 1300-1361), domenicano a Strasburgo
Omelia n° 2, per la veglia dell’Epifania
« Alzati… perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino »
Mentre Giuseppe era in esilio con il bambino e la madre, apprese dall’angelo, in sogno, che Erode era morto; tuttavia, sentito dire che Archelào, il figlio di lui, regnava nel paese, continuò a temere grandemente che il bambino fosse ucciso. Erode, che perseguitava il bambino e voleva ucciderlo, è il mondo che, senz’alcun dubbio, uccide il bambino, il mondo che dobbiamo necessariamente sfuggire se vogliamo salvare il bambino. Ma una volta che abbiamo sfuggito il mondo esteriormente…, Archelào si alza e regna: c’è ancora tutto un mondo dentro di te, un mondo sul quale non trionferai se non con molto esercizio e il soccorso di Dio.
Ci sono infatti tre nemici forti e accaniti da vincere in te, e a malapena si può trionfare su di essi. Sarai attaccato dalla superbia dello spirito, che fa sì che vuoi essere visto, stimato, ascoltato… Il secondo nemico è la tua carne che ti assale con l’impurità del corpo e dello spirito… Il terzo nemico ti attacca ispirandoti cattiveria, pensieri amari, sospetti, giudizi malevoli, odio e desideri di vendetta… Vuoi diventare sempre più caro a Dio? Devi rinunciare completamente a tali comportamenti, perché tutto ciò, è proprio Archelào, il cattivo. Teme e sta in agguato; in verità, egli vuole uccidere il bambino…
Giuseppe è stato avvertito dall’angelo e richiamato nel paese d’Israele; Israele significa « terra della visione »; Egitto vuol dire « tenebre »…Egli é nel sonno: è soltanto nel vero abbandono e nella vera passività che riceverai l’invito a uscire dall’Egitto, come è successo a Giuseppe… Puoi allora recarti in Galilea, che vuol dire « passaggio ». Lì, siamo al di sopra di ogni cosa, abbiamo attraversato tutto e abbiamo raggiunto Nàzaret, « la vera fioritura », il paese dove sbocciano i fiori della vita eterna. Lì siamo certi di trovare un vero assaggio della vita eterna; lì, vi è piena sicurezza, pace inesprimibile, gioia e riposo. Lì, giungono solo coloro che si abbandonano, coloro che si sottomettono a Dio finché non li abbia liberati e non cercano di liberarsi da soli con la violenza. Questi arrivano a questa pace, a questa fioritura, a Nàzaret e vi trovano ciò che farà la loro gioia eterna. Questa sia la nostra eredità, e in questo ci aiuti il nostro Dio degno di ogni amore!
dal sito: