Archive pour le 19 décembre, 2007

Natività

Natività dans immagini sacre

http://santiebeati.it/immagini/?mode=view&album=20650&pic=20650AA.JPG&dispsize=Original&start=0

di Guido Gozzano: E’ nato! Alleluia!

dal sito: 

http://spazioinwind.libero.it/maestrasabry/risorse/natale.htm

 

  

E’ nato! Alleluia! 

di Guido Gozzano

 

 

E’ nato il sovrano bambino, 

è nato! Alleluia, alleluia! 

La notte che già fu sì buia 

risplende di un astro divino. 

Orsù, cornamuse, più gaie 

suonate! Squillate, campane! 

Venite, pastori e massaie, 

o genti vicine e lontane! 

Non sete, non molli tappeti, 

ma come nei libri hanno detto 

da quattromill’anni i profeti, 

un poco di paglia ha per letto. 

Da quattromill’anni s’attese 

a quest’ora su tutte le ore. 

E’ nato, è nato il Signore! 

E’ nato nel nostro paese. 

Risplende d’un astro divino 

la notte che già fu sì buia. 

E’ nato il Sovrano Bambino, 

è nato! Alleluia, alleluia!  

  

 

Publié dans:Natale 2007 - Epifania 2008 |on 19 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Il Papa: nelle cause dei santi ci vuole “obiettività” e “rettitudine”

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12942?l=italian

 Il Papa: nelle cause dei santi ci vuole “obiettività” e “rettitudine” 

Durante l’udienza ai postulatori di cause di beatificazione e canonizzazione 

Di Mirko Testa

 CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 18 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Nella raccolta di prove testimoniali per le cause dei santi occorre dare spazio anche alle voci contrarie, ha ricordato questo lunedì Benedetto XVI. 

Così ha detto il Papa nel ricevere in udienza i postulatori delle cause di beatificazione e canonizzazione della Congregazione delle Cause dei Santi, presieduta dal Cardinale José Saraiva Martins, C.F.M. 

Esprimendo parole di apprezzamento per il “prezioso” lavoro di quanti collaborano nella trattazione dei processi canonici, data anche “l’importanza ecclesiale e sociale di proporre sempre nuovi modelli di santità”, il Pontefice ha quindi fatto appello agli operatori delle cause dei santi “a porsi esclusivamente al servizio della verità”. 

“Per questa ragione, nel corso dell’Inchiesta diocesana, le prove testimoniali e documentali vanno raccolte sia quando sono favorevoli sia quando sono contrarie alla santità e alla fama di santità o di martirio dei Servi di Dio”, ha detto il Vescovo di Roma. 

Le tappe che scandiscono una causa di beatificazione sono due: quella diocesana e quella romana. La prima riguarda l’inchiesta che il Vescovo competente istruisce per raccogliere tutti gli scritti del Servo di Dio e tutte le testimonianze e i documenti relativi alla sua vita, alle sue attività e virtù (teologali e cardinali) o al martirio. Mentre la seconda si svolge presso la Congregazione delle Cause dei Santi, dove i fatti vengono vagliati in via conclusiva. 

La beatificazione – quando viene dichiarata la santità di vita del beato e permesso il culto pubblico in suo onore entro l’ambito della diocesi o di una istituzione ecclesiastica – è il primo passo nel cammino verso la definitiva canonizzazione, che prescrive il culto pubblico in tutta la Chiesa. 

La storia della Chiesa conta anche qualche raro caso in cui la proclamazione a santo è avvenuta senza la precedente beatificazione, come testimonia l’esempio del Cardinale Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, canonizzato nel 1610. 

Al fine dell’inchiesta il Vescovo diocesano costituisce un apposito tribunale, presieduto da lui stesso o da un suo delegato, e formato da un promotore di giustizia e da un notaio. 

Un’importanza speciale è rivestita dai testimoni che sono chiamati a deporre, e che, secondo le Normae servandae (7 febbraio 1983), ossia le regole della procedura, “devono essere oculari” e all’occorrenza anche “altri che hanno sentito da coloro che hanno visto”. Unica clausola imprescindibile il fatto che “siano degni di fede”. 

A questo proposito, nel caso che un Servo di Dio appartenga a un Istituto di vita consacrata, la maggioranza dei testimoni deve essere estranea all’Istituto. 

Questa documentazione viene raccolta da esperti di storia e archivistica i quali sono chiamati ad esprimere un giudizio sull’autenticità e il valore dei documenti, come pure sulla personalità del Servo di Dio, che trapela da quest’ultimi. 

In questa prima fase comincia anche l’iter processuale per il riconoscimento del miracolo avvenuto per intercessione del Servo di Dio – spesso la guarigione da una malattia, che deve essere giudicata dagli specialisti come rapida, completa, duratura e inspiegabile secondo le attuali cognizioni medico-scientifiche –, che si svolge nell’ambito della diocesi dove è accaduto il fatto prodigioso. 

A studiarlo è una Consulta medica, formata da cinque specialisti nella materia trattata e da due periti d’ufficio (anche se non è eslcusa la consulenza di altri periti), che sono chiamati a dare un giudizio tecnico. 

Un tempo non vi era alcuna distinzione fra il giudizio medico-scientifico e quello teologico, successivamente però, nel 1948, Pio XII diede vita alla Consulta medica (allora Commissione medica) come organismo di valutazione scientifica. 

Sebbene il riconoscimento di un miracolo (avvenuto solo post mortem, mai in vita) possa spianare la strada alla beatificazione – la prassi in uso dal 1975 deroga rispetto ai due miracoli previsti dal Codice di Diritto canonico del 1917 – non può tuttavia supplire a un eventuale difetto di prove sull’eroicità delle virtù. 

Tutti gli atti di inchiesta vengono infine consegnati alla Congregazione delle Cause dei Santi che li esamina con un meticoloso lavoro di profilo scientifico per accertare l’eroicità delle virtù, il martirio e i presunti miracoli. 

Una volta giunti a Roma gli atti del processo realizzato dalla diocesi, il postulatore e i suoi collaboratori – sotto la direzione di un relatore – si incaricano di redigere e di stampare la Positio, che comprende i volumi con le prove testimoniali e documentali e tutti gli atti giuridici, gli studi e i sommari. 

Quando una causa è antica, questa Positio viene studiata previamente da sei consultori specializzati in storia, insieme con il relatore generale. Per tutte le cause, sia antiche che recenti, si sottomette la Positio all’esame di otto consultori teologici, insieme con il promotore generale della fede. 

Il risultato del lavoro dei consultori viene sottoposto, insieme con la Positio, all’esame dei Cardinali e dei Vescovi. Soltanto una volta superate con voto favorevole tutte queste fasi, il Papa potrà esprimere il proprio giudizio sulla Positio, e ordinare la promulgazione del decreto sulle virtù in grado eroico, sul martirio o sul miracolo del Servo di Dio. 

A questo proposito, nel corso dell’udienza di lunedì, Benedetto XVI ha detto che “l’obiettività e la completezza delle prove raccolte in questa prima – e per certi versi fondamentale – fase del processo canonico [...] devono essere seguite ovviamente dalla oggettività e dalla compiutezza delle Positiones”. 

Il compito dei postulatori, ha quindi aggiunto, “deve rivelarsi ineccepibile, ispirato da rettitudine e improntato ad assoluta probità”. 

“Ai postulatori sono richieste competenza professionale, capacità di discernimento e onestà nell’aiutare i Vescovi diocesani ad istruire inchieste complete, obiettive e valide tanto dal punto di vista formale che sostanziale”, ha aggiunto. 

In una intervista a “L’Osservatore Romano” (17-18 dicembre 2007) monsignor Sandro Corradini, Promotore di Giustizia per la Congregazione delle Cause dei Santi, ha spiegato che a livello diocesano mentre “le cause di dichiarazione di nullità di matrimonio [...] sono più frequenti, e dunque ci sono tanti più esperti”, “le cause di beatificazione sono più rare e non ci sono persone più preparate”. 

Monsignor Corradini ha spiegato che a livello diocesano mentre “le cause di dichiarazione di nullità di matrimonio [...] sono più frequenti, e dunque ci sono tanti più esperti”, “le cause di beatificazione sono più rare e non ci sono persone più preparate”. 

“A volte esse si trovano di fronte alla prima ed unica esperienza che faranno in questo settore – ha aggiunto –. Ecco perché l’attenzione, la vigilanza devono essere maggiori e sono altamente necessarie”. 

Attualmente, ha fatto sapere, sono circa 350 le Positiones in giacenza pronte per essere studiate, alcune delle quali risalgono al 1500, altre al 1652, mentre la maggior parte risale al XIX e XX secolo. Inoltre alla Congregazione sono giunte richieste per oltre 1.700 cause. 

Monsignor Corradini ha poi fatto eco a quanto detto dal Papa evidenziando la necessità di non eliminare mai le testimonianze contrarie in una causa di beatificazione. 

Da queste omissioni, ha spiegato, “dipende molto il percorso della causa, sia per desumere la tipicità del Servo di Dio, sia per non avere un servo di Dio fatto a cliché su un modello precostituito”. 

Inoltre, ha aggiunto, “i lati negativi [...] non sempre sono ostantivi a un discorso di santità, anzi, fanno capire e fanno avvicinare la santità a noi. Quelli per i quali il servo di Dio è santo fin dalla nascita, sono cliché agiografici, che vanno evitati”. 

Sempre nell’udienza Benedetto XVI ha poi tenuto a sottolineare che “non meno delicato e importante è l’aiuto che essi [i postulatori, ndr] prestano al Dicastero delle Cause dei Santi nella ricerca processuale della verità da raggiungere mediante una appropriata discussione, che tenga conto della certezza morale da acquisire e dei mezzi di prova realisticamente disponibili”. 

La causa della verità storica è stata sempre presente nel lavoro della Congregazione sin dai suoi inizi, come testimonia il decreto di Pio X del 26 agosto 1913, poi recepito nel Codice di Diritto canonico del 1917, che stabiliva la raccolta e lo studio di tutti i documenti storici relativi alle cause. 

Tuttavia, la fondamentale novità è stata apportata con la Lettera apostolica Già da qualche tempo del 6 febbraio 1930, con la quale Pio XI isitutì presso la Congregazione dei Riti (come si chiamava la Congregazione delle Cause dei Santi prima della Pastor Bonus del 1988) la “Sezione storica”, con il compito di portare il suo efficace contributo per la trattazione delle cause storiche, legate cioè ad eventi di cui non si avevano testimoni contemporanei ai fatti esaminati. 

Questa Sezione, denominata a partire dal 1969 Ufficio storico-geografico, cominciò ad occuparsi di tutte le cause. Ma un determinante apporto al metodo e alla qualità storica della trattazione delle cause dei santi si è avuto con la Costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister (25 gennaio 1983), promulgata da Giovanni Paolo II. 

La velocità e lo snellimento negli ultimi decenni dei processi canonici, che hanno portato alcuni a parlare di una “fabbrica dei santi”, non sono dovuti a una minore accortezza ma innanzitutto alla decisione presa da Paolo VI, nel 1969, con la Lettera apostolica Sanctitas clarior. 

Questo Papa infatti volle ridurre a uno soltanto i due processi che allora dovevano realizzarsi nella diocesi, con un ampio intervallo di tempo fra l’uno e l’altro, perché dovevano prima essere studiati a Roma gli atti del primo (per approvare la fama di santità e le virtù in generale del Servo di Dio) e soltanto una volta conclusa questa fase si poteva passare alla successiva. 

La Congregazione delle Cause dei Santi è stata creata nel 1588 da Papa Sisto V con la Costituzione apostolica Immensa aeterni Dei con la quale vennero istitutiti nella Curia Romana ben quindici Dicasteri. E’ composta da 34 membri – Cardinali, Arcivescovi e Vescovi – un promotore della fede (prelato teologo), 5 relatori, 84 consultori e 64 medici per lo studio dei miracoli. 

Publié dans:Papa Benedetto XVI, ZENITH |on 19 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Benedetto XVI: senza un Dio che si è fatto uomo, che senso ha il Natale?

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12945?l=italian

 Benedetto XVI: senza un Dio che si è fatto uomo, che senso ha il Natale?  Intervento all’Udienza generale 

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 19 novembre 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo mercoledì da Benedetto XVI in occasione dell’Udienza generale tenutasi nell’Aula Paolo VI.

* * *

Cari fratelli e sorelle!

In questi giorni, via via che ci avviciniamo alla grande festa del Natale, la liturgia ci sprona a intensificare la nostra preparazione, ponendoci a disposizione molti testi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento, che ci stimolano a ben focalizzare il senso e il valore di questa annuale ricorrenza. Se da una parte il Natale ci fa commemorare il prodigio incredibile della nascita del Figlio Unigenito di Dio dalla Vergine Maria nella grotta di Betlemme, dall’altra ci esorta anche ad attendere, vegliando e pregando, lo stesso nostro Redentore, che nell’ultimo giorno « verrà a giudicare i vivi e i morti ». Forse noi oggi, anche noi credenti, aspettiamo realmente il Giudice; tutti però aspettiamo giustizia. Vediamo tanta ingiustizia nel mondo, nel nostro piccolo mondo, nella casa, nel quartiere, ma anche nel grande mondo degli Stati, delle società. E aspettiamo che sia fatta giustizia. La giustizia è un concetto astratto: si fa giustizia. Noi aspettiamo che venga in concreto chi può fare giustizia. Ed in questo senso preghiamo: Vieni, Signore, Gesù Cristo come Giudice, vieni secondo il modo tuo. Il Signore sa come entrare nel mondo e creare giustizia. Preghiamo che il Signore, il Giudice, ci risponda, che realmente crei giustizia nel mondo. Aspettiamo giustizia, ma questo non può essere solo l’espressione di una certa esigenza nei confronti degli altri. Aspettare giustizia nel senso cristiano indica soprattutto che noi stessi cominciamo a vivere sotto gli occhi del Giudice, secondo i criteri del Giudice; che cominciamo a vivere in presenza sua, realizzando la giustizia nella nostra vita. Così, realizzando la giustizia, mettendoci alla presenza del Giudice, aspettiamo nella realtà la giustizia. E questo è il senso dell’Avvento, della vigilanza. Vigilanza dell’Avvento vuol dire vivere sotto gli occhi del Giudice e preparare così noi stessi e il mondo alla giustizia. In questo modo, quindi, vivendo sotto gli occhi del Dio-Giudice, possiamo aprire il mondo alla venuta del suo Figlio, predisporre il cuore ad accogliere « il Signore che viene ».

Il Bambino, che circa duemila anni or sono i pastori adorarono in una grotta nella notte di Betlemme, non si stanca di visitarci nella vita quotidiana, mentre come pellegrini siamo incamminati verso il Regno. Nella sua attesa il credente si fa allora interprete delle speranze dell’intera umanità; l’umanità anela alla giustizia e così, benché spesso in modo inconsapevole, aspetta Dio, aspetta la salvezza che solo Dio può donarci. Per noi cristiani questa attesa è segnata dalla preghiera assidua, come ben appare nella serie particolarmente suggestiva di invocazioni che ci vengono proposte, in questi giorni della Novena di Natale, sia nella Messa, nel canto al Vangelo, sia nella celebrazione dei Vespri, prima del cantico del Magnificat. Ciascuna delle invocazioni, che implorano la venuta della Sapienza, del Sole di giustizia, del Dio-con-noi, contiene una preghiera rivolta all’Atteso delle genti, affinché affretti la sua venuta. Invocare il dono della nascita del Salvatore promesso, significa però anche impegnarsi a prepararne la strada, a predisporne una degna dimora non soltanto nell’ambiente attorno a noi, ma soprattutto nel nostro animo. Lasciandoci guidare dall’evangelista Giovanni, cerchiamo pertanto di volgere in questi giorni la mente e il cuore al Verbo eterno, al Logos, alla Parola che si è fatta carne e dalla cui pienezza abbiamo ricevuto grazia su grazia (cfr 1,14.16). Questa fede nel Logos Creatore, nella Parola che ha creato il mondo, in Colui che è venuto come Bambino, questa fede e la sua grande speranza appaiono oggi purtroppo lontane dalla realtà della vita vissuta ogni giorno, pubblica o privata. Questa verità pare troppo grande. Noi stessi ci arrangiamo secondo le possibilità che troviamo, almeno così sembra. Ma in questo modo il mondo diventa sempre più caotico ed anche violento: lo vediamo ogni giorno. E la luce di Dio, la luce della Verità, si spegne. La vita diventa oscura e senza bussola.

Quanto è allora importante che noi siamo realmente credenti e da credenti riaffermiamo con forza, con la nostra vita, il mistero di salvezza che reca con sé la celebrazione del Natale di Cristo! A Betlemme si è manifestata al mondo la Luce che illumina la nostra vita; ci è stata rivelata la Via che ci conduce alla pienezza della nostra umanità. Se non si riconosce che Dio si è fatto uomo, che senso ha festeggiare il Natale? La celebrazione diventa vuota. Dobbiamo innanzitutto noi cristiani riaffermare con convinzione profonda e sentita la verità del Natale di Cristo, per testimoniare di fronte a tutti la consapevolezza di un dono inaudito che è ricchezza non solo per noi, ma per tutti. Scaturisce di qui il dovere dell’evangelizzazione che è proprio la comunicazione di questo « eu-angelion », di questa « buona notizia ». È quanto è stato richiamato di recente dal documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, denominato Nota Dottrinale su alcuni aspetti dell’Evangelizzazione, che desidero consegnare alla vostra riflessione ed al vostro approfondimento personale e comunitario.

Cari amici, in questa ormai immediata preparazione al Natale la preghiera della Chiesa si fa più intensa, affinché si realizzino le speranze di pace, di salvezza, di giustizia di cui ancora oggi il mondo ha urgentemente bisogno. Chiediamo a Dio che la violenza sia vinta dalla forza dell’amore, le contrapposizioni cedano il posto alla riconciliazione, la volontà di sopraffazione si trasformi in desiderio di perdono, di giustizia e di pace. L’augurio di bontà e di amore che ci scambiamo in questi giorni raggiunga tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano. La pace sia nei nostri cuori, perché si aprano all’azione della grazia di Dio. La pace abiti nelle famiglie e possano trascorrere il Natale unite davanti al presepe e all’albero addobbato di luci. Il messaggio di solidarietà e di accoglienza che proviene dal Natale, contribuisca a creare una più profonda sensibilità verso le vecchie e le nuove forme di povertà, verso il bene comune, a cui tutti siamo chiamati a partecipare. Tutti i membri della comunità familiare, soprattutto i bambini, gli anziani, le persone più deboli, possano sentire il calore di questa festa, che si dilati poi per tutti i giorni dell’anno.

Il Natale sia per tutti festa della pace e della gioia: gioia per la nascita del Salvatore, Principe della pace. Come i pastori, affrettiamo fin d’ora il nostro passo verso Betlemme. Nel cuore della Notte Santa anche noi potremo allora contemplare il «Bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia», insieme con Maria e Giuseppe (Lc 2,12.16). Chiediamo al Signore di aprire il nostro animo, perché possiamo entrare nel mistero del suo Natale. Maria, che ha donato il suo grembo verginale al Verbo di Dio, che lo ha contemplato bambino tra le sue braccia materne, e che continua ad offrirlo a tutti quale Redentore del mondo, ci aiuti a fare del prossimo Natale un’occasione di crescita nella conoscenza e nell’amore di Cristo. E’ questo l’augurio che formulo con affetto a tutti voi, qui presenti, alle vostre famiglie e a quanti vi sono cari.

Buon Natale a voi tutti!

[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, ricordando, in modo speciale, gli esponenti del Movimento dei Focolari, le Suore Francescane Alcantarine, che celebrano il loro Capitolo Generale, i rappresentanti del Volontariato delle Provincie di Latina e Frosinone. Desidero, poi, salutare i giovani, i malati e gli sposi novelli. A pochi giorni dalla solennità del Natale, possa l’amore, che Dio manifesta all’umanità nella nascita di Cristo, accrescere in voi, cari giovani, il desiderio di servire generosamente i fratelli. Sia per voi, cari malati, fonte di conforto e di serenità, perché il Signore viene a visitarci, recando consolazione e speranza. Ispiri voi, cari sposi novelli, a consolidare la vostra promessa di amore e di reciproca fedeltà.

Publié dans:Papa Benedetto XVI, ZENITH |on 19 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno 7art-00137_mimulus-l-magic-mix-f1-flower

http://7art-screensavers.com/free-clipart/7art-00137_mimulus-l-magic-mix-f1-flower.shtml

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 19 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

« Ed ecco, sarai muto »

Giovanni Taulero (circa 1300-1361), domenicano a Strasburgo
Omelia per il Natale

« Ed ecco, sarai muto »

A Natale, celebriamo una triplice nascita… La prima e più sublime nascita è quella del Figlio unigenito dal Padre nell’essenza divina, nella distinzione delle persone. La seconda nascita è quella che si compie in una madre che, nella sua fecondità, ha custodito la purezza assoluta della sua castità verginale. La terza è quella in cui, ogni giorno e in ogni cosa, Dio nasce in verità, spiritualmente, mediante la grazia e l’amore, in un’anima buona…

Per questa terza nascita, non deve rimanere in noi nulla se non una ricerca semplice e pura di Dio senza più nessun desiderio di possedere qualcosa in  proprio…, con la sola volontà di essere a lui, di fargli il posto nel modo più elevato, più intimo con lui, affinché egli possa compiere la sua opera e nascere in noi senza che lo ostacoliamo… Per questo Sant’Agostino ci dice: “Vuotati per poter essere riempito; esci per poter entrare”, e altrove: “O tu, anima nobile, nobile creatura, perché cerchi fuori di te ciò che è dentro di te, interamente, nel modo più vero e più manifesto? E poiché partecipi della natura divina, cosa ti importano le cose create, e cosa hai a che fare con esse?” Se l’uomo preparasse in questo modo il posto nel fondo del suo essere, Dio, senz’alcun dubbio, sarebbe costretto a riempirlo totalmente; altrimenti sarebbe piuttosto il cielo a rompersi per riempire questo vuoto. Dio non può lasciare le cose vuote; sarebbe contrario alla sua natura, alla sua giustizia.

Per questo devi tacere; allora il Verbo di questa nascita potrà essere pronunciato in te e tu potrai sentirlo. Ma sii ben certo che se vuoi parlare, egli deve tacere. Non possiamo servire meglio il Verbo che nel tacere e nell’ascoltare. Se dunque esci completamente da te stesso, Dio entrerà completamente; per quanto uscirai, per quanto egli entrerà, né più, né meno.

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 19 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

PUERI CANTORES SACRE' ... |
FIER D'ÊTRE CHRETIEN EN 2010 |
Annonce des évènements à ve... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | Vie et Bible
| Free Life
| elmuslima31