Archive pour le 17 décembre, 2007

è Natale

è Natale dans Natale 2007 -  Epifania 2008

Sacra Famiglia nelle stampe del XVIII e XIX secolo

http://www.comune.brisighella.ra.it/index.php/articles/c_11/?sort=hits

Publié dans:Natale 2007 - Epifania 2008 |on 17 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

in riferimento alla « Spe Salvi »

avrei voluto mettere sul Blog un commento alla Enciclica « Spe Salvi », ma, per il momento, non ho trovato nulla di veramente approfondito, credo che molti stiano « rileggendo » l’Enciclica un po’ come ho fatto io, l’ho letta ed ora la sto rileggendo, perché, se appare chiara alla prima lettura, poi si comprende, mi sembra, che vada approfondita di nuovo per coglierne tutta la profondità ed i riferimenti fatti dal Papa, appena è possibile, ossia quando trovo qualcosa che  mi convince, che comprende pienamente la « Spe Salvi » la posto, per quanto riguarda me, l’unica cosa che posso dire, è che è difficile presentarla e, soprattutto, che va letta con pazienza e lentamente per gustarne a pieno il significato,

Gabriella 

Publié dans:ciao |on 17 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Papa: se non è attesa di Gesù, anche la gioia del Natale può essere sbagliata

dal sito:

 

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=11049&theme=3&size=A 

 

 

16/12/2007 11:44
VATICANO
Papa: se non è attesa di Gesù, anche la gioia del Natale può essere sbagliata

All’Angelus Benedetto XVI ricorda che la felicità dell’Avvento è quella dell’attesa per la venuta del Salvatore, della quale è esempio Madre Teresa, e non quella frutto di una cultura che ha fatto della felicità un idolo e trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Anche la felicità del Natale può essere “sbagliata”, se essa è quella che trae origine da quella cultura che “della felicità fa un idolo”, invece di essere la gioia della speranza che si fa certezza per la nascita del Salvatore. L’odierna domenica, che è chiamta “gaudete”, cioè “gioite” ha offerto a Benedetto XVI occasione per invitare ad una riflessione sul senso cristiano dell’attesa del Natale. 

“Il mistero di Betlemme – ha detto il Papa alle 30mila persone presenti in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus – ci rivela il Dio-con-noi, il Dio a noi prossimo, non semplicemente in senso spaziale e temporale; Egli ci è vicino perché ha ‘sposato’, per così dire, la nostra umanità; ha preso su di sé la nostra condizione, scegliendo di essere in tutto come noi, tranne che nel peccato, per farci diventare come Lui. La gioia cristiana scaturisce pertanto da questa certezza: Dio è vicino, è con me, è con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele. E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo della persona che a Dio si affida e in Lui confida”. 

  

“Alcuni – ha proseguito – si domandano: ma è ancora possibile oggi questa gioia? La risposta la danno, con la loro vita, uomini e donne di ogni età e condizione sociale, felici di consacrare la loro esistenza agli altri! La beata Madre Teresa di Calcutta non è stata forse, nei nostri tempi, una testimone indimenticabile della vera gioia evangelica? Viveva quotidianamente a contatto con la miseria, il degrado umano, la morte. La sua anima ha conosciuto la prova della notte oscura della fede, eppure ha donato a tutti il sorriso di Dio”. Di Madre Teresa Benedetto XVI ha citato anche una frase, là dove diceva: “Noi aspettiamo con impazienza il paradiso, dove c’è Dio, ma è in nostro potere stare in paradiso fin da quaggiù e fin da questo momento. Essere felici con Dio significa: amare come Lui, aiutare come Lui, dare come Lui, servire come Lui”. 

  

“La gioia – ha detto ancora il Papa – entra nel cuore di chi si pone al servizio dei piccoli e dei poveri. In chi ama così, Dio prende dimora, e l’anima è nella gioia. Se invece si fa della felicità un idolo, si sbaglia strada ed è veramente difficile trovare la gioia di cui parla Gesù. E’ questa, purtroppo, la proposta delle culture che pongono la felicità individuale al posto di Dio, mentalità che trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo, nel diffondersi dell’uso di droghe come fuga, come rifugio in paradisi artificiali, che si rivelano poi del tutto illusori. Cari fratelli e sorelle, anche a Natale si può sbagliare strada, scambiare la vera festa con quella che non apre il cuore alla gioia di Cristo”. 

  

Del senso dell’attesa del Natale, Benedetto XVI aveva parlato già stamattina, quando si è recato in visita pastorale alla parrocchia romana di Santa Maria del Rosario ai Martiri Portuensi alla 

Magliana, nel settore ovest della diocesi. “La liturgia dell’Avvento – aveva detto – ci ripete costantemente che dobbiamo destarci dal sonno dell’abitudine e della mediocrità, dobbiamo abbandonare la tristezza e lo scoraggiamento; occorre che rinfranchiamo i nostri cuori perché ‘il Signore è vicino’ “. 

  

Prendendo poi spunto dal non lontano sito delle catacombe di Generosa, ove sono sepolti alcuni martiri, aveva commentato che “anche oggi, pur in forme diverse, il messaggio salvifico di Cristo viene contrastato e i cristiani, non meno di ieri, sono chiamati a rendere ragione della loro speranza, a offrire al mondo la testimonianza della Verità dell’Unico che salva e redime!”. 

  

Il saluto gioioso di numerosi bambini presenti in Piazza San Pietro ha concluso la recita della preghiera mariana. Anche oggi si è infatti rinnovata la tradizione che vere i ragazzi romani portare i “Bambinelli” dei presepi alla benedizione del Papa. “Siete tanti malgrado il freddo”, ha detto loro Benedetto XVI, riferendosi alla giornata assolata, ma decisamente fredda, di Roma.  

 

di Sandro Magister: Contrordine: evangelizzzare si può. Anzi, si deve

dal sito:

 

 

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/182761

 

  

Contrordine: evangelizzzare si può. Anzi, si deve

 

 La congregazione per la dottrina della fede ha emesso una nota contro la « crescente confusione » penetrata persino negli istituti missionari. Che in ossequio al dialogo rinunciano a predicare e a battezzare. Due situazioni critiche: la Russia e i paesi musulmani

di Sandro Magister  

ROMA, 17 dicembre 2007 – « È un preciso ordine del Signore e non ammette deroga alcuna. Egli non ci ha detto: Predicate il Vangelo a ogni creatura, tranne i musulmani, gli ebrei e il Dalai Lama ».

Questo disse il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna, in un celebre suo discorso tenuto nove giorni dopo l’11 settembre 2001.

E questo dice – con parole meno fulminanti ma di uguale sostanza – la « Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione » diffusa dalla congregazione per la dottrina della fede lo scorso venerdì 14 dicembre.

La nota era in cantiere da diversi anni, da quando Joseph Ratzinger era ancora prefetto della congregazione. Ciò che l’ha resa « necessaria » – si legge nell’introduzione – è stata la « crescente confusione » sul dovere della Chiesa di annunciare Gesù al mondo.

« Una confusione penetrata anche negli istituti missionari », ha lamentato in un’intervista alla Radio Vaticana il segretario della congregazione, l’arcivescovo Angelo Amato. « Niente più annuncio di Cristo, niente invito alla conversione, niente battesimo, niente Chiesa. Solo impegno nel sociale ».

All’origine di questo raffreddamento dello spirito missionario della Chiesa, fino alla sua estinzione, la nota indica varie cause.

Anzitutto l’idea che ogni religione è via di salvezza alla pari della altre.

Poi la convinzione che proporre la verità cristiana ad altri è un attentato alla loro libertà.

Poi una concezione del Regno di Dio non identificato nella persona di Gesù Cristo ma in « una realtà generica che sovrasta tutte le esperienze o le tradizioni religiose, a cui esse dovrebbero tendere come ad un’universale ed indistinta comunione di tutti coloro che cercano Dio ».

Poi ancora l’idea che « la pretesa d’aver ricevuto in dono la pienezza della Rivelazione di Dio nasconde un atteggiamento d’intolleranza e un pericolo per la pace ».

Ad alcuni di questi « relativismi e irenismi », la congregazione per la dottrina della fede ha già risposto con la dichiarazione « Dominus Iesus » dell’agosto del 2000.

Altri li ha colpiti con le notificazioni a carico di tre famosi teologi gesuiti processati in questi ultimi anni: Jacques Dupuis, Roger Haight e Jon Sobrino.

Contro le « significative ambiguità » di un quarto teologo, Peter C. Phan, si è pronunciata proprio in questi giorni la conferenza episcopale degli Stati Uniti, con una dichiarazione del 7 dicembre.

In positivo, la nota della congregazione vaticana sollecita ad obbedire senza riserve al comandamento di Gesù: « Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura » (Marco 16, 15).

Sebbene anche i non cristiani possano essere salvati da Dio attraverso « vie a Lui note », resta ai cristiani l’obbligo di far conoscere a tutti « il vero volto di Dio e l’amicizia con Gesù Cristo », senza i quali c’è « oscurità » e « deserto ».

Il solo testimoniare con la vita non basta, avverte la nota. Che prosegue citando l’esortazione apostolica « Evangeli nuntiandi » di Paolo VI:

« Anche la più bella testimonianza si rivelerà a lungo impotente, se non è illuminata, giustificata – ciò che Pietro chiamava ‘dare le ragioni della propria speranza’ (1 Pietro 3, 15) – ed esplicitata da un annuncio chiaro e inequivocabile del Signore Gesù ».

Nel finale, la nota affronta la questione dell’evangelizzazione « in paesi dove vivono cristiani non cattolici, soprattutto in paesi di antica tradizione e cultura cristiana ».

Il pensiero corre alla Russia ortodossa. Anche in situazioni come questa – si legge nella nota – il dialogo con i cristiani non cattolici deve essere « non soltanto uno scambio di idee ma di doni, affinché si possa offrire loro al pienezza dei mezzi di salvezza ».

E nel caso di conversioni la nota scrive:

« Se un cristiano non cattolico, per ragioni di coscienza e convinto della verità cattolica, chiede di entrare nella piena comunione della Chiesa cattolica, ciò va rispettato come opera dello Spirito Santo e come espressione della libertà di coscienza e di religione. In questo caso non si tratta di proselitismo, nel senso negativo assunto da questo termine ».

Più in generale, la nota afferma che l’evangelizzare non è per la Chiesa solo un dovere ma « è anche un diritto irrinunciabile, espressione propria della libertà religiosa, che ha le sue corrispondenti dimensioni etico-sociali ed etico-politiche. Un diritto che purtroppo, in alcune parti del mondo, non è ancora legalmente riconosciuto e in altre non è rispettato nei fatti ».

Qui il pensiero corre ai paesi musulmani. Dove sia la predicazione che le conversioni sono sempre state pericolose e lo sono anche oggi, fino al prezzo della vita. Ma scrive la nota:

« Proprio il martirio dà credibilità ai testimoni, che non cercano potere o guadagno ma donano la propria vita per Cristo. Essi manifestano al mondo la forza inerme e colma di amore per gli uomini che viene donata a chi segue Cristo fino al dono totale della sua esistenza. Così i cristiani, dagli albori del cristianesimo fino ai nostri giorni, hanno subito persecuzione a motivo del Vangelo, come Gesù aveva preannunziato: Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Giovanni 15, 20) ». 

 

————– 

 

Il testo integrale della nota, nelle varie lingue, apparirà presto nel sito del Vaticano, tra i documenti di carattere dottrinale della congregazione per la dottrina della fede:

Documenti di carattere dottrinale 

 

Publié dans:Sandro Magister |on 17 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

« 34.000 volte speranza »

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12922?l=italian

  

« 34.000 volte speranza » 

Avvento, tempo di gioia nonostante tutto al « Baby Hospital » di Betlemme 

Di Nieves San Martín

  

BETLEMME, lunedì, 17 dicembre 2007 (ZENIT.org).- « Abbiamo visto tanto dolore e tristezza ma, ancora una volta, ancora mille volte, diciamo ‘GRAZIE’! », affermano le religiose di origine italiana che dirigono il « Baby Caritas Hospital » di Betlemme nel loro messaggio natalizio ad amici, volontari e benefattori. Nel 2006, 34.000 bambini sono stati assistiti nell’ospedale e il numero aumenta, visto che il tasso di natalità in Palestina è molto alto. 

« Tempo di Avvento, tempo di attesa del Signore, tempo di gioia e di gratitudine qui a Betlemme! Nonostante tutto! », affermano le terziarie francescane elisabettiane di questo ospedale che va avanti grazie alla carità cristiana di donatori e volontari di tutto il mondo.  

« Siamo sempre più imprigionati dal muro e da una situazione caotica e critica: per molti Betlemiti è perfino difficile accorgersi che il Natale si avvicina, presi dalla preoccupazione di sopravvivere… », rivela la comunità del Baby Hospital

Le religiose spiegano come la vicinanza quotidiana ai bambini accolti nell’ospedale, i più malati e poveri della zona, per la maggior parte musulmani, doni loro ogni giorno « il sorriso di Dio ». « Perché – aggiungono – su questa nostra città sofferente continuano a riversarsi, come un fiume, l’amore e la solidarietà ». 

Facendo un bilancio del 2007, spiegano che anche quest’anno « una folla di amici e pellegrini è venuta in visita al Baby Hospital…facendoci sentire la loro squisita, concreta vicinanza e simpatia ».  

Quest’esperienza, spiegano, è di « grande umanità e commozione: tocchiamo con mano la generosità di tante persone umili e semplici che per i bambini di Betlemme quasi si toglierebbero il pane di bocca, tanta è la loro fede… e consegnano il loro dono quasi furtivamente, evangelicamente, senza che la destra sappia quello che fa la sinistra… ». 

Le religiose affermano che si tratta di un’esperienza commovente, per loro e per i pellegrini, che comprendono pienamente: « il mistero che ogni giorno celebriamo qui a Betlemme ci rivela il perché di tanta commozione: un Bambino è nato per noi qui in Betlemme, un Bambino che prende su di sé la nostra umanità e il nostro dolore, e che oggi si rivela nei più poveri e sofferenti ».  

Tra i donatori dell’ospedale, le religiose ricordano soprattutto quegli anziani che « per i bambini di Betlemme si privano di una parte della loro pensione (e forse una modesta pensione) », gli « amici dell’Età d’oro » e i « bambini che rinunciano ai regali delle loro feste, per amore dei loro piccoli amici ». 

Tra questi benefattori, citano, tra gli altri, Andrea, che a 18 anni parte dalla Germania in bicicletta con destinazione Betlemme e porta ai bambini il segno concreto della solidarietà di molti amici, « arricchito dal contatto con popoli e culture diverse ».  

Il ringraziamento delle suore va anche ad altri donatori o volontari che partecipano a maratone a favore dei bambini malati di Betlemme, o fanno teatro per divertirli e far loro dimenticare il dolore per un po’. 

Tra loro, citano anche due volontari della Lombardia, Roberto e Aristide, che « raccolgono lattine dalle immondizie, e, in maniera del tutto professionale, le trasformano in solidarietà ».  

Tutto questo ha permesso che, nel 2006, il numero di bambini assistiti presso il Baby Hospital fosse di 34.000. Di questi, 4.100 sono stati ricoverati, mentre 29.900 hanno ricevuto cure ambulatoriali. 

Queste cifre, spiegano i gestori dell’ospedale, significano molto: « parlano di una popolazione estremamente giovane, di situazioni socio-economiche precarie, di condizioni igienico-sanitarie critiche, del disagio causato dai prolungati scioperi nell’ospedale governativo: mesi di sciopero dei dipendenti da mesi senza stipendio! ».  

« A Betlemme e nei villaggi circostanti la vita è difficile e dura – aggiungono le religiose -. Grava sulla popolazione la mancanza di libertà, che li costringe a vivere rinchiusi dentro il ‘muro di separazione’; le tensioni non mancano, ma i bambini donano gioia, sorriso, vitalità e futuro a questa popolazione oppressa. E vengono al mondo volentieri, i bambini, benedizione infinita per tante mamme giovani e bellissime, che credono nella vita e nella Provvidenza in maniera cieca e assoluta ». 

Il tasso di natalità nella zona di Betlemme raggiunge il 3,1%. A Gaza, perennemente sotto assedio, la natalità è ancora superiore: 3,7%.  

« La capacità di sofferenza, di tolleranza, di paziente attesa sembra essere la carta vincente di questa popolazione », concludono le terziarie francescane elisabettiane. 

buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno montanoa_hibiscifolia

December 11, 2007 : Montanoa hibiscifolia

http://www.ubcbotanicalgarden.org/potd/2007/12/montanoa_hibiscifolia.php#002393

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 17 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

« Maria, dalla quale è nato Gesù »

Concilio Vaticano II
Constituzione dogmatica sulla Chiesa, « Lumen Gentium », 55

« Maria, dalla quale è nato Gesù »

I libri del Vecchio e Nuovo Testamento e la veneranda tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della madre del Salvatore nella economia della salvezza e la propongono per così dire alla nostra contemplazione. I libri del Vecchio Testamento descrivono la storia della salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta di Cristo nel mondo. Questi documenti primitivi, come sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce dell’ulteriore e piena rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura di una donna: la madre del Redentore. Sotto questa luce essa viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in peccato, circa la vittoria sul serpente (Gen 3,15). Parimenti, è lei, la Vergine, che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emanuele (Is 7, 14; Mi 5,2). Essa primeggia tra quegli umili e quei poveri del Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. E infine con lei, la figlia di Sion per eccellenza, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova « economia », quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana per liberare l’uomo dal peccato coi misteri della sua carne.

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 17 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

PUERI CANTORES SACRE' ... |
FIER D'ÊTRE CHRETIEN EN 2010 |
Annonce des évènements à ve... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | Vie et Bible
| Free Life
| elmuslima31