Il fine della Legge è l’Amore

dal sito: 

http://www.communiobiblica.org/Articoli/corini-amore.html

   

Il fine della Legge è l’Amore 

di don Gabriele Corini 

Pensando in questi giorni a quale poteva essere il tema di questo articolo per il Natale, ho cercato di riflettere su quale fosse il messaggio ultimo e primo dell’Incarnazione: è l’Amore. Se noi ripercorriamo la Storia della Salvezza ogni qualvolta Dio rinnova la sua Promessa nell’Alleanza, rinnova prima di tutto il suo Amore. Così è stato per l’Alleanza nella fede con Abramo, con Noè, così l’Alleanza fondata sulla Legge mosaica ed infine così è anche per quanto riguarda l’Alleanza definitiva che avviene nell’Incarnazione e nel Mistero della Morte e Risurrezione di Cristo, che porta a compimento le precedenti forme d’Alleanza. 

Rileggendo proprio in questi giorni un libro molto interessante dell’esegeta gesuita Paul Beauchamp, La Legge di Dio, mi è apparso chiaro come la rivelazione pedagogica del Signore ci porta verso l’esplicitazione piena della nostra natura umana, che si identifica proprio nella nostra capacità d’Amore. Scriveva il Card. Martini in una meditazione ai sacerdoti del decanato di Tradate: « E’ vero che tra un uomo ed una donna sposati possono intervenire problemi legali, che danno dei diritti a seconda delle diverse tradizioni; l’importante però è ricordare che ciascuno si è preso cura dell’altro, totalmente ed incondizionatamente…Nei rapporti conflittuali ci possono essere delle regole di legittima difesa per cui, se sono ingiustamente derubato, esigo ciò che mi è stato tolto; però ciò che importa è considerare l’altro come fratello, come amico, come persona da amare con tutte le forze…Non basta gridare « giustizia, giustizia », se non nasce l’Amore per l’altro. Si potrà mettere qualcosa a posto, però la società sarà sempre da rifare. Chi grida solo « giustizia » e non sente nello stesso tempo amore per l’altro, compassione, desiderio di rialibitazione, di rifacimento, di rinnovamento, che rimetta ciascuno nella sua giusta dignità, non grida davvero « giustizia » o meglio si fa della giustizia uno scudo per non amare ( di fatto grida « vendetta ») …( C.M. Martini, Briciole dalla Tavola della Parola, Piemme 2001, 147-149). 

Certamente queste parole riportano alla mente i fatti tragici e drammatici dei nostri giorni, della situazione internazionale e locale e ci interrogano inesorabilmente come cristiani sul nostro impegno per la Pace e per l’Amore. Il Bambino di Betlemme ci invita ai piedi della mangiatoia a prenderci le nostre responsabilità, a dire no con tutto noi stessi a soprusi, violenze, oppressioni, anche quando questo richiede di giocare in prima linea la nostra dignità ed il nostro tornaconto: questa è la logica dell’Incarnazione, questo è il fine della Legge, di quella mosaica, come di quella dell’Amore rinnovata da Gesù sul Monte delle Beatitudini in Galilea. Le « Dieci Parole » e le « Beatitudini » non sono in contrasto tra loro, ma si intersecano in un progetto d’Amore che deve diventare per ognuno di noi un programma di vita. Devono entrambi penetrare il tessuto della nostra quotidianità e diventare ogni giorno di più familiari alla nostra vita ed al nostro agire. 

Chiediamo dunque con umiltà e fervore al Signore che viene per rinnovare la nostra vita, questa capacità d’amare incondizionatamente, non importa secondo quale progetto vocazionale Egli ha posto nelle nostre mani, perché esso deve essere orientato e concepito proprio alla luce di questa vocazione universale all’Amore; semplicemente dobbiamo trovare quale dimensione ci è più propensa, secondo i « talenti » donatici dal Signore, per esprimere al meglio e con rinnovato entusiasmo la nostra capacità d’amare. Proprio in questi giorni una voce sottile e suadente di un mio confratello mi sussurrava: « Perché non ti fai francescano per continuare le tue ricerche e i tuoi studi… ». Io posso fare di me ciò che voglio, è vero, ma ciò che conta è il fare di Dio, ciò che Lui ha progettato di fare per me e con me, secondo le indicazioni che quotidianamente non manca mai di proporre ed ancor di più è fondamentale che io sappia intravedere quale sia la strada migliore per realizzare pienamente nella mia vita il comandamento dell’Amore: « Ama Dio con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze ed il prossimo tuo come te stesso ». 

Termino questo mio breve pensiero con le parole del Papa che ho voluto scrivere nei miei bigliettini augurali e che lascio anche a voi come auspicio per questo Natale. Già le avevo scritte lo scorso anno, ma mi pare che ancora una volta possano ben esprimere il nostro particolare anelito di Pace alla presenza di Gesù Bambino, perché questo sia veramente per tutti noi un Natale d’Amore: « O Bambino di Betlemme, Figlio di Maria e Figlio di Dio, Signore di tutti i tempi e Principe della Pace, « lo stesso ieri, oggi e sempre » (Eb 13, 8): mentre avanziamo verso il nuovo millennio, guarisci le nostre ferite, rafforza i nostri passi, apri il nostro cuore e la nostra mente alla « bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge » (Lc 1, 78). Amen ».  

Don Gabriele Corini 

Publié dans : meditazioni |le 16 décembre, 2007 |Pas de Commentaires »

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