Archive pour le 13 décembre, 2007

Santa Lucia

Santa Lucia dans immagini sacre

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13 dicembre – Santa Lucia da Siracusa

 dal sito:

http://www.ibmsnet.it/siracusa/santa_lucia.html

 

 13 dicembre – Santa Lucia da Siracusa 

Nacque a Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita d’altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a testimoniare l’enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode. 

La sua passio afferma che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano, per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283. Il più antico documento che la riguarda è un’iscrizione del V secolo in cui si parla di una certa Euskia, morta il giorno « della mia patrona Lucia ». 

Secondo la passio la giovane apparteneva a una ricca famiglia siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata, sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappo gli occhi. Solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita e morì. Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare, trafugate dai bizantini, Furono portate a Costantinopoli, da dove furono saccheggiate dai Veneziani. 

L’iconografia risente fortemente dell’episodio dello strappo volontario degli occhi in quanto la santa i raffigurata con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi. Altri attributi possono essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo d’argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e un pugnale conficcato in gola. La sua festa cade il 13 dicembre. Prima dell’introduzione del calendario moderno (1580) si celebrava il 21 dicembre il giorno del solstizio invernale, da cui il detto « S. Lucia il giorno più corto che ci sia ». La festa è caratterizzata da pratiche devozionali di tipo magico-esorcistico e solare-agrario. Si confezionano in questo giorno pani a forma di occhi che, benedetti, si mangiano con lo scopo di preservarsi da malattie oculari. A lei si offrono anche ex voto d’argento a forma di occhi, che vengono appesi sulla « vara » il giorno della festa. I fuochi accesi la vigilia della festa sono l’indicazione più evidente che ci troviamo in presenza di rituali Festivi legati al trapasso stagionale più delicato dell’anno, col progressivo scemare della luce, per cui occorre esorcizzare, il pericolo del non ritorno della luce. La Santa è stata più volte messa in relazione con la dea greca Demetra o con la romana Cerere, i cui attributi principali erano il mazzo di spighe e la fiaccola. I fedeli recano come offerta frumento bollito, cibo cerimoniale che veniva consumato anche nei misteri della dea greca. « Luce degli occhi, della vista », « luce del mondo », « luce cosmica »: le espressioni rivelano non solo una chiara simbologia spirituale di grandissima intensità, ma soprattutto quella visione cosmologica delle civiltà passate e delle moderne culture contadine in cui s’alternano luce e notte, vita e morte, in un percorso che nella sua circolarità e garanzia di un eterno fluire e ritornare delle cose: l’eternel retourn, come direbbe M. Eliade.  

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Alle radici della pace

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12874?l=italian 

 

Alle radici della pace

 CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 12 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l’editoriale apparso su “L’Osservatore Romano” del 12 dicembre a commento del messaggio di Benedetto XVI per la 41a Giornata Mondiale della Pace, che si celebra il 1° gennaio 2008 sul tema « Famiglia umana, comunità di pace« . 

* * * 

Sotto il segno della speranza. In questa chiave aperta a una fiducia ottimista – ma non per questo ignara dei problemi – Benedetto XVI invita a leggere il messaggio che ha preparato per la giornata mondiale della pace e che si rivolge esplicitamente « agli uomini e alle donne di tutto il mondo ». Il suo titolo – « Famiglia umana, comunità di pace » – risuona con efficace semplicità e il suo contenuto va alle radici di quanto sognano appunto tante donne e tanti uomini del nostro tempo. Sì, perché alle radici della pace c’è la famiglia, che nasce dall’amore tra un uomo e una donna, « prima forma di comunione tra persone ». E il modello della famiglia è quello che, secondo il vescovo di Roma, deve ispirare i rapporti « di solidarietà e di collaborazione » anche nell’unica « famiglia umana » a cui sono chiamati i popoli della terra. 

Il parallelismo tra famiglia naturale e famiglia umana percorre tutto il testo papale. È infatti nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna che « si fa esperienza di alcune componenti fondamentali della pace »: giustizia e amore, ma anche l’autorità esercitata dai genitori, il servizio e l’aiuto a chi ne ha bisogno, fino all’accoglienza e al perdono. In una espressione, « il lessico familiare è un lessico di pace ». Per questo non si deve mai perdere di vista « quella « grammatica » che ogni bimbo apprende dai gesti e dagli sguardi della mamma e del papà, prima ancora che dalle loro parole ». Come a sottolineare l’importanza dei gesti concreti, dopo quella delle affermazioni di principio, anche nei rapporti internazionali. 

L’argomentare di Benedetto XVI è pure in questo messaggio per la giornata mondiale della pace pacato e ragionevole, quindi comprensibile e condivisibile anche al di là dei confini del cattolicesimo, delle confessioni cristiane e addirittura dei diversi mondi religiosi. Lo dimostrano il richiamo insistito da parte del Papa alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) – a cui si arrivò nel 1948 e di cui si sta dunque per celebrare il sessantesimo anniversario – e soprattutto il riferimento alla legge naturale, « iscritta nel cuore dell’essere umano e a lui manifestata dalla ragione ». 

Il riconoscimento dei diritti della famiglia in quanto « nucleo naturale e fondamentale della società » presente nella dichiarazione dell’Onu (come anche nella Carta dei diritti della famiglia pubblicata dalla Santa Sede nel 1983) ha una conseguenza logica evidente: « La negazione o anche la restrizione dei diritti della famiglia, oscurando la verità sull’uomo, minaccia gli stessi fondamenti della pace« . La famiglia, secondo Benedetto XVI, va dunque protetta con misure concrete perché è una risorsa di pace.

Così come con misure concrete bisogna proteggere la famiglia umana: a cominciare dalla sua casa, che è l’ambiente naturale. Senza divinizzare la natura, s’intende: considerando per esempio più importante dello stesso essere umano « la natura materiale o animale ». Al contrario, senza dimenticare i poveri e procedendo con prudenza davvero scientifica, bisogna rafforzare una vera e propria « alleanza tra essere umano e ambiente ». Non solo a parole, ma puntando a un utilizzo delle risorse energetiche che ridimensioni i folli livelli del consumo caratteristici delle società opulente. E altrettanto bisogna incidere sull’economia che deve mirare a un « bene comune » mondiale. 

Criterio generale – ripete ancora una volta il Papa, con fiduciosa speranza, tanto ai credenti quanto ai non credenti – è « la norma morale basata sulla natura delle cose, che la ragione umana è capace di discernere ». Benedetto XVI va al cuore del problema: il fondamento morale naturale di questa « legge morale comune » è ciò che permette, « al di là delle differenze culturali », la comprensione tra esseri umani a proposito degli « aspetti più importanti del bene e del male ». Anche se tutto questo è presente negli accordi internazionali in modo frammentario « e non sempre coerente ». Lo sguardo del Papa non deriva da un ottimismo cieco di fronte a divisioni, conflitti e atti efferati, come l’ultimo spaventoso attentato che ha insanguinato Algeri. Prova di questo sguardo realistico agli ostacoli che impediscono la pace è la sua richiesta di accordi concreti per un’efficace smilitarizzazione e per lo smantellamento delle armi nucleari che distolgono enormi risorse indispensabili ai bisogni sempre più urgenti di tanti esseri umani. Che tutti fanno parte di un’unica famiglia. 

g.m.v. 


(©L’Osservatore Romano – 12 dicembre 2007) 
 

Scoperto il ritratto ufficiale di Benedetto XVI

quando trovo la foto del dipinto del Papa lo metto sul Blog, dal sito: 

 

http://www.zenit.org/article-12879?l=italian

  

Scoperto il ritratto ufficiale di Benedetto XVI 

Un’artista russa ortodossa presenta al Pontefice un suo dipinto 

 

Di Mary Shovlain

 

 CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 13 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Accade solo una volta durante un pontificato. Benedetto XVI ha ricevuto questo mercoledì il suo ritratto ufficiale dalla famosa pittrice russa Natalia Tsarkova. 

L’opera è stata scoperta durante un incontro privato nell’Aula Paolo VI tenutosi dopo la tradizionale Udienza generale del mercoledì. 

La Tsarkova è la prima donna ad essere diventata ritrattista ufficiale vaticana. Papa Giovanni Paolo II è stato il soggetto del suo primo lavoro ufficiale. Lo ha ritratto durante il Giubileo del 2000 e l’opera è ora ospitata nei Musei Vaticani. 

Parlando a ZENIT dopo il suo incontro con Benedetto XVI, la Tsarkova ha rivelato che il Pontefice l’ha ringraziata per il suo lavoro ed ha affermato di essere molto felice del risultato. Il Santo Padre ha detto di conoscere le sue opere e di ammirare i ritratti che ha fatto a Giovanni Paolo II e a vari Cardinali. 

Durante l’udienza, durata 20 minuti, la Tsarkova ha spiegato i “segreti” del dipinto, soprattutto gli angeli che adornano il trono papale, che – ha detto – “diventano vita”. 

Gli angeli sembrano essere l’aspetto del dipinto preferito dal Papa, ha affermato, notando che nel suo recente discorso sul ruolo dei Vescovi ha paragonato la loro opera proprio a quella degli angeli, i messaggeri di Dio. 

La pittrice ha voluto dare un carattere simbolico al dipinto fosse. “Il Santo Padre – ha spiegato – è seduto su un trono ed è circondato da angeli. Riposa simbolicamente su di loro, come sostegno al suo ministero”. 

“Nella mano, stringe un libro dei suoi discorsi come segno del suo dialogo con il mondo moderno”, ha proseguito. “E’ un segno di pace perché è attraverso il dialogo che possiamo raggiungere la pace”. 

La Tsarkova ha detto che l’idea del ritratto è venuta non appena Benedetto XVI è stato eletto nel 2005, quando lei ha iniziato ad andare alle celebrazioni liturgiche in Vaticano per osservarlo e trarre ispirazione. 

“Lo avevo incontrato quando era Cardinale e lo conoscevo attraverso i suoi molti scritti, ma dovevo conoscerlo come Papa”, ha commentato. 

Il dipinto è stato finanziato dai Patrons of the Arts in the Vatican Museums. Il sacerdote Mark Haydu, dei Legionari di Cristo, Direttore internazionale dell’ufficio dei Patroni, ha raccontato a ZENIT come la Tsarkova abbia ricevuto l’incarico. 

“L’allora Sostituto della Segreteria di Stato, il neo Cardinale Leonardo Sandri, ora Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, pensò a Natalia come autrice del ritratto del Santo Padre, e condivise l’idea con numerosi amici che erano Patroni delle Arti. Da allora la Tsarkova ha iniziato a lavorare per creare questo splendido ritratto”, ha ricordato. 

Padre Haydu ha affermato che non è stato difficile trovare persone disposte a sostenere quest’opera: “Sotto il mio predecessore, il sacerdote domenicano Allen Duston, l’ufficio ha aiutato a trovare sponsor per il ritratto della Tzarkova [...]. Il signor John Brogan, da tempo Patrono delle Arti, ha aiutato a trasformare questo ritratto in realtà, insieme al nostro capitolo nel Regno Unito”. 

Secondo padre Haydu, il fatto stesso che una donna ortodossa di origini russe abbia dipinto il ritratto di un Papa tedesco riveste un significato simbolico: “Trovo eloquente che due individui i cui popoli, Tedeschi e Russi, sono stati divisi nel passato recente, siano provvidenzialmente uniti in questo sforzo artistico”. 

“Come sappiamo – ha aggiunto – Benedetto XVI ha fatto dell’unità cristiana una delle caratteristiche del suo pontificato, e questo dipinto è solo un ulteriore gesto provvidenziale dell’unione delle fedi cattolica e ortodossa”. 


[Traduzione di Roberta Sciamplicotti]
 

Publié dans:Papa Benedetto XVI, ZENITH |on 13 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

buona notte

buona notte dans immagini sacre rm_1336

Roma « Madonnelle » 
in : Piazza Navona

http://www.photoroma.com/foto.php?City=rm&ID1=1336&ID2=0

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La vera violenza che si impadronisce del Regno dei cieli

Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Omelie su Giosuè, no.5, 2 ; SC 71, 166

La vera violenza che si impadronisce del Regno dei cieli

Giosuè attraversò il Giordano per attaccare la città di Gèrico. Ma San Paolo insegna: « La nostra battaglia non è contro creature di sangue e di carne ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti » (Ef 6,12). Queste cose che sono state scritte sono immagini e simboli. Infatti dice San Paolo altrove: « Tutte queste cose accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivato la fine dei tempi » (1 Cor 10,11). Se dunque queste cose sono state scritte per ammonimento nostro, andiamo in guerra come Giosuè ; prendiamo d’assalto la città più considerevole di questo mondo – la malizia – e distruggiamo le muraglie del peccato.

Ti guarderesti forse intorno per vedere quale strada occorra prendere, quale campo di battaglia occorra scegliere ? Troverai senza dubbio le mie parole sorprendenti ; eppure sono vere : limita le tue ricerche a te stesso. In te si svolge la battaglia che stai per dare ; è dentro di te l’edificio di malizia che bisogna scalzare ; il tuo nemico esce dal profondo del tuo animo. Non lo dico io, ma lo dice Cristo ; ascoltalo : « Dal cuore provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie » (Mt 15,19). Ti rendi conto della potenza di questo esercito nemico che sta avanzando contro di te dal fondo del tuo animo ? Eccoli, i nostri nemici.

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 13 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

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