Si moltiplicano le iniziative per ridestare interesse alla riconciliazione
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Ritorno alla confessione
Si moltiplicano le iniziative per ridestare interesse alla riconciliazione
Di Padre John Flynn, L.C.
ROMA, domenica, 21 ottobre 2007 (ZENIT.org).- La confessione sta attraversando un momento di ripresa, dopo un lungo periodo in cui è stata messa da parte. Sulla stampa vi è stata un’ondata di articoli sul sacramento della confessione, o riconciliazione come spesso è definita.
Il 21 settembre, il Wall Street Journal ha riferito di un’iniziativa, a cui hanno partecipato più di 5000 persone, riguardante un fine settimana dedicato alla riconciliazione, che si è svolto a marzo nella diocesi di Orlando, in Florida.
Un editoriale del vescovo Thomas Wenski, pubblicato in quei giorni sul sito Internet della diocesi di Orlando, spiegava la necessità di ricorrere alla confessione. La perdita del senso del peccato è stata definita come “la crisi spirituale della nostra epoca”, ha affermato.
Lo scorso anno, il presule aveva scritto ai sacerdoti della sua diocesi per chiedere loro di dedicare più tempo alle confessioni. Quest’anno, ha spiegato, alcune parrocchie hanno organizzato uno speciale week-end di riconciliazione, in vista della Settimana Santa.
L’articolo del Wall Street Journal ha riferito poi che tra alcune denominazioni protestanti sta crescendo l’interesse verso la confessione. L’estate scorsa, un ramo nordamericano dei luterani ha approvato, nel corso di un incontro, un provvedimento a sostegno del rito della confessione dopo più di un secolo in cui è stata lasciata in disparte.
Confessioni on-line
Alcune forme di confessione praticate e diffuse dai protestanti sono, tuttavia, assai diverse dal sacramento cattolico. Il Wall Street Journal ha riferito di confessioni oggetto di riprese video che vengono persino diffuse su siti come YouTube.
Tra le altre iniziative vi è un sito Internet per le confessioni, gestito da una congregazione evangelica di Cooper City, in Florida. Sul sito, secondo il Wall Street Journal, figurano i peccati pubblicati da 7.700 people.
Il crescente interesse per la confessione segna un’inversione di tendenza, ha osservato l’articolo. Secondo un sondaggio del 2005, solo il 26% dei cattolici negli Stati Uniti dichiarava di confessarsi almeno una volta l’anno, rispetto al 74% dei primi anni ’80.
La ripresa della confessione, soprattutto nella forma pubblica, ha dato luogo ad una miriade di varianti, come evidenziato in un articolo della Reuters del 27 settembre. L’agenzia parla di un nuovo sito Internet di una grande società editrice di romanzi, la Harlequin Enterprises. Su questo sito, tutti possono confessare on-line, in anonimato, i propri peccati.
Altre varianti di confessione sono state riportate in un particolare articolo pubblicato il 31 agosto sul Los Angeles Times, secondo il quale in un sito internet è consentito persino di fare commenti sulle confessioni altrui e di dare consiglio a coloro che si sono confessati.
Accendere la luce
Anche la Chiesa cattolica sta tentando di promuovere l’interesse per la confessione. Quest’anno, alcune diocesi hanno promosso campagne per incoraggiare il ricorso a questo sacramento nel periodo precedente alla Pasqua. A Washington, ad esempio, le 140 chiese dell’Arcidiocesi sono rimaste aperte per le confessioni ogni mercoledì sera.
L’iniziativa era inserita nell’ambito della campagna intitolata “The Light Is On for You” (Luci accese per te). Tra le altre attività della campagna vi erano gli annunci radiofonici e i cartelloni pubblicitari, nonché un sito Internet che offriva molto materiale diretto a favorire la partecipazione al sacramento. Inoltre sono state stampate e distribuite 100.000 guide in spagnolo e in inglese.
Lo stesso arcivescovo di Washington, mons. Donald Wuerl, ha scritto una Lettera pastorale intitolata “God’s Mercy and the Sacrament of Penance” (La misericordia divina e il sacramento della penitenza), nell’ambito della stessa campagna.
“Nonostante le migliori intenzioni, ciascuno di noi ha fatto esperienza di un fallimento personale”, ha osservato nell’introduzione alla Lettera. Siamo consapevoli, ha spiegato l’arcivescovo Wuerl, “che una parte di noi è determinata a fare il bene, mentre allo stesso tempo un elemento dentro di noi continua a distoglierci dal bene che sappiamo di poter fare”.
Dio non ci abbandona in questa situazione di umana debolezza immersa nella costante presenza della realtà del peccato, ha aggiunto il presule. “Gesù rinnova la nostra vita con la grazia e ci consente di recuperare il nostro rapporto con Dio per arrivare alla piena comunione con Lui nella gloria”.
Questo potere di perdonare i peccati è stato esteso da Gesù alla Chiesa ed è amministrato mediante il sacramento della confessione.
Il perdono di Dio
“Resta una delle grandi meraviglie dell’amore di Dio quella di renderci il perdono così prontamente disponibile”, ha osservato l’arcivescovo Wuerl.
“Il sacramento della riconciliazione è la storia dell’amore di Dio che mai ci abbandona”, ha affermato. “Come il padre nella parabola del figliol prodigo, Dio aspetta, guarda e spera in un nostro ritorno ogni volta che ci allontaniamo”.
Non tutti sono convinti, tuttavia, che questo sforzo di riabilitare la confessione possa avere successo. La rivista Time, che ha fatto molto parlare di sé con il servizio di copertina del 3 settembre, in cui ha tentato di sollevare dubbi sulla fede di Madre Teresa di Calcutta, ha pubblicato il 27 settembre, sul sito Internet Time.com, un articolo dal titolo “The Unrepentant” (Gli impenitenti).
Osservando l’ormai decennale declino di questo sacramento tra noi cattolici, l’articolo tenta di sostenere che le reazioni all’Enciclica “Humanae Vitae” hanno portato ad “una più ampia revisione di cosa sia il peccato e se la confessione sia veramente necessaria”.
L’articolo pone in dubbio inoltre che i recenti sforzi delle diocesi americane di promuovere la confessione abbiano ottenuto un qualche successo concreto e conclude che anche in futuro tali sforzi non potranno che avere lo stesso destino.
Il dono
Un’altra recente iniziativa per ridestare interesse per la confessione è rappresentata dal libro intitolato “The Gift of Confession” (Il dono della confessione) (Connor Court Publishing). L’autore, padre Michael de Stoop, sacerdote dell’Arcidiocesi di Sydney, in Australia, tenta di presentare la confessione in modo positivo, sottolineando i numerosi benefici che questo sacramento offre ai fedeli.
Molte persone, si osserva nell’introduzione, non conoscono i fondamenti teologici che potrebbero farci maggiormente comprendere e apprezzare la confessione. Oltre a liberarci dal peccato, il sacramento restituisce e aumenta le nostre possibilità di condividere la vita divina di Dio, spiega padre de Stoop.
Quindi, la confessione ci libera dal peccato e ci restituisce la libertà di vivere una vita di virtù, grazie al dono dello Spirito Santo. La grazia che riceviamo rafforza la nostra volontà di resistere al peccato, consentendoci di progredire nella santità.
Rendendoci più consapevoli del male insito nel peccato e della necessità di evitarlo, la regolare partecipazione alla confessione – osserva l’autore – ci aiuta anche a rafforzare il nostro carattere e ad adottare buone abitudini. Avvicinarsi a Dio per mezzo del sacramento della riconciliazione ci facilita anche la preghiera.
Benedetto XVI, nelle sue parole indirizzate ai giovani di Roma, radunatisi il 29 marzo nella Basilica di San Pietro, in preparazione della locale celebrazione diocesana della Giornata mondiale della gioventù del 1° aprile, ha riflettuto sull’importanza della confessione.
L’amore di Dio per noi, espresso dalla morte di Cristo sulla croce, ci ha ottenuto il dono dello Spirito Santo, attraverso il quale i nostri peccati sono perdonati e la pace ci è donata, ha commentato il Papa.
“Cristo ci attira a sé per unirsi a ciascuno di noi, affinché, a nostra volta, impariamo ad amare i fratelli con lo stesso suo amore, come Lui ci ha amati”, ha aggiunto il Pontefice.
Ricolmi di questo amore – ha raccomandato Benedetto XVI ai giovani – siamo chiamati a dare il nostro contributo in questo mondo, attraverso un’autentica testimonianza cristiana. Parole che ci incoraggiano a partecipare ad un sacramento messo in disparte da troppo tempo.

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