Il Papa a Napoli: Sepe: dalla visita l’energia per un vero cambiamento

dal sito on line del giornale « Avvenire »: 

Il Papa a Napoli
 Sepe: dalla visita l’energia per un vero cambiamento

 INTERVISTA


 DAL NOSTRO INVIATO A NAPOLI
 SALVATORE MAZZA
 


 L uogo delle contraddizioni. Dove alle mille difficoltà «si intrecciano genia­­lità, arte, voglia di fare». E luogo di u­na Chiesa «viva e presente», che dal Papa si aspetta «incoraggiamento» per rendersi sempre più protagonista del cambamen­to e dello sviluppo di cui la città ha biso­gno.
  È questa la Napoli che, sintetizzata nelle parole del suo arcivescovo, il cardinale Cre­scenzio Sepe, aspetta oggi la visita di Be­nedetto XVI. Alla vigilia dell’incontro di uo­mini e religioni promosso dalla Comunità di Sant’Egidio che, proprio a Napoli, trova «quasi la sua sede naturale», con l’auspicio che si creino le «premesse» per fare della città la sede di «un Forum permanente del­le religioni e del dialogo».

 Napoli, e il Meridione in genere, stanno vivendo una situazione difficile. Che si­gnificato assume per la città l’arrivo del Papa in questo momento particolare?

 Indubbiamente non poche difficoltà inve­stono Napoli, la Campania e tutto il Sud. Sono ben evidenti le conseguenze di uno sviluppo annunciato ma incompiuto e di­storto. Passi in avanti sono stati senz’altro compiuti ma tanto ancora c’è da fare per dare risposte ai nostri giovani, per frenare le nuove emigrazioni, per valorizzare in­telligenze, professionalità e capacità, per uscire dal tunnel del disagio sociale che porta anche alla devianza e alla violenza. Bisogna rifuggire da ogni possibile rasse­gnazione per imboccare, con coraggio, percorsi nuovi per aprire le nostre città a o­rizzonti nuovi fatti di sviluppo e di certez­ze. Noi, Vescovi del Sud, da tempo stiamo lavorando in questa direzione. La visita o­ra del Santo Padre Benedetto XVI è mo­tivo di orgoglio e di profonda gioia, di so­stegno e incoraggiamento, perché ci for­tifica nella fede, ci aiuta a riscoprire i va­lori della nostra storia e delle nostre radi­ci cristiane, per recuperare motivazioni ed energie per imboccare, con rinnovata fi­ducia, la strada del cambiamento e dello sviluppo.

 Questa è la città delle contraddizioni, do­ve gli opposti spesso convivono fian­co a fianco e dove la Chiesa ha un ruolo centrale. Che diocesi, se così si può dire, si troverà di fronte Benedetto XVI?

 Sì, convivono nella nostra città forti contraddizioni, ma si intrecciano anche genialità, arte, capacità e voglia di fare. Si tratta di interpretare e valorizzare in mi­sura giusta, con idee chiare e concreta­mente, questa realtà che è fondamental­mente bella, stimolante e incoraggiante. Bisogna saper ascoltare, capire e condivi­dere disagio, bisogno e aspettative. Rispetto a questo la Chiesa è decisamente in cam­po con la forza della Parola e con l’impe­gno di un clero attento, premuroso e ze­lante e di un laicato sensibile e generoso, stando quotidianamente con e tra la gen­te per costruire, nel nome di Cristo, la spe­ranza che, per essere futuro, parte e deve partire dall’oggi attraverso la valorizzazio­ne delle risorse umane, la formazione, u­na progettualità che va sostenuta con mi­sure adeguate, concrete e chiare. Il Santo Padre Benedetto XVI, quindi, troverà que­sta Chiesa il cui cuore batte all’unisono con il cuore del popolo di Dio.

 Perché Napoli come sede di questo incon­tro di uomini e religioni? Che cosa ha da dire di ‘speciale’ sul fronte del dialogo?

 Io non voglio enfatizzare più di tanto il mo­tivo e il significato di una scelta, ma Napo­li mi sembra quasi la sede naturale di que­sto grande incontro di volontà e di impe­gno per costruire la pace, attra­verso la riflessione e la pre­ghiera. È la storia, antica e nobile, di questa meravi­gliosa città che lo testi­monia, perché Napoli, da sempre, ha saputo parlare alle genti di o­gni civiltà, Napoli ha sa­puto aprirsi al mondo, con la sua antica cul­tura impregnata di valori umani fondamentali e universali quali l’accoglienza la tolleranza, la com­prensione, la generosità. Ancora oggi Na­poli è un formidabile crocevia di razze, di culture, di religioni e di civiltà che vivono e coesistono in un rapporto fortemente in­tegrato con i napoletani e i campani i qua­li, forti proprio delle loro difficoltà e soffe­renze, sanno comprendere e condividere quelle degli altri. Napoli, peraltro, per la sua posizione geografica, assolutamente strategica rispetto ai Paesi del Bacino del Mediterraneo, da sempre è stata aperta al dialogo e alla cooperazione e può svolge­re un fondamentale ruolo di cerniera e di collegamento all’interno di un impegno che in nome dell’Europa avvicini popoli diversi e realizzi obiettivi comuni.
  Che cosa si aspetta da questo evento?
 Mi aspetto, proprio in nome dell’antica cul­tura, un grande coinvolgimento di popo­lo, una profonda comprensione tra reli­gioni e culture diverse, una riscoperta del valore della preghiera, un riaffermato im­pegno al rispetto reciproco e al dialogo, u­na grande volontà di pace che va costrui­ta e resa possibile e forte dentro ciascuno di noi, dentro la famiglia, dentro le comu­nità, dentro le società, nel mondo intero. Sono certo che questo incontro darà frut­ti copiosi e creerà le premesse per realiz­zare un Forum permanente delle religioni e del dialogo proprio a Napoli che saprà essere simbolo di comprensione tra popo­li. Vogliamo fare di Napoli la vera, grande Città della Pace.
 
 

 

Publié dans : Avvenire |le 21 octobre, 2007 |Pas de Commentaires »

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