Lasciate che Dio sia il Signore

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Lasciate che Dio sia il Signore 

O siamo uomini ai margini del mondo, o siamo secolarizzati, il che significa che non crediamo più nel Regno di Dio. O siamo nemici della terra, perché ci sentiamo migliori di essa, o siamo nemici di Dio, perché egli ci rapisce la terra, nostra madre. O fuggiamo davanti alla potenza della terra, o ci appoggiamo ad essa ostinatamente e senza lasciarci muovere da niente. Ma noi siamo come i pellegrini, che amano la terra che li porta – e ciò per il solo fatto che essa li porta incontro a quel paese straniero che amano più di ogni altra cosa – altrimenti non sarebbero in cammino. E’ capace di credere al Regno di Dio solamente chi è così in cammino, chi ama la terra e Dio insieme.
Uomini ai margini del mondo siamo da quando abbiamo ricavato quel pessimo trucco per cui siamo religiosi, anzi “cristiani”, a spese della terra. Si vive molto bene in questa zona così al margine del mondo. Ogni volta che la vita incomincia a divenire pericolosa o troppo impegnativa, si spicca un volo e ci si solleva leggeri e senza preoccupazioni, nelle cosiddette regioni eterne. Si salta il presente, si disprezza la terra, ci si sente migliori di essa; infatti accanto alle sconfitte in questo mondo si hanno a disposizione vittorie eterne, che possono essere ottenute con grande facilità. E’ pure facile consolare e predicare con questo atteggiamento. Una chiesa ai margini del mondo può essere certa di conquistare facilmente tutti i deboli, tutti quelli che amano essere ingannati e traditi, tutti i sognatori e i figli infedeli di questa terra. Del resto, quando la situazione incomincia a divenire pericolosa, chi non sarebbe tanto umano da non esser pronto a salire in fretta sul carro che scende dall’alto e promette di portare in un aldilà migliore? Quale chiesa sarebbe così crudele, così inumana da non venire incontro, pietosa, a questa debolezza dell’umanità che soffre – per mettere così al sicuro il suo bottino di anime per il paradiso? L’uomo è debole, non tollera la vicinanza della terra che lo porta, non la tollera perché essa è più forte e perché lui vuol essere migliore della malvagia terra. Egli cerca di svincolarsi, di sottrarsi alla sua serietà. Chi potrebbe prendersela con lui per questo – se non l’invidia di chi nulla ha? L’uomo è debole, non c’è nulla da fare; e come tale accetta la religione che lo pone ai margini del mondo – e d’altra parte sarebbe senza aiuto? Sarebbe questo lo spirito di Gesù Cristo? No, l’uomo debole deve ricevere aiuto, e questo gli viene da Cristo. Ma Cristo non vuole questa debolezza, al contrario egli rende l’uomo forte. Non lo conduce ai margini del mondo in una fuga religiosa dal mondo, ma lo restituisce alla terra come suo fedele figlio.
Non siate uomini ai margini della realtà, ma siate forti!
L’altra possibilità è che siamo figli di questo mondo. Chi non si sente affatto toccato da quanto detto sopra, dovrebbe stare attento se quanto segue lo può ferire. Noi siamo divenuti schiavi del secolarismo; ed intendiamo del secolarismo devoto, cristiano. Non si pensi affatto all’ateismo o al bolscevismo nelle sue espressioni culturali, ma alla rinunzia cristiana a Dio come Signore della terra. E con ciò si dimostra che siamo asserviti alla terra. Dobbiamo chiarire il nostre atteggiamento di fronte ad essa. Non c’è via di scampo. Potenza si oppone a potenza. Il mondo si oppone alla chiesa, la mondanità alla religione. Che altra possibilità c’è se non che religione e chiesa siano costrette a chiarire la loro posizione, a lottare? Perciò la fede deve rinforzarsi e divenire costume religioso e morale; la chiesa, un organo d’azione per un nuovo edificio etico-religioso.
La fede, dunque, si arma, perché le potenze della terra ve la costringono. Dobbiamo difendere la causa di Dio. Dobbiamo costruirci una fortezza resistente, nella quale poter vivere sicuri con Dio. E così costruiamo il Regno. Anche con questo allegro secolarismo si può vivere ottimamente. L’uomo – anche l’uomo religioso – prova piacere ad azzuffarsi e a mettere alla prova le sue forze. Chi vorrebbe biasimarlo per questo dono della natura – se non l’invidia di chi nulla possiede? E inoltre si può anche parlare e predicare ottimamente con questo secolarismo devoto. La chiesa può star certa che – se si comporta solo un pochino più risolutamente – in questo allegro conflitto avrà dalla sua tutti gli uomini coraggiosi decisi, bene intenzionati, tutti i figli troppo fedeli a questa terra. Quale uomo giusto non sarebe pronto a difendere la causa di Dio in questo mondo malvagio? Egli lo farebbe come si racconta degli antichi Egiziani, i quali portavano i loro idoli contro il nemico per nascondersi dietro di loro; ma ora li porterebbe non solo di fronte al nemico, al mondo, ma addirittura davanti a quel Dio che spezza i suoi idoli in terra, che non vuole che l’uomo in terra cerchi di difenderlo, solo perché dotato di forza esuberante – come il forte difende il disarmato -, ma che vuol condurre lui stesso la sua causa e prendersi cura o meno dell’uomo secondo la sua libera grazia, che vuol essere lui il Signore in terra, e quindi considera molto mal servita la sua causa da questo allegro zelo. Proprio con questa nostra prontezza nel difendere i diritti di Dio nel mondo non facciamo altro che sfuggire a lui stesso; amiamo la terra per amore della terra stessa e di questa lotta: ecco il nostro secolarimo cristiano. Ma non possiamo sfuggire a Dio. Egli si riprende l’uomo e lo conduce sotto la sua signoria.
Diventate deboli nel mondo e lasciate che Dio sia il Signore! 

Dietrich Bonhoeffer 

Publié dans : meditazioni |le 12 octobre, 2007 |Pas de Commentaires »

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