Archive pour septembre, 2007

Dalle « Omelie su Ezechiele » di san Gregorio Magno, papa

oggi San Gregorio Magno Papa, dal sito: 

http://www.enrosadira.it/santi/g/gregorio1.htm 

Dalle « Omelie su Ezechiele » di san Gregorio Magno, papa


« Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele » (ez 3, 16). E’ da notare che quando il Signore manda uno a predicare, lo chiama col nome di sentinella. La sentinella infatti sta sempre su un luogo elevato, per poter scorgere da lontano qualunque cosa stia per accadere. Chiunque é posto come sentinella del popolo deve stare in alto con la sua vita, per poter giovare con la sua preveggenza. Come mi suonano dure queste parole che dico! Così parlando, ferisco m stesso, poiché né la mia lingua esercita come si conviene la predicazione, né la mia vita segue la lingua, anche quando questa fa quello che può. Ora io non nego di essere colpevole, e vedo la mai lentezza e negligenza. Forse lo steso riconoscimento della mia colpa mi otterrà perdono presso il giudice pietoso. Certo, quando mi trovavo in monastero ero in grado di trattenere la lingua dalla parole inutili, e di tenere occupata la mente in uno stato quasi continuo di profonda orazione. Ma da quando ho sottoposto le spalle al peso dell’ufficio pastorale, l’animo non può più raccogliersi con assiduità in se stesso, perché é diviso tra molte faccende. Sono costretto a trattare ora le questioni delle chiese, ora dei monasteri, spesso a esaminare la vita e le azioni dei singoli; ora ad interesserarmi di faccende private dei cittadini; ora a gemere sotto le spade irrompenti dei barbari e a temere i lupi che insidiano il gregge affidatomi. Ora debbo darmi pensiero di cose materiali, perché non manchno opportun aiuti a tutti coloro che la regola della disciplina tiene vincolati. A volte debbo sopportare con animo imperturbato certi predoni, altre volte affrontarli, cercando tuttavia di conservare la carità. Quando dunque la mente divisa e dilaniata si porta a considerare una mole così grande e così vasta di questioni, come potrebbe rientrare in se stessa, per dedicarsi tutta alla predicazione e non allontanarsi dal ministero della parola? Siccome poi per necessità di ufficio debbo trattare con uomini del mondo, talvolta non bado a tenere a freno la lingua. Se infatti mi tengo nel costante rigore della vigilanza su me stesso, so che i più deboli mi sfuggono e non riuscirò mai a portarli dove io desidero. Per questo succede che molte volte sto ad ascoltare pazientemente le loro parole inutili. E poiché anch’io sono debole, trascinato un poco in discorsi vani, finisco per parlare volentieri di ciò che avevo cominciato ad ascoltare contro voglia, e di starmene piacevolmente a giacere dove mi rincresceva di cadere. Che razza di sentinella sono dunque io, che invece di stare sulla montagna a lavorare, giaccio ancora nella valle della debolezza? Però il creatore e redentore del genere umano ha la capacità di donare a me indegno l’elevatezza della vita e l’efficenza della lingua, perché, per suo amore, non risparmio me stesso nel parlare di lui. (Lib. 1, 11, 4-6; CCL 142, 170-172 

Publié dans:Angelus Domini, Santi |on 3 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

“Preghiera al Volto Santo”, scritta di persona dal Santo Padre Benedetto XVI

il sito della diocesi di Chieti-Vasto, Arcivescovo Mons Bruno Forte, riporta questa preghiera: 

 

http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/bd_edit_doc_dioc.edit_documento?p_id=914658

 

 

PREGHIERA DI S.S. BENEDETTO XVI

 

Questa “Preghiera al Volto Santo”, scritta di persona dal Santo Padre Benedetto XVI, è stata fatta recapitare come Suo dono all’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e alla Basilica del Volto Santo di Manoppello, che di essa fa parte, il 1 Settembre 2007, a un anno esatto dalla Sua visita – pellegrinaggio alla Basilica Santuario. La profondità e la ricchezza del testo esprimono lo stile orante di una Chiesa pellegrina sulla via della Bellezza, rapita dalla contemplazione e dalla sempre nuova ricerca del Volto del Suo Signore. La gratitudine per il dono si manifesterà anche nel pregarla secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.

 

Signore Gesù,  

come già i primi apostoli,  

ai quali dicesti: “Che cercate?”,  

ed accolsero il tuo invito: “Venite e vedrete”,  

riconoscendoti come il Figlio di Dio,  

l’atteso e promesso Messia per la redenzione del mondo,  

anche noi, discepoli tuoi di questo difficile tempo,  

vogliamo seguirti ed esserti amici,  

attratti dal fulgore del tuo volto desiderato e nascosto.  

Mostraci, ti preghiamo, il tuo volto sempre nuovo,  

misterioso specchio dell’infinita misericordia di Dio.  

Lascia che lo contempliamo  

con gli occhi della mente e del cuore:  

volto del Figlio, irradiazione della gloria del Padre  

e impronta della sua sostanza (cf Eb 1,3),  

volto umano di Dio entrato nella storia  

per svelare gli orizzonti dell’eternità.  

Volto silenzioso di Gesù sofferente e risorto,  

che amato ed accolto cambia il cuore e la vita.  

“Il tuo volto, Signore, io cerco.  

Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27,8s).  

Nel corso di secoli e millenni quante volte è risuonata  

tra i credenti questa struggente invocazione del Salmista!  

 

 

 

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 3 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

Papa Benedetto a Loreto: Si è fatto conoscere. E li ha sedotti

dal sito on line del giornale « Avvenire »:

Serata che scava una traccia 

Si è fatto conoscere. E li ha sedotti 

Francesco Ognibene  

Si sono conquistati l’un l’altro, amici che d’improvviso si scoprono capaci di una confidenza del tutto imprevedibile. Il Papa e i giovani: lui sul palco, loro sin sulla cima della conca che dà verso il mare, quasi un chilometro di distanza, eppure tutti vicinissimi in un clima che difficilmente chi ha avuto la fortuna di esserci vedrà scolorire dentro di sé.
Quella di Loreto è una serata che scava una traccia, una pagina che si apre ed è ora tutta da scrivere, un dialogo aperto che conoscerà altri capitoli, d’ora in avanti ispirati da questo straordinario incontro. Forse è perché tra le braccia di Montorso, nel quieto tramonto di ieri, c’era aria di Casa, la stessa che i ragazzi hanno respirato lungo i giorni di questa Agorà alla fine sorprendente, come sempre accade quando la loro strada incrocia quella di Pietro. Un’onda di affetto è scesa dalla collina dove spunta il profilo del Santuario, il Papa se n’è lasciato conquistare e l’ha restituita ai giovani moltiplicandone la forza e seducendo definitivamente la generazione rappresentata dai 400 mila che lo ascoltavano con emozione crescente via via che quel padre così semplice e diretto scioglieva ogni ipotetica freddezza, accorciava le distanze, apriva la mano lasciandosela afferrare dalla folla che sembrava non aspettare altro.
Sotto lo sguardo della Vergine di Loreto è nato un legame tutto nuovo e originale, lo stile sobrio e avvincente del Papa con la passione giovanile pronta a prorompere quando riconosce la voce di cui potersi fidare. I giovani hanno capito che possono poggiare sogni e fragilità dei loro anni, insieme alla paura di soccombere a un mondo che parla una lingua suadente ma fasulla, su questo Papa intellettuale che sa essere pastore e amico al punto da raccontare aneddoti, come un parroco che vuol farsi capire bene.
Cos’è successo? Che Benedetto ha semplicemente mostrato se stesso, si è fatto conoscere dai giovani, e questo è bastato. Nelle sue risposte a braccio e nel discorso per l a veglia ha fatto vedere che conosce il codice della loro anima e che ci legge dentro meglio di chiunque altro, persino di loro stessi. Non è stato difficile scorgere sui volti di chi l’ascoltava i segni di una scoperta, e alla fine della commozione che ti afferra quando non ti aspettavi tanta grazia.
Venuti per ritrovarsi e sostenersi per un altro tratto di strada – ogni incontro giovanile vive anche di questa gratificazione reciproca – i ragazzi riportano a casa la certezza di aver trovato chi li capisce e li ama davvero. Se il male che li sgretola è la percezione di scoprirsi al dunque soli dentro il labirinto indecifrabile di una vita senza direzione, il Papa che dice di condividere « le vostre gioie e le vostre pene » e che confronta le loro paure con il tremore di Maria alle parole dell’Angelo – l’eco risuona ancora, qui a Loreto – fa cadere anche l’ultimo anfratto e diventa « uno di noi », come diceva qualcuno a fine serata, senza trovare parole migliori di queste così ricorrenti tra loro. I ragazzi l’avevano accolto con la gioia che sempre riservano al Papa, ma forse nemmeno immaginavano che Benedetto li avrebbe felicemente vinti, prendendo a tal punto sul serio il dialogo da scendere dentro ogni domanda senza fretta, sereno nei gesti e nel volto, in piena sintonia con quel che ciascuno di loro ha portato con sé a Loreto dentro un bagaglio stipato di domande.
Sapendo infatti di salire alla Santa Casa – casa loro, adesso più che mai – nello zaino hanno infilato tutti i nodi che complicano il cammino di un’età a ostacoli: la Madre di Nazareth sa capire, e i giovani che in questi giorni hanno fatto ressa per entrare in quell’angolo di silenzio perfetto che l’Italia ha la grazia di ospitare non hanno fatto altro che affidarsi a Lei. Ora sanno di poter contare anche su un Papa che li ha ascoltati davvero, e poi ha parlato dritto alla loro vita. 

 

Publié dans:Avvenire |on 3 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno Dionaea_muscipula

Dionaea muscipula

http://www.compagniadelgiardinaggio.it/phpBB2/viewtopic.php?=&p=23259

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 3 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

« Dio consacrò in Spirito e potenza Gesù di Nàzaret » (At 10,38)

Faustino di Roma (4o secolo), sacerdote

Dal trattato « Sulla Trinità », 39-40, CCL 69, 340-341

« Dio consacrò in Spirito e potenza Gesù di Nàzaret » (At 10,38)

Il nostro Salvatore divenne veramente « cristo » secondo la carne e nello stesso tempo vero re e vero sacerdote… Coloro che presso gli Israeliti erano consacrati re e sacerdoti con l’unzione materiale dell’olio, diventavano re e sacerdoti… erano chiamati « cristi ». Il Salvatore però, che è il vero Cristo, fu unto dallo Spirito Santo…

Che questo sia vero lo sappiamo dallo stesso Salvatore, il quale preso il libro di Isaia e avendovi letto: « Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha consacrato con l’unzione » (Lc 4,18), proclamò davanti a quelli che lo ascoltavano che la profezia si era adempiuta allora nella sua persona. Anche Pietro, principe degli apostoli, dichiara che quel crisma, da cui il Salvatore è stato consacrato, è lo Spirito Santo, cioè la stessa potenza di Dio, quando negli Atti degli Apostoli tra le altre cose dice al centurione Cornelio, uomo pieno di fede e di miseriordia: « Incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni, Dio consacrò in Spirito e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo » (At 10, 37-38).

Anche Pietro, dunque, come hai potuto renderti conto, afferma che Gesù-uomo è stato unto di Spirito Santo e di potenza. È vero perciò che lo stesso Gesù è diventato « cristo » in quanto uomo, perché con l’unzione dello Spirito Santo è stato consacrato re e sacerdote in eterno.

 

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 3 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

due foto dell’incontro a Loreto

due foto dell'incontro a Loreto dans Papa Benedetto XVI

Pope Benedict XVI (L) looks on after he met Italian priest Rev. Giancarlo Bossi, who was held hostage for over a month by Muslim rebels in the southern Philippines, during a meeting with youths in Loreto, central Italy, September 1, 2007. REUTERS/Daniele La Monaca (ITALY)

dal sito yahoo USA

 dans Papa Benedetto XVI

Pope Benedict XVI clasps his hands, framed by a statue of the Virgin Mary with Child, at foreground left, with 300,000 estimated young pilgrims gathered on a field in Loreto, central Italy, Saturday, Sept. 1, 2007. The pontiff decried the collapse of marriages Saturday, telling tens of thousands of young Catholics that he was praying that today’s crisis in traditional family values doesn’t become an ‘irreversible failure.’ (AP Photo/Pier Paolo Cito)

dal sito Yahoo USA

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 2 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

qualche riflessione prima di postare qualche articolo sull’incontro del Papa con i giovani a Loreto,

qualche riflessione prima di postare qualche articolo sull’incontro del Papa con i giovani a Loreto, come vedete ho fatto un un unico discorso per il Blog francese (per il quale c’è qualche aggiunta) e per quello italiano, opvvio che per i francesi ho tradotto (speriamo bene):

PER IL BLOG ITALIANO E QUELLO FRANCESE 

Mi sembra che sui siti stiano girando ancora i testi dati in precedenza ai giornalisti e trascurati dal Papa per parlare a braccio, per quanto riguarda la messa di questa mattina il testo offerto dai siti dovrebbe essere quello reale, quelli di ieri mi appaiono mescolati con qualche testo vero, io li ho sentiti e non riesco a distinguere, ho scelto i due articoli del sito Asia News, che,  essendo articoli riportano il vissuto senza alterarlo, proprio in quanto articoli e la preghiera del Papa a Maria; 

ci sono molti discorsi che andrebbero riportati bene, per esempio quello su Madre Teresa di Calcutta e la sua « notte buia », anche questo va riportato bene e aspetto un sito sicuro come Zenith o il sito Vaticano che forse domani pubblicherà almeno in italiano, su Avvenire di oggi – che sarà su internet domani – la descrizione giornalistica dell’avvenimento è molto bella, anche per Avvenire aspettiamo, questo è il mio parere; 

infatti quello che è stato vissuto, le domande dei giovani, le risposte del Papa a braccio, commossi i giovani e commosso il Papa, sono comunque di difficile riproposta perché vedere il Papa commosso, l’atmosfera che si viveva li, l’impressione  dell’evento visto dalla televisione, come ho fatto io, sono cose diverse; 

per quanto riguarda l’omelia del Papa di questa mattina, quella riportata dovrebbe essere giusta, tuttavia, come ho detto preferisco aspettare; 

mi sembra che il Papa abbia voluto soprattuto incoraggiare i giovani alla responsabilità senza facili accarezzamenti, domande: è difficile, risposta sì è difficile; il Papa non si è nascosto e non ha nascosto le difficoltà di questo tempo, ha risposto da Padre, ossia da papà, ed ha risposto da Papa, i due aspetti mescolati insieme difficilmente si riportano a parole, perché poi, non si possono riportare le parole  (sempre che siano quelle) senza un commento che dipani ed interpreti l’evento nella sua totalità; 

c’è un’intervista a Mons. Bruno Forte che mi è piaciuta anche perché Forte è in grado sia di comprendere i pensieri interiori delle persone, sia la situazione nel suo insieme, sia, e questo mi sembra che conta, non solo il pensiero del Papa, ma quello che lui porta nel cuore: chi è il nostro Papa, anche per questo aspettiamo; 

posso solo – in coscienza – offrire le cose più immediate, i testi che i giornalisti avevano in mano in precedenza sono serviti a poco perché il Papa spesso parla a braccio ed inoltre, il testo scritto e non commentato da una persona capace rischia di mancare di espressione; 

come vuole il Papa: aspettiamo la verità tutta intera; 

PER IL BLOG FRANCESE INOLTRE 

c’è una preghiera del Papa a Maria di ieri sera, se non la trovo sui siti francesi aspetto anche per questa domani; 

sul sito Vaticano oggi non ci sono i testi neppure in italiano; 

su Avvenire, che ho già citato, che normalmente riporta bene, solo domani si avranno degli articoli di una certa qualità; 

riporto solo due articoli presi da Yahoo France, che, appunto, essendo articoli non alterano la realtà; 

insomma, come si dice per gli alimenti in scatola, diffidate di quelli che non vedete e aspettate quelli di qualità;

leggerete che c’erano solo « i giovani italiani », no, c’erano giovani da tutto il mondo, dall’Australia, dalla Francia anche, che sventolavano le loro bandiere;

Publié dans:con voi |on 2 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

La preghiera del Papa nella santa casa di Maria

dal sito on line del giornale « Avvenire »: 

La preghiera del Papa  nella santa casa di Maria   

Maria, Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù
e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui
e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede. 

Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù,
imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti,
la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta
e fa’ fiorire la Parola in scelte di vera libertà. 

Maria, parlaci di Gesù,
perché la freschezza della nostra fede
brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra,
come Tu hai fatto visitando Elisabetta
che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita. 

Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana,
spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli,
a fare solo quello che Gesù dirà. 

Maria, poni il tuo sguardo sull’Agorà dei giovani,
perché sia il terreno fecondo della Chiesa italiana.
Prega perché Gesù, morto e risorto, rinasca in noi
e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui. 

Maria, Madonna di Loreto, porta del cielo,
aiutaci a levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui.
Annunciare a tutti il Suo amore.
 

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 2 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

P. Bossi: Nei giorni del rapimento, la tenerezza di Dio

sempre da Asia News il discorso di Padre Bossi: 

 

01/09/2007 22:25
VATICANO -ITALIA – FILIPPINE

P. Bossi: Nei giorni del rapimento, la tenerezza di Dio


Fra i canti, le danze, le rockstar che si sono succedute sul palco alla Notte dell’Agorà, vi è stata anche la testimonianza di p. Giancarlo Bossi, il missionario del Pime rapito nelle Filippine e liberato dopo 39 giorni.

 

Loreto (AsiaNews) – Ecco la testimonianza di p. Bossi durante la Notte dell’Agorà dei Giovani: 

“Mai avrei pensato nella mia vita di trovarmi di fronte a tanti giovani. Chiedo scusa se mi vedete impacciato. La parola non è il mio forte. Sono convinto che ciascuno di noi ha un sogno da realizzare. Ciascuno di noi ha qualche cosa da dire. Non solo con le parole, c’è anche chi si esprime con gesti, chi nel silenzio solidale, chi con un sorriso. L’importante è mantenere vivo il sogno della vita. L’importante è volare! Ragazzi, fatevi rapire dai vostri ideali! Io ho iniziato a sognare quando ho deciso di entrare in seminario, ho continuato il mio sogno durante la mia ordinazione sacerdotale, l’ho vissuto nelle Filippine per tanti anni. L’ho toccato con mano durante i giorni del mio rapimento. 

Sono un missionario, uno dei migliaia di preti impegnati in tutti i paesi poveri del mondo. Vivo nelle Filippine da 27 anni. Continuerò a farlo. Spero. Questa storia non cambia, non mi cambierà. Anzi, no, qualcosa di diverso c’è: non fumo dal 27 giugno. Spero di non riprendere. 

È iniziato tutto il 10 giugno. Era il giorno del Corpus Domini. Una festa a me cara perché mi ricorda il Cristo pane spezzato per l’umanità, agnello immolato per la speranza dell’uomo; innocente vittima che accumula su di sé la se tedi giustizia di tutte le donne e gli uomini che nel mondo soffrono. 

Avevo detto Messa alle 7.00 nella chiesa di Payao, poi ero salito sulla moto per andare a un’altra celebrazione. Ho visto questi uomini indivisa, con i mitra. Pensavo fossero dell’esercito. Poi ho capito, ma la frittata ormai era fatta. Mi avevano preso. 

Ricordo che quando stavo salendo sulla barca con loro il mio primo pensiero è andato alla gente della mia parrocchia in Payao. 

Durante il lungo viaggio in mare, coperto da un telone, mi sono chiesto che cosa il Padre mi chiedeva. 

È così che sono iniziati i 40 giorni di prigionia. Ho patito la fame, tantissimo, e la fatica. Ma non ho mai avuto paura di morire. Cercavo di parlare con i miei rapitori. 

Ho chiesto loro: “Voi pregate come me il Dio della Pace. Com’è che lo fate con il mitra alla sinistra e un sequestrato alla destra?”. Mi hanno risposto che Allah è nel loro cuore. Il rapimento è lavoro. Pagati per eseguire un rapimento, l’hanno fatto. 

Sono stato per 40 giorni sulle montagne. Mi ci hanno portato con forza. ho visto attorno a me persone povere, spaventate. Persone che volevano farsi forza tenendo tra le mani un fucile. Per loro ho provato compassione. Ho cercato anche di mettermi nei loro panni. Anche in loro ho visto la bontà di Dio. Quel Dio che ti prende per mano e che non ti lascia solo. Quel Dio che ti fa superare le paure e che entra in rapporto con te chiedendoti la totale disponibilità. 

Durante i 40 giorni del mio deserto nella foresta mi sono sentito rinnovare. La mia preghiera è diventata più essenziale e forte. La mia disponibilità a Dio più incisiva. 

Nelle difficoltà con forza si sperimenta la tenerezza di Dio. Ti fa recuperare la dimensione del tuo essere dono. In quel momento ho chiesto al Padre di mandare un prete a Payao. Una altro prete che continuasse ad annunciare il Vangelo alla mia gente. 

I miei rapitori erano tutti giovanissimi, intorno ai 20 anni. Ho capito che avevano già ucciso. Cercavo di capire con le mie domande, di fissare un dialogo con i rapitori. Mi sono reso conto che anche loro sono dei poveri diavoli, abbrutiti più dalla povertà che dalla volontà di fare del male. 

Dall’esterno non arrivava nessuna notizia. I giorni passavano e mi sentivo scoraggiato. 

Col rosario mi tenevo aggiornato sulle date, ma la conta è stata estenuante. Temevo che il rapimento sarebbe durato 3, 4 mesi, così quando mi hanno detto che mi avrebbero lasciato andare non ci ho creduto. Pensavo mi prendessero in giro. Invece, mi hanno liberato. Il 19 luglio. 

Ho voluto telefonare subito a casa, per rassicurare la mia mamma, Amalia, che proprio quel giorno ha compiuto 87 anni. È stata una telefonata d’istinto, di pancia. 

Sono in Italia da qualche settimana ormai, ma voglio tornare il prima possibile dalla mia parrocchia di Payao, dai miei bambini. I poveri hanno bisogno di persone capaci di amare senza limiti o condizioni, e a Payao la gente è povera. Io sono stato sequestrato fisicamente, ma sono troppi coloro che sono sotto sequestro della povertà. La loro prigionia può durare una vita. Qui, in Italia, mi capita di sentire dei bambini che, di fronte al cibo, dicono: “Che schifo!”. Nelle Filippine vedo i loro coetanei frugare nella spazzatura e ringraziare Dio se trovano qualcosa. C’è una distorsione profonda in tutto questo. Qui c’è bisogno di recuperare i valori, là delle condizioni di vita più umane”. 

Alla fine, fortemente emozionato, p. Bossi ha voluto aggiungere: « Mi sono chiesto tante volte perchè mi hanno rapito. A me non piace essere in prima fila. Ma ho capito. E’ perchè fra di noi ci sono tante persone che nel silenzio si prendono cura del loro fratello, dei genitori, dell’handicappato… Io sono qui a nome loro, di tutti quelli che agiscono nel silenzio. La loro testimonianza dovrebbe diventare la forza del nostro agire, la forza del nostro sogno ». 

 

Publié dans:testimonianze |on 2 septembre, 2007 |Pas de commentaires »

Papa: Loreto, capitale spirituale dei giovani

per l’incontro a Loreto di ieri:

 

 prendo l’articolo di Asia News, perché alcuni « testi integrali » proposti da altri siti non sono integrali, tanto vale aspettare; 

 

 

01/09/2007 20:02

VATICANO – ITALIA

Papa: Loreto, capitale spirituale dei giovani


Benedetto XVI esorta i 300 mila radunati nella piana di Montorso a “non temere” le difficoltà, i fallimenti, le insicurezze, i “silenzi di Dio”, scoprendo Cristo nella creazione, nella liturgia, nell’amicizia fra i cristiani. Un invito alla testimonianza di fede nella società. Il saluto e il grazie di p. Giancarlo Bossi.

 

Loreto (AsiaNews) – La statua scura della Madonna di Loreto che passa non nel silenzio, ma fra gli applausi e l’entusiasmo di quasi 300 mila giovani radunati nella piana di Montorso, mentre si leva la struggente “Ave Maria” di Gounod cantata da Andrea Boccelli, è forse il simbolo di questa Agorà dei Giovani organizzata dalla Conferenza episcopale italiana in preparazione all’incontro della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney del 2008. Un po’ kermesse, un po’ festa, un po’ preghiera, la Veglia dei giovani ha mostrato il meglio dei giovani cattolici italiani, con le loro preoccupazioni e slanci e il meglio di Benedetto XVI, che ha partecipato alla veglia con attenzione, emozione e fantasia, lasciando spesso i testi già preparati per parlare ai giovani direttamente dal cuore. 

La periferia e il silenzio di Dio 

La veglia, strutturata con canti e musiche, prevedeva alcune testimonianza sulla situazione giovanile che terminavano  con domande al papa. I primi a parlare sono stati Piero e Giovanna di Bari, lui ingegnere, lei assistente sociale fra i quartieri più abbandonati e periferici di Bari. Dopo aver raccontato del loro impegno, domandano: “Com’è possibile sperare, quando la realtà nega ogni sogno di felicità, ogni progetto di  vita?”. 

Il papa risponde dicendo che l’inquietudine espressa nella domanda ha bisogno non di « risposte teoriche”, di “facile ottimismo”.  E saltando completamente il testo già preparato, sottolinea il dramma della marginalizzazione, dei luoghi abbandonati dai “centri di potere”. Poi ricorda che i “centri” che dovrebbero animare le “periferie” – la famiglia, la parrocchia – sono indebolite. Sottolinea che nella Chiesa non c’è “periferia”, ma tutto è “centro”. Cristo stesso – egli aggiunge – è vissuto a Nazareth, in una zona che “era periferia”, ma “ha rivoluzionato tutto il mondo”. La Chiesa deve “ritornare nelle periferie” e ricostruire il tessuto sociale, con l’aiuto di Cristo. E domanda ai giovani di “cambiare il mondo” a partire dalle periferie e dai luoghi di abbandono. 

È poi la volta di Sara, 24 anni di Genova, impiegata, parla della confusione fra i giovani, dove c’è molta violenza e dove emergono pochi educatori, “punti di riferimento saldi e credibili cui affidare il proprio grido di dolore… Santo Padre, in questo silenzio così pesante, anche per me e la mia fede, dove sono tutti? Ma soprattutto, dov’è Dio?”. 

Anche per questa domanda il pontefice risponde a braccio. “Tutti noi credenti conosciamo il silenzio di Dio”. E cita Madre Teresa che “con tutta la sua carità soffriva il silenzio di Dio”. 

Sempre a braccio ricorda quanto detto dall’allora cardinal Wojtyla, a quale uno scienziato aveva detto che lui era “sicuro” che Dio non esiste, ma aggiungeva che “se guardo le montagne, vedo che Egli esiste”. “La bellezza della creazione – commenta il pontefice – è segno della bontà di Dio”. All’incontro con Dio nella creazione, il papa aggiunge il sentire “la presenza di Dio nelle celebrazioni liturgiche e la sua Parola”, “la grande musica di Bach, di Mozart, di Hendel”, dove si scopre che la fonte di tutto è Dio. Poi ricorda l’amicizia, la compagnia di fede e di cammino – come quella dei giovani a Loreto – e dice: “Dio vuole che noi stessi siamo testimoni della fede da noi esca una luce che illumina” gli altri. 

“E’ difficile – aggiunge – parlare agli amici di oggi di Dio e della Chiesa”, un dio “dei divieti” e “una Chiesa che impone”. “Dobbiamo cercare – spiega il papa – di far sperimentare la Chiesa viva, non l’immagine della Chiesa come centro di potere”. Ricorda poi la sua visita alla fazenda de la Esperanza in Brasile, abitata da ex drogati: “la certezza dell’esistenza di Dio è la salvezza dalla disperazione”. Dio “allarga la vita”; la droga la distrugge. “Cristo – conclude – è venuto per creare una rete di comunione nel mondo perchè tutti insieme possiamo sostenerci. E qui scopriamo che comandamenti, il rapporto con Dio sono in realtà una via della gioia”. 

Quasi a conferma di quanto detto dal papa, è seguita la testimonianza “a lieto fine” di Ilaria, di Roma, 26 anni, che racconta della sua famiglia con un padre violento, della sua anoressia, della madre e dell’aiuto di un sacerdote che l’ha aiutata dal punto di vista psicologico e spirituale. Ora è sposata e madre di una bambina, e ha fatto suo il motto di consacrazione di Papa Wojtyla alla Madonna, “Totus tuus”. 

Il saluto di p. Bossi 

Un’altra storia “a lieto fine” è quella di p. Giancarlo Bossi, missionario del Pime, rapito e poi liberato dopo 39 giorni a Mindanao (Filippine). P. Bossi è fra gli ospiti della veglia, tornato in Italia per partecipare a questo momento. Salito sul palco, ringrazia il pontefice  e i giovani: “Santo Padre – dice – sono felice di essere con lei questa sera per dire il mio grazie: a Dio per aver ancora una volta tenuta amorosamente la mia vita nelle sue mani; a Lei per avermi portato nel suo cuore di padre durante il mio sequestro e aver spinto tanti a pregare per me; a tutti questi giovani perché con la loro preghiera e il loro amore mi hanno dato il coraggio di rimanere fedele a Cristo, alla sua Chiesa, alla mia vocazione missionaria e alla gente a cui appartengo. E avete dato coraggio anche ai missionari che lavorano in tutto il mondo. Grazie, in nome di Dio”. 

Dopo i canti, le preghiere e le letture bibliche, nel suo discorso, Benedetto XVI parla di Loreto che grazie ai giovani è divenuta “la capitale spirituale dei giovani; il centro verso cui convergono idealmente le moltitudini di giovani che popolano i cinque Continenti”. Il papa parla delle speranze, delle attese, ma anche delle delusioni, dei sogni  che sembrano “irrealizzabili”. Parla di “apprensioni” e “interrogativi”: “come inserirsi in una società segnata da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze? Come reagire all’egoismo e alla violenza che talora sembrano prevalere? Come dare un senso pieno alla vita?”. Benedetto XVI, che  “è vicino” e “condivide” queste domande, parla ai giovani di Loreto ma “attraverso di voi, ai vostri coetanei del mondo intero”. 

Come Maria, non abbiate timore! 

“Non abbiate timore – egli dice –  Cristo può colmare le aspirazioni più intime del vostro cuore! Ci sono forse sogni irrealizzabili quando a suscitarli e a coltivarli nel cuore è lo Spirito di Dio?”. 

E conforta i giovani nell’impaccio delle loro fragilità, insicurezze e inutilità: “Lasciate – dice – che questa sera io vi ripeta: ciascuno di voi se resta unito a Cristo, può compiere grandi cose. Ecco perché, cari amici, non dovete aver paura di sognare ad occhi aperti grandi progetti di bene e non dovete lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà. Cristo ha fiducia in voi e desidera che possiate realizzare ogni vostro più nobile ed alto sogno di autentica felicità”.  E suggerisce:“Guardate a Maria”, che con il suo “sì” a Dio si è trovata a partecipare al centro “della storia dell’umanità intera”. “Guardando a lei – aggiunge -, seguendola docilmente scoprirete la bellezza dell’amore, non però di un amore « usa-e-getta », passeggero e ingannevole, prigioniero di una mentalità egoista e materialista, ma dell’amore vero e profondo”. 

Il papa parla delle tante famiglie “in frantumi”, delle coppie che si separano e aggiunge: “A chi si trova in così delicate e complesse situazioni vorrei dire questa sera: la Madre di Dio, la Comunità dei credenti, il Papa vi sono accanto e pregano perché la crisi che segna le famiglie del nostro tempo non diventi un fallimento irreversibile”. 

Ma il pontefice vuole soprattutto confortare le scelte mature dei giovani, vincendo le paure dei fallimenti: “Ma in questa notte che ci attende, ai piedi della sua Santa Casa, Maria ripeterà a ciascuno di voi, cari giovani amici, le parole che lei stessa si sentì rivolgere dall’Angelo: Non temete! Non abbiate paura! Lo Spirito Santo è con voi e non vi abbandona mai. A chi confida in Dio nulla è impossibile. Ciò vale per chi è destinato alla vita matrimoniale, ed ancor più per coloro ai quali Iddio propone una vita di totale distacco dai beni della terra per essere a tempo pieno dediti al suo Regno”. Ricorda ancora p. Giancarlo Bossi “per il quale abbiamo pregato durante il periodo del suo sequestro nelle Filippine, e oggi gioiamo nell’averlo tra noi. In lui vorrei salutare e ringraziare tutti coloro che spendono la loro esistenza per Cristo sulle frontiere dell’evangelizzazione. Cari giovani, se il Signore vi chiama a vivere più intimamente al suo servizio, rispondete generosamente. Siatene certi: la vita dedicata a Dio non è mai spesa invano”. 

Il papa ha poi concluso la sua omelia salutando “ad uno ad uno”  e “con cuore di padre” tutti i giovani della piana di Montorso, invitandoli a un arrivederci a Sydney: “Preghiamo perché il Signore che compie ogni prodigio conceda a molti di voi di esserci. Lo conceda a me, lo conceda a voi. È questo uno dei tanti nostri sogni che questa notte pregando insieme affidiamo a Maria”. 

Il pontefice ha poi benedetto la Croce del Giubileo della diocesi di Endeber (Etiopia). I giovani della Chiesa italiana si sono impegnati ad aiutare i bisogni di questa chiesa africana. 

All fine dell’incontro, dopo una breve pausa, il papa si è recato a pregare in silenzio nella Santa Casa, mentre i giovani si preparano a una veglia per tutta la notte. Domani il papa celebrerà la messa nella stessa piana di Montorso. 

 

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 2 septembre, 2007 |Pas de commentaires »
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