L’incubo delle «chimere»
dal sito on line del giornale « Avvenire »:
LO «STRAPPO» INGLESE
Dure le reazioni. Helen Watt: «Violati i diritti dell’embrione, viene disumanizzato» Josephine Quintavalle: «Queste decisioni non possono essere affidate a un ente non autorevole» L’incubo delle «chimere»
a Londra sarà presto realtà
Un altro «sì» degli esperti alle sperimentazioni su embrioni animali con il Dna umano Da LondraElisabetta Del Soldato
L’incubo sarà presto realtà. Tra poco, i ricercatori del Regno Unito avranno la possibilità, garantita dall’autorità del settore, di creare « embrioni chimera », ovvero formati da cellule umane e animali, di mucche o conigli. Erano mesi che i venti soffiavano a favore degli scienziati « estremi », avidi di colmare la « carenza » di embrioni umani per la ricerca nel campo delle cellule staminali. E a poco sembrano essere servite le innumerevoli consultazioni parlamentari sull’argomento. La Gran Bretagna, a differenza del resto del mondo, ha dunque detto sì alla creazione delle chimere: lo ha annunciato ieri alle tre del pomeriggio la Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea), facendo esultare una parte del mondo scientifico, ma anche lasciando molti a bocca aperta, se non apertamente disgustati. Un portavoce della Hfea ha giustificato la scelta sostenendo che le varie consultazioni pubbliche avrebbero dimostrato che «i cittadini sono favorevoli all’idea della creazione di ibridi se questi potranno spianare la strada della cura di malattie come l’Alzheimer». Dure le reazioni anche all’estero. «Quel che più mi sorprende di quanto avvenuto in Gran Bretagna – ha detto Francesco d’Agostino, presidente emerito della Commissione nazionale di bioetica italiana – è la manipolazione di cui è stata vittima l’opinione pubblica». Ma gli scienziati britannici – dopo la decisione di ieri – sono ora pronti a creare embrioni chimera, fondendo cellule umane con ovuli animali allo scopo di estrarne cellule staminali. Per permettere la creazione di questi ibridi citoplasmatici, o « cibridi », il nucleo di una cellula umana viene inserito nell’ovocita animale svuotato quasi completamente del suo patrimonio genetico. Gli embrioni, assicurano con una sorta di autoassoluzione i ricercatori, saranno distrutti dopo quattordici giorni, «dunque non c’è di che preoccuparsi». Affermazione che non convince tanti, a partire dalla professoressa Helen Watt del Linacre Centre for Healthcare Ethics: «Ma non si può giocare con la vita – sbotta -. La tecnica approvata dalla Hfea rappresenta un’ulteriore violazione dei diritti dell’embrione». E sottolinea: «Durante l’esperimento l’embrione viene così privato non solo della sua stessa vita ma anche dei suoi genitori umani. È disumanizzato della sua stessa creazione. Usare l’essere umano non è mai stato e mai sarà accettabile perché offende la dignità di tutti, degli umani e degli animali». Ma sono numerosi gli scienziati in prima linea: due équipe, una del Kings College di Londra e una dell’Università di Newcastle, hanno avanzato la richiesta di poter creare embrioni chimera alla Hfea qualche mese fa. L’autorità considererà i casi individuali, presentati da due centri di ricerca, a novembre; dopodiché deciderà se rilasciare una licenza. Ma anche nell’eventualità di un «sì» non sarà detta l’ultima parola: spetterà infatti a una Commissione parlamentare esprimere la decisione finale. E saranno tre i mesi a disposizione per mettere a punto un verdetto finale. Altri ricercatori sono però impazienti di farsi avanti. Anche Ian Wilmutt, il professore che rese possibile la clonazione della pecora Dolly, sta aspettando il via libera della Hfea per generare embrioni ibridi con lo scopo, ha dichiarato qualche giorno fa, di studiare le malattie neuromotorie con Chris Shaw, dell’Institute of Psychiatry di Londra. E la giustificazione è sempre la stessa: insistono sul fatto che i « nuovi embrioni » sarebbero per il 99,9 per cento umani e per lo 0,1 per cento animali. Ma questo non cancella il fatto, spiega Josephine Quintavalle di Core (Comment on Reproductive Ethics) «che esiste una distinzione netta tra gli esseri umani e gli animali». C’è inoltre da fare un’ulteriore considerazione, continua la Quintavalle: «La decisione di dare il via libera a tali esperimenti non deve essere lasciata alla Hfea – un’autorità sempre meno autorevole visto che da anni deve essere essere riformata -, ma al Parlamento». La Hfea però non è dispost a a fare marcia indietro. «Non è stata una decisione facile – confessa un portavoce dell’autorità – e non è stata certo presa con leggerezza. Vogliamo inoltre sottolineare che non rappresenta un completo via libera alla ricerca sugli ibridi ma un riconoscimento del fatto che questo tipo di ricerca può, con la dovuta cautela, essere permessa». L’accelerazione però c’è stata. E tornare indietro appare ora, per lo stesso governo di Gordon Brown, assai improbabile.

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