Archive pour août, 2007

buona notte

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Gentiana

http://www.gruppopangea.org/attivit%C3%A0.htm

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 30 août, 2007 |Pas de commentaires »

« Anche voi state pronti »

San Pascasio Radberto (? – circa 849), monaco benedettino
Commento sul vangelo di Matteo, 11, 24; PL 120, 799-800

« Anche voi state pronti »

« Vegliate, perché non conoscete il giorno né l’ora ». Lo dice a tutti, anche se pare che si rivolga solo agli uomini di allora, come avviene in molti altri passi delle Scritture. Queste parole riguardano tutti allo stesso modo, perché ciascuno, con la sua morte, troverà il suo ultimo giorno e la fine del mondo. È inevitabile che ognuno esca da questo mondo tale quale sarà giudicato in quel giorno. L’uomo perciò deve badare a non deviare e a non cessare mai dalla vigilanza, perché il giorno della venuta del Signore non lo trovi impreparato. E troverà impreparato colui che tale sarà stato nell’ultimo dì della sua vita.

San Gregorio di Nissa

San Gregorio di Nissa dans immagini sacre

http://santiebeati.it/immagini/?mode=view&album=44200&pic=44200D.JPG&dispsize=Original&start=0

Publié dans:immagini sacre |on 29 août, 2007 |Pas de commentaires »

da « Avvenire »: Esilarante articolo dell’on. Maurizio Turco

dal sito on line del giornale « Avvenire », di oggi: 

 

Esilarante articolo dell’on. Maurizio Turco 

Le analisi zoppicanti del fanatismo laicista 

Luigi Geninazzi  

Sembra proprio che nella battaglia per la difesa dei diritti in Europa i radicali abbiano trovato la loro testa di turco. Di nome e di fatto. Stiamo parlando del deputato della « Rosa nel Pugno », Maurizio Turco, talmente inchiodato al palo delle sue fissazioni anti-clericali da diventare fin troppo facile bersaglio. In un lungo articolo sul Riformista di ieri lanciava l’allarme: «Su diritti e laicità la Ue ha due pesi e due misure». Dev’essere successo qualcosa di grave, abbiamo pensato. Qualcosa che è colpevolmente sfuggito all’attenzione di tutti gli osservatori (eccetto beninteso il Riformista). Vuoi vedere che l’Unione Europea ha riconosciuto un regime talebano? Peggio ancora, vuoi vedere che tra i 27 Paesi membri della Ue si nasconde una teocrazia più pericolosa di quella degli ayatollah? Tenetevi forte: quel Paese esiste e si chiama Italia. Parola di Maurizio Turco che dai microfoni di Radio Radicale spiega a tutti noi, poveri cattolici, che all’ombra del Vaticano «la fede è sempre meno riconducibile al concetto di religiosità», mentre s’avvicina a quello di «simonia». Forse si crede la reincarnazione di Lutero, ma non riuscendo ad essere all’altezza di chi affiggeva le Tesi al portone di Wittenberg s’accontenta d’affliggere la Commissione europea con fanta-politiche interpellanze. Ce l’ha con il Vaticano ma anche con il Ppe, accusati di doppiezza nei confronti della Turchia, ufficialmente favorevoli al suo ingresso nell’Unione Europea ma in realtà ostili. Siamo comprensivi: in questa difesa della Sublime Porta l’esponente radicale mostra una certa coerenza, se non altro col proprio nome. Ma a suo avviso «la valutazione da parte della Ue sul rispetto della democrazia e dei diritti umani in un paese aderente, per essere credibile, dovrebbe misurarsi innanzitutto con la capacità di valutare quella dei paesi membri». La prosa è claudicante, il ragionamento ancor di più. L’Unione europea ha paura di mettere il naso negli affari di un Paese membro? Ma quando mai, l o fa ad ogni occasione. E spesso a ragione. Ma Turco vorrebbe che intervenisse per difendere la laicità delle istituzioni in Italia. Magari imponendo la modifica, anzi l’abrogazione, dell’articolo 7 della Costituzione che «per quanto non attribuisca alla religione cattolica il rango di religione di Stato le garantisce un piano diverso e superiore rispetto alle altre confessioni». Il deputato con la rosa nel pugno sembra ignorare che dopo l’articolo 7 viene l’8 in cui si garantisce libertà e bilateralità nei rapporti con lo Stato a tutte le confessioni religiose. L’unica differenza che riguarda la Chiesa Cattolica è lo strumento giuridico bilaterale: non una semplice intesa ma un Concordato, cioè un Trattato internazionale (che ha prodotto «pace sociale e collaborazione», come ha sostenuto monsignor Betori facendo infuriare il Turco giacobino). Ora tutto può accadere ma non che la Ue intervenga su questa materia. E stupisce che un ex euro-deputato non lo sappia. Vada a leggersi l’articolo 51 del Trattato costituzionale dove si dice che «la Ue rispetta e non pregiudica lo status previsto dalle legislazioni nazionali per le Chiese e le comunità religiose negli Stati membri». Ma c’è qualche testa di Turco che sogna per il nostro Paese una sovranità limitata 

 

Publié dans:Approfondimenti |on 29 août, 2007 |Pas de commentaires »

l’Angelus di domenica 26.8.07

dal sito Vaticano:

 

 

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2007/documents/hf_ben-xvi_ang_20070826_it.html

 

 BENEDETTO XVI 

ANGELUS 

Palazzo Apostolico, Castel Gandolfo
Domenica, 26 agosto 2007
 

Cari fratelli e sorelle!

 

 Anche l’odierna liturgia ci propone una parola di Cristo illuminante e al tempo stesso sconcertante. Durante la sua ultima salita verso Gerusalemme, un tale gli chiede: « Signore, sono pochi quelli che si salvano? ». E Gesù risponde: « Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno » (Lc 13, 23-24). Che significa questa « porta stretta »? Perché molti non riescono ad entrarvi? Si tratta forse di un passaggio riservato solo ad alcuni eletti? In effetti, questo modo di ragionare degli interlocutori di Gesù, a ben vedere è sempre attuale: è sempre in agguato la tentazione di interpretare la pratica religiosa come fonte di privilegi o di sicurezze. In realtà, il messaggio di Cristo va proprio in senso opposto: tutti possono entrare nella vita, ma per tutti la porta è « stretta ». Non ci sono privilegiati. Il passaggio alla vita eterna è aperto a tutti, ma è « stretto » perché è esigente, richiede impegno, abnegazione, mortificazione del proprio egoismo. 

Ancora una volta, come nelle scorse domeniche, il Vangelo ci invita a considerare il futuro che ci attende e al quale ci dobbiamo preparare durante il nostro pellegrinaggio sulla terra. La salvezza, che Gesù ha operato con la sua morte e risurrezione, è universale. Egli è l’unico Redentore e invita tutti al banchetto della vita immortale. Ma ad un’unica e uguale condizione: quella di sforzarsi di seguirlo ed imitarlo, prendendo su di sé, come Lui ha fatto, la propria croce e dedicando la vita al servizio dei fratelli. Unica e universale, dunque, è questa condizione per entrare nella vita celeste. Nell’ultimo giorno – ricorda ancora Gesù nel Vangelo – non è in base a presunti privilegi che saremo giudicati, ma secondo le nostre opere. Gli « operatori di iniquità » si troveranno esclusi, mentre saranno accolti quanti avranno compiuto il bene e cercato la giustizia, a costo di sacrifici. Non basterà pertanto dichiararsi « amici » di Cristo vantando falsi meriti: « Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze » (Lc 13, 26). La vera amicizia con Gesù si esprime nel modo di vivere: si esprime con la bontà del cuore, con l’umiltà, la mitezza e la misericordia, l’amore per la giustizia e la verità, l’impegno sincero ed onesto per la pace e la riconciliazione. Questa, potremmo dire, è la « carta d’identità » che ci qualifica come suoi autentici « amici »; questo è il « passaporto » che ci permetterà di entrare nella vita eterna. 

Cari fratelli e sorelle, se vogliamo anche noi passare per la porta stretta, dobbiamo impegnarci ad essere piccoli, cioè umili di cuore come Gesù. Come Maria, sua e nostra Madre. Lei per prima, dietro il Figlio, ha percorso la via della Croce ed è stata assunta nella gloria del Cielo, come abbiamo ricordato qualche giorno fa. Il popolo cristiano la invoca quale Ianua Caeli, Porta del Cielo. Chiediamole di guidarci, nelle nostre scelte quotidiane, sulla strada che conduce alla « porta del Cielo ». 



Dopo l’Angelus: 

Saluto infine i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi della diocesi di Vicenza che si stanno preparando al sacramento della Confermazione e quelli di Bedizzole che l’hanno da poco ricevuto. Saluto inoltre i fedeli provenienti da Rovellasca, Ceglie Messapica, Adelfia e Giussano, come pure il gruppo di famiglie di Provaggio di Iseo e gli scout dell’AGESCI di Augusta. A tutti auguro una buona domenica. 

  

 

Publié dans:Angelus Domini |on 29 août, 2007 |Pas de commentaires »

Benedetto XVI presenta la figura di San Gregorio di Nissa

dal sito Vaticano:

 

http://www.zenit.org/article-11692?l=italian

 

Benedetto XVI presenta la figura di San Gregorio di Nissa 

Catechesi per l’Udienza generale 

 

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 29 agosto 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo mercoledì da Benedetto XVI in occasione dell’Udienza generale tenutasi nell’Aula Paolo VI, dove ha incontrato i pellegrini e i fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nella sua catechesi, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di San Gregorio di Nissa. 

* *

Cari fratelli e sorelle!

Nelle ultime catechesi ho parlato di due grandi Dottori della Chiesa del IV secolo, Basilio e Gregorio Nazianzeno, Vescovo in Cappadocia, nell’attuale Turchia. Oggi ne aggiungiamo un terzo, il fratello di Basilio, San Gregorio di Nissa, che si è mostrato uomo di un carattere meditativo, con grandi capacità di riflessione, e di una vivace intelligenza, aperta alla cultura del suo tempo. Si è rivelato così un pensatore originale e profondo nella storia del cristianesimo.

Nacque intorno al 335; la sua formazione cristiana fu curata particolarmente dal fratello Basilio – da lui definito «padre e maestro» (Ep. 13,4: SC 363,198) – e dalla sorella Macrina. Compì gli studi, apprezzando particolarmente la filosofia e la retorica. In un primo tempo si dedicò all’insegnamento e si sposò. Poi anch’egli, come il fratello e la sorella, si dedicò interamente alla vita ascetica. Più tardi venne eletto Vescovo di Nissa, e si dimostrò pastore zelante, così da attirarsi la stima della comunità. Accusato di malversazioni economiche dagli avversari eretici, dovette per breve tempo abbandonare la sua sede episcopale, ma poi vi rientrò trionfalmente (cfr Ep. 6: SC 363,164-170), e continuò ad impegnarsi nella lotta per difendere la vera fede.

Soprattutto dopo la morte di Basilio, quasi raccogliendone l’eredità spirituale, cooperò al trionfo dell’ortodossia. Partecipò a vari sinodi; cercò di dirimere i contrasti tra le Chiese; prese parte attiva alla riorganizzazione ecclesiastica e, come «colonna dell’ortodossia», fu un protagonista del Concilio di Costantinopoli del 381, che definì la divinità dello Spirito Santo. Ebbe vari incarichi ufficiali da parte dell’imperatore Teodosio, pronunciò importanti omelie e discorsi funebri, si dedicò a comporre varie opere teologiche. Nel 394 partecipò ancora a un sinodo tenutosi a Costantinopoli. Non è conosciuta la data della sua morte.

Gregorio esprime con chiarezza la finalità dei suoi studi, lo scopo supremo a cui mira nel suo lavoro di teologo: non impiegare la vita in cose vane, ma trovare la luce che consenta di discernere ciò che è veramente utile (cfr In Ecclesiasten hom. 1: SC 416,106-146). Trovò questo bene supremo, nel cristianesimo, grazie al quale è possibile «l’imitazione della natura divina» (De professione christiana: PG 46, 244C). Con la sua acuta intelligenza e le sue vaste conoscenze filosofiche e teologiche, egli difese la fede cristiana contro gli eretici, che negavano la divinità del Figlio e dello Spirito Santo (come Eunomio e i macedoniani), o compromettevano la perfetta umanità di Cristo (come Apollinare). Commentò la Sacra Scrittura, soffermandosi sulla creazione dell’uomo. Questo era per lui un tema centrale: la creazione. Egli vedeva nella creatura il riflesso del Creatore e trovava qui la strada verso Dio. Ma egli scrisse anche un importante libro sulla vita di Mosè, che presenta come uomo in cammino verso Dio: questa salita verso il Monte Sinai diventa per lui un’immagine della nostra salita nella vita umana verso la vera vita, verso l’incontro con Dio. Egli ha interpretato anche la preghiera del Signore, il Padre Nostro, e le Beatitudini. Nel suo « Grande discorso catechetico » (Oratio catechetica magna) espose le linee fondamentali della teologia, non per una teologia accademica chiusa in se stessa, ma per offrire ai catechisti un sistema di riferimento da tener presente nelle loro istruzioni, quasi il quadro nel quale si muove poi l’interpretazione pedagogica della fede.

Gregorio, inoltre, è insigne per la sua dottrina spirituale. Tutta la sua teologia non era una riflessione accademica, ma espressione di una vita spirituale, di una vita di fede vissuta. Da grande « padre della mistica » prospettò in vari trattati – come il De professione christiana e il De perfectione christiana – il cammino che i cristiani devono intraprendere per raggiungere la vera vita, la perfezione. Esaltò la verginità consacrata (De virginitate), e ne propose un modello insigne nella vita della sorella Macrina, che è rimasta per lui sempre una guida, un esempio (cfr Vita Macrinae). Tenne vari discorsi e omelie, e scrisse numerose lettere. Commentando la creazione dell’uomo, Gregorio mette in evidenza che Dio, «il migliore degli artisti, forgia la nostra natura in maniera da renderla adatta all’esercizio della regalità. Attraverso la superiorità stabilita dall’anima, e per mezzo della stessa conformazione del corpo, Egli dispone le cose in modo che l’uomo sia realmente idoneo al potere regale» (De hominis opificio 4: PG 44,136B). Ma vediamo come l’uomo, nella rete dei peccati, spesso abusi della creazione, non eserciti una vera regalità. Per questo, infatti, per realizzare cioè una vera responsabilità verso le creature, deve essere penetrato da Dio e vivere nella sua luce. L’uomo, infatti, è un riflesso di quella bellezza originaria che è Dio: «Tutto quanto Dio creò era ottimo», scrive il santo Vescovo. E aggiunge: «Lo testimonia il racconto della creazione (cfr Gn 1,31). Fra le cose ottime c’era anche l’uomo, ornato di una bellezza di gran lunga superiore a tutte le cose belle. Che cos’altro, infatti, poteva essere bello, al pari di chi era simile alla bellezza pura e incorruttibile?… Riflesso e immagine della vita eterna, egli era bello davvero, anzi bellissimo, con il segno raggiante della vita sul suo volto» (Homilia in Canticum 12: PG 44,1020C).

L’uomo è stato onorato da Dio e posto al di sopra di ogni altra creatura: «Non il cielo è stato fatto a immagine di Dio, non la luna, non il sole, non la bellezza delle stelle, nessun’altra delle cose che appaiono nella creazione. Solo tu (anima umana) sei stata resa immagine della natura che sovrasta ogni intelletto, somiglianza della bellezza incorruttibile, impronta della vera divinità, ricettacolo della vita beata, immagine della vera luce, guardando la quale tu diventi quello che Egli è, perché per mezzo del raggio riflesso proveniente dalla tua purezza tu imiti Colui che brilla in te. Nessuna cosa che esiste è così grande da essere commisurata alla tua grandezza» (Homilia in Canticum 2: PG 44,805D). Meditiamo questo elogio dell’uomo. Vediamo anche come l’uomo sia degradato dal peccato. E cerchiamo di ritornare alla grandezza originaria: solo se Dio è presente, l’uomo arriva a questa sua vera grandezza.

L’uomo, dunque, riconosce dentro di sé il riflesso della luce divina: purificando il suo cuore, egli ritorna ad essere, come era al principio, una limpida immagine di Dio, Bellezza esemplare (cfr Oratio catechetica 6: SC 453,174). Così l’uomo, purificandosi, può vedere Dio, come i puri di cuore (cfr Mt 5,8): «Se, con un tenore di vita diligente e attento, laverai le brutture che si sono depositate sul tuo cuore, risplenderà in te la divina bellezza… Contemplando te stesso, vedrai in te colui che è il desiderio del tuo cuore, e sarai beato» (De beatitudinibus, 6: PG 44,1272AB). Quindi, lavare le brutture che si sono depositate sul nostro cuore e ritrovare in noi stessi la luce di Dio.

L’uomo ha dunque come fine la contemplazione di Dio. Solo in essa potrà trovare il suo appagamento. Per anticipare in qualche misura tale obiettivo già in questa vita, egli deve progredire incessantemente verso una vita spirituale, una vita in dialogo con Dio. In altre parole – ed è questa la lezione più importante che san Gregorio Nisseno ci consegna – la piena realizzazione dell’uomo consiste nella santità, in una vita vissuta nell’incontro con Dio, che così diventa luminosa anche per gli altri, anche per il mondo.

[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

Rivolgo ora una parola di cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli delle varie Parrocchie, accompagnati dai propri parroci ed auguro che questo incontro rinsaldi ciascuno nella fedeltà a Cristo e nella generosa testimonianza cristiana. Saluto poi la Delegazione della Repubblica di San Marino, qui convenuta in occasione del 25° anniversario della visita del mio amato predecessore Giovanni Paolo II a quella terra. Cari amici, il ricordo di un evento così significativo possa suscitare in voi rinnovata adesione a Dio, sorgente di luce, di speranza e di pace.

Il mio pensiero si rivolge infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. L’eroico esempio di san Giovanni Battista, di cui celebriamo oggi il martirio, solleciti voi, cari giovani, a progettare il vostro futuro in piena fedeltà al Vangelo. Aiuti voi, cari ammalati, ad affrontare la sofferenza con coraggio, trovando in Cristo crocifisso serenità e conforto. Conduca voi, cari sposi novelli, a un amore profondo verso Dio e tra di voi, per sperimentare ogni giorno la consolante gioia che scaturisce dal dono reciproco di sé.

[APPELLO:]

In questi giorni, alcune regioni geografiche sono devastate da gravi calamità: mi riferisco alle inondazioni in alcuni Paesi orientali, come pure ai disastrosi incendi in Grecia, in Italia e in altre Nazioni europee. Davanti a così drammatiche emergenze, che hanno causato numerose vittime e ingenti danni materiali, non si può non essere preoccupati per l’irresponsabile comportamento di taluni che mettono a rischio l’incolumità delle persone e distruggono il patrimonio ambientale, bene prezioso dell’intera umanità. Mi unisco a quanti giustamente stigmatizzano tali azioni criminose e invito tutti a pregare per le vittime di queste tragedie. 

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 29 août, 2007 |Pas de commentaires »

i due giorni a Sant’Agostino per la festa di Santa Monica e Sant’Agostino

come avevo promesso ho scritto quello che ho provato, i miei sentimenti, in questi due giorni di festa, cioè sono venuti fuori i miei sentimenti perché di Santa Monica e Sant’Agostino ne avevo parlato già, così li ho postati sul mio Blog Diario, che, tutto sommato, pure fatto con diversa intenzione, cioè racontando di me, si confonde e si mescola spesso con questo Blog dedicato a Papa Benedetto, cioè si mescolano gli affetti, le preghiere, i sentimenti che provo; per il Blog francese, naturalmente traduco questo-quello:

se volete leggere questa mia pagina sull’esperienza della festa di Sant’Agostino e Santa Monica andate sul mio Diario, in effetti è assurdo che io scriva due volte sullo stesso fatto o che copi due volte qualcosa che ho scritto con il cuore,  su:

http://imagepourmesblog.unblog.fr/

Publié dans:con voi, Sant'Agostino |on 29 août, 2007 |Pas de commentaires »

buona notte e a domani per un racconto di questi due giorni commoventi

buona notte e a domani per un racconto di questi due giorni commoventi dans immagini buon...notte, giorno macaque-mom-282852-ga

Thailand, 1981

Photograph by Steve Raymer

An adult Macaca fascicularis, or long-tailed macaque, ensconces an infant in her arms in a roadside clearing between coastal Pattaya and Bangkok, Thailand. These primates get their common name from their extraordinarily long tails, which, at 1.3 to 2 feet (40 to 60 centimeters), are usually longer than the macaques are tall.

(Photo shot on assignment for, but not published in, « Thailand: Luck of a Land in the Middle, » October 1982, National Geographic magazine)

http://lava.nationalgeographic.com/cgi-bin/pod/PhotoOfTheDay.cgi?month=08&day=24&year=07

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 28 août, 2007 |Pas de commentaires »

« Beati i perseguitati per causa della giustizia » (Mt 5,10)

Lanspergo il Certosino (1489-1539), monaco
Omelia per la Decollazione di San Giovanni Battista, Opera omnia, t. 2, p. 514-515, 518-519

« Beati i perseguitati per causa della giustizia » (Mt 5,10)

La morte di Cristo è all’origine di una folla innumerevole di credenti. Per la potenza dello stesso Signore Gesù, e grazie alla sua bontà, la morte prezioza dei suoi martiri e dei suoi santi ha fatto nascere una grande moltitudine di cristiani. Infatti, la religione cristiana non è mai stata annientata dalla persecuzione dei tiranni e nemmeno dall’omicidio ingiustificabile degli innocenti : Piuttosto essa ne ha tratto ogni volta un grande accrescimento.

San Giovanni, che ha battezzato Cristo e di cui festeggiamo oggi il santo martirio ne è per noi un esempio. Erode, questo re infedele, volle, in fedeltà alla propria promessa, cancellare completamente dalla memoria degli uomini, il ricordo di Giovanni. Invece, non soltanto Giovanni non fu annientato, ma migliaia di uomini, infiammati dal suo esempio, accolsero la morte con gioia per la giustizia e la verità… Quale cristiano, degno di questo nome, non venera oggi Giovanni, colui che ha battezzato il Signore ? Ovunque nel mondo, i cristiani celebrano la sua memoria, tutte le generazioni lo proclamano beato e le sue virtù riempiono la Chiesa del loro profumo. Giovanni non ha vissuto solo per se stesso, e non è morto solo per se stesso.

buona notte

sono stata alla chiesa di Sant’Agostino per la festa di Santa Monica, ho acceso delle candele, anche una per gli amici fancesi ed un per gli amici italiani,

buona notte dans immagini buon...notte, giorno d145_4529

http://www.foto-blog.it/fotografia/352106/Candele

Publié dans:immagini buon...notte, giorno |on 28 août, 2007 |Pas de commentaires »
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