Archive pour août, 2007

buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno cleistocactus

Cleistocactus strausii

http://www.mondospinoso.it/

« Sulla riva… raccolgono i buoni »

Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Esposizione sul salmo 95, 14-15

« Sulla riva… raccolgono i buoni »

« Giudicherà il mondo secondo giustizia, i popoli secondo la sua verità » (Sal 95,13). In che cosa consisteranno la giustizia e la verità? Prima sceglierà quelli, tra i suoi eletti (Mc 13,27), che dovranno essere giudici insieme con lui; poi separerà gli altri in due gruppi, ponendone uno alla destra e uno alla sinistra (Mt 25,33). E potrà esserci cosa più giusta, più conforme a verità, che quei tali che prima della venuta del giudice si ricusarono di agire con misericordia, non si attendano misericordia dal giudice? Viceversa, quelli che si impegnarono per agire con misericordia saranno giudicati con misericordia (Lc 6,37). A quelli che si troveranno a destra sarà detto: « Venite, benedetti del Padre mio! Possedete il regno che vi è stato preparato fin dalla creazione del mondo ». Ed elenca le opere di misericordia: « Ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi dissetaste », eccetera (Mt 25,31s)…

Pensi forse che, perché tu sei iniquo, abbia ad esserlo anche il giudice? O, perché tu sei bugiardo, pensi che non sia vera la verità? Al contrario! Se vuoi incontrarlo pieno di misericordia, sii tu misericordioso prima che egli venga. Se qualcuno ha mancato contro di te, perdonalo. Se hai qualcosa d’avanzo, dàllo al prossimo… Dài della roba avuta da lui, non fai altro che una restituzione. (Che cosa hai infatti che tu non l’abbia ricevuto? » (1 Cor 4,7). Ecco allora le vittime che tornano più gradite a Dio: la compassione, l’umiltà, la confessione, la pace, la carità. Rechiamo all’altare queste ostie e attenderemo tranquilli la venuta del giudice, che « giudicherà il mondo secondo giustizia e i popoli secondo la sua verità »

Maria

Maria dans Maria Vergine 621

http://www.rocciadibelpasso.it/marianelcorano.htm

Publié dans:Maria Vergine |on 1 août, 2007 |Pas de commentaires »

Agostino, Esposizioni sui Salmi, 144,10 – In che senso ogni creatura loda Dio.

dal sito: 

http://www.sant-agostino.it/italiano/esposizioni_salmi/index2.htm

Agostino, Esposizioni sui Salmi, 144,10   

10 Ti lodino, Signore, tutte le tue opere  e ti benedicano i tuoi fedeli. 

In che senso ogni creatura loda Dio. 

13. [v 10.] Confessino a te, Signore, tutte le tue opere e i tuoi santi ti benedicano. Tutte le tue opere confessino a te. Cosa dice mai? Non è forse opera di lui la terra? o non son opera di lui le piante, gli animali, le bestie feroci, i pesci, gli uccelli? Forse che non son tutti opera di lui? Certo, tutti questi esseri sono opera di Dio. In che modo, allora, potranno questi esseri confessare a lui? Ben vedo come nell’angelo – poiché anche l’angelo è opera di Dio – la creatura confessi al Creatore. Così anche per l’uomo: è un’opera di Dio e quando confessa a lui è un’opera di Dio che confessa. Ma forse che le piante e le pietre hanno una voce che loro consenta la confessione? Sì, tutte le opere di Dio confessino a lui. Ma cosa dici? Anche la terra e le piante? Tutte le sue opere. Se tutte lodano, perché non tutte potranno confessare? Si parla infatti di confessione non soltanto quando ci si accusa dei peccati, ma anche quando si loda. Che non succeda che, tutte le volte che sentite parlare di confessione, l’intendiate solo e sempre di confessione dei peccati! È questa una persuasione assai comune, al segno che, quando alla lettura della parola divina risuona questo termine, subito e come per abitudine ci si batte il petto. Ascolta però come ci sia una confessione in senso di lode. Aveva forse peccati il nostro Signore Gesù Cristo? Eppure diceva: Ti confesso, o Padre, Signore del cielo e della terra 41. È una confessione che consiste nel lodare. In che senso intenderemo quindi le parole: Confessino a te, Signore, tutte le tue opere? Ti lodino tutte le tue opere. In fatto di lode, però, ritorna lo stesso problema che sì presentava prima a proposito della confessione. Se infatti non potevano confessare la terra, le piante e tutte le creature inanimate perché prive di voce, per lo stesso motivo, in quanto cioè prive di voce, saranno incapaci di lodare. Eppure non son tutte, queste creature, enumerate da quei tre fanciulli mentre camminavano tra le fiamme, che non li toccavano, ed essi avevano agio non solo di non bruciare ma anche di lodare Dio? A tutte, da quelle del cielo a quelle della terra, si dice: Benedite, cantate l’inno, ed esaltatelo nei secoli 42. Ecco come cantano l’inno. Nessuno pensi che la muta pietra o il muto animale abbia razionalità e sia in grado di comprendere Dio. Quanti credettero questo si allontanarono molto dalla verità. Dio dispose secondo un ordine tutti gli esseri che aveva creati. A certuni diede sensibilità, intelletto e immortalità. Così gli angeli. Ad altri diede sensibilità ed intelletto in una condizione mortale. Così gli uomini. Ad altri ancora diede una sensibilità corporale, senza dar loro né l’intelletto né l’immortalità. Così i bruti. Ad altri finalmente non diede né sensibilità né intelligenza né immortalità. Così le erbe, le piante, le pietre. Tuttavia neppure questi esseri nella loro specie possono esimersi [dalla lode di Dio], essendo la creazione ordinata secondo una certa graduatoria che va dalla terra al cielo, dalle cose visibili a quelle invisibili, dalle cose mortali a quelle immortali. Questo intreccio dei vari esseri creati, la loro bellezza perfetta nel suo ordine, che dalle cose infime si eleva alle più eccelse per ridiscendere da queste alle più insignificanti, senza interruzioni ma non senza il mutuo compensarsi degli esseri [fra loro] differenti, tutto questo loda Dio. Ma in che senso l’universo creato loda Dio? In quanto tu, mirando la creatura e trovandola bella, in essa lodi Dio. La bellezza della terra è come una voce muta che si leva dalla terra. Tu ci mediti, vedi la sua bellezza, la sua fecondità, le sue risorse; vedi come si riproduca un seme facendo germogliare il più delle volte una cosa diversa da quella che era stata seminata. Osservi tutto questo e con la tua riflessione quasi ti metti a interrogarla: la stessa ricerca è una specie d’interrogatorio. Pieno di stupore, continui la ricerca e scrutando la cosa a fondo scopri una grande potenza, una grande bellezza e uno stupefacente vigore. Non potendo avere in sé né da sé questo vigore, subito ti vien da pensare che, se non se l’è potuto dare da sé, gliel’ha dato lui, il Creatore. In tal modo, ciò che hai scoperto nella creatura è la voce della sua confessione che ti porta a lodare Dio. Non è forse vero che, se ti metti a considerare la bellezza sparsa nell’intero mondo creato, la stessa bellezza come con un unico accento ti risponde: Non sono stata io a farmi ma Dio?. 

Publié dans:salmi |on 1 août, 2007 |Pas de commentaires »

PER IL GIUDICE LA MADONNA NON È DEGNA DI BESTEMMIA

dal sito: 

http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2637

PER IL GIUDICE
LA MADONNA
NON È DEGNA DI BESTEMMIA
 

“Il senso di «giustizia» che ogni uomo ha innato porta a chiedersi che cosa sarebbe successo se l’associazione gay «Carni scelte» avesse fatto piangere sperma a Maometto, il quale non è una divinità neppure per i musulmani. Parecchi tra questi ultimi se ne sarebbero tranquillamente sbattuti delle sentenze della Corte costituzionale e il procuratore capo di Bologna, nonché tutto lo staff di «Carni scelte», sarebbero finiti sotto scorta per il resto della vita. A spese del contribuente, ovvio…” 

di Rino Cammilleri

Il procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola, dopo lunga e meditata ponderazione, ha chiesto di archiviare la denuncia per vilipendo alla religione presentata da Fabio Garagnani, deputato bolognese di Forza Italia, contro gli organizzatori della performance «
La Madonna piange sperma» (provvista del patrocinio del ministero delle Politiche giovanili, della Regione e del Comune). Secondo il magistrato, per il codice la bestemmia è tale solo se indirizzata a divinità. Ora, poiché
la Madonna per i teologi non lo è, il fatto non sussiste.
Lo «spettacolo», indetto per il 29 giugno scorso dall’associazione gay «Carni scelte» (nulla a che vedere con la macelleria, nemmeno bassa), è stato cancellato dopo che il cardinale Caffarra si era visto costretto a indire una sacra cerimonia riparatrice e lo stesso sindaco Cofferati aveva parlato di «inaccettabile volgarità che offende credenti e non credenti». Tuttavia, per il magistrato di cui sopra non può essere definita bestemmia alla luce delle norme vigenti. In effetti, al di là della sostanza del fatto, c’è da riflettere. Sì, perché il magistrato in questione non ha torto. In Italia si entra in magistratura dopo essersi muniti di laurea in giurisprudenza o (dice la legge) equipollenti: scienze politiche ed economia e commercio. Indi, si partecipa a pubblico concorso in cui, tra scritti e orali, si deve dimostrare bastante conoscenza dei codici. Ed è qui il punto: per diventare magistrati non serve tanto saper giudicare e avere capacità di giudizio, quanto sapere il più possibile a memoria i codici.
Impresa non facile, certo, ma basta a indurre il sospetto che il «secchione» scolastico abbia qualche chance in più rispetto agli altri concorrenti. È vero, il pubblico concorso presenta lo stesso tipo di problema, questo, per tutti i rami dell’amministrazione. Ma, nel caso della magistratura, qualcuno dovrà prima o poi chiedersi se l’attuale tipo di reclutamento faccia del giudice uno che «dà giustizia» (jus dat) o uno che, più semplicemente, «dice le norme» (jus dicit). Nel caso della Madonna diffamata, il procuratore capo di Bologna si è, infatti, limitato a richiamare la sentenza della Corte costituzionale 18 ottobre 1995, che dichiara illegittimo il primo comma dell’art. 724 del Codice penale. Fine della causa.
Però il senso di «giustizia» che ogni uomo ha innato porta a chiedersi che cosa sarebbe successo se «Carni scelte» avesse fatto piangere sperma a Maometto, il quale non è una divinità neppure per i musulmani. Parecchi tra questi ultimi se ne sarebbero tranquillamente sbattuti delle sentenze della Corte costituzionale e il procuratore capo di Bologna, nonché tutto lo staff di «Carni scelte», sarebbero finiti sotto scorta per il resto della vita. A spese del contribuente, ovvio. Il procuratore capo di Bologna dichiara di essersi documentato a lungo, «studiando anche nei weekend». Ma, stranamente, non si è imbattuto nella definizione teologica della Madonna come «Madre di Dio». Né è stato sfiorato dal sospetto che, se a Lourdes e a Fatima ci va un miliardo di persone all’anno (molti in barella), e se il compianto Giovanni Paolo II aveva una grossa «emme» sullo stemma, se l’Avemaria è col Padrenostro la preghiera principale per i cattolici, forse vuol dire che
la Madonna ha una certa importanza. Un’importanza speciale. 

Il Giornale n. 29 del 2007-07-30

Il Papa all’udienza generale: la fede si manifesta nella carità. Il saluto agli scout nel loro centenario e la gioia per la vittoria dell’Iraq nella Coppa d’Asia

dal sito: 

http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=147682 

01/08/2007 14.46.09

Il Papa all’udienza generale: la fede si manifesta nella carità. Il saluto agli scout nel loro centenario e la gioia per la vittoria dell’Iraq nella Coppa d’Asia
 

Circa 5 mila fedeli hanno accolto questa mattina nell’Aula Paolo VI Benedetto XVI, che è giunto in elicottero in Vaticano, da Castel Gandolfo, per l’udienza generale. Proseguendo le sue catechesi sui padri della Chiesa, il Papa oggi ha concluso quella iniziata il 4 luglio scorso su San Basilio evidenziando i suoi richiami a meditare sul mistero di Dio, ad avere cura del prossimo e la sua sollecitudine per i giovani. Infine il Santo Padre ha salutato gli scout, che oggi festeggiano 100 anni di storia, ed ha espresso la sua particolare gioia per l’evento festoso che ha coinvolto gli iracheni in questi giorni: la vittoria della Coppa d’Asia di calcio. Il servizio di Tiziana Campisi:

San Basilio può essere considerato uno dei padri della Dottrina sociale della Chiesa; con la sua vita e i suoi scritti, invita a riflettere sul mistero di Dio, a riconoscere quanto importanti siano le opere della carità per manifestare la propria fede, ed ancora esorta i giovani a cercare la verità. E’ quanto ha sottolineato Benedetto XVI che ha evidenziato cosa rende attuale questo Padre della Chiesa vissuto nel IV secolo e a braccio ha spiegato:
 
“Primo, questa partecipazione attenta, critica e creativa nella cultura di oggi; poi la responsabilità sociale, e questo in un tempo in cui in un mondo globalizzato anche i popoli geograficamente distanti sono il nostro prossimo, realmente. L’amicizia con Cristo, il Dio con il volto umano, e finalmente la conoscenza del Dio Creatore, Padre di noi tutti. E solo aperti a questo Dio, Padre comune, possiamo creare un mondo giusto e un mondo fraterno”.
 
Il Santo Padre ha ricordato i frequenti richiami di San Basilio ai fedeli: quello ad alimentare le energie derivanti dal Battesimo attraverso l’Eucaristia, quello a non disprezzare gli uomini e a non oltraggiare Cristo con la disumanità verso gli altri. “Guardando Cristo – ha affermato il Papa – si capisce appieno la dignità dell’uomo”, e citando un’omelia del Padre della Chiesa ha aggiunto:

 
“Il cristiano, vivendo in conformità al Vangelo, riconosce che gli uomini sono tutti fratelli tra di loro; che la vita è un’amministrazione dei beni ricevuti da Dio, per cui ognuno è responsabile di fronte agli altri”.
 
Descrivendo la sollecitudine di San Basilio per i giovani, il Papa ha evidenziato l’importanza attribuita dal Padre della Chiesa allo studio dei classici della letteratura greca e latina:

 
“Bisogna prendere dai testi degli autori classici quanto è conveniente e conforme alla verità: con atteggiamento critico – si tratta infatti di un vero e proprio ‘discernimento’ – i giovani crescono nella libertà. … ‘Dobbiamo utilizzare quei libri seguendo in tutto l’esempio delle api. Esse non vanno indistintamente su tutti i fiori, e neppure cercano di portar via tutto da quelli sui quali si posano, ma ne traggono solo quanto serve alla lavorazione del miele, e tralasciano il resto. E noi, se siamo saggi, prenderemo da quegli scritti quanto si adatta a noi, ed è conforme alla verità, e lasceremo andare il resto’”.
 
Al termine dell’udienza, Benedetto XVI ha espresso la sua particolare gioia per la recente vittoria della Coppa d’Asia della squadra di calcio irachena, quindi ha detto:

 
“Sono rimasto felicemente impressionato dall’entusiasmo che ha contagiato tutti gli abitanti, spingendoli nelle strade per festeggiare l’evento. Come tante volte ho pianto con gli Iracheni, in questa circostanza con loro gioisco. Questa esperienza di lieta condivisione rivela il desiderio di un popolo di avere una vita normale e serena. Auspico che l’evento possa contribuire a realizzare in Iraq, con l’apporto di tutti, un futuro di autentica pace nella libertà e nel reciproco rispetto”.
 
Salutando i pellegrini che hanno preso parte all’udienza, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero particolare ad un gruppo di ragazzi e ragazze israeliani, palestinesi e libanesi ospiti in questi giorni dell’Associazione Volontari Assistenza Disabili “Il buon Samaritano” di Tarquinia. Poi ha salutato il gruppo degli Scout d’Europa e rivolgendosi alle guide e agli scout di tutto il mondo, che oggi festeggiano il centenario dell’inizio dello scoutismo, ha detto:

 
“Auguro di cuore che il movimento educativo dello scoutismo, scaturito dalla profonda intuizione di Lord Robert Baden Powell, continui a produrre fecondi frutti di formazione umana, spirituale e civile in tutti i Paesi del mondo”.
 
Al termine dell’udienza Benedetto XVI ha lasciato il Vaticano ed ha raggiunto in elicottero la residenza estiva di Castel Gandolfo.

 
E come abbiamo sentito, il Papa ha rivolto parole di saluto agli scout che oggi hanno partecipato all’ udienza generale nell’ Aula Paolo VI. Ma cosa vuol dire per loro incontrare il Santo Padre? Ascoltiamo alcuni commenti raccolti da Marina Tomarro:

R. – E’ un’occasione unica, perché un centenario non capita sicuramente tutti i giorni. La felicità di essere qui in questo momento è grande. Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di festeggiare questo evento.

 
R. – E’ una emozione bellissima.

 
R. – E’ sicuramente sottolineare quella che è la base dello scoutismo e cioè il legame con
la Chiesa e il sentirsi vicini in questa giornata è per noi così importante. E’ poi anche una fraternità con tutti gli scout del mondo, che ovviamente nel Papa trovano l’unione.

 
R. – E’ un’occasione importante in cui lo scoutismo viene riconosciuto e il Papa ci dà la possibilità di rendere visibile a tutti quanti quello che facciamo quotidianamente.

 
D. – Cosa vuol dire per te essere uno scout?

 
R. – Rispondere ad una chiamata. E’ la risposa ad una chiamata di servizio e, quindi, un modo di poter essere utile.

 
R. – Aiutare il prossimo. Invito anche altri ragazzi a diventare scout, perché è molto bello.

 
R. – Essere scout vuol dire esserlo tutti i giorni e, quindi, essere cristiani al lavoro, in famiglia ed ovunque.

 
D. – Ma durante questi 100 anni di scoutismo come è cambiato il metodo educativo verso i ragazzi? Ascoltiamo Giovanni Franchi De’ Cavalieri, presidente federale dell’Unione Internazionale delle Guide Scout d’Europa:

 
R. – Il metodo è praticamente sempre lo stesso. L’intuizione geniale di Baden Powell che 100 anni fa, dopo molti studi, inventò questo metodo è sicuramente molto attuale. Certo, bisogna mantenersi al passo con i tempi. Certo cento anni fa non esistevano i computer, non c’erano i telefoni cellulari ed oggi, quindi bisogna saper sfruttare anche questi nuovi mezzi della tecnologia. Ma lo spirito, la vita all’aria aperta e nei boschi sono sempre gli stessi. 

 

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 1 août, 2007 |Pas de commentaires »

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http://www.lightfrominfinity.org/argomenti.htm

« Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo »

San Massimo il Confessore (circa 580-662), monaco e teologo
Capitoli sulla carità, 4, 69s

« Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo »

Certi ritengano di non partecipare affatto ai doni dello Spirito Santo. A causa della loro trascuratezza nell’attuare i comandamenti, non sanno che colui che serba inalterata la fede in Cristo, raccoglie dentro di sé tutti i doni divini. Dal momento che, per la nostra inerzia, siamo lontano dalla carità attiva che dovremmo provare per lui, questa carità che ci mostra i tesori di Dio nascosti in noi, ne deriva che riteniamo di non partecipare ai doni divini.

Se « Cristo abita per la fede nei nostri cuori », secondo l’apostolo Paolo (Ef 3,17), e se « in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza » (Col 2,3), allora tutti i tesori della sapienza e della scienza sono nascosti nei nostri cuori. Ma si rivelano al nostro cuore nella misura della nostra purificazione, questa purificazione suscitata dai comandamenti. È questo il tesoro nascosto nel campo del tuo cuore, che non hai ancora trovato a causa della tua pigrizia. Infatti, se l’avessi trovato avresti venduto tutti i tuoi averi e avresti comprato quel campo. Ora invece che hai lasciato il campo, stai cercando attorno, là dove non c’è nulla se non spine e rovi. Per questo il Signore ha detto: « Beati i puri di cuore perché vedranno Dio » (Mt 5,8). Lo vedranno, e vedranno i tesori che sono in lui, quando, per l’amore e la temperanza, si saranno purificati. E lo vedranno tanto più, quanto più si saranno purificati.

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