Oltre Loreto, Isola del Gran Sasso, Manoppello, Fiastra…
dal sito on line del giornale Avvenire:
Oltre Loreto, Isola del Gran Sasso, Manoppello, Fiastra…
Giovani, un istinto inatteso li porta dove davvero conta
Francesco Ognibene
Non è un modo di dire: ci sono posti dove le pietre parlano davvero, e Loreto è senza dubbio tra quelli più loquaci. Un minuscolo lembo di Terra Santa è qui, circondato oggi dall’allegria dei giovani che sono venuti a incontrare Papa Benedetto, domani e domenica, una compagnia rumorosa e serena attorno a un angolo di cielo che fa tanto famiglia, amicizia, casa. I mattoni sghembi della Casa di Maria chiudono uno spazio piccolo come un grembo che accoglie a migliaia ogni giorno i ragazzi dell’Agorà. Vengono a Loreto da ogni parte come guidati da un istinto, attratti da un luogo dove smettono di essere massa colorata e prendono ciascuno il proprio volto, forma esteriore di una storia, delle richieste portate sulle spalle con lo zaino, delle domande su di sé, il futuro, la vita. Le pietre parlano, a tutti: dalla Santa Casa i ragazzi escono solo dopo aver vuotato il sacco e messo un punto in fondo a una preghiera, intensa o elementare che sia. Sono loro stessi, e dove altro potrebbero esserlo se non a casa della Madre? È bello osservarli mentre prendono le misure di un posto così denso eppure tanto piccolo, fanno qualche passo incerto, poi si appoggiano fiduciosi alle pareti, sfiorano i mattoni, si siedono a terra, a volte vinti dall’emozione, e capiscono forse per la prima volta con tanta evidenza che la fede non è un’astrazione, una dottrina, un’idea, tant’è vero che c’è un luogo di pietre grezze che parla del divino diventato storia. Escono e respirano, sono arrivati, cosa bisogna cercare ancora? Ma nella geografia spirituale dell’Agorà 2007 non c’è solo Loreto a parlare la lingua del cuore, ed è forse questa la maggior sorpresa delle giornate che stiamo vivendo in mezzo ai giovani, tutt’uno con l’ininterrotto viavai spontaneo dentro il santuario. Ogni diocesi tra le tante che ospitano ragazzi da tutta Italia e da almeno 50 altri Paesi del mondo per questo incontro festoso di fine estate sta offrendo i suoi luoghi della fede, le sue « case » dove piantare il campo base e sentirsi giunti a un approdo. E chi entra in questi luoghi, che altri vorrebbero ridotti a musei di una religione muta, si sente tornato a casa, finalmente. Sant’Apollinare in Classe, San Gabriele dell’Addolorata (Isola del Gran Sasso), il Santo Volto di Manoppello, l’abbazia di Fiastra, l’eremo di Gamogna, il santuario di Maria Goretti a Corinaldo, il duomo di Orvieto, e poi cattedrali belle da perdersi, i monasteri, le pievi. Tra Romagna, Umbria, Marche e Abruzzo è una ragnatela di percorsi ripassati in queste giornate di vigilia. È l’Italia che parla ai giovani con la sua vera voce, quella della storia cristiana che non è solo origine o radice ma respiro, anima. A guidare i viaggiatori diretti a Montorso, dove confluiranno domani, è ancora un fiuto naturale, che infallibilmente li porta al centro di ogni questione e ricerca. Se vogliono, sanno liberarsi in fretta dalle chiacchiere che li avvolgono, e si mettono in movimento rivelando di saper scegliere e di non concedersi sconti, quando vale la pena. Invitandoli a Loreto, il Papa li ha spinti a riprendere la strada, a rimettersi in questione, ma senza fretta. Tre giorni in giro per città e santuari, sino a oggi, gli hanno fatto scoprire che nel loro Paese le pietre dicono tutt’altre cose rispetto a quelle che sono abituati a sentire. E questa voce già li sta preparando ad ascoltare Benedetto non come si fa a una lezione ma nello stile di una famiglia. Non importa allora quanti saranno domani, né la coreografia che creeranno insieme, le bandiere, i canti, la notte all’aperto. Stanno ritrovandosi a casa, è questo che cont ta.

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