L’errore dell’aborto selettivo fa riemergere l’orrore eugenetico

dal sito Zenith:

http://www.zenit.org/article-11701?l=italian

 

L’errore dell’aborto selettivo fa riemergere l’orrore eugenetico

 E’ giunta l’ora di ripensare la legge 194, afferma Carlo Casini 

 

ROMA, mercoledì, 29 agosto 2006 (ZENIT.org).- Sulla scia delle reazioni all’aborto delle gemelline avvenuto all’Ospedale San Paolo del capoluogo lombardo, l’onorevole Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita (MpV), ha dichiarato a ZENIT che “l’episodio di Milano prova, ancora una volta, un effetto negativo della legge n. 194/1978”.

A questo proposito, Casini parla di una certa “equivocità dell’art. 6” della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza e sostiene che “nonostante, apparentemente, non sia consentito l’aborto eugenetico, è oramai accettata l’idea che si possa discriminare tra esseri umani”.

“L’aborto è sempre un male – ha sottolineato Casini –, ma la selezione embrionale aggiunge ingiustizia ad ingiustizia, tanto più se ricordiamo che ci sono famiglie disposte ad adottare un bambino down e che il mongolismo consente oggi di condurre una vita felice”.

Il noto giurista ha rilevato che “l’errore di Milano è venuto alla luce per l’eccezionalità del caso. Sarebbe rimasto nascosto se la gravidanza non fosse stata gemellare”.

E “purtroppo – ha aggiunto – l’errore diagnostico e l’errore tecnico nell’aborto sono frequenti. Essi sono stati evidenziati nei casi eccezionali di bimbi sopravvissuti per qualche tempo all’I.V.G. (a Milano, a Firenze, a Sassari ecc. ecc.), ma nulla sappiamo negli altri casi ben più numerosi di aborti cosiddetti ‘terapeutici’”.

Il Presidente del MpV ha precisato che “l’esperienza dei Centri di Aiuto alla Vita e del servizio telefonico ‘Telefono Rosso’ (06/3050077) prova l’errore diagnostico in molti casi in cui la gravidanza, nonostante la previsione di malformazioni, e l’autorizzazione all’I.V.G., è proseguita a causa dell’aiuto offerto alla donna”.

Anche per questo motivo, da tempo, il MpV sostiene la necessità di “rendere obbligatorio il riscontro diagnostico su ogni feto vittima del cosìddetto aborto ‘terapeutico’”.

Secondo l’onorevole Casini, “i risultati dovrebbero essere comunicati al Ministro della Salute perché ne possa riferire ogni anno al Parlamento”.

“E’ giunta l’ora di un ripensamento complessivo sulla legge 194/1978 – ha sottolineato il Presidente del MpV – ma intanto il riscontro diagnostico potrebbe essere preteso come una semplice circolare ministeriale. La legge 194/1978 resta ingiusta nel suo nucleo essenziale ma, almeno, modifichiamone la sua applicazione eliminando l’equivocità delle sue parole”.

Intervistati da ZENIT i due gemelli Luca e Paolo Tanduo, del Gruppo Giovani del Movimento per la Vita Ambrosiano, attivi in molte opere di volontariato nel campo culturale e biomedico, hanno detto di aver appreso “con stupore ed anche un po’ di orrore” quanto accaduto all’Ospedale S. Paolo di Milano.

Secondo i due fratelli, “questo caso ‘grida’ a tutti ancora una volta come col cosiddetto aborto terapeutico si violi il diritto fondamentale dell’uguaglianza di ogni vita umana”, perché “viene detto che l’errore è stato ‘eliminare’ il gemello sbagliato, quello sano, ma noi ci permettiamo di dire che l’errore è che qualcuno si senta autorizzato a selezionare chi deve vivere e chi no”.

“Purtroppo – hanno concluso – anche il secondo gemellino è stato abortito, ma anche nel caso avessero fatto vivere solo il gemello sano, da gemelli, diciamo che gli avrebbero tolto un fortissimo legame di fratellanza”.

Interpellata da ZENIT, la dr.ssa Clementina Isimbaldi che cura la Rassegna Stampa di Medicina e Persona, ha sottolineato che “non si è trattato di una fatalità”, come hanno scritto in tanti.

“In realtà – ha detto – non si tratta solo di responsabilità medica; è l’uomo che manca, non c’è più l’uomo: è smarrita la ragione, la dote umana inconfondibile che fa la diversità dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi. E’ smarrita la ragione e ridotto l’uomo”.

Secondo l’esponente di Medicina e Persona quanto accaduto è “un segnale del decadimento umano, è la mancanza di percezione della gravità di ciò che è accaduto e quindi della colpa, della propria colpevolezza, dell’essere stati all’origine della morte di due bambini, perché così è stato. Ammettere l’errore è l’inizio della possibilità di cambiare, di tornare cioè ad essere uomini”.

“Preoccupante – secondo la Isimbaldi – anche l’aspetto professionale dei medici”. In questo caso infatti “il ‘fare medico’ diviene mediocre, viene a patti con l’empirismo più grossolano, accettando una scommessa simile al gioco della roulette russa: premere il grilletto su uno dei due gemelli, rischiando di perdere anche il bambino sano, pur di far fuori il malato”.

“Qui l’errore – sostiene – è colpevole. Se si perde la ragione che dice: ‘Fermati, non hai in mano tutti gli elementi per poter decidere, sii uomo, rispetta l’altro uomo, volere non è potere’, anche l’aspetto professionale, scade in mediocrità ed empirismo senza rimedio”.

La Isimbaldi ha quindi sottolineato che “nell’epoca post-illuminista e tecnologica in cui viviamo, persa la ragione, la medicina torna ad essere magia. Come disse profeticamente Lejeune nel 1976: ‘Il vero pericolo è nell’uomo; nello squilibrio sempre più inquietante tra la sua potenza che aumenta e la sua saggezza che regredisce [...] E’ saggio essere un buon apprendista, è il dovere di ogni scienziato, ma è folle giocare allo stregone; nessuno può mai diventarlo’”.

“Chi persegue il mito di una società senza handicap – ha commentato poi –, diviene egli stesso vittima di questa utopia, da una parte scadendo in capacità tecnica e dall’altra perseguendo la selezione eugenetica al prezzo più alto: la morte di altri uomini”.

“E’ guerra dichiarata al bambino diverso – ha osservato l’esponete di Medicina e Persona –, fino a far morire un altro, sano, pur di raggiungere l’obiettivo. Per salvare il gemello sano si è arrivati a uccidere a caso, a procedere ugualmente”.

“Inaccuratezza che è segno di disprezzo per la vita, per qualunque vita, sana o malata che sia. La selezione eugenetica non è per l’uomo, ma contro l’uomo, contro ogni uomo”, ha poi concluso. 

 

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