Archive pour le 10 août, 2007

San Lorenzo martire

San Lorenzo martire dans immagini sacre

 

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per l’Assunzione: preghiera del Santo Padre davanti alla Mariensäule

 per l’Assunzione: una preghiera del Santo Padre, dal sito Vaticano

PREGHIERA DEL SANTO PADRE
DAVANTI ALLA MARIENSÄULE
Marienplatz, München
Sabato, 9 settembre 2006

Santa Madre del Signore,

i nostri antenati, in un periodo di tribolazione, hanno eretto qui, nel cuore della città di Monaco, la tua immagine, per affidarTi la città e il Paese. Sulle vie del loro quotidiano volevano incontrarTi sempre di nuovo ed imparare da Te come vivere in modo giusto la loro umana esistenza; imparare da Te come poter trovare Dio e così trovare l’accordo tra di loro. Essi Ti hanno donato la corona e lo scettro, che allora erano i simboli della signoria sul Paese, perché sapevano che così il potere e il dominio sarebbero stati nelle mani giuste – nelle mani della Madre.

 

Il tuo Figlio, poco prima dell’ora del congedo, ha detto ai suoi discepoli: « Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti » (Mc 10,43s). Tu, nell’ora decisiva della tua vita hai detto: « Eccomi, sono la serva del Signore » (Lc 1,38) e hai vissuto tutta la tua esistenza come servizio. Questo Tu continui a fare lungo i secoli della storia. Come una volta, a Cana, intercedesti silenziosamente e con discrezione per gli sposi, così fai sempre: Ti carichi di tutte le preoccupazioni degli uomini e le porti davanti al Signore, davanti al Figlio tuo. Il tuo potere è la bontà. Il tuo potere è il servire.

 

Insegna a noi – grandi e piccoli, dominatori e servitori– a v  ivere inquestoa  modo l nostra responsabilità. Aiutaci a trovare la forza per la riconciliazione e per il perdono. Aiutaci a diventare pazienti ed umili, ma anche liberi e coraggiosi, come lo sei stata Tu nell’ora della Croce. Tu porti sulle tue braccia Gesù, il Bambino che benedice, il Bambino che pur è il Signore del mondo. In questo modo, portando Colui che benedice, sei diventata Tu stessa una benedizione. Benedici noi, questa città e questo Paese! Mostraci Gesù, il frutto benedetto del tuo seno!  Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen!

 

 

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LA FRANCIA IN LUTTO – La lezione del cardinale:«La Chiesa non deve allearsi ai potenti ma essere fedele a Cristo»

LA FRANCIA IN LUTTO
La lezione del cardinale:«La Chiesa non deve allearsi ai potenti ma essere fedele a Cristo»
«Lustiger, l’amore di Dio prima di tutto» Il ricordo del filosofo e amico Marion Stamattina i funerali a Notre Dame Dal Nostro Inviato A Parigi Luigi Geninazzi  

È stato uno dei suoi più stretti collaboratori, a tal punto da venir chiamato «il filosofo consigliere di Lustiger». Filosofo lo è certamente Jean-Luc Marion, noto come uno dei pensatori più acuti del nostro tempo – l’ultimo suo libro, «Il fenomeno erotico», tradotto anche in italiano, ha suscitato un vasto dibattito. Ma l’etichetta di «consigliere» lo fa sorridere. «Monseigneur Lustiger non aveva bisogno di spin-doctor, era un uomo con forti convinzioni e grandi idee per conto suo, stargli accanto era un autentico godimento dello spirito», ricorda visibilmente commosso. Sessantun anni, profilo aristocratico, Marion è un intellettuale cattolico che si è imposto a livello internazionale, docente di filosofia alla Sorbona di Parigi ed all’università di Chicago. Vola spesso oltre oceano ma continua ad abitare a Parigi, in un quartiere del 16° arrondissement dove all’inizio degli anni Settanta c’era un parroco di nome Lustiger. L’aveva già conosciuto ai tempi dell’università. Il giovane Jean-Luc era rimasto colpito dalle omelie coraggiose e appassionate del cappellano degli studenti alla Sorbona. Poi il rapporto si fece più stretto e tra loro nacque un’amicizia profonda che Marion ha sempre vissuto come «una figliolanza spirituale».
Professore, in tutti questi anni cosa l’ha più colpita della personalità di Jean-Marie Lustiger?
«Credo che tutti coloro che l’hanno conosciuto da vicino risponderebbero allo stesso modo: la sua straordinaria lucidità ed intelligenza. Una qualità che nasceva dal suo vivere in Dio. Per lui era essenziale il mistero dell’amore di Dio, tutto il resto veniva dopo. Era questo il suo punto di vista sulla storia. Si dice che De Gaulle facesse politica a partire dalla storia di Francia: un’idea forte per le scelte concrete. Ecco, il cardinale Lustiger concepiva la propria missione dal punto di vista della storia della salvezza e per questo era capace di grandi visioni. C’era una domanda che si faceva spesso: perché l’amore di Dio non è amato? Qu esto era il suo interesse, il suo tormento. Si vedeva che era un uomo colpito, anzi ferito dall’amore di Dio».
Si dice che fosse molto esigente con i suoi collaboratori. È vero?
«Appena nominato arcivescovo di Parigi, nel 1981, volle attorno a sé delle persone in grado di lavorare con il suo ritmo, molto pressante e veloce. Ma era anche un uomo schivo. Sono stato io, insieme ad altri amici, a spingerlo a scrivere il suo primo libro, Sermoni di un curato di Parigi, che gli è valso una grande popolarità».
Vuol dirmi che lei, Marion, aveva già intuito che quel piccolo curato sarebbe diventato un grande cardinale?
«Le racconto questa. Alla fine degli anni Settanta Lustiger doveva lasciare la mia parrocchia ma non sapeva a quale nuovo incarico fosse destinato. Abbiamo fatto una scommessa: lui diceva che sarebbe diventato cappellano presso un istituto di religiose, io lo vedevo vescovo in una città di provincia, tanto per cominciare… Quando arrivò la nomina a vescovo di Orléans dovette pagarmi una bottiglia di champagne».
Poi arrivò quella che a molti apparve una scelta sorprendente di Giovanni Paolo II: la nomina di Lustiger ad arcivescovo di Parigi…
«Tra lui e Papa Wojtyla c’era un’affinità straordinaria. Entrambi avevano conosciuto le due grandi ideologie del XX secolo, il nazismo e il comunismo. Lustiger ha vissuto l’antisemitismo nazista sulla propria pelle, sua madre è morta ad Auschwitz. E nel dopoguerra ha avuto a che fare con l’ideologia comunista molto diffusa in Francia. Tutto questo ha avuto effetti disastrosi anche sulla Chiesa. Lustiger ne aveva chiara coscienza: ha sempre criticato sia l’alleanza con la destra che portò all’Action francaise e a Pétain, sia più tardi l’alleanza con la sinistra che segnò la fine dell’associazionismo cattolico. Era la sua idea forte: la Chiesa deve essere fedele a Cristo senza preoccuparsi di diventare maggioranza legandosi ad alleanze politiche. In questo modo ha fatto rinascere il cattolicesimo che tutti davano p er morto in Francia. Quel che si può vedere oggi a Parigi è che le chiese non sono più vuote e ci sono presenze cristiane significative».
Il cardinale Lustiger era rispettato da tutti ma non sempre veniva compreso. Non è paradossale?
«Lustiger è stato una grande autorità morale che riusciva a far sentire la propria voce anche tra i politici, gli intellettuali e i giornalisti. Direi che lo rispettavano proprio perché non lo capivano. O meglio: capivano che diceva cose che andavano oltre i loro schemi. L’essere concentrato sulla propria identità di ebreo, cristiano e vescovo gli dava una forza straordinaria nei riguardi di ogni altro interlocutore».
Lustiger personificava la profonda continuità tra ebraismo e cristianesimo, una posizione che gli ha attirato anche molte critiche…
«La sua idea era molto semplice ed essenziale: non c’è un conflitto tra ebraismo e cristianesimo. Esistono i contrasti fra ebrei che sono cristiani, ebrei che non lo sono e pagani divenuti cristiani. Intendeva dire che il problema è la decisione personale di ognuno, ebreo o pagano che sia, davanti a Cristo. Credo che questa sua posizione abbia radicalmente cambiato i termini del problema, anche se non tutti l’hanno ancora capito».

LA FRANCIA IN LUTTO - La lezione del cardinale:«La Chiesa non deve allearsi ai potenti ma essere fedele a Cristo»  dans Jean_marie Lustiger h_9_ill_943379_lustiger

immagine dei funerali da le monde: http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3224,36-943377@51-942139,0.html

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San Lorenzo Diacono e martire – 10 agosto Martire a Roma

San Lorenzo Diacono e martire – 10 agosto Martire a Roma

 10 agosto 258

Fin dai primi secoli del cristianesimo, Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola o, in tempi più recenti, della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri. Gli agiografi sono concordi nel riconoscere in Lorenzo il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma È certo che Lorenzo è morto per Cristo probabilmente sotto l’imperatore Valeriano, ma non è così certo il supplizio della graticola su cui sarebbe stato steso e bruciato. Il suo corpo è sepolto nella cripta della confessione di san Lorenzo insieme ai santi Stefano e Giustino. I resti furono rinvenuti nel corso dei restauri operati da papa Pelagio II. Numerose sono le chiese in Roma a lui dedicate, tra le tante è da annoverarsi quella di San Lorenzo in Palatio, ovvero l’oratorio privato del Papa nel Patriarchio lateranense, dove, fra le reliquie custodite, vi era il capo. (Avvenire) Patronato:Diaconi, Cuochi, Pompieri Etimologia:Lorenzo = nativo di Laurento, dal latino Emblema:Graticola, Palma E’ presente nel Martirologio Romano. Forse da ragazzo ha visto le grandiose feste per i mille anni della città di Roma, celebrate nel 237-38, regnando l’imperatore Filippo detto l’Arabo, perché figlio di un notabile della regione siriana. Poco dopo le feste, Filippo viene detronizzato e ucciso da Decio, duro persecutore dei cristiani, che muore in guerra nel 251. L’impero è in crisi, minacciato dalla pressione dei popoli germanici e dall’aggressività persiana. Contro i persiani combatte anche l’imperatore Valeriano, salito al trono nel 253: sconfitto dall’esercito di Shapur I, morirà in prigionia nel 260. Ma già nel 257 ha ordinato una persecuzione anticristiana. Ed è qui che incontriamo Lorenzo, della cui vita si sa pochissimo. E’ noto soprattutto per la sua morte, e anche lì con problemi. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di papa Sisto II; cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Assiste il papa nella celebrazione dei riti, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Viene dunque la persecuzione, e dapprima non sembra accanita come ai tempi di Decio. Vieta le adunanze di cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani. Ma non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. Nel 258, però, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il vescovo Cipriano di Cartagine, esiliato nella prima fase, viene poi decapitato. La stessa sorte tocca ad altri vescovi e allo stesso papa Sisto II, ai primi di agosto del 258. Si racconta appunto che Lorenzo lo incontri e gli parli, mentre va al supplizio. Poi il prefetto imperiale ferma lui, chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”. Nella persecuzione sembra non mancare un intento di confisca; e il prefetto deve essersi convinto che la Chiesa del tempo possieda chissà quali ricchezze. Lorenzo, comunque, chiede solo un po’ di tempo. Si affretta poi a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Infine compare davanti al prefetto e gli mostra la turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, dicendo: « Ecco, i tesori della Chiesa sono questi ». Allora viene messo a morte. E un’antica “passione”, raccolta da sant’Ambrogio, precisa: « Bruciato sopra una graticola »: un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli. Ma gli studi (v. Analecta Bollandiana 51, 1933) dichiarano leggendaria questa tradizione. Valeriano non ordinò torture. Possiamo ritenere che Lorenzo sia stato decapitato come Sisto II, Cipriano e tanti altri. Il corpo viene deposto poi in una tomba sulla via Tiburtina. Su di essa, Costantino costruirà una basilica, poi ingrandita via via da Pelagio II e da Onorio III; e restaurata nel XX secolo, dopo i danni del bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943. Autore: Domenico Agasso

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buona notte e buon giorno

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Se muore, produce molto frutto »

<>Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorsi, 329, 1-2

« Se muore, produce molto frutto »

Le gesta gloriose dei santi martiri fanno rifiorire la Chiesa in ogni luogo. Perciò possiamo constatare con i nostri stessi occhi quanto sia vero ciò che abbiamo cantato : « Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli » (Sal 115, 15). Questa morte è preziosa ai nostri occhi e agli occhi di colui, per il cui nome venne affrontata.
Ma il prezzo versato per queste morti è stato la morte di uno solo. Quante morti ha riscattato con la sua morte uno solo ! Se quel solo non fosse morto, il chicco di frumento non si sarebbe moltiplicato. Avete sentito le parole che dice all’avvicinarsi della sua passione, cioè della nostra redenzione : « Se il chicco di grano caduto il terra non muore, rimane solo : se invece muore, produce molto frutto » (Gv 12, 24). Sulla croce egli compì un’operazione di incalcolabile valore. Su di essa fu fatto il versamento per il nostro riscatto. La lancia del soldato gli aprì il costato e da quella ferita sgorgò il prezzo di tutto il mondo.
Con esso furono comprati i fedeli e i martiri, e il loro sangue è testimone che la loro fede era autentica. Essi restituirono ciò che era stato speso per loro, e misero in pratica quello che dice san Giovanni : « Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i nostri fratelli » (1 Gv 3, 16). E in un altro passo troviamo scritto : « Quando sei seduto a mangiare con un potente, considera bene che cosa hai davanti, perché bisogna che tu prepari altrettanto (cfr Pr 23, 1). Lauta è quella mensa dove il cibo è costituito dallo stesso padrone della mensa. Nessuno nutre gli invitati con la propria carne : questo lo fa solo Cristo Signore. Egli è colui che invita, egli è il cibo e la bevanda. Compresero bene i martiri che cosa avessero mangiato e bevuto, per rendere un tale contraccambio.
Ma come avrebbero potuto rendere questo contraccambio, se egli, che sborsò per primo il prezzo, non avesse dato loro il mezzo per corrisponderlo ? « Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato ? Alzerò il calice della salvezza » (Sal 115, 12-13).

da: In Cammino verso Gesù Cristo (stralcio)

 

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(foto di Papa Benedetto su legno che comperai subito dopo l’elezione, non ha ancora lo stemma)

Papa Benedetto XVI/ Joseph Ratzinger

da In Cammino verso Gesù Cristo, San Paolo Ed. 2004, 56.57,

La decisione per Dio è una decisione del pensiero  insieme della vita: le due realtà si richiamano a vicenda: Questo nesso lo descrive con drammaticamente Agostino nella storia dell propria conversione, laddove parla delle ingannevoli forme di vita di un’esistenza totalmente orientata alla materialità…Agostino riferisce come egli, per così dire, si fosse nascosto dietro le proprie spalle, e come Dio attraverso la parola dell’amico lo abbia tratto fuori da quel nascondiglio, cosicché egli potesse guardarsi in volto1

Perciò la Chiesa antica considerava il camino verso la fede precisamente come un tragitto intellettivo, nel quale l’uomo si confronta con la « dottrina della verità » ed i suoi argomenti, ma si trova anche inserito in una nuova comunità dove sono per lui possibili nuove esperienze e intime speranze.

…per conoscere Cristo è necessaria la sequela. Soltanto allora si può sperimentare dove egli abita. La domanda « Dove abiti? » (Tu chi sei?), riceve sempre la medesima risposta: « Venite e vedrete » (Gv 1,38ss)

1 cfr. Confessiones VIII 5,12 e VIII 7,16

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METTO IL LINK AL SITO “EAQ” TROVERETE LE LETTURE DEL GIORNO, IL COMMENTO ALLE LETTURE E, VOLENDO, POTETE SCORRERE E LEGGERE LE LETTURE DEI GIORNI PRECEDENTI E QUELLI SUCCESSIVI A QUELLO DEL GIORNO IN CORSO, TROVERETE LA VERSIONE FRANCESE, A DESTRA C’È IL COLLEGAMENTO ALLE VERSIONI IN ALTRE LINGUE COMPRESO L’ITALIANO:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php

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vangelo dai siti: 

http://levangileauquotidien.org/ 

http://www.maranatha.it/

ENCICLICA « LAUDATO SII » DEL SANTO PADRE FRANCESCO:

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

 

 

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