LA NOTIZIA DALL’AGENZIA ANSA: MORTO IL CARDINAL LUSTIGER, SEGNATO DA RADICI EBREE
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MORTO IL CARDINAL LUSTIGER, SEGNATO DA RADICI EBREE
PARIGI – Il cardinale Jean-Marie Lustiger e’ morto ieri nella capitale francese dopo una lunga malattia. Nell’ottobre 2006 era stato lo stesso cardinale ad annunciare al clero di Parigi di essere affetto da una ‘malattia grave’.Uomo di Chiesa per il quale le origini ebraiche hanno rappresentato il viatico per impegnarsi a fondo contro il razzismo e la xenofobia, Lustiger, arcivescovo emerito di Parigi, era stato considerato « la voce » di Giovanni Paolo II, tale era il legame avuto con il Papa polacco. Si è spento un personaggio che nell’arco di 25 anni ha caratterizzato con la sua autorità morale e spirituale la vita della diocesi della capitale francese, ma anche di tutta
la Francia.
Mediatico ma timido, Lustiger si era dedicato totalmente alla vita della Chiesa cattolica dopo la sua conversione, all’età di 14 anni. Era nato il 17 settembre del 1926 a Parigi, col nome di Aaron Lustiger, da genitori polacchi di religione ebraica emigrati all’inizio del secolo. Suo nonno era un rabbino. Quando i tedeschi occuparono
la Francia nel 1940, venne spedito dai genitori a vivere con una famiglia cristiana ad Orleans. Si convertì al cattolicesimo e ricevette il battesimo il 21 agosto del 1940, facendosi aggiungere al nome quello di Jean-Marie. I genitori vennero poi deportati, e sua madre morì ad Auschwitz, mentre il padre riuscì a sopravvivere.
Per lui la conversione non significo’ pero’ l’abbandono dell’identità ebrea. Fu anche per questo un attore privilegiato per il riavvicinamento tra cristiani ed ebrei, anche se la sua scelta non fu mai a fondo capita dai suoi amici, a cominciare dal Premio Nobel Elie Wiesel. Prete nel 1954, assistente alla Sorbona per 15 anni, nel ’69 diventa parroco al 16/o ‘arrondissement’ e nel ’79 vescovo di Orleans, per arrivare poi nel 1981 a Parigi come arcivescovo, cardinale due anni dopo.
Lustiger ha sempre seguito la rotta di Wojtyla, con il quale condivideva il gusto della filosofia, dell’intransigenza dottrinale e liturgica. E’ stato lui ad andare ad Auschwitz per ottenere la partenza dei Carmelitani nell’89; ed è sempre andato nell’Unione Sovietica, in Africa, in Israele e negli Stati Uniti per missioni fondamentalmente ecclesiali. Come tutti gli alti prelati nominati da Giovanni Paolo II, Lustiger sosteneva l’autorità del Papa in tutte le aree della teologia e della morale: « Vi sono opinioni e vi è
la Fede », disse nel 1997. « Quando è attinente alla Fede, sono d’accordo con il Papa perché io sono un responsabile della Fede ».
Da arcivescovo di Parigi fino al febbraio 2005, è stato un oppositore a viso aperto del razzismo e dell’antisemitismo, sia per la sua fede cristiana che per le origini ebraiche. E’ stato fortemente critico rispetto al leader del Fronte Nazionale Jean-Marie Le Pen, la cui xenofobia ha paragonato al nazismo. Eletto nel 1995 all’Accademia Francese, si inquietava delle derive della modernità e paradossalmente rifiutava lo spirito dei Lumi, fonte secondo lui di neopaganesimo. Vicino alla società civile e a proprio agio in tutti gli ambienti sociali, intellettuale pieno di fascino, era tuttavia rigorosamente allineato alle direttive pontificie, legato com’era anche da una grande amicizia personale con il Pontefice polacco. Sul versante francese, Lustiger ha difeso la scuola privata, si è impegnato sul tema dell’eutanasia, ma anche su temi più sociali come la disoccupazione, la pace e la giustizia.
Sostituito come arcivescovo di Parigi da monsignor André Vingt-Trois, nell’ottobre del 2006 aveva annunciato ai sacerdoti di Parigi di soffrire di una grave malattia. Nel gennaio scorso aveva concelebrato
la Messa dei funerali dell’Abbé Pierre a Notre Dame. « Non sono venuto per ritrovarvi, ma per lasciarvi – aveva detto il 31 maggio scorso nella sua ultima uscita all’Academie Francaise -. Non mi rivedrete: ne sono triste, ma non smetterò di pensare a voi ».
VENERDI’ I FUNERALI; IL CORDOGLIO DI SARKOZY
I funerali del cardinale Lustiger si svolgeranno venerdì prossimo alle 10 nella cattedrale di Notre-Dame.
Messaggi di cordoglio sono giunti da diverse personalità francesi. Il presidente Nicolas Sarkozy, in vacanza negli Stati Uniti, ha espresso la sua « tristezza » per la scomparsa di « una grande figura della vita spirituale, morale, intellettuale e naturalmente religiosa del nostro Paese ». Il premier Francois Fillon ha sottolineato che Lustiger ha
« contribuito in maniera determinante all’influenza della Chiesa cattolica, che voleva aperta al mondo e agli uomini, e sempre in sintonia con il suo tempo »; mentre i ministri dell’Interno e della Cultura, Michele Alliot-Marie e Christine Albanel, hanno salutato l’uomo di « dialogo ».
Per il leader centrista Francois Bayrou, presidente del partito Modem e fervente cattolico, l’ex arcivescovo di Parigi era « una delle figure più alte dell’umanesimo francese ». Il presidente del Consiglio rappresentativo delle Istituzioni ebraiche di Francia (Crif), Richard Prasquier, ha sottolineato il « ruolo storico considerevole » svolto dal cardinale « nel miglioramento delle relazioni tra ebrei e cattolici ».

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