Archive pour le 29 juillet, 2007

buona notte

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« Perché tutta si fermenti »

San Pietro Crisologo (circa 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
Discorsi, 99

« Perché tutta si fermenti »

Diamo il senso profondo di questa parabola. La donna che ha preso il lievito, è la Chiesa; il lievito che lei ha preso, è la rivelazione della dottrina celeste; le tre misure nelle quali ha impastato il lievito sono la Legge, i Profeti e i Vangeli, dove il senso divino penetra e si nasconde sotto dei termini simbolici, affinché siano afferrati dal fedele e sfuggano all’infedele. Quanto a queste parole « perché tutta si fermenti », si riferiscono alle parole dell’apostolo Paolo: « La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà » (1 Cor 13,9-10). Ora la conoscenza di Dio è nella farina: si diffonde nei sensi, gonfia i cuori, aumenta le intelligenze e, come ogni insegnamento, le allarga, le solleva e le sviluppa alle dimensioni della sapienza celeste. Tutto fermenterà presto. Quando? Alla venuta di Cristo.

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Corregio, Quatre Saints (Saint Pierre, Marthe, Marie Madeleine, Léonard) 1517

Corregio, Quatre Saints (Saint Pierre, Marthe, Marie Madeleine, Léonard) 1517 dans Santi marthe3

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Le parole e gli incontri di Benedetto XVI – Il Cadore conquistato da quell’ospite gentile

dal sito on line del giornale « Avvenire »

Le parole e gli incontri di Benedetto XVI 

Il Cadore conquistato da quell’ospite gentile 

Salvatore Mazza  

Ma che brava persona. Senza punto esclamativo alla fine, cantilenato nella dolcezza della cadenza cadorina, a esprimere non una sorpresa, ma una constatazione: Ma che brava persona. Che non è il contrario di « cattiva persona », ma qualcosa di completamente diverso. È uno che volentieri inviteresti a casa tua, perché sai che con lui ti puoi sentire a tuo agio, ti piace, e puoi offrirgli un bicchierino di qualcosa (magari aranciata?) e qualche pasticcino. Senza formalità. E parlare.
Papa Ratzinger è quello che non ti aspetti. Sempre se stesso. Con la sua dolce timidezza a frenarlo tra la folla, e di una gentilezza disarmante a tu per tu. Sembra avere quasi paura di disturbare, così com’è incapace di disinvolture. Ma è regolarmente il primo ad avvicinarsi e a chiedere: «Come sta?», sempre col « lei ». Accogliente. Garbato. Semplice. Lorenzago di Cadore, come a suo tempo la valdostana Introd, l’ha scoperto nel piccolo dei suoi pochi tetti, e nuovamente rivelato al mondo. Innamorandosi del suo ospite.
Brava persona si declina in molti modi. I preti dicono «è come parlare col mio vescovo». I bambini, ai quali Benedetto si accosta come un nonno paziente, traducono lo stesso concetto con «è proprio simpatico», che poi detto da loro è davvero il massimo. Chiunque abbia l’occasione, o solo la fortuna, di trovarselo di fronte faccia a faccia, dice la stessa cosa. Si chiami George W. Bush o Lino Fontanive, il pensionato con
la Baita di Stabie che quando se l’è visto davanti s’è fatto scappare una colorita espressione di stupore e poi gli ha offerto un bicchiere sulla veranda, con la moglie Celestina a servirli e a borbottare davanti al Papa «…me lo scusi questo marito mio…».
Momenti da ricordare, figuriamici da vivere. E vengono in mente le parole che il Papa gentile ha detto ai preti di Belluno-Feltre e di Treviso, parlando dell’ »umanità » del prete. Quando ha raccontato che no, lui non è mai stato un grande sportivo «ma magari andare in montagna mi piaceva quando ancora ero più giovane». E che bisogna giocare a pallone così come studiare le Sacre Scritture, e non si può sempre vivere «nella meditazione alta» perché «normalmente viviamo con i piedi per terra e gli occhi verso il cielo». Soprattutto, quando li esortava a essere sempre «pastori del gregge» loro affidato dal Signore, e non diventare «burocrati sacri», a non perdere mai «la vicinanza con la gente».
È quello che Papa Benedetto ha mostrato in questi giorni. Nello stile – qualcuno l’ha definito « monastico » – in cui ha trascorso le sue vacanze a Lorenzago. Studio, preghiera, visite nei piccoli luoghi cari alla religiosità di questa valle, chiese minuscole o semplici edicole, o un crocifisso nel bosco. E pronto sempre a fermarsi con chi si trovava, per caso, a passare. Un Papa che non vuole essere un «burocrate sacro». Vicino alla gente. Sempre se stesso. Sempre lo stesso, timido cardinale Ratzinger che andava a piedi in ufficio e che, se lo incrociavi a Borgo, era il primo a scoprirsi la testa e a chiedere: «Come sta?». Un Papa gentile. Ma che brava persona.

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Appello del Papa al disarmo nucleare

dal sito:

http://www.zenit.org/article-11567?l=italian

 

 

Appello del Papa al disarmo nucleare

 Intervento recitando l’Angelus a Castel Gandolfo 

 

CASTEL GANDOLFO, domenica, 29 luglio 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l’intervento pronunciato da Benedetto XVI a mezzogiorno di questa domenica recitando la preghiera mariana dell’Angelus nella residenza pontificia di Castel Gandolfo insieme a varie migliaia di pellegrini.

Cari fratelli e sorelle!

Rientrato l’altro ieri da Lorenzago, sono lieto di trovarmi nuovamente qui, a Castel Gandolfo, nell’ambiente familiare di questa bella cittadina, dove conto di fermarmi, a Dio piacendo, per il resto del periodo estivo. Sento il vivo desiderio di ringraziare ancora una volta il Signore per aver potuto trascorrere giorni sereni tra le montagne del Cadore, e sono riconoscente a tutti coloro che hanno organizzato efficacemente questo mio soggiorno e vegliato con cura su di esso. Con uguale affetto vorrei salutare ed esprimere i miei grati sentimenti a voi, cari pellegrini, e soprattutto a voi, cari abitanti di Castel Gandolfo, che mi avete accolto con la vostra tipica cordialità e mi accompagnate sempre con discrezione durante il tempo che trascorro tra voi.

Domenica scorsa, ricordando la « Nota » che il 1° agosto di 90 anni fa il Papa Benedetto XV indirizzò ai Paesi belligeranti nella prima guerra mondiale, mi sono soffermato sul tema della pace. Ora una nuova occasione mi invita a riflettere su un altro importante argomento connesso con tale tema. Proprio oggi, infatti, ricorre il 50° anniversario dell’entrata in vigore dello Statuto dell’A.I.E.A., l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, istituita con il mandato di « sollecitare ed accrescere il contributo dell’energia atomica alle cause della pace, della salute e della prosperità in tutto il mondo » (art. II dello Statuto).
La Santa Sede, approvando pienamente le finalità di tale Organismo, ne è membro fin dalla sua fondazione e continua a sostenerne l’attività. I cambiamenti epocali avvenuti negli ultimi 50 anni evidenziano come, nel difficile crocevia in cui l’umanità si trova, sia sempre più attuale e urgente l’impegno di incoraggiare la non proliferazione di armi nucleari, promuovere un progressivo e concordato disarmo nucleare e favorire l’uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo, rispettoso dell’ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate. Auspico pertanto che vadano a buon fine gli sforzi di coloro che lavorano per perseguire con determinazione questi tre obiettivi, nell’intento di far sì che « le risorse in tal modo risparmiate possano essere impiegate in progetti di sviluppo a vantaggio di tutti gli abitanti e, in primo luogo, dei più poveri » (Messaggio per
la Giornata Mondiale della Pace 2006
, n. 13). E’ bene infatti ribadire anche in questa occasione come « alla corsa agli armamenti si deve sostituire uno sforzo comune per mobilitare le risorse verso obiettivi di sviluppo morale, culturale ed economico, ridefinendo le priorità e le scale di valori » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2438).

Affidiamo nuovamente all’intercessione di Maria Santissima la nostra preghiera per la pace, in particolare affinché le conoscenze scientifiche e tecniche vengano sempre applicate con senso di responsabilità e per il bene comune, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Preghiamo perché gli uomini vivano in pace, e si sentano tutti fratelli, figli di un unico Padre: Dio.

[Queste le parole del Papa dopo l’Angelus:]

E adesso un appello per gli ostaggi coreani in Afghanistan. Si va diffondendo tra gruppi armati la prassi di strumentalizzare persone innocenti per rivendicare fini di parte. Si tratta di gravi violazioni della dignità umana, che contrastano con ogni elementare norma di civiltà e di diritto e offendono gravemente la legge divina. Rivolgo il mio appello affinché gli autori di tali atti criminosi desistano dal male compiuto e restituiscano incolumi le loro vittime.

Saluto ora i pellegrini italiani. In particolare, i giovani della Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati, giunti in bicicletta da San Benedetto del Tronto, le studentesse universitarie che prendono parte al Convegno « Famiglia cardine di vita e cultura » organizzato dalla Fondazione Rui nel Centro Convegni Internazionali di Castelromano, in Castel Gandolfo, i responsabili e i giovani del Movimento « Treinamento de Liderança Cristà », i fedeli della parrocchia Sant’Euplio in Catania e i membri del Corpo Bandistico « Alfio Pulvirenti » di Comiso. Ed infine saluto, ancora una volta, gli abitanti di Castel Gandolfo, che oggi tengono la tradizionale Sagra delle pesche. Il mio grato pensiero va specialmente al Signor Sindaco, all’Amministrazione Comunale, al Parroco e ai sacerdoti della Parrocchia San Tommaso da Villanova e a coloro che in vario modo lavorano per assicurare un soggiorno sereno a me e ai miei collaboratori. A tutti grazie e buona domenica

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Portavoce vaticano: Benedetto XVI presenta una Chiesa umile e viva

dal sito:

http://www.zenit.org/article-11566?l=italian

 

 

Portavoce vaticano: Benedetto XVI presenta una Chiesa umile e viva

 Commenta le confidenze del Papa ai sacerdoti sugli anni del Concilio 

 

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 29 luglio 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI, il grande Papa teologo, presenta “una Chiesa umile e viva”, spiega il portavoce della Santa Sede.

E’ questa la conclusione di padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa del Vaticano, nel suo editoriale del settimanale “Octava Dies”, prodotto dal Centro Televisivo Vaticano, del quale è anche direttore, in cui analizza la sessione di domande e risposte del Papa con 400 sacerdoti il 24 luglio ad Auronzo, sulle Dolomiti.

Rispondendo ad un sacerdote che ha vissuto da vicino il Concilio Vaticano II e soprattutto le attese di “cambiare il mondo” e le difficoltà degli anni successivi, il Papa aveva detto: “Ho vissuto anch’io i tempi del Concilio con grande entusiasmo, sembrava che si incontrassero di nuovo Chiesa e mondo. Abbiamo tanto sperato, ma le cose si sono rivelate più difficili”.

Padre Lombardi spiega che “nel clima familiare della confidenza reciproca fra chi dedica la sua vita da tanti anni al servizio pastorale in un mondo difficile e in continuo cambiamento, il Papa delinea con pochi tratti molto efficaci il cammino della Chiesa negli ultimi decenni, leggendolo profondamente nel contesto del mondo contemporaneo”.

“Ricorda soprattutto la crisi culturale dell’occidente, esplosa nel ’68, con il fascino del marxismo e l’illusione di creare un mondo nuovo, e il crollo dei regimi comunisti nell’89: la caduta delle ideologie, che non dà spazio alla fede, ma piuttosto allo scetticismo”.

“Con questo contesto deve fare i conti l’annuncio cristiano – aggiunge il portavoce vaticano –. E
la Chiesa vi si confronta con realismo ed umiltà, senza cadere nel trionfalismo di chi pensa di aver trovato la strada del mondo nuovo”.

“In fondo questa è l’umiltà del Crocifisso – sottolinea il direttore della Sala Stampa vaticana –, che verrà sempre contrastato dai grandi poteri del mondo, ma genera sempre una speranza vera, che si manifesta nella vitalità creativa della Chiesa: nelle sue comunità e nei suoi movimenti, nella nuova responsabilità dei laici, nei rapporti ecumenici, nelle esperienze liturgiche e spirituali…”.

“Il Papa delle grandi idee teologiche e della grande ricchezza culturale è anche colui che ci aiuta a vivere la condizione umile e insieme ricca di speranza della Chiesa in cammino, come egli dice ancora: ‘con i piedi per terra e con gli occhi verso il cielo’”, conclude padre Lombardi.

 

 

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buona notte

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Prunus serrulata – Japanische Blütenkirsche

http://online-media.uni-marburg.de/biologie/botex/stadtvegetation/matthias/index.html

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