Un mondo senza Dio diventa un mondo di egoismo, dice il Papa
dal sito:
http://www.zenit.org/article-11543?l=italian
Un mondo senza Dio diventa un mondo di egoismo, dice il Papa
Rispondendo alla domanda di un sacerdote
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 26 luglio 2007 (ZENIT.org).- Un mondo che rifiuta Dio diventa anche un mondo di egoismo, ha concluso Benedetto XVI dopo aver compiuto un’analisi dell’attuale crisi della coscienza morale.
Il Papa ha esposto la sua riflessione il 24 luglio in un incontro con 400 sacerdoti in una chiesa di Auronzo, vicino alla località delle Dolomiti dove ha trascorso quest’anno le vacanze, rispondendo ad un presbitero che constatava il diffuso scambio del bene e del male “con il sentirsi bene e il sentirsi male”.
“Un mondo dove Dio non c’è diventa in ogni caso un mondo dell’arbitrarietà e dell’egoismo”, ha riconosciuto il Pontefice dopo una profonda analisi dei criteri etici dominanti.
“Solo se appare Dio c’è luce, c’è speranza – ha aggiunto –. La nostra vita ha un senso che non dobbiamo produrre noi, ma che ci precede, ci porta”.
“In questo senso, quindi, direi, prendiamo insieme le vie ovvie che oggi anche la coscienza laica può facilmente vedere, e cerchiamo di guidare così alle voci più profonde, alla voce vera della coscienza, che si comunica nella grande tradizione della preghiera, della vita morale della Chiesa”.
“Così, in un cammino di paziente educazione, possiamo, penso, tutti imparare a vivere e a trovare la vera vita”, ha concluso.
Nella sua analisi, il Vescovo di Roma aveva riconosciuto che oggi la morale e la religione “sono quasi espulse dalla ragione”, e “l’unico criterio ultimo della moralità e anche della religione è il soggetto, la coscienza soggettiva che non conosce altre istanze”.
“Solo il soggetto, alla fine, con il suo sentimento, le sue esperienze, eventuali criteri che ha trovato, decide”.
“Ma così il soggetto diventa una realtà isolata, e cambiano così”, ha aggiunto, “di giorno in giorno, i parametri”.
“Nella tradizione cristiana ‘coscienza’ vuol dire con-scienza: cioè noi, il nostro essere è aperto, può ascoltare la voce dell’essere stesso, la voce di Dio”.
“La voce, quindi, dei grandi valori è iscritta nel nostro essere e la grandezza dell’uomo è proprio che non è chiuso in sé, non è ridotto alle cose materiali, quantificabili, ma ha un’interiore apertura per le cose essenziali, la possibilità di un ascolto”.
“Nella profondità del nostro essere possiamo ascoltare non solo i bisogni del momento, non solo le cose materiali, ma ascoltare la voce del Creatore stesso e così si conosce cosa è bene e cosa è male”.
“Ma naturalmente questa capacità di ascolto deve essere educata e sviluppata”.
“E proprio questo è l’impegno dell’annuncio che noi facciamo in Chiesa: sviluppare questa altissima capacità donata da Dio all’uomo di ascoltare la voce della verità e così la voce dei valori”, ha proposto.

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