Archive pour le 26 juillet, 2007

buona notte

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Portare frutto, liberi dalle preoccupazioni del mondo

San [Padre] Pio di Pietrelcina (1887-1968), cappuccino
Ep 3, 579 ; CE 54

Portare frutto, liberi dalle preoccupazioni del mondo

Va’ avanti con semplicità sulle vie del Signore, e non preoccuparti. Odia i tuoi difetti, sì, ma tranquillamente, senza agitazione, né inquietudine. Bisogna usare pazienza a loro riguardo e trarne profitto grazie ad una santa umiltà. Per mancanza di pazienza, le tue imperfezioni, anziché scomparire, non faranno che crescere. Perché non c’è niente che rinforza tanto i nostri difetti quanto l’inquietudine e l’ossessione di liberarsi di loro.

Coltiva la tua vite di comune accordo con Gesù. A te spetta togliere le pietre e strappare i rovi. A Gesù, spetta seminare, piantare, coltivare ed annaffiare. Ma anche nel tuo lavoro, agisce ancora lui. Senza Cristo infatti, non potresti fare nulla.

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Santi Gioacchino ed Anna

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San Gioacchino ed Anna

dal sito:

http://liturgia.silvestrini.org/santo/228.html

San Gioacchino ed Anna

Genitori della B.V.M.BIOGRAFIA
Secondo un’antica tradizione che risale al II secolo, ebbero questo nome i genitori della beata Vergine Maria. È il protovangelo di Giacomo, a darne i nomi. Il culto di sant’Anna esisteva in oriente già nel secolo VI e si diffuse in occidente nel secolo X. Più recente è il culto di san Gioacchino.

DAGLI SCRITTI…
Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo
Poiché doveva avvenire che
la Vergine Madre di Dio nascesse da Anna, la natura non osò precedere il germe della grazia; ma rimase senza il proprio frutto perché la grazia producesse il suo. Doveva nascere infatti quella primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura «nel quale tutte le cose sussistono» (Col 1, 17). O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi é debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore. Rallégrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori» (Is 54, 1). Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia é nato per noi un bimbo, ci é stato dato un figlio, e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cfr. Is 9, 6). Questo bambino é Dio.
O Giacchino ed Anna, coppia beata, veramente senza macchia! Dal frutto del vostro seno voi siete conosciuti, come una volta disse il Signore: «Li conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16). Voi informaste la condotta della vostra vita in modo gradito a Dio e degno di colei che da voi nacque. Infatti nella vostra casta e santa convivenza avete dato la vita a quella perla di verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto. Quella, dico, che sola doveva conservare sempre la verginità e della mente e dell’anima e del corpo.
O Giachino ed Anna, coppia castissima! Voi, conservando la castità prescritta dalla legge naturale, avete conseguito, per divina virtù, ciò che supera la natura: avete donato al mondo la madre di Dio che non conobbe uomo. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, avete dato alla luce una figlia più grande degli angeli ed ora regina degli angeli stessi.
O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio. Beato il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che ti strinsero e le labbra che ti impressero casti baci, quelle dei tuoi soli genitori, cosicché tu conservassi in tutto la verginità! «Acclami al Signore tutta le terra, gridate, esultate con canti di gioia» (Sal 97, 4). Alzate la vostra voce, gridate, non temete.

Scrutare il piano di Dio
La memeoria dei genitori di Maria di Nazareth, non è una pia devozione, ma, seguendo la liturgia, è un modo per riflettere sulle radici della nostra salvezza. Essa, infatti, non è qualcosa che accade all’improvviso e senza nessuna preparazione, ma tutto avviene con gradualità. Scopriamo, quindi, che Dio ha educato il suo popolo ed ha chiamato persone (i re, i profeti, i sacerdoti) perché più da vicino collaborassero alla sua opera, ha cercato gente semplice perché comprendesse appieno i suoi disegni, ha ordinato tutto secondo il bene e la realizzazione del suo progetto. Capire questo, vuol dire considerare i santi, come quelli proposti oggi, nell’ottica di Dio e non in una mera propettiva umana: non sono solo intercessori, ma persone concrete che hanno vissuto la loro storia personale e sociale leggendo tutto in una prospettiva di fede, nella speranza di vedere la salvezza.

 

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Don Georg: le mie vacanze con Ratzinger

dal sito: 

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=195303&START=1&2col=

Don Georg: le mie vacanze con Ratzinger 

di Andrea Tornielli 

nostro inviato a Lorenzago (Belluno)

Per distendersi, scrive il nuovo libro su Gesù, ascolta musica classica, suona il pianoforte. Poi la sera esce per fare brevi passeggiate. È la vacanza secondo lo stile di Papa Ratzinger, che monsignor Georg Gänswein, il suo segretario particolare, descrive in questa intervista al Giornale, raccontando le abitudini di Benedetto XVI.
Il Papa è contento della vacanza in Cadore?
«Il Papa è molto contento del suo soggiorno qui. Sono vacanze con poche apparizioni pubbliche, vacanze un po’ monastico-benedettine. In diverse occasioni, soprattutto lo scorso venerdì, dopo il concerto dei Cori del Cadore davanti al Castello Mirabello, il Santo Padre si è espresso sulle bellezze particolari che ha trovato qui. La casa, le montagne, i boschi, i paesi, i laghi, i valli e la tranquillità formano una sinfonia straordinaria che fanno bene all’anima e al corpo. Tante persone, che lavorano visibilmente e anche meno visibilmente, gli garantiscono giorni di riposo. Nell’Angelus, domenica scorsa, ha espresso la sua impressione in un modo un po’ scherzoso: “Oggi la prima lettura e il Vangelo parlano dell’ospitalità e mi sono venute in mente le parole di san Benedetto: ’Accettare l’ospite come Cristo’. Mi sembra che tutti siete ’benedettini’ perché mi avete accettato così”».
Può dire come trascorre le sue giornate e i cambiamenti rispetto agli orari del Vaticano?
«La giornata è ben strutturata, alcuni elementi coincidono con le abitudini vaticane, altri si distinguono chiaramente. Ogni giorno comincia con la santa Messa, seguono il ringraziamento, il breviario e la meditazione. Poi c’è la prima colazione e dopo il Santo Padre si dedica alla lettura, allo studio, allo scrivere, alla meditazione. All’una c’è il pranzo e subito dopo il Papa fa una breve passeggiata nel parco attorno alla casa. È stato preparato un bellissimo sentiero nel bosco che circonda la residenza, con una semplice cappella-capanna, una statua della Madonna scolpita da un forestale, delle panchine di legno, dei bei vasi di fiori di gerani in diversi posti. Dopo il riposo il Santo Padre torna ai libri, ai manoscritti, allo studio, alla preghiera, al pianoforte. Ogni tanto ascolta anche un Cd con musica classica. Verso le ore 18.00 Benedetto XVI esce per fare delle passeggiate nei boschi o laghi vicini. Alle ore 19.30 si cena, poi si guarda il telegiornale e dopo un’ulteriore passeggiata nell’ambito della casa il Santo Padre si ritira». 

Benedetto XVI ha confermato di voler scrivere il secondo libro su Gesù. Lo sta facendo? Può dirci quali libri il Papa ha portato con sé da leggere?
«A questa domanda ha già risposto lo stesso Santo Padre, e ciò che ha detto lui non richiede ulteriore conferma. Il Papa ha portato con sé una piccola valigia di libri soprattutto teologici, ma ci si trova anche qualche altro libro».
Sta anche scrivendo la nuova enciclica?
«Se non sbaglio, anche a questa domanda il Papa ha già risposto in modo affermativo».
Nella vostra residenza è stato portato un pianoforte a mezza coda. Può dirci se il Papa lo suona?
«Sì, c’è un prezioso pianoforte nello studio del Santo Padre, e viene anche usato. Il Papa ha portato con sé spartiti di diversi compositori… Mozart, Chopin, Schubert e altri. Non è un segreto pontificio il fatto che il Papa abbia una predilezione per Mozart».
Queste montagne sono i luoghi d’origine di Giovanni Paolo I, eletto nel conclave dell’agosto 1978, al quale partecipò il cardinale Ratzinger. Domenica scorsa, all’Angelus, il Papa lo ha definito «il mio grande amico»: può dirci come è legato alla sua figura?
«L’allora cardinale Joseph Ratzinger, in un’intervista di qualche anno fa, aveva parlato ampiamente di Papa Luciani. Lo ha conosciuto personalmente nel 1977, nel seminario di Bressanone, durante le sue vacanze estive, quando da patriarca di Venezia venne a fare una visita al neo-eletto arcivescovo di Monaco e Frisinga. In quella occasione il cardinale Ratzinger ha potuto verificare una squisita gentilezza, una grande semplicità, ma nello stesso tempo anche una grande cultura dell’anima e dello spirito. Quando Luciani è stato eletto Papa nel 1978, il cardinale Ratzinger era molto felice che
la Chiesa avesse ricevuto un pastore universale di grande bontà e di una fede luminosa».

Ogni sera il Papa esce per fare delle passeggiate. Benedetto XVI è contento degli incontri casuali con gli abitanti e i villeggianti?
«L’ho già accennato prima, la sera il Papa esce dalla casa per fare delle passeggiate, di solito in macchina, attraversando il paese di Lorenzago, per arrivare a qualche bel posto dove si può camminare. Preferisce sentieri pianeggianti e ombreggiati. La passeggiata comincia sempre con il rosario, poi camminando si ammirano le bellezze naturali. Spesso si visita anche una piccola cappella o un piccolo santuario che si trovano sulla strada o sul sentiero. Quasi sempre ci sono degli incontri casuali: con genitori e i loro bambini piccoli, con ragazzi, con persone di diversi tipi. I più coraggiosi sono i piccoli. I più grandi, sorpresi dell’incontro inaspettato, sono piuttosto timidi, non sanno cosa dire, mancano le parole. Ma non c’è mai disagio. Il Santo Padre sempre rivolge loro una parola e li saluta per rompere il ghiaccio. C’è subito un contatto umano. Non di rado a parlare sono le lacrime di emozione da parte delle persone incontrate piuttosto che le parole rimaste nella gola. Alcune persone non sono quasi riuscite a credere di aver incontrato il Papa in persona. Molti ragazzi e bambini offrono dei fiori che hanno raccolto rapidamente nel prato, talvolta anche funghi e mirtilli o lamponi, per dimostrare il loro affetto e la loro gratitudine». 

Talvolta si ha l’impressione, vedendo come il Papa reagisce di fronte alla simpatia e all’affetto delle folle di fedeli, a Roma come nei viaggi, che ancora si sorprenda di essere al centro di questa attenzione. È vero?
«Lei non è né il primo né l’unico ad osservarlo. Ogni tanto si può sentire che il Papa rimane sorpreso, persino intimidito di tanto affetto, simpatia e amore che i fedeli dimostrano nei suoi confronti. All’inizio ho condiviso questa osservazione. Poi ho potuto constatare che il Papa ha imparato questo linguaggio caloroso molto bene, rispondendo con gesti semplici e miti, ma molto eloquenti. E la gente capisce subito che il Papa non cerca gli applausi per sé, non vuole attirare a sé l’attenzione, ma vuole guidare i fedeli a Cristo. Questo è lo scopo vero e proprio della reazione del Papa. E il cuore degli uomini lo ha capito benissimo».
Il Papa è preoccupato per alcune reazioni negative che hanno accolto il «Motu proprio» sull’antico messale?
«Seguendo attentamente la rassegna stampa e le reazioni pubbliche al “Motu proprio” ho notato con un po’ di sorpresa, che non ci sono state reazioni veramente negative. Non mi risultano reazioni esplicitamente negative, le poche voci critiche che ho potuto sentire sono una cosa del tutto normale e accettabile nel concerto delle voci che si sono fatte udire. Anzi, ho preso atto che il testo, e la lettera del Papa ai Vescovi che l’accompagnava, sono stati accolti con grande comprensione e oggettività. Speriamo che la ricezione porti buoni frutti e gli esiti desiderati».
In questi giorni di vacanza il Papa com’è stato informato sulla situazione internazionale, ad esempio sui tragici attentanti in Irak?
«I contatti con
la Segreteria di Stato, con i collaboratori più stretti del Santo Padre, con il cardinale Segretario di Stato e con il Sostituto non sono stati mai interrotti durante le vacanze. La settimana scorsa il cardinale Bertone è venuto a Lorenzago per incontrare il Papa: c’è stato un lungo incontro! Qui in casa abbiamo tutti i mezzi di comunicazione necessari. È ovvio che il Papa viene tenuto informato su tutte le cose importanti, e fra queste l’evolversi della situazione internazionale. Tutti i canali di informazione che durante l’anno vengono utilizzati sono a disposizione anche durante il periodo di vacanza».

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 26 juillet, 2007 |Pas de commentaires »

Un mondo senza Dio diventa un mondo di egoismo, dice il Papa

dal sito:

http://www.zenit.org/article-11543?l=italian

 Un mondo senza Dio diventa un mondo di egoismo, dice il Papa 

Rispondendo alla domanda di un sacerdote 

 

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 26 luglio 2007 (ZENIT.org).- Un mondo che rifiuta Dio diventa anche un mondo di egoismo, ha concluso Benedetto XVI dopo aver compiuto un’analisi dell’attuale crisi della coscienza morale.

Il Papa ha esposto la sua riflessione il 24 luglio in un incontro con 400 sacerdoti in una chiesa di Auronzo, vicino alla località delle Dolomiti dove ha trascorso quest’anno le vacanze, rispondendo ad un presbitero che constatava il diffuso scambio del bene e del male “con il sentirsi bene e il sentirsi male”.

“Un mondo dove Dio non c’è diventa in ogni caso un mondo dell’arbitrarietà e dell’egoismo”, ha riconosciuto il Pontefice dopo una profonda analisi dei criteri etici dominanti.

“Solo se appare Dio c’è luce, c’è speranza – ha aggiunto –. La nostra vita ha un senso che non dobbiamo produrre noi, ma che ci precede, ci porta”.

“In questo senso, quindi, direi, prendiamo insieme le vie ovvie che oggi anche la coscienza laica può facilmente vedere, e cerchiamo di guidare così alle voci più profonde, alla voce vera della coscienza, che si comunica nella grande tradizione della preghiera, della vita morale della Chiesa”.

“Così, in un cammino di paziente educazione, possiamo, penso, tutti imparare a vivere e a trovare la vera vita”, ha concluso.

Nella sua analisi, il Vescovo di Roma aveva riconosciuto che oggi la morale e la religione “sono quasi espulse dalla ragione”, e “l’unico criterio ultimo della moralità e anche della religione è il soggetto, la coscienza soggettiva che non conosce altre istanze”.

“Solo il soggetto, alla fine, con il suo sentimento, le sue esperienze, eventuali criteri che ha trovato, decide”.

“Ma così il soggetto diventa una realtà isolata, e cambiano così”, ha aggiunto, “di giorno in giorno, i parametri”.

“Nella tradizione cristiana ‘coscienza’ vuol dire con-scienza: cioè noi, il nostro essere è aperto, può ascoltare la voce dell’essere stesso, la voce di Dio”.

“La voce, quindi, dei grandi valori è iscritta nel nostro essere e la grandezza dell’uomo è proprio che non è chiuso in sé, non è ridotto alle cose materiali, quantificabili, ma ha un’interiore apertura per le cose essenziali, la possibilità di un ascolto”.

“Nella profondità del nostro essere possiamo ascoltare non solo i bisogni del momento, non solo le cose materiali, ma ascoltare la voce del Creatore stesso e così si conosce cosa è bene e cosa è male”.

“Ma naturalmente questa capacità di ascolto deve essere educata e sviluppata”.

“E proprio questo è l’impegno dell’annuncio che noi facciamo in Chiesa: sviluppare questa altissima capacità donata da Dio all’uomo di ascoltare la voce della verità e così la voce dei valori”, ha proposto.

 

 

Publié dans:Papa Benedetto XVI |on 26 juillet, 2007 |Pas de commentaires »

buona notte

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Rubus Tayberry Group

http://www.ubcbotanicalgarden.org/potd/2007/07/rubus_tayberry_group.php#002213

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« A voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli »

Sant’Ilario di Poitiers (circa 315-367), vescovo, dottore della Chiesa
Trattato sui misteri, Prefazio ; SC 19, 72

« A voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli »

Tutta l’opera contenuta nei santi libri annuncia con le parole, rivela con i fatti, stabilisce con gli esempi, la venuta di Gesù Cristo nostro Signore che, inviato da suo Padre, si è fatto uomo nascendo da una vergine per l’intervento dello Spirito Santo. Infatti, durante tutta la durata della creazione, mediante prefigurazioni vere e manifeste, egli, nei patriarchi, genera, lava, santifica, sceglie, separa e riscatta la Chiesa: attraverso il sonno di Adamo, attraverso il diluvio di Noè, attraverso la giustificazione di Abramo, attraverso la nascita di Isacco, attraverso la schiavitù di Giacobbe. Durante tutto lo svolgersi del tempo, in una parola, l’insieme delle profezie, lo attuazione del piano segreto di Dio, ci sono state date per benevolenza affinché conoscessimo la sua incarnazione che stava per realizzarsi…

In ogni personaggio, in ogni epoca, in ogni fatto, l’insieme delle profezie proietta, come in uno specchio, l’immagine della sua venuta, della sua predicazione, della sua Passione, della sua risurrezione e del nostro raduno nella Chiesa… A cominciare da Adamo, punto di partenza della nostra conoscenza del genere umano, troviamo annunciato fin dall’origine del mondo, in molte prefigurazioni, tutto ciò che, nel Signore, ha ricevuto il suo pieno compimento.

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 26 juillet, 2007 |Pas de commentaires »

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