San Camillo de Lellis, esempio attuale di carità

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 San Camillo de Lellis, esempio attuale di carità 
La Chiesa lo ha festeggiato il 18 luglio 

 CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 20 luglio 2007 (ZENIT.org).-

Ci sono santi che resistono davvero al passare del tempo. Non importa quanti secoli ci possano dividere: alcuni di loro hanno vissuto lotte e difficoltà che anche noi, centinaia di anni dopo, possiamo sperimentare. E’ il caso di San Camillo de Lellis, la cui festa è stata celebrata il 18 luglio. Benedetto XVI lo ha già osservato, citando San Camillo nella sua prima Enciclica, “Deus caritas est”, tra San Francesco d’Assisi, San Giovanni della Croce, Madre Teresa di Calcutta e altri come “modelli insigni di carità sociale per tutti gli uomini di buona volontà”. Ciò che rende San Camillo unico è che fino a 32 anni nessuno avrebbe pensato che quel giovane strano e tormentato avrebbe potuto avere un destino così glorioso.Camillo de Lellis nacque nel 1550, figlio di un soldato mercenario. Sua madre morì quando era ancora un bambino. Il padre non era un grande modello: non gli importava da quale parte combatteva; prese perfino parte al sacco di Roma nel 1527.Cresciuto in quella che nel gergo moderno si chiamerebbe una “famiglia disfunzionale”, Camillo ricevette una scarsa istruzione e aveva una spiccata propensione per il gioco d’azzardo. Per pagare i suoi debiti seguì le orme paterne, diventando un mercenario. In uno dei suoi momenti peggiori, perse la spada, il fucile e le munizioni – gli strumenti del mestiere. Era povero nel corpo e nello spirito.

La conversione di Camillo non avvenne dalla mattina alla sera. Cercò di unirsi ai Francescani, fallì e ritornò alle vecchie abitudini. Si alzò e ricadde molte volte prima di iniziare a percorrere la giusta via.

Roma ebbe un ruolo importante nella sua conversione. Arrivò all’ospedale di San Giacomo degli Incurabili cercando cure per i suoi piedi, che lo tormentavano sin da piccolo. In cambio si offrì di assistere i malati e i morenti.

Dedicando tempo, amore e attenzione ai malati, iniziò a guarire spiritualmente e fisicamente. Smise di giocare d’azzardo e la sua malattia si affievolì.

La Provvidenza inviò a Camillo uno straordinario direttore spirituale: San Filippo Neri incontrò il giovane e lo prese sotto la sua protezione.

Camillo vide che voleva diventare qualcosa di più, per poter offrire di più. Andò a scuola, imparando la grammatica tra i ragazzi del Collegio Romano Gesuita. Apprese non sono le lettere, ma anche l’umiltà.

Venne ordinate sacerdote nel 1584 e fondò un ordine, i Fratelli della Buona Morte. Anche se curava i malati e i poveri, dedicava speciale attenzione a confortare i morenti.

Il suo passato gli fu utile. Nessun caso era troppo lontano per interessarsene, perché si ricordava quanto fosse stato perso egli stesso. Poteva riconosce i segni delle dipendenze immediatamente e in questo modo era capace di capire e di aiutare la gente che sarebbe stata trascurata da altri.

Nella “Deus Caritas Est”, il Santo Padre ha riflettuto sul fatto che i santi dimostrano che “chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino”.

L’“autoaiuto” di San Camillo si centrava sul vedere Gesù negli altri piuttosto che nel rimuginare su se stesso, consiglio che si adatta bene alla nostra epoca.

I Fratelli della Buona Morte in zone disastrate o ospedali erano facilmente identificabili dalle croci rosse che indossavano sul davanti del loro abito.

Ancora oggi,
la Croce Rossa è sinonimo di aiuto medico, anche se l’origine del simbolo moderno sembra diversa. Il fondatore della Croce Rossa moderna, Henri Dunant, era svizzero. Testimoniò la sofferenza dei feriti durante la battaglia di Solferino nel 1859 e reclutò gli abitanti dei villaggi vicini per prendersene cura.

L’iniziativa di Dunant venne ratificata durante
la Convenzione di Ginevra e la croce rossa su sfondo bianco, il contrario rispetto alla bandiera svizzera, venne scelta come simbolo in onore delle origini di Dunant.

Siano i due simboli collegati o meno, per mezzo millennio la croce rossa ha portato speranza agli afflitti e sollievo ai sofferenti. 

Publié dans : Santi |le 20 juillet, 2007 |Pas de Commentaires »

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