buona notte
giacinto dei boschi

Sant’Afraate (?-circa 345), monaco e vescovo a Nìnive, nell’Iraq attuale
dimostrazioni, n° 21 ; SC 359, 835
« Un servo non è più grande del suo padrone » (Gv 15,20)
Gesù è stato perseguitato, come sono stati perseguitati i giusti [dell’Antico Testamento], affinché siano consolati i perseguitati di oggi, che sono perseguitati a motivo di Gesù perseguitato. Egli infatti ci ha scritto e ci ha ridato coraggio: « Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; per questo il mondo vi odia, poiché non siete del mondo, come io non sono del mondo (Gv 15,19-20; 17,14). Prima infatti ci aveva scritto: « I vostri padri vi consegneranno, i vostri fratelli e i parenti, tutti vi odieranno a causa del mio nome ». Ci ha insegnato ancora: « Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati a alle autorità, non preoccupatevi di come e di che cosa dovrete dire; perché io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi ».
Questo medesimo Spirito ha parlato per bocca di Giacobbe a Esaù, suo persecutore; questo Spirito di Sapienza che ha parlato davanti al Faraone per bocca di Giuseppe perseguitato; lo Spirito che ha parlato per bocca di Mosè in tutti i miracoli che ha fatto nel paese d’Egitto…, lo Spirito che cantava per bocca di Davide perseguitato, in lui cantava per sollevare dallo spirito cattivo Saul, suo persecutore; lo Spirito che aveva rivestito Elia, con il quale a rimproverato Gezabele e Acab suo persecutore…; lo Spirito che ha confortato Geremia, ed egli si è levato, con audacia, per rimproverare Sedecia; lo Spirito che ha custodito Daniele e i suoi fratelli nel paese di Babilonia; questo medesimo Spirito ha salvaguardato Mardocheo ed Ester nel paese della schiavitù.
Ascolta, amico mio, i nomi dei martiri, dei confessori e dei perseguitati: Abele, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Giosué, Iefte, Sansone, Gedeone e Barak, Davide, Samuele, Ezechia, Elia, Eliseo, Michea, Geremia, Daniele, Anania e i suo fratelli, Giuda Maccabeo e i suoi fratelli… Ma il martirio di Gesù è stato il più grande e il migliore: ha superato in tribolazione e in confessione tutti i martiri di un tempo e tutti quelli a venire.
Le nozze di Cana
Mosaic located in
the Hagia Sophia, Istanbul – Turkey
http://www.eat-online.net/italian/artistic/wedding_at_cana.htm
dal sito on line del giornale « Avvenire »
LE VACANZE DEL PAPA
Uscita a sorpresa ieri per Ratzinger. In serata ha inviato un messaggio al paese ringraziando per l’accoglienza e chiedendo vicinanza nella preghiera
Nel silenzio di Lorenzago sulle orme di Benedetto
Nel giorno in cui
la Chiesa ricorda il santo da cui ha preso il nome il Pontefice si è recato al santuario di Lozzo. Tra gli auguri anche quelli di Introd
Dal Nostro Inviato A Lorenzago (Bl) Salvatore Mazza
Sono arrivati biglietti d’auguri e regali. Uno anche da Introd, in Val d’Aosta, dove le ultime due estati Benedetto XVI aveva trascorso il breve periodo di riposo tra le montagne. E ieri sera, per l’occasione, Lorenzago gli ha dedicato anche un concerto del restaurato organo Comelli, un piccolo tesoro del 1790, nella chiesa parrocchiale. Per Papa Ratzinger, tuttavia, anche il giorno della festa di san Benedetto è stato come tutti gli altri. Dedicato allo studio, alla preghiera e al riposo tra le montagne cadorine, pur con la «sorpresa» finale di un’uscita, la prima di questo soggiorno, per andare a visitare il piccolo santuario dedicato alla Madonna di Loreto a Lozzo di Cadore, dove ha recitato il Rosario.
È successo nella serata di ieri, quando verso le 18 Papa Ratzinger, con un piccolo seguito, ha lasciato la villetta di Lorenzago, passando attraverso il paese senza che nessuno, pur in quell’ora «di punta» per residenti e villeggianti, se ne accorgesse. Inseguito (vanamente) da un piccolo drappello di cronisti, il Pontefice ha raggiunto lungo la provinciale il piccolo santuario di Lozzo, risalente al XVII secolo. Qui, dopo una breve passeggiata nel bosco circostante, Benedetto XVI s’è ritirato per recitare il Rosario. Il rientro è avvenuto attorno alle 19,30, senza soste. Il piccolo corteo ha solamente rallentato attraversando la piazza di Lorenzago, dove per salutarlo s’era nel frattempo radunata una piccola folla, che Papa Ratzinger ha benedetto dal finestrino della sua vettura.
Non erano d’altra parte previsti incontri, e non ce ne sono stati. Il Papa, che in mattinata s’era informato sulle condizioni, per fortuna più che rassicuranti, del carabiniere in servizio di vigilanza sfiorato da un fulmine nella notte tra lunedì e martedì, vicino alla villetta, ha comunque voluto inviare un suo messaggio in occasione del concerto organizzato ieri sera in suo onore dalla parrocchia di Lorenzago. Un messaggio di saluto inviato attraverso il segretario don Georg ai suo i ospiti, che ha ringraziato «per l’accoglienza ricevuta». Complimentandosi per l’iniziaitiva e chiedendo di «essere accompagnato con la preghiera in questi giorni», il Papa ha poi citato sant’Agostino («chi canta prega due volte») ricordando che «l’organo è il re degli strumenti».
Il concerto non è stato l’unico regalo preparato per il Papa dai suoi ospiti. Le autorità locali hanno inviato i loro auguri a Benedetto XVI, e al Papa è anche stato consegnato un cofanetto con i quattro volumi sui «Tesori d’arte nelle chiese dell’Alto Bellunese», iniziativa della diocesi di Belluno che, al suo quarto anno di vita, è arrivata a coinvolgere numerosi enti pubblici e appassionati privati nel recupero e nella salguardia di un patrimonio artistico e culturale straordinario.
Tra i molti doni arrivati alla villetta per il giorno di san Benedetto, come ricordato all’inizio, anche una scatola avvolta in carta rossa, con un nastro argentato, proveniente da Introd, il paesino della Valle d’Aosta che con Lorenzago divide il privilegio di essere sede delle «vacanze papali». Il pacco era accompagnato da un biglietto del sindaco, Osvaldo Naudin, con gli auguri per l’onomastico.
«Il papa sta bene e apprezza l’ambiente che lo circonda», è tutto quello che ha detto ieri il portavoce della diocesi di Belluno-Feltre, don Giuseppe Bratti, confermando che «l’agenda viene decisa di giorno in giorno». Comunque, al riguardo, il vescovo di Belluno-Feltre monsignor Giuseppe Andrich e quello di Treviso, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, hanno confermato che, in data ancora da stabilre, Benedetto XVI incontrerà i sacerdoti delle loro diocesi.
dal sito:
http://www.zenit.org/article-11402?l=italian
Cardinale Kasper: il documento della Dottrina della Fede è “un invito al dialogo”
Il porporato replica alle critiche mosse dalle comunità protestanti
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 11 luglio 2007 (ZENIT.org).-
La Dichiarazione della Congregazione per
la Dottrina della Fede dal titolo “Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa
la Dottrina sulla Chiesa” è “un invito al dialogo”, sostiene il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per
la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
In una dichiarazione fatta pervenire a ZENIT, il poporato tedesco afferma che dopo “le prime reazioni a caldo di irritazione tra i cristiani protestanti”, “una seconda lettura più serena potrà mostrare, che il Documento non dice nulla di nuovo, ma espone e spiega, in un riassunto sintetico, la posizione già finora sostenuta dalla Chiesa Cattolica”.
“Non si è verificata una situazione nuova – osserva – e quindi non esiste nemmeno una ragione oggettiva di risentimento o motivi per sentirsi trattati bruscamente. Ogni dialogo presuppone chiarezza sulle diverse posizioni”.
Dopo la pubblicazione del documento vaticano, il Pastore Thomas Wipf, Presidente della Comunità delle Chiese Protestanti in Europa – che conta 105 chiese membro luterane, riformate, unite, metodiste dell’intero continente – ha infatti dichiarato che « un documento del genere manda segnali sbagliati”.
“Le sfide di questo mondo chiedono a gran voce che le chiese lavorino insieme. La comunione non è un obiettivo ideale, ma il nostro compito”, ha aggiunto, secondo quanto riferito dall’Agenzia stampa “NEV-notizie evangeliche”.
Mentre, il Segretario generale dell’Alleanza Riformata Mondiale, Setri Nyomi – secondo quanto riferito da “ICN-News” – ha scritto al Cardinale Kasper: “Preghiamo perché
la Chiesa cattolica vada al di là delle pretese esclusivistiche, in modo da portare avanti la causa dell’unità cristiana”.
Parlando delle comunità della Riforma, il porporato ha precisato che “sono stati proprio i partner protestanti” a richiedere “recentemente” un “ecumenismo dai ‘profili definiti’”.
Mentre “ora – ha sottolineato – la presente dichiarazione espone e pronuncia il profilo cattolico, cioè quello che dal punto di vista cattolico purtroppo ancora ci divide, questo non limita il dialogo ma anzi lo favorisce”.
“Una lettura attenta del testo – ha proseguito il Presidente del Dicastero pontificio – chiarisce che il Documento non dice che le Chiese protestanti non siano Chiese, bensì che esse non sono Chiese in senso proprio, cioè esse non sono Chiese nel senso in cui
la Chiesa cattolica si intende per Chiesa”.
Nel documento vaticano si legge che, “secondo la dottrina cattolica, queste Comunità non hanno la successione apostolica nel sacramento dell’Ordine, e perciò sono prive di un elemento costitutivo essenziale dell’essere Chiesa”.
Inoltre, aggiunge, “le suddette Comunità ecclesiali, che, specialmente a causa della mancanza del sacerdozio ministeriale, non hanno conservato la genuina e integra sostanza del Mistero eucaristico, non possono, secondo la dottrina cattolica, essere chiamate ‘Chiese’ in senso proprio”.
Infatti, ha sottolineato il Cardinale Kasper, “le Chiese evangeliche [...] ci tengono moltissimo ad avere un concetto di Chiesa e di ministero che, per contro, non risponde al concetto proprio dei cattolici”.
“Non è forse vero – si è chiesto il porporato – che il più recente documento evangelico su ‘Ministero e Ordinazione’ ha fatto qualcosa di simile, affermando che la comprensione cattolica di Chiesa e di Ministero, dal punto di vista protestante, non sia quella ‘propria’?”.
La Dichiarazione della Congregazione per
la Dottrina della Fede, ha ribadito, “non fa altro che evidenziare che noi usiamo la parola Chiesa attribuendo ad essa un significato che non è pienamente uguale”.
“
La Dichiarazione rende servizio alla chiarezza e di conseguenza al progresso del dialogo », ma “senz’altro – ha riconosciuto ancora – alla base del dialogo non vi è ciò che ci divide, ma ciò che ci unisce, e che è più grande di ciò che ci divide”.
“Pertanto non si deve sorvolare su quanto
la Dichiarazione afferma in modo positivo riguardo alle Chiese protestanti, e cioè che Gesù Cristo è effettivamente presente in esse per la salvezza dei loro membri”, ha tenuto a sottolineare.
“Quindi – è la considerazione finale del Cardinale Kasper –
la Dichiarazione non costituisce un regresso rispetto al progresso ecumenico già raggiunto”, ma “è un invito urgente a continuare un dialogo sereno”.
Giovanni Paolo II
Discorso alla Giornata mondiale di preghiera per la pace di Assisi, 27/10/86 (© copyright Libreria Editrice Vaticana)
« La vostra pace scenda sopra di essa »
Questa giornata di Assisi ci ha aiutato a divenire più coscienti dei nostri impegni religiosi. Ma ha anche reso il mondo, che ci ha seguito attraverso i mezzi di comunicazione, più cosciente della responsabilità di ogni religione nei confronti dei problemi della guerra e della pace. Forse mai come ora nella storia dell’umanità è divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene della pace. Che peso tremendo da portare per le spalle dell’uomo! Ma, nello stesso tempo, quale meravigliosa ed entusiasmante chiamata da seguire. La preghiera è già in se stessa azione, ma ciò non ci esime dalle azioni al servizio della pace. Qui noi stiamo agendo come gli araldi della coscienza morale dell’umanità come tale, umanità che aspira alla pace, che ha bisogno della pace.
Non c’è pace senza un amore appassionato per la pace. Non c’è pace senza volontà indomita per raggiungere la pace. La pace attende i suoi profeti. Insieme abbiamo riempito i nostri sguardi con visioni di pace: esse sprigionano energie per un nuovo linguaggio di pace, per nuovi gesti di pace, gesti che spezzeranno le catene fatali delle divisioni ereditate dalla storia o generate dalle moderne ideologie. La pace attende i suoi artefici. Allunghiamo le nostre mani verso i nostri fratelli e sorelle, per incoraggiarli a costruire la pace sui quattro pilastri della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà. La pace è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi. La pace è una responsabilità universale: essa passa attraverso mille piccoli atti della vita quotidiana. A seconda del loro modo quotidiano di vivere con gli altri, gli uomini scelgono a favore della pace o contro la pace…
Ciò che abbiamo fatto oggi ad Assisi, pregando e testimoniando a favore del nostro impegno per la pace, dobbiamo continuare a farlo ogni giorno della nostra vita. Ciò che infatti abbiamo fatto oggi è di vitale importanza per il mondo. Se il mondo deve continuare, e gli uomini e le donne devono sopravvivere su di esso, il mondo non può fare a meno della preghiera.